Inglesi: meno credenti e più infelici

Uso di psicofarmaci nel regno unitoQualche giorno fa è uscita la notizia circa un calo nel cristianesimo inglese: in base ai dati dei censimenti nazionali, la quota di coloro che si dichiarano cristiani in Inghilterra e Galles è scesa dal 72% nel 2001 al 59% nel 2011. La notizia è riportata da Radio Vaticana.

Certo, è vero che nell’ultima fotografia i cristiani sono ancora la maggioranza assoluta, che sono più del doppio dei “no religion” (25%), e che coloro che si dichiarano cristiani lo fanno con una certa autoconsapevolezza, come precisa (guardando il bicchiere mezzo pieno) Radio Vaticana. E’ vero anche che il cristianesimo inglese (anglicanesimo) è un cristianesimo particolare, che si prepara tra l’altro ad avere come capo della Chiesa e massimo riferimento spirituale il non proprio amatissimo principe Carlo.

Ma è anche vero che il calo in sè può far riflettere. Bisogna però arrivare a gioire, a salutare il risultato “con particolare soddisfazione”, come vogliono gli atei agnostici razionalisti? Dati alla mano, e sulla base di considerazioni veramente scientifiche, razionali e non ideologiche, la risposta è netta: no di certo.

Gli studi scientifici che si occupano del comportamento umano (psicologia, medicina, sociologia…) ci dicono chiaramente che essere credenti, e nello specifico essere cristiani, significa essere più felici e vivere una vita migliore. La dimostrazione evidente la fornisce il recente Manuale di religione e salute (2012), di cui ci siamo già occupati. Tra i vari fattori di benessere esaminati dal Manuale, si può notare in particolare come la depressione sia inversamente correlata alla fede religiosa: più sei religioso, meno sei depresso. Ed è quello che si può riscontrare anche nel Regno Unito: la religiosità è in calo? Sì. E dunque è in aumento l’infelicità e la depressione.

Questo appare – purtroppo – in maniera evidente dai grafici circa il numero di prescrizioni di farmaci antidepressivi (di tipo SSRI, Inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina, e SNRI, Inibitore della ricaptazione della serotonina e della norepinefrina) nel Regno Unito (UK) negli ultimi anni. Secondo il servizio sanitario nazionale, dal 1998 al 2008, si è passati da un totale di 8 milioni di prescrizioni a 24 milioni di prescrizioni di antidepressivi: un aumento del triplo.

 Ora, stanti così le cose, cosa è veramente sensato e razionale: gioire del fatto che le persone tendono a non aderire alla religione, non trovando un senso alla vita? Oppure preoccuparsi del rischio di una dilagante a-religiosità e infelicità, e cercare di favorire la riflessione esistenziale e religiosa, per una vita e una società migliore?

Roberto Reggi

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60 commenti a Inglesi: meno credenti e più infelici

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  1. Davide ha detto

    Io personalmente sono infelice se sono malato, perdo il lavoro o ho qualche problema. Non sono MAI stato infelice perchè non religioso, anzi..

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Davide

      In realtà hai proprio mostrato come la tua infelicità dipenda dal mondo, al contrario di San Francesco che chiamava “sorella” perfino la morte. Perché tutto quanto accade per il cristiano è comunque un bene perché il suo bene non dipende dal mondo ma da Dio, per l’ateo invece c’è soltanto quel che il fato decide che gli debba accadere, per questo rimane incastrato e dipendente nella realtà.

      Il grande Chesterton diceva invece che il cattolicesimo libera gli uomini dalla schiavitù di essere figli del proprio tempo, perché si fonda su una verità eterna, che non è soggetta agli interessi storici momentanei, alle mode ideologiche o, appunto, al terribile fato.

      • Giulio Quaresima ha detto in risposta a Paolo Viti

        Ho conosciuto tanti credenti, e la maggior parte di essi, direi la quasi totalità, trovano ben poca consolazione nella religione quando sono colpiti da lutti e altre disgrazie. Chiamare “sorella” persino la morte è, appunto, roba da santi…

        • GiuliaM ha detto in risposta a Giulio Quaresima

          Ti farei conoscere almeno un paio di famiglie che hanno trovato in Gesù Cristo una grande consolazione per la morte dei loro figli…

        • Paolo Viti ha detto in risposta a Giulio Quaresima

          Infatti non è la consolazione quella che offre la fede, ma il significato di quanto accade. Si può, anzi si deve, essere sconsolati di fronte alla morte di un proprio caro, ma mai disperati. Ecco la differenza tra “noi” e “voi”.

