La religiosità del più grande poeta inglese è oggetto di dibattito. Ma le prove indicano che William Shakespeare era cattolico e non anglicano e anzi, trascorse molto tempo in Italia nel seminario-rifugio dei cattolici inglese perseguitati a Londra.

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La religiosità di William Shakespeare, il più grande scrittore in lingua inglese, è sempre stata oggetto di discussione.

Shakespeare era cattolico? O anglicano? La questione divide da sempre gli studiosi. Esiste perfino una pagina di Wikipedia in versione inglese, che sostanzialmente lascia aperte molte possibilità (anche se opta per collocarlo nell’anglicanesimo).

 

L’arcivescovo di Canterbury e la biografia di Shakespeare

In questi giorni è arrivata una significativa testimonianza, come ripreso da Italia Oggi.

L’arcivescovo anglicano di Canterbury Rowan Williams, dotto studioso di letteratura, ha riconosciuto infatti che Shakespeare «aveva un retroterra cattolico».

Riportiamo integralmente le sue parole pronunciate durante l’Hay Festival in corso in in Galles:

«Per quel che vale, penso che Shakespeare avesse un retroterra cattolico e molti amici cattolici, ma l’autore dei Sonetti non è stato un uomo molto giudizioso. Se è stato un cristiano, non è stato un santo. Quanto credesse, o che cosa facesse per quanto concerne la sua fede, non lo so proprio. Non era un uomo molto gradevole sotto vari aspetti, e questo è qualche cosa che colpisce molto. Si occupava di accumulare grano, e di comprare proprietà a Stratford, niente di terribilmente attraente. Ci sono cose nelle sue opere, che non si possono capire senza comprendere i concetti di perdono e di grazia. Ha lottato con le domande dell’umanità e ha concluso dicendo che c’è molto di più in tutto questo di quanto si potrebbe pensare. Quel mistero è una parte di ciò che troviamo nelle sue opere. Il che sembra impossibile, senza un qualche cosa di sacro»

 

Shakespeare cattolico, lo attestano gli studiosi

Lo scrittore Joseph Pearce si è occupato a lungo di determinare la collocazione religiosa del noto drammaturgo, concludendo che Shakespeare era cattolico.

Nel suo libro Shakespeare the Catholic (‎Ignatius Press 2008) ha spiegato infatti che «esiste una schiera di illustri studiosi di Shakespeare che sono arrivati alla conclusione che il poeta era cattolico».

I più importanti studiosi ad affermarlo sono Richard Simpson nel XIX secolo, la cui pionieristica convinzione dello Shakespeare cattolico ha ricevuto conferme dal lavoro investigativo e accademico di Mutschmann, Wentersdorf, John Henry de Groot, Ian Wilson, due gesuiti padre Peter Milward e padre Herbert Thurston, Hildegard Hammerschmidt-Hummel e Clare Asquith.

Ma perché tutti questi dubbi? E perché la religiosità del celebre poeta è rimasta celata?

I motivi sono tre, spiega Pearce, ovvero: «Il cattolicesimo, ai tempi di Shakespeare, era fuori legge. E poi perché nei due secoli successivi alla sua morte il mondo intellettuale di quel periodo è stato fortemente anticattolico. Infine, gran parte degli elementi inconfutabili non è venuta alla luce o non è stata correttamente intesa se non da poco tempo».

 

Shakespeare nel seminario cattolico italiano

Un’altra prova del fatto che Shakespeare era cattolico, emerse nel 2009: tre firme “shakespeariane” sono state trovate sulle pagine di un libro di pellegrini cattolici, le quali potrebbero anche dimostrare che Shakespeare trascorse del tempo in Italia frequentando il Venerable English College di Roma.

Si trattava di un seminario per la formazione dei sacerdoti cattolici inglesi che divenne un rifugio per i cattolici perseguitati durante la Riforma e durante i suoi cosiddetti “anni perduti” tra il 1585 e il 1592.

Questo collima con il fatto che, effettivamente, 5 delle 37 opere di Shakespeare sono situate in Italia, altre 5 completamente o parzialmente a Roma e 3 in Sicilia.