Biodiversità tutelata maggiormente nelle aree cristiane

BiodiversitaEcologia e cristianesimo non sempre sono stati visti come alleati, sopratutto quando i cultori del primo campo hanno cominciato a parlare il linguaggio di abortisti e radicali, odiando l’uomo per salvaguardare Gaia (la terra come essere vivente soggiogato dagli esseri umani). Ed ecco teorie e amenità sull’estinzione volontaria, la decrescita felice, il controllo della popolazione tramite aborti/contraccettivi ecc.

Interessante, allora, l’articolo degli economisti italiani Mario A. Maggioni e Simona Beretta che hanno posto all’attenzione un articolo pubblicato su “Fauna and Flora International” nel dicembre 2013, scritto congiuntamente da G. Mikusinski e M Blicharska (dell’università di Grimsö, in Svezia) e da H.P. Possingham (dell’Università del Queensland, Australia) che studia la sovrapposizione geografica fra tradizioni religiose prevalenti e aree a elevata tutela della biodiversità. Lo studio riguarda le principali religioni e le principali tipologie di aree protette, identificate da organizzazioni internazionali, pubbliche e non governative.

Il risultato dell’indagine è molto chiaro: le aree ecologiche protette e le aree caratterizzate da una forte presenza di cristiani si sovrappongono significativamente. In particolare, l’indicatore scelto in questa analisi – e cioè l’estensione, misurata in ettari, delle aree protette diviso per il numero di persone appartenenti a una specifica confessione religiosa (in altre parole il numero di ettari di area protetta pro-capite) – mostra una forte sensibilità ecologica dei cristiani, i quali presentano un numero di ettari pro-capite protetti superiore a quello delle altre religioni. Fra le denominazioni cristiane, il Cattolicesimo e l’Ortodossia registrano i migliori risultati. Se poi si calcolano gli ettari di area protetta pro-capite, a seconda della religione professata, il primato in termini di ettari pro-capite appartiene ai Cristiani Cattolici per tre tipologie, ai Cristiani Ortodossi per altre tre tipologie, al gruppo degli “altri Cristiani” (non protestanti) per la settima tipologia di area protetta.

Curiosamente, le religioni orientali – quelle verso cui molti suggerirebbero di rivolgerci per approfondire la nostra consapevolezza ecologica – non sembrano affatto distinguersi.

La redazione

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