Vauro riesce a far ridere: «vi saluto compagni, a pugno chiuso!»

Il vignettista anticlericale Vauro Senesi ha fatto certamente più ridere con la sua lettera di addio a “Il Manifesto” con il quale ha collaborato per 30 anni, piuttosto che con le sue vignette. Ha infatti scaricato il quotidiano comunista, in liquidazione e profonda crisi, per approdare a “Il Fatto Quotidiano”: in poche parole l’orgoglioso comunista ha salutato i “compagni” per andare in un quotidiano non di sinistra dove viene pagato meglio.

Vauro è noto per sfruttare la libertà di satira, nascondendosi dietro ad essa, giustificando ogni insulto e offesa possibile?

Si può ridere dei due marò addetti alla protezione della petroliera Enrica Lexie fermati il 20 febbraio a Kochi perché sospettati di aver sparato a due pescatori indiani scambiandoli per pirati? Si può, al grido “la satira è libertà”, ridere sui morti causati dal terremoto dell’Aquila nel 2009? Si può dare libero sfogo al sessismo e alla misoginia con le proprie vignette? Si possono offendere milioni di credenti e cristiani ridicolizzando un Gesù in croce tentato dall’autoerotismo? Si possono descrivere i sacerdoti cattolici come tutti pedofili?

Evidentemente sì, dato che Vauro lo ha sempre fatto spostando a piacimento i confini della satira. Don Maurizio Patriciello, uno dei tanti preti -diffamati da Vauro- che lavorano per i più bisognosi, gli ha risposto scrivendo: «Sono un uomo che rispetta tutti e chiede di essere rispettato. Che non offende e gradirebbe di non essere offeso, infangato. Il signor Vauro con le sue vignette che dovrebbero far ridere tutti e invece, spesso, mortificano e uccidono nell’animo tanti innocenti. Ma non si deve dire. È politicamente scorretto. È la satira. Il nuovo idolo davanti al quale inchinarsi. La satira, cioè il diritto dato ad alcuni di dire, offendere, infangare, calunniare gli altri senza correre rischi di alcun genere».

Per capire meglio il personaggio è utile leggersi la lettera, citata sopra, con la quale ha salutato i lettori de “Il Manifesto” pochi giorni fa. Un uomo che nel 2012 e dopo l’orrore degli stati totalitari del ‘900 non si vergogna di proclamarsi “comunista”, magari anche nostalgico dell’Unione Sovietica. Sulle note di “Bella ciao”, leggete l’anacronismo di queste parole:  «un saluto a tutti i compagni e le compagne del giornale […]. Ho in mano una copia de “Il Manifesto”. Sotto la testata, in caratteri più piccoli, c’è ancora scritto “quotidiano comunista“. C’è chi sostiene che comunista sia ormai un termine obsoleto che non significa più niente o peggio. Per me significa molto. E allora saluti comunisti compagni. A pugno chiuso».

Compagno? Pugno chiuso? Ma che tristezza.., senza senso del ridicolo e del rispetto per le vittime del comunismo, il più grande progetto mai realizzato contro la dignità dell’essere umano. Almeno per una volta Vauro è riuscito a far sorridere, seppur amaramente.

La redazione

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62 commenti a Vauro riesce a far ridere: «vi saluto compagni, a pugno chiuso!»

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  1. Karma ha detto

    Tutti i cretini se li prende Padellaro? Evidentemente chi si somiglia si accoppia.

  2. cochise ha detto

    Uhmm… io avrei lasciato perdere la vignetta sui marò. E’ quasi certo che siamo colpevoli, in quella faccenda, tanto che dopo aver cambiato versione tre volte il nostro governo adesso evita accuratamente di alzare la voce.

    Anche quella sul terremoto dell’Aquila non voleva irridere i morti, ma attaccare il lassismo nelle norme edilizie che ha grandemente peggiorato il disastro.

    • Mattia ha detto in risposta a cochise

      Il fatto era accaduto in acque internazionali e secondo le normative che l’India stesso ha sottoscritto, il processo si dovrebbe fare in Italia.

      Su Vauro conviene ricordare che anche lui era uno che usava due pesi e due misure verso la satira contro le religioni: mentre infatti faceva spesso vignette su Gesù e la Chiesa, definì le vignette di Maometto “propaganda bellica”.
      Avevo letto anche che un editore chiese a lui perché pubblica i suoi libri alla Mondandori se poi continuava ad attaccare Berlusconi.