        • Azaria ha detto in risposta a Giulio Quaresima

          Giulio Quaresima! E’ da un po’ che non ho il piacere di leggere i tuoi commenti (se mi conosci avrai capito che non sono per niente ironico).

          Se ricordo bene da uno dei tuoi passati commenti (correggimi se sbaglio) sei cresciuto in una famiglia che si dichiarava cattolica perché si faceva bella figura con il resto della cittadinanza (o qualcosa del genere). Ora mi chiedo, queste persone credenti che non trovano consolazione nella fede (puntualizzo che nella fede non si trova consolazione ma motivi per andare avanti, è diverso) sono credenti reali o credenti di facciata? Perché fra i credenti di facciata che crollano alla prima difficoltà ne conosco tanti anche io, fra i credenti veri nessuno.

          Chiamare sorella la morte sarà anche roba da santi, avere una forza infinita che viene dalla fede è da semplici cattolici VERI.

    • saracino ha detto in risposta a Davide

      Sì, ma mentre un cristiano si tira su di morale anche in casi del genere, un ateo non lo fa. Non sei mai stato infelice perché non-religioso? Non hai mai desiderato che ci sia qualcosa dopo la morte?

    • gladio ha detto in risposta a Davide

      Insomma,se ho ben capito , stai bene solo quando hai la “pancia piena”.
      Beh, caro Davide, che posso dirti…solo che l’uomo ha bisogno di qualcosa in più del semplice appagamento delle sue necessità naturali o delle sue ambizioni materiali,seppur legittime, non credi? Se no quale sarebbe la differenza, per esempio, fra noi e Fufi il gatto di casa? Hai mai pensato, tanto per fare un esempio banale, a quelle diverse ed opposte sensazioni che si provano dopo aver fatto del bene o del male a qualcuno? Bene ,sono gli effetti di quella cosa che si chiama coscienza e che non è scentificamente nè individuabile nè misurabile ma che comunque esiste dal momento che ci fa gioire oppure soffrire, a seconda dei casi.Quindi come vedi non siamo solo materia, c’è anche qualcos’ altro…prova a rifletterci su. L’uomo caro Davide non si appaga solo con del pane , una fetta di salame ed un bicchier di vino!

  2. Ugo La Serra ha detto

    I dati delle vendite dei farmaci antidepressivi però non dicono se chi li usa è credente o no. E se ad usarli fossero proprio i credenti, che si sentono sempre più soli ed inadeguati alla società in cui vivono?

    • Salvatore ha detto in risposta a Ugo La Serra

      Se avessi letto l’articolo avresti osservato che tutti gli studi psicologici sulla religione, compreso l’Handbook of Religion and Healt, mostrano una chiara correlazione tra fede e benessere psicofisico: http://it.cathopedia.org/wiki/Handbook_of_Religion_and_Health
      Di conseguenza appare necessariamente vero il contrario.

      I cristiani, così come la chiesa, sono completamente indifferenti alla loro (presunta ed eventuale) inadeguatezza alla società, il nostro interesse è rimanere ancorati a 2013 anni fa. Più siamo indietro e meglio è, anche perché se la cultura laica è il progresso….allora stiamo freschi 🙂

      • Matyt ha detto in risposta a Salvatore

        Ah beh, se lo dice Cathopedia…
        Senza contare che, non eravate proprio voi ad affermare che in UK le persone religiose stessero aumentando?

        • Salvatore ha detto in risposta a Matyt

          In realtà Cathopedia è come Wikipedia (infatti molte pagine di questa sono riprese), vengono citate le fonti come chiunque sia serio può verificare. Ma dalla tua risposta ho già capito che non fai parte di questa categoria di persone, dunque il confronto si è già chiuso.

