Grazie Bellocchio, alla fine potevi fare anche peggio
- Ultimissime
- 07 Set 2012
Sono soldi sprecati quei 150 mila euro versati dal Film Commission del Friuli Venezia Giulia per “La Bella addormentata”, film ispirato alla triste vicenda di Eluana Englaro in concorso alla 69esima edizione della Mostra del cinema di Venezia? La risposta è prevedibilmente positiva.
Bellocchio ha affermato e riconosciuto: «Non c’è pregiudizio, nè partito preso, certo il mio non è un film imparziale, in arte credo che l’imparzialità non esista, ma è sincero, e per nulla ideologico. Ho le mie idee, ma il film non ne è il manifesto. Credo che osservando bene si capisca la mia posizione». Secondo “Il Corriere della Sera” il film ha ricevuto una “standing ovation”, per “Il Sole24ore“ invece gli applausi «sono stati misurati». Secondo “Il Messaggero” il film «non convince», “Il Foglio” ha parlato di «film ideologico», mentre secondo l‘ironico inviato di “Libero” il regista riesce a far cambiare idea sull’eutanasia perché la «dolce morte» viene invocata dagli spettatori a causa della noiosa lentezza della pellicola.
Il film è pieno di cliché, come spiega Maurizio Caverzan. Quello che passa è che i cattolici e coloro che sono contrari all’eutanasia sono degli isterici esagitati, «quasi a far intendere che per difendere la vita allo stato terminale bisogna avere una fede patologica». Di «soliti cliché», parla anche Lucia Bellaspiga, l’ultima giornalista ad aver visitato Eluana a Udine prima della sua soppressione. Nel film c’è una giovane in stato vegetativo, una bambola di porcellana, la cui madre egoista e cattivisisima la tiene in vita sgranando istericamente il rosario. Nessuna traccia nel film «di ciò che realmente accade nelle migliaia di case in cui davvero si vive con un figlio in tali condizioni, nessuna traccia della fatica quotidiana e del coraggio, della speranza e della fede, nemmeno della povertà e delle battaglie per la vita», commenta la giornalista. Anche per il direttore del Centro studi per la ricerca sul coma “Gli amici di Luca”, Fulvio De Nigris, «manca la normalità di chi ogni giorno vive accanto a una persona nelle condizioni di Eluana Englaro». E’ un buon film, ha spiegato, ma «a senso unico. Fa sentire le famiglie che vivono con un proprio caro in coma e gravemente disabile, minacciate non nella loro libertà di scelta, ma nel loro diritto alle cure. Rappresentare anche queste famiglie è un diritto di verità, specialmente per un anarco-pacifista come si definisce lo stesso Bellocchio».
Un altra falsità: la giovane nel film è attaccata ad una macchina che la tiene in vita, mentre Eluana respirava autonomamente. E’ un classico trucco da Radicali, e non a caso Bellocchio, ex militante di Unione Comunisti Italiani, firmatario del manifesto contro il commissario Luigi Calabresi (definito “torturatore”), dal 2006 è militante nel partito radicale. Prossimamente presenterà il film a Udine alla presenza di Beppino Englaro, di cui ha letto il libro ed è amico.
Un’altra figura controversa è quella di Maria, cattolica e attivista “pro life” che parte per Udine e va a pregare sotto le finestre dietro le quali la donna in stato vegetativo sta morendo. Ma mentre prega si innamora di Roberto, attivista laico sul fronte opposto e corre in albergo con lui. Il primo piano insiste sul crocifisso che porta al collo, ma che si butta dietro le spalle mentre si spoglia. Il messaggio è chiaro: “l’incoerenza dei cattolici”, anche perché dopo aver fatto sesso lei cambia idea e si batte per l’eutanasia. Tuttavia, ha fatto notare Caverzan, la giovane cattolica è il «personaggio più risolto e sorridente del film». Anche il filosofo Adirano Pessina ha notato che «Il mondo cattolico viene presentato in forma monolitica, come cattolicesimo orante e non pensante» e dall’altra parte manca «anche quel turbamento di coscienza che spesso vedo nei non credenti».
