Lourdes, in un giorno guarita da una grave paralisi: parola ai medici

LourdesEra in barella, non camminava da tempo, la paralisi alla gamba sinistra (a causa di una lombosciatalgia paralizzante) era totalmente invalidante. Si è immersa nella piscina di Lourdes e il giorno dopo, quando durante la processione eucaristica l’ostia consacrata le è passata vicino, ha avvertito la voglia di alzarsi in piedi e ha percorso la via Crucis camminando sulle sue gambe.

Parliamo della incredibile vicenda accaduta a suor Luigina Traverso, 68esima miracolata di Lourdes ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa cattolica. E’ tornata sui quotidiani recentemente grazie ad un’intervista al dott. Franco Balzaretti, direttore del Day Surgery dell’Asl di Vercelli e specialista in chirurgia vascolare e chirurgia d’urgenza, membro del Comitato Medico Internazionale di Lourdes e colui che ha seguito proprio il caso di suor Luigina.

Siamo nel 1965, la religiosa era affetta da lombatosciatica paralizzante in meningocele, le carte mediche realizzate poco prima la partenza per Lourdes parlano di «paziente in condizioni generali sofferenti, pallida, ipotesa: cicatrice chirurgica fresca ed asciutta, dolente alla pressione… rigidità e contrattura del tratto lombo-sacrale della colonna. Mobilità del piede ridotta per paresi dei muscoli tibiale anteriore, estensore dell’alluce, estensore comune delle dita. Ipoefficienza del tricipite surale e del tibiale posteriore. Peroni inerti, decubito prono obbligato». «Aveva già subito diversi interventi chirurgici», ha spiegato il dott. Balzaretti, «i medici le avevano sconsigliato il pellegrinaggio, non pensavano neppure che potesse arrivare viva a Lourdes».

Suor Luigina si reca comunque a Lourdes in barella, si immerge nella piscina del santuario e il 23 luglio 1965 assiste alla processione eucaristica, al momento del passaggio del celebrante con l’ostia consacrata, le accompagnatrici infermiere che le sono accanto testimoniano l’avvertimento di «un forte calore penetrare nel suo corpo e la voglia di mettersi in piedi». La suora si sente meglio e nota «l’improvvisa ripresa della motilità del piede e la scomparsa del dolore». Riportata nella propria camera, alla presenza del dottor Danilo Cebrelli e del delegato vescovile monsignor Lorenzo Ferrarazzo, si mette seduta sul letto. «La religiosa chiede di poter ricevere la benedizione da parte di mons. Ferrarazzo, che replica in modo esplicito: “Suor Luigina, se vuol ricevere la benedizione, si alzi e venga mettersi in ginocchio a pregare”. Suor Luigina prontamente ubbidisce, scende dal letto e si inginocchia».

Al ritorno del pellegrinaggio, il 27 luglio la suora si reca dal prof. Claudio Rinaldi, il quale attesta: «Buone condizioni generali, rachide in asse, indolente, cicatrice chirurgica indolente, assenza di contrattura muscolare e rigidità segmentaria. Arti inferiori completamente mobili con forza pari e simmetrica, anche i fini movimenti di estensione separata dell’alluce delle dita erano possibili. Lasègue negativo, riflessi patellari pronti, achilleo dx pronto, sx assente. Sensibilità normale». Nell’agosto 1965 ricompare anche il riflesso achilleo sinistro. Da allora suor Luigina non ha più accusato alcuna manifestazione della patologia che l’aveva resa invalida.

La vicenda è stata studiata fino al 2010, con tre riunioni all’Ufficio delle constatazioni mediche (nel 1966, 1984 e 2010) e nuovi esami medici, in attesa di verificare e certificare la guarigione permanente. Il 19 novembre 2011 il Comitato Medico Internazionale di Lourdes (C.M.I.L.), composto da venti luminari della scienza medica, ha confermato il carattere scientificamente inspiegabile della guarigione, l’11 ottobre 2012 il vescovo di Casale Monferrato, mons. Alceste Catella, lo ha dichiarato ufficialmente “miracolo”.

Si può guarire completamente da un giorno all’altro di gravissima lombatosciatica paralizzante? No, non è possibile, eppure è accadutoproprio a Lourdes, evento certificato da diversi ed autorevoli medici. Lo scettico non ha più possibilità di essere tale, se vuole rimanerlo deve prima confutare il dossier medico-scientifico di suor Luigina. Non serve nascondersi dietro al “su mille paralizzati soltanto uno”, perché quell’uno è guarito perché fosse segno per tutti, come i pochi miracolati da Gesù (che invece poteva, se avesse voluto, guarire tutti quanti). I cristiani non rimproverano al mondo di essere materialista, ma di non esserlo abbastanza. Non rimproverano al mondo di negare Dio, ma di negare la realtà. “Se non volete credere a me, credete almeno alle opere” (Gv 10,38).

 

Qui sotto la video-testimonianza di suor Luigina

La redazione

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Uno dei miracoli di Lourdes: tumore scomparso e articolazione ricostruita

radiografiaIl caso di Vittorio Micheli inizia il 4 giugno 1962 quando gli fu diagnosticato un sarcoma dell’anca (osteosarcoma del bacino), cioè un tumore primario dell’osso. Totalmente incurabile. L’evoluzione è rapida e in breve tempo diviene totale la distruzione della articolazione coxo-femorale, con sbriciolamento dell’osso, dei tendini e dei muscoli.