    • Lugh ha detto in risposta a cochise

      In effetti la vicenda dei marò mi sembra sia stata pompata con toni nazionalistici e cospirazionistici. Se hanno sbagliato è ovvio che vengano arrestati.

  3. Alèudin ha detto

    Corriamo tutti il rischio:
    “L’uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone; e l’uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie.”
    Matteo 12,33-35

  4. Huran ha detto

    In questo paese il Comunismo non è mai arrivato a governare dal parlamento e/o dal Quirinale…ma si è insinuato attraverso i media, i direttori dei giornali e delle reti televisive.

    Compagni sì, ma di merende!

    • Fede_81 ha detto in risposta a Huran

      Hai detto una cosa sacrosanta!!! L’eschimo in redazione è ben più deleterio di avere una dittatura comunista, proprio perché il primo è viscido e nascosto e il secondo per lo meno è visibile e dunque identificabile.

  5. J.B. ha detto

    Ma chi è Vauro? E’ mille volte meglio Forattini!!!

  6. Andrea ha detto

    A me qualche vignetta di Vauro ha pure fatto ridere… Ma qualcun’altra (quelle lì indicata) mi hanno dato nausea più del formaggio irrancidito.

    Ha lasciato il manifesto perché hanno già da tempo dato un taglio (almeno parziale) ai legami con Stalin, Lenin & Co.? Uh, sarei stato ben fiero di ciò.

    Comunque Vauro lo vedrei bene nelle file del pmli, il ridicolissimo partito degli stalinisti Italiani, un partituncolo che ha sede in uno scantinato pieno di ritratti di Stalin, Lenin, Mao e Pol-Pot (dichiaratamente “loro maestri ispiratori“!!!) e che prima di farti entrare ti lava per bene il cervello coi loro libri di storia riscritti in modo da estromettere gli Storiografi Occidentali al soldo della NATO e della Casa Bianca che vogliono far credere agli studenti frottole colossali tipo quelle secondo le quali l’URSS fosse una dittatura tanto feroce che la vedevano con simpatia i soli nazifascisti e che milioni di persone siano state fatte fuori solo perché non la pensavano in maniera conforme ai dettami del partito…

  7. Davide ha detto

    Seriamente: ma chi è ‘sto Vauro? Voi leggete il Manifesto? Come fate a conoscerlo!? :))

  8. Marcolino ha detto

    Ma se un comunista potete chiamarlo nostalgico di Stalin, io posso chiamare un cattolico “nostalgico di Torquemada”? Con rispetto, ovviamente.

    • Lugh ha detto in risposta a Marcolino

      Nessun partito che si richiami al comunismo ha mai alzato dubbi su Stalin (dopotutto tutti i partiti comunisti sono stati dipendenti dal PCUS), che è ancora visto da molti come un grande capo illuminato che ha sconfitto Hitler, al contrario di Torquemada che è visto praticamente da tutti come un fanatico.

      • Marcolino ha detto in risposta a Lugh

        Esclusa Madre Teresa di Calcutta che ha dichiarato che tra Galileo e l’inquisizione sceglierebbe la seconda. Parole sue, non degli atei-comunisti.

        • Daniele Borri ha detto in risposta a Marcolino

          Queste citazioni senza fonte sono le migliori. Pensate che Marcolino qualche anno fa ha detto che tra l’UAAR e le purghe di Stalin preferirebbe le seconde. Parole sue, di un ateo comunista.

        • Sophie ha detto in risposta a Marcolino

          Riporta qui sul sito la ripresa di questa frase detta da Madre Teresa di Calcutta.

      • cochise ha detto in risposta a Lugh

        Nessun partito?
        La parola “destalinizzazione” l’ha inventata Krusciov, dai…

        • Lugh ha detto in risposta a cochise

          Ma nessun comunista moderno (sicuramente non italiano e sicuramente non Vauro) si permetterebbe mai di criticare Stalin.