          • Giulio Quaresima ha detto in risposta a Salvatore

            Anche lei non mi pare molto serio. Un sito che nel suo nome dichiara di essere cattolico si auto-definisce di parte. E citare le fonti non è sufficiente a garantire l’obiettività, perché si possono citare solo le fonti a favore, e parlare solo di ciò che si vuole.

            Some reagirebbe lei di fronte ad una citazione presa da una fantomatica atheismpedia o communismpedia?

            • nonsense ha detto in risposta a Giulio Quaresima

              L’unione delle due esiste già: si chiama wikipedia

            • Salvatore ha detto in risposta a Giulio Quaresima

              Anche Repubblica non dirà mai nulla a favore di Berlusconi, e il Giornale non parlerà mai a favore di Ezio Mauro.

              La Rai non elogierà mai un programma Mediaset e Radio Italia non citerà mai buoni programmi di Radio DJ.

              Dunque Quaresima…che si fa? E’ sicuro di essere serio sostenendo che non bisogna più fidarsi se non di chi è neutrale? E chi è neutrale? Wikipedia sarebbe neutrale? Su quali basi?

  3. Wanrod ha detto

    Nel mondo moderno la percentuale di non religiosi sarà anche in crescita (e quella di religiosi in diminuzione), ma ammesso dovessero diventare la maggioranza (e non è affatto detto) avrebbero poco da esultare…c’è ben poco da essere felici se si cresce di numero in un mondo al completo sbaraglio.

    Ovviamente il mio commento un poco provocatorio è soprattutto rivolto agli anti-teisti, cioè i fanatici…con gli atei rispettosi non ho mai avuto problemi.

  4. Giuseppe ha detto

    Non è che forse gli inglesi sono depressi perché la loro economia non si è mai davvero più ripresa dai tempi della Thatcher?

  5. borg ha detto

    ma io non mi sento allo sbaraglio. la vita è meravigliosa e ci sono dei valori che mi fanno sentire vivo. anche io mi emoziono guardando un bel tramonto, senza pensare che ci sia qualcuno dietro. continuo a riflettere davanti al mistero che mi affascina. e credo di poter parlare a nome di molti non credenti. e certo non mi affascina trovare risposte su “testi molto antichi”. preferisco le scoperte scientifiche della hack. ma molti dei valori sono comuni soprattutto nelle persone di buon senso e APERTE al dialogo, credenti o meno. insomma questa storia degli atei tristi mi sembra una bufale mentre è vero che molti diventano credenti nel momento del dolore . faccenda assai piu’ complessa.

    • Salvatore ha detto in risposta a borg

      Anche un bambino è si diverte per un po’ a giocare con un oggetto di cui non conosce il senso, ma è sicuramente molto meno invidiabile del bambino a cui il senso di quell’oggetto gli viene spiegato e può usarlo secondo il suo scopo.

      • Giuseppe ha detto in risposta a Salvatore

        Il punto è proprio la “spiegazione”. Caro Borg, il senso di profonda gratificazione che la natura, e l’esistenza in generale, trasmettono a coloro che non abbracciano alcuna fede religiosa, non è per forza di cose più superficiale rispetto a quello provato dai credenti. Ci sono stati grandi artisti, filosofi e scienziati atei ispirati tanto quanto coloro che invece credevano in una divinità trascendente. Per quanto mi riguarda, come fisico, credo nell’esistenza di un ordine fondamentale ed immanente che si manifesta nella Natura, e del quale noi siamo degli attributi. E non mi considero più superficiale, più sprovveduto o più arido solo perché non credo nei miracoli, nella resurrezione di Cristo o nella vita ultraterrena. Io rispetto coloro che la pensano diversamente da me, e desidererei il medesimo rispetto per la mia personale metafisica. Per il resto, siamo tutti affamati si significati…

      • borg ha detto in risposta a Salvatore

        si, ma quando il bimbo comincera’ anche a ragionare e non solamente a credere quello che gli viene raccontato…forse avra’ una piccola delusione ma una maggiore dignita’.