Mario Botta, cardiochirurgo dell’ospedale Niguarda di Milano, ha certificato: «La gamba del signor Micheli era attaccata al corpo solo attraverso la pelle», come mostrano le radiografie e altri esami radiologici, nonché l’esame istologico effettuato da tre Scuole di anatomopatologia. All’uomo non sono state somministrate medicine antitumorali e non è stato neanche sottoposto a radioterapia, in quanto gli specialisti avevano ritenuto che sarebbe stato del tutto inutile.

Così, nel 1963 convinto dalla madre, il giovane Micheli si reca a Lourdes, ingessato e sotto morfina. Non accade nulla di particolare, ma ritornato a casa si sente meglio, il dolore lentamente sparisce e ricomincia a “sentire” la gamba dilaniata dal tumore. I medici gli sospendono la morfina e tolgono l’ingessatura. Vengono immediatamente effettuati degli esami ma, forse a causa del legittimo scetticismo, sono interpretati e ritenuti del tutto identici ai precedenti. Soltanto dopo 6 mesi i medici si rendono conto che lo stato generale è eccellente, che i dolori sono cessati. Dagli esami successivi -come la radiografia del 2 aprile 1969- emerge chiaramente che l’osso, i muscoli e i tendini si sono inspiegabilmente formati ex novo, tanto che l’uomo ha ripreso a camminare e a condurre una vita normale. Nessuna ricaduta nei successivi 50 anni. Dal viaggio a Lourdes seguono 10 anni di attente e rigorose analisi delle cartelle mediche precedenti e successive e il Comitato Medico Internazionale di Lourdes nel 1973 ha definito la guarigione di Vittorio Micheli inspiegabile. Nel 1976 la Chiesa si è pronunciata a favore del miracolo.

Nessuno ha mai saputo dimostrare né la possibilità di una ricostruzione ossea, muscolare e tendinea a seguito di un tumore in così breve tempo e senza terapie particolari e, sopratutto, l’incredibile coincidenza che questa auto-guarigione si sia innescata esattamente dopo il viaggio a Lourdes. Le uniche obiezioni arrivano da Francesco D’Alpa, dell’UAAR, secondo cui ci sarebbe «un evidente sfasamento temporale fra il miglioramento soggettivo percepito dopo l’immersione nella piscina di Lourdes e la riparazione dell’articolazione coxo-femorale verificata radiologicamente sei mesi dopo. Secondo la Commissione Medica Internazionale, in questo caso il miracolo consisterebbe in una “guarigione in un tempo di molti mesi”, a meno che non si voglia considerare come miracolo “istantaneo” proprio l’inizio della guarigione». D’Alpa non ha alcuna obiezione al caso specifico, ma sembra piuttosto avanzare una critica tra una presunta contraddizione del modus operandi della Commissione Medica di Lourdes per la quale una “guarigione valida” dev’essere istantanea. Ma lui stesso offre già la risposta: il “miracolo” non diventa tale dal giorno in cui vengono effettuate le analisi mediche di verifica, ma dal momento (o dall’inizio) della guarigione inspiegabile. Le radiografie effettuate sei mesi dopo indicano infatti un processo di auto-ricostruzione dell’articolazione iniziato già da tempo prima, coincidente allo stato di benessere percepito da Vittorio Micheli appena rientrato da Lourdes.

Ricordiamo infine che il dossier medico-scientifico di Vittorio Micheli, così come di tutti coloro che hanno ricevuto un miracolo (per la Chiesa) e una guarigione scientificamente inspiegabile (per la scienza), può essere consultato liberamente (non c’è nulla di segreto!), ovviamente previa autorizzazione dei soggetti responsabili. Così come qualunque medico, dopo essersi dimostrato tale, può entrare nel Bureau Médical di Lourdes e visitare i pazienti che affermano di essere guariti.

 

Qui sotto la storia del miracolo da un servizio di TV2000.

 
La redazione

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Miracoli, le deboli obiezioni di Garlaschelli e Cecchi Paone

Strada miracoliMartedì sera il programma televisivo “La strada dei miracoli” ha mostrato le forti limitazioni che lo contraddistinguono: un grosso calderone su diversi fenomeni, privo di qualunque necessario approfondimento. La conduzione è affidata ad una giornalista, Safiria Leccese, costantemente in corsa contro il tempo per poter restare nei tempi, tanto da interrompere continuamente gli invitati (purtroppo tanti opinionisti e vip televisivi). Si salvano l’ottima presenza fissa di don Davide Banzato (finalmente un prete cattolico e non i soliti don Mazzi e altri preti anticlericali) e l’orientamento non ideologicamente preconcetto della trasmissione.

La puntata è stata dedicata a Lourdes, al sangue di San Gennaro e alle lacrime della Madonnina di Civitavecchia. In studio la controparte è stata affidata ad Alessandro Cecchi Paone e Luigi Garlaschelli, responsabile scientifico del CICAP. Due scettici, seppur rispettosi, che hanno entrambi mostrato la poca consistenza delle obiezioni a questi fenomeni, rivelando una posizione pregiudizievole. Molto divertenti, invece, le espressioni sconsolate di Cecchi Paone, con ripetuti scuotimenti della testa in segno di disapprovazione, durante i filmati che ricostruivano gli eventi, perlomeno quando si accorgeva di essere ripreso dalle telecamere. I trucchi del mestiere, imparati anche dai politici, li conosce bene.