Nel film tutti i cattolici appaiono invasati, mentre in quei giorni del 2009 a Udine dominava una grande sobrietà, preghiera e silenzio. Feroci e irreali, continua la recensione di “Avvenire”, appaiono anche i medici e ancora una volta il messaggio è chiaro: “ecco chi deve decidere sulle vostre vite”. In una scena iniziale c’è una drogata che ruba gli spiccioli dalle offerte in Chiesa e i fedeli la scacciano senza pietà. Alla fine è in ospedale, dove rinuncia al suicidio grazie a un medico capace di amarla, il quale poco prima l’aveva “salvata” anche da un incolpevole prete passato a benedirla e offrirle la sua vicinanza. «Non ho fede, ma rispetto e guardo con interesse e curiosità chi invece ce l’ha», ha detto Bellocchio. Pensiamo allora come avrebbe dipinto i cattivi credenti se non avesse avuto rispetto di loro!
Comunque ringraziamo il radicale Bellocchio per essersi trattenuto, alla fine poteva andare anche molto peggio. Basta solo pensare che in un altro film presentato al Festival di Venezia, “Paradise Faith”, una donna ultra-cattolica fa autoerotismo con un crocifisso…
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52 commenti a Grazie Bellocchio, alla fine potevi fare anche peggio
Poteva andare peggio di cosí? Certo, al peggio non c’è limite, purtroppo. Cosí come non c’è limite alla disonestà intellettuale e alla faccia tosta.
I soldi di tutti! E’ proprio una dittatura questo Stato, la democrazia non esiste, continuamente folgorata da questi episodi! L’unico modo giusto è un sistema che non contempla lo Stato.
Il mainstream è quello, la banilità e la disonestà intellettuale è all’ordine del giorno.
Oramai si non si ragiona più sulle cose e si mettono sullo stesso piano le situazioni di Welbym-Englaro-Martina . . . stiamo correndo verso il baratro
Comunque il mondo del cinema e del teatro oggi soffre di una mancanza cattolica, di quella vera e coerente. Al massimo c’è il festival dei film cattolici ma sono registi non affermati…e pensare che fino a poco tempo fa l’unico luogo per vedere un film erano le parrocchie e i centri parrocchiali.
Mi chiedo cosa facciano i cattolici nell’arte…certo non scordo Zeffirelli, Olmi..ma ci vorrà pure un ricambio generazionale, no? Non parlatemi di Mel Gibson però…
Mel Gibson?
l’autore di falsi storici come Braveheart e Apocalypto?
Braveheart non so, ma Apocalypto era si’ fedele alla ricostruzione storia, e per questo si sono inca**ati parecchio, smontava il mito per cui prima della scoperta di Colombo, gli indigeni stavano bene ed in pace tra loro, il mito del “buon selveggio” insomma.
vabbé, per Apocalypto era solo sbagliata l’impostazione pro-ambiente, i costumi e la lingua parlata.
per Braveheart, mammamia!:
– Lo ius primae nocti non è mai esistito (una delle tante bufale inventate dagli illuministi) e al massimo consisteva in una piccola tassa
– bellissima la battaglia del ponte di Stirling… senza il ponte di Stirling!!
– cornamuse irlandesi al posto di quelle scozzesi
– inventata love story di Wallace con la Isabella di Francia (sposa del principe Edoardo II solo tre anni dopo la sua morte)
– il re è morto due anni dopo Wallace (lo so, è stata una licenza cinematografica ma cacchio!)
Comunque mi è piaciuto lo stesso!
Solo devo sempre fare i conti con il mio spietato occhio storico…
Beh la Passione di Cristo era bella.
forse un po’ troppo focalizzata sulla violenza
Perche’, invece cosa e’ successo?
E per questi, invece, che mi dici?
http://it.wikipedia.org/wiki/Kill_Bill_vol._1
http://it.wikipedia.org/wiki/Kill_Bill_vol._2
http://it.wikipedia.org/wiki/La_casa_dei_mille_corpi
http://it.wikipedia.org/wiki/Saw_-_L%27enigmista
ma no, cos’hai capito!
Dico solo che lo spessore teologico nella Passione è posto in maniera secondaria; da quello che viene fatto vedere sembra che Gibson sia più interessato alle torture subite dal Cristo che dal senso del suo sacrificio.
Poi tu che mi citi questi e quegli altri film (tra l’altro Kill Bill l’ho visto e rivisto quelle millemila volte come minimo), mi sorprende il fatto che non mi citi Alex de Large in Arancia Meccanica:
“Non mi era piaciuta l’ultima parte della Bibbia , perchè è quasi tutta predica e non c’è vera lotta e non c’è più tanto su e giù.