    • manuzzo ha detto in risposta a borg

      scoperte scientifiche della Hack? quali, di grazia? ha solo visto qualche stella in più. Certo è stata un’abile divulgatrice, ma sarebbe ora che smettesse di idolatrarla come scienziata: è più famosa per le pagliacciate televisive e per l’odio innato verso quelli come me. Zichici è uno scienziato serio. Giusto per darle un’idea di chi ha svelato più “mistero” signor borg:

      http://www.youtube.com/watch?v=psfxR4wlazI

      ah no scusi: era questo, ma LOOOOOOOOOOOL

      http://www.youtube.com/watch?v=fcNjf8gJoIw

  6. francesco ha detto

    “Non temere piccolo gregge, perchè al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno”

  7. Roberto Reggi ha detto

    Ciao a tutti, volevo precisare alcune cose:
    * per Matyt, “Ah beh, se lo dice Cathopedia”: non è che se Cathopedia dice una cosa non è così, giusto perché non la ritieni autorevole. In quell’articolo su Cathopedia, come in questo, ho solo citato cosa dice la più autorevole ricerca scientifica sull’argomento. Nello specifico, appunto, su 443 studi compiuti su fede e depressione, 271 (61%) hanno trovato correlazione inversa, e solo il 6% correlazione diretta, cioè credenti->depressi (Handbook, Oxford University, p. 172). Non contano né ironia né argomenti ex auctoritate;
    * per Borg, discorso simile. Se non sei credente e non sei depresso, bene, buon per te. Ma la scienza, e nello specifico la scienza psicologica, non si fa guardando la punta delle proprie scarpe;
    * per Salvatore: beh Cathopedia non è come Wikipedia sotto tanti aspetti. Uno tra i tanti: se provi a cercare il manuale, o “religione e benessere”, trovi che non esistono le voci e neanche gli argomenti sono trattati. Se hai tempo e voglia, da’ un’occhiata a “Effetto lucifero su wikipedia”.

    • Daphnos ha detto in risposta a Roberto Reggi

      Ma Borg non guarda la punta delle proprie scarpe: lui è affascinato dal MISTERO… e infatti dice che dietro alla realtà non c’è nessun mistero.

      • borg ha detto in risposta a Daphnos

        forse non mi hai ben capito, o io non ho capito te. per me il mistero c’e’ e mi affascina. la differenza è che io sto bene anche con la consapevolezza di non avere la piu’ pallida risposta ai grandi temi della vita. o meglio , l’idea di trovare risposte attendibili su testi antichi, ricchi di contraddizioni , proprio non mi affascina. mi appassiona invece tutto il sapere umano, in particolar modo la cosmologia.e sono felice.

        • Daphnos ha detto in risposta a borg

          Borg, forse non ti avrò capito come persona (e nessuno conosce altri se non se stesso), ma come modello di pensiero assolutamente sì. Tu non stai cercando proprio niente. Tu sei già convinto di sapere tutto, quello che scopri con le ricerche (o meglio, quello che altri scoprono per te) sono solo dettagli. Se pensi di essere migliore o più felice di un uomo del Seicento o dell’età del bronzo solo perché conosci la lunghezza d’onda d’emissione luminosa di un quasar, credo che tu abbia un significato molto ristretto e limitato del mistero e della ricerca.

          Detto questo, spero di essere anch’io da te considerato come una persona APERTA al dialogo, sempre se riusciamo a incanalare questo dialogo su binari un po’ più precisi. Parliamo pure di ricerca, scientifica oppure di senso, ma lasciamo stare per favore discorsi come quello della scienza che riduce lo spazio di Dio come dicevi nell’altro post: perché scoprire, tornato a casa la sera dopo un giorno intero di laboratorio, tra mille problemi, che l’ultimo arrivato sul web ti dice che siccome sei credente non puoi parlare di scienza è una cosa irritante, direi almeno quanto sentirsi accusati di essere infelici perché atei, cosa che tra l’altro non è mai stata pronunciata in modo generalizzato.