 

Sui fatti di Lourdes è stato commesso il solito errore nel dare spazio quasi soltanto alle testimonianze personali dei miracolati -racconti bellissimi e commoventi- piuttosto che alle procedure attraverso le quali l’Ufficio Medico di Lourdes e il Comitato Medico Internazionale affrontano i casi di guarigioni inspiegabili. Nessuna parola sui criteri utilizzati, sul fatto che qualunque medico -credente o non credente, l’importante è che si autoqualifichi- può recarsi all’Ufficio medico di Lourdes per assistere e visitare i pazienti che asseriscono di essere guariti. Nessuna intervista, purtroppo, agli specialisti che hanno accertato l’inspiegabilità e l’eccezionalità delle guarigioni (per essere accettate devono essere certificate, istantanee, complete e definitive), tanto meno ai medici curanti prima del viaggio a Lourdes che hanno firmato le cartelle cliniche. Un’occasione persa, ancora una volta.

Il programma, dicevamo, ha invece preferito sottolineare più volte le sensazioni dei pellegrini che escono dalle piscine in cui si sono immersi, così come sulle presunte capacità terapeutiche dell’acqua (smentite dagli studi realizzati su di essa, la quale è soltanto un simbolo attraverso cui può arrivare la guarigione). E’ stato facile per Cecchi Paone ricordare -giustamente- che il calore percepito è conseguenza della vasocostrizione dei vasi sanguigni in reazione al contatto della pelle con l’acqua fredda. Sarebbe stato opportuno invece smentire il luogo comune che il miracolo vero sarebbe quello di non venire contagiati dalle malattie di coloro che si sono immersi prima: è stato infatti dimostrato che nelle piscine di Lourdes ci sono meno batteri che nell’acqua di un fiume che raccoglie altre acque sporche. La ragione per cui non avviene un’infezione è dovuta inoltre alla brevissima immersione ad una bassa temperatura dell’acqua (12-14°). Ogni due settimane viene cambiata l’acqua e dal 1992 è stato installato un sistema elettrico di filtraggio e di depurazione in costante attività (C. Yves, Inchiesta sui miracoli di Lourdes, Lindau 2006, p. 61,62).

 

Sul prodigio del sangue di San Gennaro si sono verificate le prime “vere” obiezioni della controparte scettica in trasmissione, sopratutto da parte del chimico Luigi Garlaschelli (già noto per il flop della “seconda Sindone” che ha realizzato utilizzando materiali disponibili anche nel Medioevo, il cui risultato è stato talmente scadente da essere utilizzato come prova per sostenere l’impossibilità a riprodurre l’immagine sindonica). La trasmissione ha mostrato un buon filmato sull’accertamento scientifico della presenza di sangue all’interno dell’ampolla grazie all’analisi spettroscopica. In particolare sono intervenuti il prof. Pierluigi Baima Bollone, ordinario di Medicina legale nell’Università di Torino (l’unico ad aver studiato direttamente l’ampolla) e il prof. Giuseppe Geraci, professore emerito di Biologia molecolare dell’Università di Napoli.

La tesi storica di Garlaschelli è che invece si tratterebbe di una sostanza con proprietà tissotropiche capace di mutare di stato (da solido a liquido e viceversa) tramite scosse e vibrazioni: affermazione puramente speculativa. Nel 1991 il chimico è stato smentito pubblicamente proprio dal prof. Geraci il quale, nel filmato mandato in onda durante la puntata, ha ricordato i fatti e le parole che disse a Garlaschelli: «”Lei è uno spettroscopista?”, chiesi a Garlaschelli. Lui mi rispose: “No”. Allora io gli domandai: “Come fa allora a parlare di cose di cui non sa?”». Il militante ricercatore del CICAP, come si vede nel video qui sotto, ha assistito infastidito alle parole del prof. Geraci ma, ottenuta la possibilità di replicare non ha saputo controbattere, preferendo invece concentrarsi sulla dimostrazione del comportamento di una sostanza dalle proprietà tissotropiche. Sforzo inutile in quanto è stato dimostrato dall’analisi spettroscopica che all’interno dell’ampolla c’è sangue e non una sostanza dalle proprietà tissotropiche: l’ostinazione verso questa tesi rifiutando/ignorando il responso degli studi e non intervenendo nel dibattito accademico è un evidente segno di preconcetto, dunque di inattendibilità. Per chi volesse approfondire segnaliamo il nostro apposito dossier.

 

Qui sotto il video della reazione imbarazzata del prof. Garlaschelli (ci scusiamo per il leggero fuori sincro)

 

Sulla lacrimazione della Madonnina di Civitavecchia, fenomeno non ancora riconosciuto dalla Chiesa, è toccato sopratutto ad Alessandro Cecchi Paone mostrare la debolezza delle obiezioni. Il filmato che ha presentato i fatti, realizzato dalla trasmissione televisiva, ha giustamente sottolineato l’intervento giudiziario della Procura della Repubblica che, dopo aver ascoltato oltre 50 testimoni oculari della lacrimazione della statua, tra cui numerosi giornalisti, funzionari della polizia di Stato e vigili della Municipale (compreso il comandante), ed aver analizzato la statuetta di gesso, ha concluso negando qualunque tipo di truffa, frode e dimostrando l’assenza di marchingegni interni alla statua e attribuendo la causa del fenomeno alla suggestione collettiva oppure ad un fatto soprannaturale. Come abbiamo sottolineato nel nostro dossier, tuttavia, la prima ipotesi è stata screditata dalla stessa Procura la quale ha effettivamente certificato la lacrimazione della statua negando dunque la possibilità di una suggestione di massa, a prescindere già difficile a credersi.