A me piacciono le parti in cui quei vecchi ebrei si picchiano di santa ragione , e poi sturano bottiglie di vino israeliano e si infilano a letto con le damigelle delle mogli . Io ci campavo su quel libro…”
Ma la morte del Messia è stata violenta! E quel film ha convertito tante persone, per me Gibson è stato bravo.
è vero, in effetti ha fatto pensare anche me…
tuttavia mica ho detto che la morte del Cristo non è stata violenta.
Ho detto semplicemente che il contenuto teologico nella Passione è posto in maniera secondaria; da quello che viene fatto vedere sembra che Gibson sia più interessato alle torture subite dal Cristo che dal senso del suo sacrificio.
Ma il film non per caso s’intitola “La passione”.
Chiediti il perche’.
Perche’ ormai, alla maniera protestante, si era giunti al punto che non bisognava ricordare “troppo” le sofferenze del Signore, cosi’ come l’Eucaristia per i protestanti e’ solo un ricordo della Cena del Signore.
E per sottolineare quanto possano e sappiano essere crudeli gli uomini, uccidendo in tal modo Uno che li ha solo AMATI.
Non a caso le mani in primo piano che inchiodano solo quelle di Gibson.
I cattolici non riescono nemmeno ad accedere, al mondo dell’arte. I licei artistici sono pieni di professori ideologizzati, in accademia ci arrivi che sei già come loro. Hanno separato l’arte dalla fede, e i risultati si vedono..
Si vedono soprattutto negli imbarazzanti risultati dell'”arte” contemporanea.
Dalla Fede e basta? L’arte nel ‘900 è stata separata anche dall’Arte stessa, provate ad andare ad una galleria d'”arte” contemporanea o ad un concerto di “musica” d’avanguardia! Poi si chiedono perché siano in pochi quelli che lo facciano…
@”Al massimo c’è il festival dei film cattolici ma sono registi non affermati…”
Purtroppo é così, se sono affermati non sono cattolici..!
Braccia rubate all’agricoltura!!!!
Questo concorso è stato il più pieno di films “impegnati”, ovviamente impegnati nel radicalchicchismo più nichilista!
Se questo è l'”impegno” preferisco di gran lunga i kolossals od il cinema d’azione, certo di regola esso non mi piacerebbe, ma se devo vedere le vergogne viste a Venezia allora tanto vale l’ennesimo capitolo di “guerre stellari”…
Esatto.
Fino a pochi anni fa ero un ateista simpatizzante dell’UAAR, radicale e filocomunista, e quindi per me Bellocchio era un riferimento culturale indispensabile. Cercavo di farmi piacere i suoi film per amor di causa ma… che due coglioni! L’ora di religione, I pugni in tasca, Nel nome del padre, Vincere… e alla faccia della Mostra del cinema di Venezia e ai suoi filmoni impegnati io mi sono andato a vedere Il cavaliere oscuro – il ritorno, che oltre ad essere una figata stratosferica si possono anche notare sfumature anticomuniste, quindi figata stratosferica al cubo.
Cercavo di farmi piacere i suoi film per amor di causa ma… che due coglioni!
AH AH AH AH AH AH AH AH !!!
SPETTACOLARE!!!
10 minuti di applausi da parte mia!!!
http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+2236-2
Radici non gelano.
Bene, ora sappiamo anche da gente che il Cinema lo frequenta che oltre a tutto Bellocchio manco sa fare bene i Films.
Aspetta, se eri un simpatizzante dell’UAAR… ma come hai fatto a passare praticamente dall’integralismo ateo al cattolicesimo?! O.O
Beh, non è che adesso sia molto più credente rispetto a quattro anni fa, diciamo che sono solo più tradizionalista. È che ho cominciato ad apprezzare la religione come fattore culturale e come sistema di valori, e mi sono reso conto del fanatismo e dell’ottusità ideologica dei miei vecchi principi (spesso basati su paranoie e complottismi). Inoltre ho partecipato ad un paio di incontri dell’UAAR che mi hanno fatto lo stesso effetto dei film di Bellocchio, senza parlare di come ormai sembra sia diventata solo un’appendice dell’arcigay. Inoltre ha avuto un grande peso anche la mia “conversione” politica.
