Italia: meno aborti, meno contraccezione chimica e più “pro life”
L’ultima Relazione del ministero della Salute ha confermato la tendenza storica alla diminuzione dell’interruzione di gravidanza in Italia: nel 2010 il tasso di abortività è risultato in calo del 2,5% rispetto al 2009, con un decremento del 52,3% rispetto al 1982.
Particolarmente basso è quello relativo alle minorenni, agli aborti ripetuti, e a quelli dopo novanta giorni di gravidanza. Mentre crescono i ginecologi obiettori di coscienza (cfr. Ultimissima 15/4/11 e Ultimissima 10/8/11), l’Italia ha dunque uno dei più bassi tassi di abortività occidenta ed è anche un Paese con limitata diffusione della contraccezione chimica.
Un’altra informazione importante riguarda quella sui due terzi delle ragazze, come anche la maggior parte degli uomini maturi tra i 45 e i 54 anni, che sono convinte di voler mantenere la legge 194 così com’è, mentre i giovani maschi (quasi per metà) vorrebbero su questo tema un atteggiamento più restrittivo da parte dello Stato. Giulia Galeotti, storica e saggista, autrice di numerose pubblicazioni sull’argomento, commenta: «Questo dato è interessante perché, se andiamo invece a vedere gli atteggiamenti di uomini e donne nei confronti dell’aborto fino a oggi, la maggiore criticità è ravvisata più dalle donne, che si sono presto accorte sulla loro pelle che abortire non è quella scelta “a costo zero” che era stata presentata. I maschi invece sono ancora favorevoli, perché ovviamente è una scelta che loro non vivono in prima persona e non sulla loro pelle. Possiamo dire che c’è un atteggiamento globale più contrario all’interruzione di gravidanza. Mentre con un occhio al passato, è interessante notare come dalla fine degli anni Sessanta fino agli anni Novanta, man mano che i vari paesi occidentali hanno legalizzato l’aborto, le leggi sono sempre state in realtà più restrittive. Per esempio la legge inglese del 1967 è molto più aperta rispetto alla legge tedesca creata dopo l’unificazione della Germania, che invece è molto più rigorosa nei confronti di questo tema».
Dalla relazione emerge anche che la frequenza religiosa influisce in maniera determinante sulle opinioni degli italiani. L’esperta commenta: «A differenza di quello che è accaduto in Spagna, credo che in Italia la tenuta dei valori morali e etici che vengono dal cattolicesimo abbia modellato in positivo e aiutato tante persone, anche coloro che non si professano cattolici. Quindi gli italiani mantengono queste radici, e nelle scelte bioetiche domina sicuramente più la religione dell’appartenenza politica».
eggià… però la 164 non funziona… e naturalmente, moriremo tutti!
Se la 164 non funziona dovresti portarla dal meccanico dell’Alfa Romeo.
La 194 funziona benissimo, una legge fatta per abortire deve fare aumentare il numero di aborti, cioe’ aumentare la produttivita’ dei reparti di ginecologia.
L’estinzione della specie, come sai, e’ sempre in agguato, sempre dietro l’angolo.
Guarda lo Tzunami in Giappone ……..
“una legge fatta per abortire deve fare aumentare il numero di aborti, cioe’ aumentare la produttivita’ dei reparti di ginecologia.”
ed infatti il numero di aborti diminuisce anno dopo anno… 😀
Si’ perche’ ci sono le pastigline.
Il numero di aborti resta da genocidio.
L’articolo richiama abbastanza bene questo:
http://www.mpv.org/home_page/news___mediacenter/00011402_Presentata_l_annuale_relazione_ministeriale_sull_applicazione_della_legge_194/78__5ago2011_.html
Avevo letto qualche giorno fa qualcosa di diverso su “la bussola quotidiana” ma non lo trovo piu’.
Eccola http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-diminuiscono-gli-abortino-aumenta-lignoranza-2678.htm
Grazie!
La 164??????? Ah ah ah ah ah!! Meno male che almeno loro sono informati!
L’Italia non è un problema per fortuna, in Italia si segue l’andazzo europeo…la cosa veramente positiva è che l’America sta veramente cambiando!