 

Qui sotto il filmato sulle indagini della Procura della Repubblica (ci scusiamo per il leggero fuori sincro)

 

Ancora una volta Garlaschelli ha ignorato i fatti accertati dalla Procura della Repubblica ed è partito dalla sua tesi preconcetta: qualcuno, ha sostenuto, avrebbe spruzzato sul volto della madonnina del sangue e contemporaneamente si sarebbe bucato un dito per creare la lacrimazione. Ovviamente questo implica che la Procura avrebbe svolto male le indagini dato che ha archiviato l’ipotesi della frode, così come andrebbero indagati per falsa testimonianza oltre 50 testimoni oculari -compresi agenti della polizia di Stato e della polizia municipale- che sotto giuramento hanno testimoniato la lacrimazione della statuetta mentre era protetta da un cordone di sicurezza istituito proprio per impedire a chiunque di avvicinarsi.

Se si considera infine che Garlaschelli non ha nemmeno argomentato o giustificato la sua tesi, limitandosi a proporla come ipotetica alternativa (dunque di peso equivalente a chi afferma che il fenomeno sarebbe di origine satanica o prodotto dagli alieni ecc.), è inevitabile non poterlo prendere sul serio nemmeno questa volta. Cecchi Paone, accortosi di questa contraddizione (oltre ad urlare frasi del tipo “è evidentemente un trucco!”), ha replicato affermando: «però non l’ho vista io lacrimare, crederò soltanto quando la vedrò lacrimare io stesso». Le obiezioni prodotte dagli scettici dunque sono: (1) Il fenomeno non è avvenuto perché Cecchi Paone non ha assistito in prima persona e (2) il fenomeno è un inganno perché Garlaschelli sostiene la “tesi della spruzzata di sangue”, anche se è un’ipotesi priva di un quadro indiziario nonché smentita dalle indagini della Procura della Repubblica. Per chi volesse approfondire segnaliamo il nostro apposito dossier.

 

E’ legittimo non credere ai miracoli, gli stessi credenti non sono tenuti a credervi perché la loro fede non si basa su apparizioni, lacrimazioni, miracoli eucaristici o prodigi, essi possono solo essere segni di conferma e di aiuto nella fede. Chi vuole però tentare di obiettare ai fatti dovrebbe utilizzare argomenti migliori e non farsi condizionare così pesantemente dal proprio bias (o pregiudizio interiore). Purtroppo né Alessandro Cecchi Paone né Luigi Garlaschelli si sono dimostrati all’altezza.

La redazione

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Piergiorgio Odifreddi in difficoltà di fronte ai miracoli di Lourdes

E’ quasi un dispiacere questa volta fare un articolo su Piergiorgio Odifreddi.

Molti suoi fan sul suo blog dicono che siamo ormai siamo le sue “guardie del corpo”. Effettivamente lo abbiamo criticato, lo abbiamo messo in imbarazzo prendendo sul serio le sue tesi (si veda la vicenda del libro “Perché Dio non esiste”) e continueremo a farlo.

Ma più passa il tempo e più diventa chiaro che l’ex matematico non crede più nemmeno lui al personaggio iper-positivista che ha scelto di interpretare.

Qualcosa di diverso è avvenuto durante la puntata di Porta a Porta del 18/10/12, durante la quale si è parlato del 68° miracolo di Lourdes riconosciuto dalla Chiesa, dopo anni e anni di studi medici.

In studio, oltre al conduttore Bruno Vespa, c’erano Vittorio Messori, Piergiorgio Odifreddi, Claudia Koll, Massimo Giletti, Andrea Tornielli e la signora Elisa Aloi, una delle miracolate italiane. La sua storia è stata già raccontata in un nostro precedente articolo.

Affetta da una forma gravissima di tubercolosi ossea multipla fistolosa, la signora Aloi ha passato 17 anni a letto totalmente paralizzata, per 11 anni quasi interamente ingessata (tranne la testa e altre piccole parti del corpo) e ha subìto 33 interventi chirurgici. Al ritorno da Lourdes, nel 1958, si è scoperta la ricrescita dell’osso femorale e la donna è tornata tranquillamente a camminare senza nessun aiuto di tipo medico-fisioterapico.

Dopo che la donna ha raccontato quanto le è accaduto, Odifreddi è sembrato subito in difficoltà.

Il conduttore, Bruno Vespa, ha tuttavia spostato la questione su un particolare secondario, evitando di “sferrare” al matematico un colpo basso invitandolo a spiegare, attraverso le sempre utili da citare “guarigioni spontanee”, la ricrescita dell’osso del bacino, soprattutto dopo una malattia durata 17 anni.

Vespa ha preferito porre una seconda domanda, cioè il particolare del ritrovamento delle bende che avvolgevano la donna pulite e piegate. Da essa Odifreddi ha potuto facilmente salvarsi accennando (giustamente) al fatto che i ricordi possono essere reinterpretati nel tempo.

Il matematico sedicente impertinente ha quindi approfittato per citare l’altro suo cavallo di battaglia in tema di miracoli, e cioè l’affermazione dello scrittore scettico Émile Zola secondo cui «A Lourdes si vedono tante stampelle ma nessuna gamba di legno» (ovvero non si vedono arti ricrescere).