          • cochise ha detto in risposta a Lugh

            Ma che comunisti hai conosciuto? A parte qualche vecchio contadino della bassa emiliana e altri personaggi più o meno farseschi, che fanno il paio con quelli che inneggiano ancora al duce, Stalin non lo difende nessuno da anni. Anzi, dovresti sapere che lo sport preferito dalle sinistre è litigare sulle proprie origini e disconoscere i propri padri… dai ragazzi, Guareschi era uno dei più virulenti anticomunisti che l’Italia abbia avuto, ai tempi del PCI quello vero, e il peggio che ha voluto escogitare per descrivere i suoi avversari sono stati il Brusco, il Nero, lo Smilzo e Peppone. I comunisti italiani erano quella roba lì.

            Vauro, poi, come tanti artisti (inteso come qualifica professionale e non attestazione di genio), quasi sicuramente è il solito comunista a chiacchiere. Naturalmente attirato dalla sinistra per l’insofferenza alle regole tipica di quel genere di personalità, ma alla prova dei fatti quella è spesso l’unica cosa che davvero gli importa dell’essere “di sinistra”.

            • Lugh ha detto in risposta a cochise

              Dopo la condanna di Kruscev anche il PCI, come tutti i grandi partiti comunisti d’Europa, si è dovuto allineare giocoforza alla versione “revisionista” (sennò niente più appoggio da parte dell’Urss, che per i rossi equivaleva ad una scomunica). Tuttavia in molti hanno considerato Nikita un traditore del “piccolo padre dei popoli” e quindi si sono invaghiti dello staliniano puro e duro Mao Tse Tung (Piccola curiosità: Stalin aveva più ammirazione per il nemico politico Chiang Kai Shek che per Mao). È per questo che negli anni ’60 e ’70 sono nati una miriade di partitucoli nostalgici che inneggiavano a Stalin e Mao.
              E comunque uno come Vauro, ammiratore del mullah Omar e dei talebani, non me lo immagino proprio a rinnegare il georgiano, fidati.

        • Davide ha detto in risposta a cochise

          Ah ecco, destalinizzazione, invece, ha significato democrazia. Da Krushev a Chernenko non è stato fatto nulla di buono, i gulag sono ancora lì a testimoniarlo.

          • cochise ha detto in risposta a Davide

            No, non ha significato “democrazia”. Ma se il culto della personalità di Stalin è stato denunciato e smantellato dal PCUS stesso solo qualche anno dopo la sua morte, dire che “nessun comunista si permetterebbe di criticare Stalin” è totalmente sbagliato.

            • Davide ha detto in risposta a cochise

              Vedrei la destalinizzazione operata da Krushev come una ripicca etnica fra i due, piuttosto che un ripudio dei crimini staliniani. Krushev infatti, era ucraino e Stalin georgiano e la guerra in Ucraina aveva non poco contrariato Krushev. Per il resto sei fortunato perché, io personalmente, non ho mai conosciuto un comunista che parlasse di Stalin con disprezzo come meriterebbe.

              • Andrea ha detto in risposta a Davide

                Io nel mio periodo comunista già provavo un disprezzo infinito per Stalin. Se davvero il comunismo doveva esser qualcosa di nuovo, perché dovevo andar dietro ad uno che faceva le stesse cose di Hitler e che si beccava gli applausi dei totalitarismi “neri” e “bruni”? Perché dovevo andar dietro ad uno che aveva fatto morire di fame milioni di contadini e di fatica milioni di operai per tenersi per sé tutto quanto da loro prodotto? Perché dovevo andar dietro ad uno che aveva intenzione di soggiogare ed eventualmente sterminare Etnie minoritarie (Ucraini, Ebrei e Moldavi soprattutto)? Allora, se giustamente il nazismo ed il fascismo tanto sono disprezzati perché dovevo andare dietro ad uno che di fatto faceva le cose che facevano i nazifascisti?

                Ma guai a dirlo. E guai, negli ambienti più “rossi”, a non essere ateo, nichilista, antiproibizionista e sessuopervertito.

                Poi non si stupiscano se mi fido molto più “dei Preti” che della politica!

                • Andrea ha detto in risposta a Andrea

                  Comunque sia chiaro: ero comunista perché ero affascinato dagli utopismi socialisti ed, allora come oggi, schifato dal liberalismo (sia da quello Etico che dagli eccessi di quello economico), non certo perché entusiasta di Stalin o di Pol-Pott, anzi!

                  Ora però penso che al di là della speculazione su qualche spunto interessante correre dietro alle utopie sia un’idiozia.