Non ti preoccupare, Lugh, Gesù è sempre molto delicato nel condurci a Lui.
Però è anche molto insistente, non molla mai.
Pregherò per la tua conversione, e quando arriverà cambierà tutta la tua vita.
Non ci crederete mai, ma il mio primo passo “fuori dal tunnel” l’ho compiuto grazie anche alla mia (ex) stima verso Odifreddi!!!
No io ti credo, Odifreddi è il principale motivo per non essere atei
“un’appendice dell’arcigay”?
addirittura?
Inchiappettarsi i gay è l’unico modo che hanno gli atei fondamentalisti per trovare spazio mediatico e accalappiare nuovi soci.
della serie:
pur di aver consensi sono disposti a dare via il cuuuu…
Di sicuro non comunista stile URSS Odifreddi.Non mi capacito di come un sifatto proletario,e in generale tutti questi compagni proletari alla Rosa Luxemburg.
“Gli intelletuali devono guidare i proletari al potere,una volta raggiunto lo lasceranno agli stessi proletari che con la lotta e la rivoluzione hanno realizzato la nuova libertà”
Siano così ineludibilmente NON proletari.
N.B Ogni volta che tentano di prenderti per il c.. nelle ideologie usano la parola “libertà aut “Uguaglianza”aut “Fraternità”
Tendenzialmente rispondo:
Non sono immortale
A volte la pensano come me a volte no
Sono figlio unico
Perchè plagiare il Cristianesimo?
La differenza con quest’ultimo sta nel valore non ESTERIORE ma INTERIORE che si dà alle parole.Quando ami te stesso allora soltanto dopo si comincia ad amare il prossimo.Il guaio stà nel cosa vuol dire amare se stessi?O meglio cosa non vuol dire amare se stessi?
Lo lascio “all’espirit de finesse” che ciascuno ha in cuor suo.
nel frattempo in Messico è uscito il film sulla Cristiada:
http://www.youtube.com/watch?v=6pu4gst3FmI
secondo voi, ne vedremo mai l’edizione italiana?
interessante, non conoscevo questo pezzo di storia!
chissàperché…
cmq la battaglia è ben lontana dall’essere finita:
in Messico nonostante si preghi ancora abbastanza liberamente non c’è ancora una legge che tuteli la libertà religiosa…
Se ti interessa a questo link c’è un breve documentario con il dietro alle quinte del film (che ho visto in inglese e dico subito che è stupendo!):
http://www.youtube.com/watch?v=EnPi5cXlVHo
Spero di si!!
siamo in due.
Pollice in su per chi vuole che esca anche in Italia
Qui non uscirà mai, ma la speranza è l’ultima a morire, si sa
«Non ho fede, ma rispetto e guardo con interesse e curiosità chi invece ce l’ha», ha detto Bellocchio. Pensiamo allora come avrebbe dipinto i cattivi credenti se non avesse avuto rispetto di loro!
Sembra perfetta questa considerazione.
Non so voi, ma questa cosa del “rispetto verso chi crede” pronunciato a prescindere da qualunque successiva considerazione, mi pare che nasconda un’ipocrisia molto più assurda di quella che si vuole condannare nei cattivissimi cattolici.
Purtroppo è diventata una frase quasi rituale, la pronunciano tutti i registi, gli scrittori e i giornalisti che immediatamente dopo mettono in mostra le più incredibili falsità sulla Chiesa, il cristianesimo e i suoi fedeli, oltre alle rappresentazioni più offensive verso l’identità dei credenti.
Eppure, il rituale sembra essere sempre il medesimo. Bellocchio, mi par di capire, è solo uno dei numerosi ragazzi cresciuti nelle scuole cattoliche che ha maturato un’avversione morbosa per la cultura che lo ha allevato. Come ad esempio Amenabar e Jessica Hausner (per citare due esempi più recenti), queste persone, praticando forme d’arte a volte interessanti, a volte meno che mediocri nei contenuti, ma comunque indiscriminatamente osannate dalla critica compiacente per motivi di affinità politica, nascondono la loro avversione al sacro e l’odio verso i credenti dietro una pallida affermazione di “rispetto” e la simpatica scusa della “libertà artistica”. In fondo, quando si parla di libertà, da quella parte, tutto è permesso…
Ma c’è un limite a tutto. “Rispetto i credenti, ma…” no, caro mio: non la voglio più sentire quest’assurda litania. Dillo chiaramente ciò che pensi: dillo, che odi la Chiesa perché quando avevi 9 anni una suora ti ha messo in punizione un giorno intero, che odi il cristianesimo perché ti facevano pregare in gruppo quando invece volevi andare a giocare a pallone in giardino, che odi i cristiani perché quando eri un ragazzo non tenevi a bada gli ormoni e intorno a te erano tutti molto più moderati. Non c’è bisogno che tu metta le mani avanti con le tue dichiarazioni. Il rancore e l’astio che nutri sono più che evidenti, e anche se magari non ci credi, sono in grado di capirle certe cose. E figurati se voglio farmi insegnare da te cos’è il cristianesimo!! “Pensa come me, e diventerai presentabile”… nossignore: grazie per l’offerta, ma preferisco tenermi stretto il cervello.