Mentre accennava a questo, essendo presente Messori davanti a lui, si è evidentemente ricordato che proprio lo scrittore cattolico ha documentato perfettamente proprio il cosiddetto “miracolo della gamba ricresciuta“, ovvero il prodigio di Calanda, avvenuto nella Spagna del XVII secolo, la cui veridicità è testimoniata dai numerosi documenti d’epoca: ad un giovane contadino, Miguel Juan Pellicer, è ricomparsa la gamba che gli era stata amputata due anni e mezzo prima.

Questa volta è stato Vittorio Messori a cambiare argomento, evitando di approfondire il miracolo di Calanda, probabilmente perché poco attinente a Lourdes, preferendo portare il discorso sulla truffa di Zola nella creazione del suo libro-inchiesta su Lourdes.

Una volta tornati sul miracolo accaduto alla signora Elisa Aloi, Odifreddi ha lealmente ammesso che «il caso è molto interessante se effettivamente le ipotesi sono queste allora certamente questo fatto ci metterebbe in difficoltà, il problema vero però sono le ipotesi» (“ci metterebbe”, forse pensava di parlare a nome della comunità scientifica?).

Oltre al fatto che il dossier medico della signora Aloi è studiato da anni da medici internazionali, credenti e non (è quindi difficile dubitare sulle ipotesi), la miracolata è intervenuta ricordando: «Ma qui davanti a lei ci sono io, in carne e ossa, non glielo sta raccontato qualcun altro».

Odifreddi ha soltanto potuto accennare al fatto che dall’immersione nella piscina alla ripresa dell’uso delle gambe sono passati alcuni giorni, come se l’esistenza di questa frazione di tempo (dopo 17 anni!) potesse giustificare l’ipotesi della coincidenza, piuttosto che ammettere l’evidente relazione con il pellegrinaggio.

 

Verso la fine della puntata, Vittorio Messori, con la proverbiale eleganza che lo contraddistingue, ha scoccato una freccia avvelenata a Odifreddi, dalla quale il matematico non si è più ripreso.

Lo scrittore cattolico lo ha infatti definito “ideologo”, cioè colui che predilige lo schema ai fatti, invitandolo a non insistere con ipotesi fantasiose per evitare di inciampare nuovamente in una gaffe, come quella accadutagli quando in passato ha scritto che la veggente Bernardette sarebbe stata “imbeccata dal suo parroco”.

Peccato che, come lo corresse a suo tempo Messori, documenti storici dimostrano inequivocabilmente che la veggente conobbe il parroco, Peyramale, solo il 2 marzo, dopo la tredicesima apparizione, e venne (inizialmente) da lui non creduta, la minacciò addirittura di negarle la comunione.

Odifreddi, di fronte all’evidenza, ha chiesto lealmente “venia” per quanto aveva scritto.

Una bella puntata, un Odifreddi auto ironico e rispettoso, a tratti anche davvero divertente (ha parlato lui dei premi Nobel che credono a Lourdes e della conversione di Alexis Carrel, anche se ha sbagliato il nome chiamandolo “Cassel”).

Simpatico ma in evidente difficoltà di fronte al miracolo certificato della signora Aloi, la quale si è anche rivolta a lui dicendo: «Vorrei dirle qualcosa, visto che si dichiara così scettico. Secondo me, lei dentro di sé ha più fede di me».

La redazione

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Lourdes: l’incredibile guarigione di Elisa Aloi (con osso ricresciuto)

Tra le tante guarigioni miracolose ottenute a Lourdes per intercessione della Vergine Maria, vogliamo oggi segnalarne una delle ultime a favore di un’italiana, Elisa Aloi, inspiegabilmente guarita da una tubercolosi ossea multipla fistolosa il 5 giugno 1958, miracolo che ha poi ottenuto il riconoscimento formale da parte della Chiesa e del Bureau Médical di Lourdes il 26 maggio 1965.

La malattia cominciò a manifestarsi nel 1948, quando Elisa aveva 17 anni, con una tumefazione dolorosa al ginocchio destro: «Non potevo muovermi dal letto per la febbre continua e per i dolori. In poco tempo il male si estese dal ginocchio al fianco destro e sinistro. Oltre alle operazioni, ero ingessata dal collo alla coscia, per cui dovevo stare completamente distesa a letto» ha affermato la sig.ra Aloi. Nei successivi 11 anni, a causa delle sempre più numerose localizzazioni tubercolari osteo-articolari, ha subito ben 33 interventi chirurgici, ma la sua situazione si è aggravata via via sempre di più, fino al 1958 quando, nonostante lo scetticismo dei medici che le avevano chiaramente detto di non avere più alcuna speranza di guarigione per lei, decise di affidarsi alla “Bella Signora” ed intraprendere il suo terzo viaggio a Lourdes.

«Sono partita per Lourdes che stavo molto male, avevo febbre alta – racconta– ; il penultimo giorno di pellegrinaggio il prete che mi trasportava in barella mi chiese: “Elisa, vuoi uscire?”. “Si – gli rispondo – portami alle piscine”. Dopo che siamo usciti dalle piscine improvvisamente sentii delle vibrazioni, sentivo le mie gambe che  si muovevano dentro al gesso e io dissi: “Signore, che suggestione…toglimi questo pensiero di poter muovere le gambe” ». Quando ebbe capito di non essere vittima di una illusione, chiamò il dottore: «Mi misero sull’Esplanade tra le barelle di altri stranieri e gridai: “Dottor Zappia, muovo le gambe dentro al gesso” – continua Elisa – “ed egli per non farmi gridare si avvicinò alla mia barella e sollevò la coperta. Era immobilizzato. Vide che le ferite erano chiuse, le garze e i tubi di drenaggio erano puliti e posti accanto alle gambe [ndr, Elisa portava un apparecchio gessato al bacino e all’arto inferiore destro fenestrato per permettere la medicazione di 4 fistole]. Subito dopo la processione mi portarono al Bureau Médical e io suppongo che i dottori che mi osservarono gridarono da subito al miracolo al che chiesi loro: “Toglietemi il gesso, voglio camminare” ».