                  • Davide ha detto in risposta a Andrea

                    …E di fatto, l’Unione Sovietica post staliniana, non ha mai rimesso a posto le ingiustizie del periodo stalinista. Ormai le repubbliche erano formate e soggiogate dal potere centrale di Mosca, non restava che mantenere quella situazione con coercizione e terrore. Ho vissuto vent’anni in Unione Sovietica, fra Mosca e l’ex Leningrado ed ho girato le varie repubbliche, posso testimoniare che tutto era tenuto in piedi economicamente con le riserve aurifere e diamantifere e lo spionaggio industriale; mentre politicamente con la censura, l’appiattimento della società, con l’ateismo (imposto, ma di facciata, il popolo in realtà credeva nel segreto e lo ha dimostrato) e con il terrore del popolo.

    • Kosmo ha detto in risposta a Marcolino

      Ti brucia eh? aver buttato la vita appresso agli assassini?
      A quella ideologia di morte?

    • Andrea ha detto in risposta a Marcolino

      Vauro è dichiaratamente un nostalgico di Stalin, ha pure la collezione di vecchi cimeli dell’URSS in casa! Non è che qui lo definiamo “nostalgico di Stalin” in quanto comunista, lo definiamo “nostalgico di Stalin” perché lo è per sua stessa dichiarazione.

    • Max ha detto in risposta a Marcolino

      Comparare delle realtà del XV secolo con quelle degli ultimi 100 anni indica uno scarso uso dell’intelligenza. Si trattava di uomini e di modi di pensare profondamente diversi.

    • Pino ha detto in risposta a Marcolino

      per fortuna che c’è Marcolino a ricordarci quanto sia profonda l’ignoranza dei fatti storici e quanto siano boccaloni i nipotini di Stalin nel credere alle favolette (del resto cosa dovremmo aspettarci da chi per 70 anni ha creduto che il comunismo fosse il paradiso terrestre?). Quando non sanno più che dire si appigliano alle leggende nere più ridicole credendo di impressionare ancora qualcuno. Poveri noi. Marcolino fai una cosa, parlaci delle crociate…..

  9. G.T. ha detto

    Non è di buon gusto parlare specificamente delle persone nel bene e nel male…

  10. Luca ha detto

    Vauro… Quanta povertà

  11. Giova ha detto

    Vauro è lo stesso che senza rispetto per la morte tragica di Fabrizio Quattrocchi (ucciso in Iraq dai terroristi) fece una vignetta con i suoi due compagni di prigionia che mangiavano spaghetti e ricalcando le ultime parole di Fabrizo(“sbendatemi che vi faccio vedere come muore un italiano”) affermavano vi facciamo vedere come mangia un italiano “..ributtante…ah il grande pacifista Vauro ha in casa vari manichini a grandezza d’uomo nelle divise militari dell’Urss….

  12. Linda ha detto

    Tra l’altro, secondo me, Vauro disegna male, fa degli sgorbietti! Paragonate le sue vignette a quelle di Benedetto Nicolini, ad esempio. Si vede che impegnarsi a far bene le cose non è da compagni…

    • Salvatore ha detto in risposta a Linda

      A proposito, complimenti per i tuoi disegni. Se Santoro mandasse in onda dieci minuti dei tuoi lavori contro le ore date a disposizione a Vauro, ecco che in Italia si potrebbe tornare a parlare di televisione culturale.

  13. cabellen ha detto

    Imbarazzante non è la lettera di Vauro, imbarazzante è questo articolo (complimenti signor Magnini). Già in altre occasioni i post dell’UCCR hanno messo a nudo imbarazzanti affinità elettive con quotidiani di eminente spessore intellettuale come il Giornale e Libero. Siete sulla buona strada, auguri.

    • EnricoBai ha detto in risposta a cabellen

      Di certo gli orgogliosi comunisti si sentiranno feriti nell’anima per questo articolo, ti sono vicino perciò caro compagno cabellen.
      Curiosa la tesi che recita che chi critica il comunismo è affine a Il giornale e a Libero. Quale legame c’è? E sopratutto…perché milioni di italiani che leggono Feltri e Sallusti sarebbero “imbarazzanti”? Scusa per le domande ma mi piace sviscerare le ragioni dei comunisti…

    • Vincenzo ha detto in risposta a cabellen

      Forse che Vauro ha un minimo di spessore intelletuale? Le sue vignette esprimono non ironia, ma sarcasmo, indizio di un animo inaridito ed esacerbato che non riesce ad elaborare il lutto della fine del “comunismo realizzato”, finito indecorosamente in tutti gli stati in cui è stato applicato (URSS, paesi del patto di Varsavia, Iugoslavia, albania, Cambogia, Vietnam, Cina, Corea del nord etc.)