    • Falena Verde ha detto in risposta a Roberto Reggi

      Io ho cercato “Effetto Lucifero su Wikipedia” ma non ho trovato nulla. Può essere un po’ più chiaro. Grazie

  8. edoardo ha detto

    Ho abitato nel nord ovest dell’Inghilterra tra l’80 e l’85.
    La figlia grande ci è nata ed abita lì, domani prenderà l’aereo e verrà a fare il Natale da noi.
    Io mi ricordo che la gente a Liverpool-Manchester-Nord Galles (Clwyd) fumava cannabis a rotta di collo, ma tanti davvero. Tanti al punto da essere una fetta di popolazione piuttosto sostanziosa.
    Un numero minore, ma sempre molti, prendevano i “magic mushrooms” che crescevano selvatici nei prati, e poi c’erano fiumi di anfetamina che giravano, roba prodotta nei laboratori clandestini della Repubblica d’Irlanda che finanziavano l’IRA.
    Mi dicevano che c’era anche il mercato nero degli psicofarmaci, ossia gente che si faceva prescrivere le pasticche di Valium che pagava col ticket e le rivendeva a prezzo maggiorato.
    Una volta lessi un libro lassù scritto da uno psichiatra, che diceva che nelle sue statistiche delle cliniche di Liverpool, aveva notato una enorme incidenza di casi di depressione in pazienti che avevano genitori o nonni alcolizzati cronici.
    Lui parlava di “familial spectrum disease” e si chiedeva se fosse una patologia che traeva origine da condizioni di vita difficili, oppure proprio da una tara ereditata da alcolismo una o due generazioni prima.
    L’impressione che ho avuto subito al mio arrivo, nel 1980, in questa realtà che all’epoca per me era del tutto nuova, era che la famiglia non esistesse, e ognuno vivesse per sè, crogiolandosi nella sua solitudine tra pinte di birra e “risocializzanti” chimici vari. Anche l’abitudine della cucina, il focolaio domestico, del tutto assente tra i cartocci dei fish-n-chips e le serate al pub.
    A me ha dato subito l’impressione di essere una società “usa e getta”…cose e persone, consumare rapporti come pinte di birra, ma fondamentalmente erano solitari, e gli uomini invecchiavano nei bedsit, le stanze in affitto, vivendo di sussidi e aspettando l’apertura del pub. Divertirsi per loro era “to get smashed” (stravolgersi).
    Se volete vedere l’atmosfera che si viveva in posti come Toxteth e Moss Side, cercate su You Tube “Smack my bitch up” dei Prodigy. Video censurato, ma vero al 100% come lo vivevano molti in quei quartieri che ho nominato.
    Quei postacci, appena li conosci, li eviti. E sono molti nelle città inglesi i posti così.
    Non mi stupisce asffatto che il mercato degli psicofarmaci tiri a gonfie vele, sia nel lecito che nell’illecito.
    Era scontato.

    • edoardo ha detto in risposta a edoardo

      Vi avviso: il video che ho menzionato prima è stato sottoposto a censura.
      Forse avrei fatto meglio a non menzionarlo.
      Comunque canzone schifosa per un video schifoso di uno stralcio di vita schifosa.
      Insomma, tutto schifoso.
      Ma interessante per uno studio sociologico su alcune tante persone che infestano i quartieracci e poi vanno a piagnucolare dal dottore per la ricetta di psico.

    • Giulio Quaresima ha detto in risposta a edoardo

      Io penso che questi fenomeni che lei indica siano dovuti alla decadenza di alcuni valori fondamentali, tra i quali sottolinerei la famiglia e il valore del lavoro, e il trionfo dell’edonismo e dell’individualismo sfrenati. Credo che la minor religiosità sia una conseguenza, più che una causa, di tutto questo.

      Secondo me la crisi della società e della religione si fonda in una contraddizione politica: generalmente le varie chiese cristiane hanno appoggiato, più o meno apertamente, il conservatorismo, il quale è stato quello che ha promosso, soprattutto in Inghilterra e negli USA, un sistema economico anti-solidale e fondato sul consumismo-edonismo, quindi distruttivo proprio di quei valori che dovrebbero essere cari al cristianesimo.

      • Giulio Quaresima ha detto in risposta a Giulio Quaresima

        ERRATA CORRIGE: “e AL trionfo dell’edonismo e dell’individualismo sfrenati”.