I medici del Bureau consigliarono che a togliere l’ingessatura fosse il personale medico che aveva in cura la signora, così tornata nella sua Messina, Elisa fu immediatamente sottoposta a nuovi esami radiologici che confermarono l’incredibile evento. Il professore che aveva in cura da anni Elisa e che, come ultima speranza di arrestare la progressione dell’infezione tubercolare, aveva asportato dalla sua gamba destra ben dieci centimetri di osso per evitare la necrosi, affermò: «Io non metto in dubbio i miracoli di Dio e della Madonna, né vorrei mettere in dubbio le parole del nostro radiologo che dice che tu non hai assolutamente nulla, neanche tracce di decalcificazione, ma l’osso che ho operato io, che con le mie mani ho tolto dalla tua gamba, è ricresciuto!».

Questo è solo una dei tantissimi episodi che ribadiscono la straordinarietà di un luogo così pieno di Grazia qual è Lourdes, come anche Vittorio Messori ha voluto recentemente sottolineare col suo nuovo libro Bernadette non ci ha ingannati. Un’indagine storica sulla verità di Lourdes (A. Mondadori Editore 2012), uscito lo scorso 9 ottobre, in cui ricorda: «Se Lourdes, dunque, è “vera”, ebbene, tutto il Credo, e proprio quello della prospettiva cattolica, è “vero”. Pertanto, Dio esiste; Gesù è il Cristo da Lui inviato; la Chiesa che ha per guida il papa è la custode e la garante di queste verità. Non è l’Immacolata stessa a raccomandare alla veggente: “Andate a dire ai preti di costruire qui una cappella”?» [pag. 18].

 

Qui sotto il video-testimonianza, con interviste ad alcuni medici

Raffaele Marmo

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Il Nobel per la medicina Montagnier, la fede e le guarigioni di Lourdes

Finalmente è uscito anche in Italia il libro “Il Nobel e il monaco. Dialoghi sul nostro tempo” (Giunti Editore 2012), nel quale il giornalista televisivo Philippe Harrouard ha messo a confronto, nell’abbazia della Trappe (vicino a Soligny), un premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier e un monaco cistercense, Michel Niaussat.

Avevamo già parlato di questo libro nel novembre 2010 sottolineando la grande apertura di ragione di Montagnier, nonostante si dica “agnostico”, rispetto al rapporto tra scienza e fede, in particolare per quanto riguarda i miracoli. Essendo entrambi gli interlocutori di origine francese, non si poteva non soffermarsi sugli eventi di Lourdes, miracoli e guarigioni inspiegabili a cui Montagnier si è dedicato (oltre allo staff medico-scientifico presente costantemente alla grotta di Massabielle). Il Nobel ha infatti detto, durante l’intervista: «Quando un fenomeno è inspiegabile, se esso esiste veramente, non serve nulla negarlo. Molti scienziati fanno l’errore di rifiutare ciò che non comprendono. Non mi piace questo atteggiamento. Cito spesso questa frase dell’astrofisico Carl Sagan: “L’assenza di evidenza non è l’evidenza dell’assenza”. Riguardo ai miracoli di Lourdes che ho studiato, credo effettivamente che si tratti di qualcosa non spiegabile. […] Io non mi spiego questi miracoli, ma riconosco che vi sono guarigioni non comprese allo stato attuale della scienza».

Un altro premio Nobel per la medicina si è occupato delle guarigioni di Lourdes, si tratta di Alexis Carrel, il quale nel 1903 decise di recarsi al santuario per sostituire un collega, intenzionato, da ateo, ad appurare personalmente la falsità dei miracoli. Visitò Marie Bailly, in condizioni gravissime, affetta da tempo di peritonite tubercolare, tubercolosi e pleurite, con ventre e gambe gonfie, costole sporgenti, sacca di liquido che occupava la regione ombelicale, febbre alta e ipertensione. Lui stesso appurò durante il viaggio che la paziente era in punto di morte, una volta arrivato, spronato dalla grande fede incontrata a Lourdes, volle fare una promessa. Scrisse nel suo diario: «Vergine Maria. Guarite dunque questa giovinetta, ha troppo sofferto. Fate che viva un poco, fate che io creda. Quel che io vedo in questo momento è molto razionale. Se questa giovinetta guarisce, cosa che sembra assurda, fate che io possa credere ritrovandola veramente viva all’uscita delle piscine»Il miracolo si compì sotto i suoi occhi, il gonfiore della giovinetta sparì in pochi istanti, lo stesso per la sacca di liquido formatasi vicino all’ombelico, tanto che ella riuscì ad alzarsi in piedi da sola. La conversione di Carrel, descritta nei dettagli nel suo libro “Viaggio a Lourdes”, fu uno scandalo per lo scettico naturalismo dominante allora l’ambiente francese (ancora oggi pochi hanno voglia di parlarne).