    • cabellen ha detto in risposta a cabellen

      Non credo di dover spiegare perché Feltri e Sallusti sono imbarazzanti. Quello non è giornalismo, è militanza cieca e servile, disgustoso qualunquismo, gretto populismo, strategia del fango sugli avversari politici. Spero che i loro lettori possano trovare anche normali servizi giornalistici (che so, le previsioni del tempo), ma quei quotidiani sono di sicuro la feccia dell’informazione in Italia.

      Non voglio esprimere giudizi su Vauro, che può piacere o non piacere. Mi preme sottolineare che solo una cieca malafede sobillata di berlusconismo può pensare che la vicenda odierna della sinistra italiana possa avere ancora un legame con il culto della personalità di Stalin. Personalmente, quello che mi preoccupa è che la sinistra attuale sia succube delle logiche del capitalismo.

      A proposito, è una mia maliziosa illazione se dico che Gesù Cristo sarebbe oggi un comunista? non era lui che cacciava i mercanti dal tempio e che parlava della difficoltà dei ricchi di entrare nel regno dei cieli?

      • Salvatore ha detto in risposta a cabellen

        E’ una tua opinione, ovviamente violenta e intollerante. Di fatto milioni di italiani lettori di Feltri e Sallusti, affezionati di Libero e Il Giornale, sono da te considerati automaticamente dei cretini o nel migliore dei casi degli ingenui.

        Simpatico come tu, noto comunista, condanni i tuoi avversari politici in modo così volgare dicendo che essi gettano “fango sugli avversari politici”. Il bue che dà del cornuto al presunto asino in poche parole.

        La sinistra italiana, come anche i media, sono succubi del comunismo (capitalismo in primis), ovvero l’etica governativa dello stalinismo.

        E’ una illazione dire che Vauro il comunista, che lotta contro i ricchi, abbandona il quotidiano comunista che lo ha lanciato per passare ad un quotidiano non comunista perché riceve più denaro?

        • G.T. ha detto in risposta a Salvatore

          A me non piacciono completamente Libero & Il Giornale. Militano troppo.
          Sono come l’Unità, Repubblica e Il Corriere, con la sola eccezione che sono pro- (patina) Cristianesimo.
          Però neanche loro fanno un buon servizio “cristiano”, come pretendono di essere, pubblicando articoli su articoli con toni materialisti: l’esaltazione del sopraffino, l’esaltazione della ricchezza dionisiaca e il piacere sessuale.

      • EnricoBai ha detto in risposta a cabellen

        Potresti indicarmi le affinità di questo sito con Libero e il Giornale? Io qui ad esempio leggo che Libero è stato definito “fazioso”: https://www.uccronline.it/2012/06/09/carlo-freccero-non-eletto-direttore-scongiurata-la-porno-rai/

        • cabellen ha detto in risposta a EnricoBai

          Mi fa piacere, EnricoBai, che tu abbia trovato dei controesempi. Però io ricordo bene di aver trovato diversi post, qui, che ospitavano richiami ad articoli apparsi su Libero o sul Giornale. E secondo me una certa impostazione di fondo di questi post ricalca la tecnica e l’ideologia che costituiscono il fiore all’occhiello dei vari Feltri, Sallusti, Belpietro.

          • EnricoBai ha detto in risposta a cabellen

            Come ti ho trovato articoli che criticano Libero te ne trovo tanti altri che ospitano richiami ad articoli apparsi su Repubblica o l’Unità. Richiamare un articolo significa condividere l’ideologia del quotidiano che ha creato l’articolo? Non so, discutiamone. Io dico assolutamente di no.

        • cabellen ha detto in risposta a EnricoBai

          EnricoBai, hai presente il proverbio “dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Iddio”? ecco, io ho l’impressione che qui dentro ci sia un atteggiamento un po’ troppo disinvolto nel demonizzare i nemici del cristianesimo e nell’arruolare alla propria causa tutti quelli che esprimono appoggio. Secondo me l’UCCR farebbe bene a prendere chiaramente le distanze da personaggi deteriori come Sgarbi, Ferrara, Feltri, Sallusti, Berlusconi, anche quando questi mostrano di appoggiare la chiesa cattolica.