      • Marco Comandè ha detto in risposta a Giulio Quaresima

        Quando si passò dalla società contadina a quella industriale, uno degli aspetti rilevanti fu l’urbanizzazione forzata di numerose braccia sottratte ai campi. Conseguenza: sul piano economico, un balzo produttivo che pose le premesse per il passaggio dallo stato assolutista alla società di massa; sul piano sociale, le enormi baraccopoli analizzate da Engels che portarono alla rapida diffusione di alcoolismo, prostituzione, crimini, nullafacenti, ecc.
        Per analizzare obiettivamente il fatto, dovremmo osservare in realtà il successivo salto gouldiano (battutaccia) verso la società di massa. La crisi di sovrapproduzione del 1870 fece crollare i prezzi dei beni, che perciò divennero alla portata di tutti. L’aumento della speranza media di vita e il calo della mortalità infantile sono cose che constatiamo tutti i giorni.
        Non voglio dire che le brutalità del passato vadano giudicate con il senno del poi, ma che non si può affermare che la società secolarizzata sia la causa dei problemi dell’Occidente.
        La globalizzazione ha sradicato i legami familiari e sociali dei paesi in via di sviluppo, così tante persone che prima erano protette da tali reti (donne, bambini, disoccupati, invalidi) si sono trovate sfruttate dalle mafie per il benessere del capitalismo. Forse che bisogna impedire la globalizzazione, l’urbanizzazione, l’industrializzazione? No: occorre in realtà scegliere un capitalismo alternativo, non gerarchico del grande capitale e delle grandi fabbriche, ma diffuso.

      • edoardo ha detto in risposta a Giulio Quaresima

        Io non ho parlato in termini di cause e conseguenze. La deindustrializzazione delle aree produttive storiche della GB è la risultante di una serie di concause non facili da analizzare. Tanti hanno scritto su questo argomento, e quasi altrettanti hanno scritto una sequela di fesserie col risultato di confondere le cause vere da quelle presunte ancora di più.
        Sappi (scrivo dando del “tu” a tutti) che gli anni in cui abitavo lì erano gli anni degli scioperi del National Coal Board di Scargill per la chiusura di interi bacini minerari (il pilastro portante del colosso industriale storico britannico..vedi un po’..), e della mega-commessa per le manutenzioni navali alla Cina tagliando fuori i cantieri navali di Liverpool, altro settore storico. Il fatto è la gente nell’area Liverpool-Manchester- Merseyside-Nord Galles si sono sentiti profondamente umiliati da queste scelte di politica industriale dettate esclusivamente da considerazioni economiche. Quella era una delle principali aree industriali storiche della GB, in pace e in guerra (pensa che il primo arricchimento dell’U235 per diffusione a cascata fu fastto proprio lì, in una località segreta – allora, oggi non più).
        Per rendere idea, sarebbe come privare l’hinterland milanese delle sue fabbriche, e tutta la gente vive di sussidi e quando si sveglia, aspetta la sera che aprano i pub.
        Ecco il substrato su cui si è impiantato droga-alcolismo-psicofarmaci.
        Negli anni 60 lì c’era tantissimo lavoro, il sussidio di disoccupazione era bassissimo (spiccioli) e tutti volevano stare in disoccupazione, nel corso degli anni 70 c’è stato il cambiamento, e negli anni 80 lavoro non c’era più, i sussidi erano molto più alti (quasi come uno stipendio), ma tutti volevano lavorare e lavoro non c’era più.
        I minatori del NCB (National Coal Board) avrebbero TUTTI ricevuto la disoccupazione + il beneficio supplementare per famiglia, non avrebbero avuto problemi economici dallo stato di disoccupazione, ma non ne volevano sapere di stare a casa, si sentivano umiliati.
        Purtroppo in querli scioperi sono avvenuti episodi incresciosi e atti di vandalismo agli impianti. Brutta cosa, ma quei minatori li capisco. Idem per i cantieri navali di Liverpool: il riordino industriale fatto in quegli anni, dettato da ragioni puramente finanziarie, ha saputo umiliare l'”anima nazionale” del lavoratore inglese.
        Per fare un paragone calzante, come se in Italia chiudessero i pastifici e importassimo pasta dalla Cina, o se affidassimo a loro la gestione dei nostri musei, chiese comprese. Ci ribelleremmo.
        Comunque la città dove stavo era a maggioranza cattolica anche per la notevole presenza di Irlandesi, e nella guerra civile di Cromwell si schierò con i realisti di Carlo I, ed ebbe il suo martire, Saint John Plessington, impiccato per essere un prete cattolico che si rifiutò di abiurare, nel 1600 e rotti.