“rispetto verso chi crede” = “Pensa come me, e diventerai presentabile”…
Ottimo condensato di molti pistolotti laici…
Sono in buona parte d’accordo con te. Prima dicono “rispetto chi crede”, poi giu’ una lunga serie di luoghi comuni ed accuse qualunquiste, quando non completamente sbagliate.
Se ne leggono di tutti i colori sui giornali purtroppo. E noi credenti dovremmo finirla di fare le vittime. Riconoscere i nostri errori certamente, ma far notare ai nostri critici che “dalla loro parti” ne hanno combinato anche peggiori.
Come diceva G.K. Chesterton:
“When people impute special vices to the Christian Church, they seem entirely to forget that the world (which is the only other thing there is) has these vices much more. The Church has been cruel; but the world has been much more cruel. The Church has plotted; but the world has plotted much more. The Church has been superstitious; but it has never been so superstitious as the world is when left to itself.
Illustrated London News (14 December 1907)
“Quando le persone imputanto vizi alla Chiesa Cattolica in maniera speciale, sembrano dimenticare che il mondo (la sola altra cosa che c’e’) ha avuto questi vizi in misura molto maggiore. La Chiesa e’ stata crudele; ma il mondo e’ stato molto piu’ crudele. La Chiesa ha complottato; ma il mondo ha complottato molto di piu’. La Chiesa e’ stata superstiziosa; ma mai quanto il lmondo lasciato a se’ stesso”.
conviene leggersi Chesterton gente; offre una quantita’ di risposte a tanti luoghi comuni contro il Cattolicesimo, e quello di cui sopra e’ solo uno dei tanti 😉
errore di traduzione: Chesterton scrive “Christian Church” = “Chiesa Cristiana”, non Cattolica.
Gli uarini hanno premiato il film:
http://www.uaa.it/news/2012/09/08/mostra-del-cinema-film-bellocchio-premio-delluaar/
La motivazione, tra l’altro, recita: “… Mette in luce… la grettezza dei pregiudizi religiosi nei confronti di scelte che devono essere improntate al principio dell’autodeterminazione…”
E ti pareva… sono curioso di leggere i commenti degli invasatei al seguito…
Il premio Brian? Quello che due anni fa dettero a “Lourdes” di Jessica Hausner? Niente di più inevitabile.
La cosa più incredibile è che la Hausner ricevette persino il premio Signis dalla giuria cattolica: li prendono per il deretano e loro gradiscono.
http://www.et-et.it/articoli/2010/2010_02_12.html
non mi stupirei se quest’anno il Signis lo vincesse Bellocchio “per l’artistica rappresentazione del crocefisso sul collo dell’attivista cattolica”…
li prendono per il deretano e loro gradiscono.
Di che ti meravigli?
Quando certi preti, e certi alti prelati, non fanno altro che battere sul tasto del “complesso di colpa”, anche quando colpa non c’e’ (o e’ molta ma molta ma molta meno di quella che si dice) non puoi aspettarti altro.
Sembra come in quei film sulla segregazione razziale, quando il nero viene batturo dal padrone e dice “Grazie signore, posso averne un altro, signore?“
Dısonesta’ ıntellettuale, falsa ınformazıone, questo fılm e perıcoloso quanto ınutıle. Sono queste cose che a lungo andare manıpolano le persone. Elımınarlo sarebbe leggıttımo ma controproducente, sı deve scredıtare con la verıta’ ın tuttı ı modı possıbılı e ımmagınabılı. Fanno schıfo.