«Ho sempre avuto grande rispetto per chi possiede la fede e per la Chiesa», ha detto Montagnier, nell’intervista. Il Nobel ha poi riconosciuto che gli ordini religiosi cristiani svolgono da sempre un ruolo fondamentale nell’assistenza fisica e spirituale dei malati: «L’ho potuto verificare da vicino nei miei lunghi anni di lotta all’Aids in cui, soprattutto all’inizio, vedevo tutti i giorni pazienti condannati a una morte ineluttabile. Spesso la fede e la vicinanza della Chiesa li aiutavano ad affrontare la malattia e a non sentirsi abbandonati. È grazie a questa esperienza che ho sempre riconosciuto l’apporto pionieristico e insostituibile della Chiesa nel campo delle cure ospedaliere». E’ anche emersa,  durante il dialogo con il monaco Niaussat, la grande stima che Montagnier prova per Giovanni Paolo II, a cui diede addirittura consigli per rallentare la progressione del Parkinson.

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Parla il medico di Lourdes: una seria analisi scientifica dietro ad ogni miracolo

E’ il 25 marzo 1858. A Lourdes, Bernadette Soubirous, appena quattordicenne, conosce finalmente l’identità della misteriosa “Signora” che le appare nella Grotta di Massabielle. Da allora milioni di storie periclitanti fra la sofferenza ed il balsamo della speranza. Una fede affettiva, calda, materna. E poi i miracoli. E’ il capitolo che fa più notizia.

Sono talmente numerosi i casi di miracoli, veri o presunti tali, a Lourdes che già verso la fine dell’Ottocento il vescovo diocesano istituì un Bureau Médical, deputato alla raccolta e ad un primo esame delle segnalazioni di guarigioni ritenute inspiegabili. Oggi, a capo di questo “ufficio scientifico” c’è un italiano: Alessandro De Franciscis. Laureato in Medicina e Chirurgia, specializzatosi in pediatria a Boston e diploma di Master of Science in Epidemiology presso la Harvard University, School of Public Health. Ricercatore presso il Dipartimento di Pediatria del Policlinico universitario Federico II di Napoli e ha portato avanti anche una carriera politica fino al 2008, quando il vescovo di Tarbes-Lourdes gli ha chiesto di assumere l’incarico di “medico permanente” a Lourdes.

Il suo compito è quello di istruire i casi di “guarigioni inspiegabili”, avviando una valutazione seria e scientificamente rigorosa, confrontandosi con gli altri medici presenti a Lourdes (qui un elenco). Per confermare “l’autenticità” del miracolo, si segue una griglia di sette criteri -ancora quella indicata dal cardinale Lambertini alla fine del Seicento che ha un forte fondamento razionale-: malattia grave; diagnosi certa; malattia organica; guarigione avvenuta senza l’aiuto di alcuna terapia; guarigione istantanea e completa e senza reliquati; guarigione durevole nel tempo. Si segue la persona, si consultano le cartelle cliniche, la si sottopone eventualmente, ad altri esami specialistici. Se tutti i criteri sono rispettati, continua De Franciscis, si invia il tutto al Comitato Medico Internazionale di Parigi composto da specialisti di ogni parte del mondo, fra cui tre italiani. Uno di loro viene proposto come relatore. E l’ultima parola spetta poi al vescovo diocesano. Finora, spiega, le dichiarazioni che attestano il “miracolo” sono 68. Nove sono i “miracolati” ancora viventi. «Sul piano professionale», conclude, «sono l’unico medico al mondo che si occupa di guariti non di malati»

Di fronte a questo livello di professionalità e serietà scientifica è davvero difficile continuare a mettere in dubbio che a Lourdes accada davvero qualcosa di incredibile. Non è possibile negare l’evidenza oggettiva. Lo ha riconosciuto anche il premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier: «Riguardo ai miracoli di Lourdes che ho studiato, credo effettivamente che si tratti di qualcosa non spiegabile. […] Io non mi spiego questi miracoli, ma riconosco che vi sono guarigioni non comprese allo stato attuale della scienza». Sappiamo poi che un altro premio Nobel, Alexis Carrel, si è convertito proprio assistendo in prima persona ad un miracolo verso una sua paziente sotto la grotta dell’apparizione. Di guarigioni concrete dunque si tratta e tuttavia può rimanere questa obiezione: come mai, di tanti figli che si rivolgono bisognosi a Lei, non tutti ricevano la grazia della guarigione? “I miei pensieri non sono i vostri pensieri”, dice Dio nell’Antico Testamento. Per ognuno di noi c’è un progetto d’amore diverso, anche se umanamente non è cosi facile da accettare, soprattutto quando lo si vive in prima persona.

Emiliano Amico

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Vittorio Messori risponde alla gaffe di Odifreddi su Lourdes

È dello scorso 18 dicembre l’articolo, comparso sul “Corriere della Sera”, di Vittorio Messori in cui il giornalista segnala alla pubblica attenzione un’ennesima gaffe di Piergiorgio Odifreddi, di cui tanto si è già parlato in questo sito per gli argomenti più disparati.

Questa volta, ci informa Messori, il matematico avrebbe dimostrato il suo essere “cultore dell’ideologismo” nella prefazione del recente libro “Lourdes – i dossier sconosciuti” di Luigi Garlaschetti. Bernadette, questo afferma Odifreddi, «era imbeccata dal parroco». Un’accusa certamente molto grave e significativa, se solo fosse coadiuvata dai fatti. E proprio sui fatti si concentra l’articolo di Messori: «Ecco, dunque, la gabbia del pregiudizio contro i fatti, quelli ricostruiti da decine di storici con scialo di documenti inoppugnabili, dai quali risulta in modo certissimo che Bernadette conobbe il parroco, il tempestoso Peyramale, solo il 2 marzo, dopo la tredicesima apparizione».