  9. Giulio Quaresima ha detto

    Ma se io sono convinto e sento che la verità è che Dio non esiste, come la mettiamo? Dovrei mentire e fingere con me stesso una fede che non ho perché poi così forse starò meglio?

    • manuzzo ha detto in risposta a Giulio Quaresima

      No signor Quaresima, lei ha pienamente ragione: non le si può inculcare la convinzione dell’esistenza di Dio con la paura: nè con l’inferno ultraterreno (badi bene, io non lo auguro nè a lei ne a nessuno: è il padrone che inconsapevolmente e, quasi, incolpevolmente servite, il mio nemico, non voi!) nè con la minaccia della depressione o con altre sciocchezze simili. L’articolo presenta uno studio in fin dei conti fine a se stesso, che descrive una situazione. Poi sulle cause ognuno può pensare quali siano sulla scorta di considerazioni personali (andrebbero fatti i test d’ipotesi a questo punto, prendendo campioni di altre popolazioni, ma questa è una cosa per addetti ai lavori) ma anche a me se proponessero uno studio in cui chi non crede sta statisticamente meglio, non smetterei di credere.

      Inoltre aggiungo: non so con quali modalità siano stati raccolti, classificati, intabellati e standardizzati i dati, ma già il fatto di voler mischiare variabili quantitative (reddito annuo, consumo di psicofarmaci) con variabili assolutamente qualitative e soggettive come “felicità di vivere così” beh…. da cattolico non avrò pensiero critico (come molti cattofobicelli sputano sul web), ma a me fa pensare: matematizzare la realtà è una cosa molto complessa, e quindi posso dare in via intuitiva (o bayesiana, sempre parlando per addetti ai lavori) una significatività tra il 70 e l’ 80% allo studio, non perché lo reputo falsato, ma perché è, appunto, difficile matematizzare la realtà, per questo in qualche commento si legge che si vedono credenti disperati perché gli hanno rubato la macchina e atei che reagiscono con forza e fede (nella vita o in quello che volete) superiore a quella dei credenti innanzi alle difficoltà più dure.

      Scusate la prolissità!

  10. matteo ha detto

    Va bhè… sono cifre simili a quelle italiane, secondo l’ultimo sondaggio CENSIS del 2012, l’affiliazione degli italiani sarebbe la seguente: 63,8% cattolici
    34,4% none (15,6% credenti senza religione, 18,8% si suppone somma di atei e agnostici),1,8% altre religioni….

    • Roberto Reggi ha detto in risposta a matteo

      Sì Matteo quello è vero, che in una nazione si dichiari professante “solo” un 2/3 – 3/4 del campione è una cosa abbastanza ricorrente. Quello evidenziato nell’articolo è l’andamento dinamico: in GB i credenti sono calati, in Italia la % dei credenti cattolici è invece cresciuta, e di parecchio, da decadi precedenti. Vedi
      http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/religione-italia-13439/

      • matteo ha detto in risposta a Roberto Reggi

        bhooo… fino a qualche tempo fa, ancora si diceva che i cattolici in italia erano il 99% – 100%….. ora invece viene fuori che erano meno prima che adesso… io credo che siano in calo… capace che mi sbagli…. mi auguro che gli italiani riscoprano la fede, e la bellezza di appartenere ad una affiliazione religiosa.

    • Eigub Etted ha detto in risposta a matteo

      63,8 % si dichiara cattolico, il che non vuol dire che lo sia in effetti o solo pro forma, sulla mia targhetta militare c’era scritto “catt. rom.” ma di certo non potevo definirmi “in pratica” cattolico.

  11. Marco Comandè ha detto

    Fatemi capire: essere musulmani significa essere felici? Forse facciamo un altro tipo di confusione, in realtà: tra religione di Stato e Costituzione laica. In Egitto hanno messo una Costituzione che ricorda le leggi vaticane del Medioevo e la soddisfazione del popolo sembra in calo. Perchè non parliamo invece di una religione cristiana finalmente limitata dalle leggi laiche sulla libertà di non curarsi, sul divieto di finanziare le scuole private, sul matrimonio civile e sul divorzio, sull’educazione sessuale come materia scolastica, sugli anticoncezionali, ecc.?