          • EnricoBai ha detto in risposta a cabellen

            Per caso sapresti indicarmi persone da te ritenute schifosamente di destra che non siano riconducibili a questi tuoi giudizi: “non è giornalismo, è militanza cieca e servile, disgustoso qualunquismo, gretto populismo, strategia del fango sugli avversari politici”.
            Su quale quotidiano/organo di informazione cartaceo consiglieresti di informarsi ad una persona di destra?

            • cabellen ha detto in risposta a EnricoBai

              Premetto che io giudico dagli articoli che trovo in prima pagina, e spesso solo dai titoli (sito funize). Il Secolo d’Italia mi sembra scadente, forse appena meglio del Giornale; sicuramente migliori sono il Corriere della Sera (che qualcuno giudica inverosimilmente di sinistra) e il Sole 24 Ore.
              Fini, Casini, Pisanu mi sembrano esponenti di una destra più rispettabile di quella berlusconiana, ma non so se abbiano quotidiani di riferimento. Gli unici quotidiani che leggo – qualche volta – sono Repubblica e il Fatto.

              • Pino ha detto in risposta a cabellen

                lo avevamo capito, non c’era bisogno che tu precisassi a quali fonti formi il tuo pensiero. Se il Giornale e Libero, nella tua analisi di elevato livello culturale, sono definiti feccia, Repubblica ed il Fatto sono il prodotto degli scarichi fognari.

            • lucaroberto ha detto in risposta a EnricoBai

              Per esempio: perchè considerarsi di “destra” quando la destra liberale ad esempio non esiste più?

            • Andrea ha detto in risposta a EnricoBai

              Una persona di destra secondo me potrebbe informarsi su l’Occidentale od il Secolo d’Italia.

              Il Corriere è un giornale che non fa che rincorrere disperatamente le idee maggioritarie: dopo l’11 Settembre ospitava costantemente gli articoli di Allam, ora è passato alle marchette alle lobbies LGBTQ, con Berlusconi ha sempre fatto il cerchiobottista finendo per prendersi del “Berluscones” dal fatto e del “comunista” da libero. Non è di sinistra, ma di fronte al cerchiobottismo quasi preferisco la militanza ideologica 😐 😐 .

      • Andrea ha detto in risposta a cabellen

        Perché quelli del fatto che si sono venduti a Grillo sono professionisti seri ed imparziali?

        Poi non è che proprio io sia tipo da libero, anzi ormai la rassegna stampa me la faccio su GoogleNews che almeno ho punti di vista differenti tra loro tramite selezione a random, e l’unico giornale che veramente mi piaccia è l’Avvenire.

        Che la sinistra moderna sia ormai una sinistra liberale non ci piove, ma non è che qui dentro pensiamo tutti che il PD sia il successore del pcus! Vabbé, se qualcuno lo pensa io non condivido, in ogni caso evitiamo di generalizzare, per favore.

        Gesù se Tornasse sulla Terra oggi (e Tornerà, non sappiamo quando, ma potrebbe essere adesso come in qualunque altro momento, Tornerà) Farebbe Quel Che Aveva Fatto alla Sua Prima Venuta: Insegnare agli Uomini il Volere del Padre Eterno. La Sua Parola è la Parola di Dio, non certo quella di uno di destra o di sinistra o di centro.

  14. Pino ha detto

    personaggi come Vauro sono veramente patetici. Sintetizzano il fallimento del comunismo. C’è da dire che in Italia nel 2012 c’è ancora qualcuno che dà retta e simili rottami di una ideologia fallita che ha fatto più di 200 milioni di morti e continua a farne nei Paesi in cui è ancora al potere. Solo il Fatto può dare ancora lavoro a simili personaggi.

  15. lucaroberto ha detto

    Sono completamente d’accordo con Cabellen.
    Per quel che può valere: complimenti e EnricoBai per la compostezza con cui dialoga.
    Un vero esempio.

    Luca Roberto

  16. Giacomo ha detto

    La satira italiana usa sempre due pesi e due misure,specialmente in relazione all’offesa religiosa (vedi il rispetto per l’islam e il disprezzo per il cristianesimo)in quanto potente mezzo di diffamazione e propaganda all’interno dell’egemonia culturale roccaforte della sinistra.

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