    • Daphnos ha detto in risposta a Marco Comandè

      …leggi vaticane del Medioevo O_o ?

      E il divieto di finanziare le scuole private, da quale stato progredito del Nord Europa proverrebbe?

    • Woody85 ha detto in risposta a Marco Comandè

      Il quotidiano delirio di Comandé, si può passare tranquillamente oltre 🙂

      • Pino ha detto in risposta a Woody85

        sì evidentemente alle otto del mattino è appena uscito da un fumeria, non si spiegano altrimenti certe uscite.

    • Pino ha detto in risposta a Marco Comandè

      Comandè, lei imostra una ignoranza di un livello tale che l’unica cosa sensata che potrebbe fare è evitare di esporla pubblicamente. “leggi vaticane del Medioevo”? che significa? Ma lei so rende conto delle corbellerie che scrive o dobbiamo spiegarglielo con un disegnino?

  12. Roberto Dara ha detto

    Che l’accostamento meno fede = più depressione non sia dimostrabile, è intuibile anche dai dati presentati proprio da questo articolo: negli ultimi 10 anni in GB la percentuale dei credenti è diminuita del 13&, mentre l’aumento del consumo degli antidepressivi è cresciuto del 200%. Come si possa ipotizzare una correlazione tra numeri così distanti, è un mistero.

    • Salvatore ha detto in risposta a Roberto Dara

      La correlazione è certificata al contrario: i credenti usano meno antidepressivi dei non credenti (trovi studi a bizzeffe su questo: si suicidano meno, si ubriacano meno, si drogano meno ecc.), di conseguenza è vero il contrario: i non credenti usano più antidepressivi. Guarda caso la relazione tiene e si conferma in Gran Bretagna…

      • Roberto Dara ha detto in risposta a Salvatore

        Probabile, ma purtroppo chi non crede non lo fa per perdere la felicità e la serenità, ma perché è convinto che Dio non esista. Che questo possa portare ad una minore felicità può essere, ma questa minore felicità non fa magicamente riapparire Dio nella convinzione del non credente.

        • GT ha detto in risposta a Roberto Dara

          I non religiosi non sono atei. Gli atei militano politicamente, partecipano alla vita pubblica attivamente e manifestano la loro non-credenza come un credo. I nones sono semplicemente dei non affiliati. Sono due cose diverse.
          I nones lo sono per vari motivi, il più importante dei quali è sotto gli occhi di tutti: IL CROLLO DEI VALORI MORALI.
          Questi nones non credono non solo nella religione, ma anche nella politica, nel matrimonio, nei figli, negli ideali…
          Cioè sono persone che vivono nella frammentarietà, arresi al materialismo economico, così da abbandonare la sfera spirituale.
          Più non credenti ci saranno più società fallite a mio parere.

        • Daphnos ha detto in risposta a Roberto Dara

          Su questo sono d’accordo, ma spero che almeno, come ultimo corollario di questa affermazione, possa apparire anche solo lontanamente, nella mente del non credente, l’idea che anche chi ritiene che un senso esista lo faccia sinceramente, visto che siamo tutti coscienti che non basta convincersi che qualcosa esista per farlo esistere davvero. Spero lo capisca anche Giuseppe.

          Poi magari arriverà dal fronte ateista qualche psicologo o presunto tale che dice che siccome il subconscio che agisce a livello della connessione tra i plessi subcorticali occipitali e il ponte ipotalamico si esprime più marcatamente in numero di sinapsi nel credente piuttosto che nel non-credente, allora Dio è solo un illusione, e ricominceremo a mandarci a quel paese…

        • Paolo Viti ha detto in risposta a Roberto Dara

          Convinto che Dio none esista? E chi glielo dice? La sua fede immagino…un atto di fede decisamente masochista, se posso permettermi. Ricorda sempre la scommessa di Pascal, che queste notizie confermano appieno e rilanciano!

  13. Gattaca ha detto

    Non mi resta altro da fare che diventare credente per essere mediamente più felice.

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