Già a questo punto risulta indubbio che la tesi del matematico sia insostenibile, ma c’è altro. Continua il Messori: «Riferendo impaurita il messaggio di Aquerò, «quella là», la piccola ne ricavò una scenata e fu cacciata fuori dalla canonica assieme alle due zie in lacrime, con minaccia di negare la comunione». Non solo, quindi, la ragazzina non poteva essere «imbeccata dal parroco», perché non lo conosceva, ma per di più lo stesso parroco non volle credere, in un primo momento, alle parole della ragazza. «Solo dopo quattro anni di indagini serrate lo scetticismo della Gerarchia fu vinto, riconoscendo la verità di quanto Bernadette riferiva. I preti, insomma», -continua Messori- «si arresero all’evidenza dei fatti. Cosa che non vuol fare il matematico piemontese: il suo schema ha deciso che Lourdes non può, non deve essere credibile. Checché ne dica la storia, quella autentica, non le dicerie da Bar Sport di sempre».

Ne approfittiamo per segnalare un altro interessante articolo di Messori, pubblicato poco prima di Natale sempre sul “Corriere della Sera“, in cui descrive alcune delle varie “enigmatiche coincidenze” (date, in particolare) che legano le apparizioni, questa volta di Fatima,  a numerosi eventi storici.

Michele Silvi

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Medici e specialisti certificano una guarigione inspiegabile a Lourdes

Una nuova guarigione inspiegabile è stata certificata recentemente dal Comitato Medico Internazionale di Lourdes (C.M.I.L.), ente formato da una ventina di medici e specialisti di ogni settore che studiano e analizzano le guarigioni spontaneamente dichiarate all’Ufficio delle Constatazioni Mediche presente al Santuario di Lourdes.

L’ultima guarigione inspiegabile è stata certificata in questi giorni ed è avvenuta a Serge Francois, da tempo malato di ernia al disco, già operato due volte e con una paralisi semi-totale alla gamba sinistra. Dopo essersi recato in preghiera presso la grotta di Lourdes dove, secondo la tradizione cattolica la Vergine è apparsa alla pastorella Bernadette l’11 febbraio 1858, e dopo essersi immerso nell’acqua benedetta di Massabielle, l’uomo ha avvertito dapprima un dolore lancinante, tanto da fargli pensare di stare per morire, secondo il suo stesso racconto. Dopo alcuni minuti di sofferenza, sempre secondo quanto raccontato dal ”miracolato”, al dolore è seguita una profonda sensazione di benessere e di caldo improvviso. La gamba fino a quel momento paralizzata, ha cominciato a muoversi, tanto che poi, per «rendere grazie», è andato in pellegrinaggio a Santiago di Compostela: 1.570 chilometri a piedi.

PRUDENZA DELLA CHIESA. Monsignor Emmanuel Delmas, vescovo di Angers, città del centro della Francia di cui Serge Francois è originario, ha riconosciuto ieri il carattere ”notevole” di questa guarigione agli occhi della Chiesa cattolica. La Chiesa, ricordiamo, è molto prudente e meticolosa quando si tratta di miracoli: dall’11 febbraio 1858, giorno della prima apparizione della Vergine a Bernadette, solo l’1% di circa 7 mila «dichiarazioni di guarigione» sono state riconosciute «miracolose», cioè 68.  Inoltre il Comitato Medico informa dal suo sito internet che gli specialisti tengono anche in considerazione, prima di decretare i risultati, le guarigioni spontanee. La notizia ha fatto il giro del mondo: DailyMail, LeFigaro, Spits, LaRazon ecc..

SPECIALISTI E MEDICI DI LOURDES. Gli specialisti e i medici del Comitato Medico Internazionale di Lourdes (C.M.I.L.) che hanno riconosciuto per primi che quella di Francois si tratta di una guarigione inspiegabile dalla scienza perché “immediata, completa, definitiva e slegata dagli effetti di terapie mediche”, sono:

  • Prof. François-Bernard Michel, co-presidente (assieme a mons. Jacques Perrier, Vescovo di Tarbes e Lourdes) del C.M.I.L. e specialista di malattie respiratorie. Docente della Facoltà di medicina di Monpellier, membro dell’Accademia nazionale di medicina e di numerose società mediche nazionali e internazionali. Ha presieduto l’Accademia Europea di allergologia e immunologia clinica e l’Associazione mondiale di allergologia. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche fà anche parte dell’Istituto di Francia per l’Accademia delle Belle Arti.
  • Dott. Franco Balzaretti, chirurgo vascolare (Italia)
  • Dot. sa Angela Campbell, gerontologa (Scozia)
  • Dott. Denis Daley, diabetologo (Galles)
  • Prof. Jean-Marie Decazes, specialista di malattie infettive e tropicali (Francia)
  • Dott. Alessandro de Franciscis, presidente dell’Ufficio Medico, chirurgo e pediatra, laureato presso le facoltà di Napoli e Harvard (Francia)
  • Prof. Claude Labrousse, reumatologo, specializzato in medicina fisica e riadattazioni funzionali (Francia)
  • Dott. Patrick Theillier, già-presidente dell’Ufficio Medico (Francia)
  • Dott. Martin Zabala y Morales, chirurgo (Spagna)

 

Membri onorari

  • Dott. Jean-Louis Armand Laroche, neuro-psichiatria, già presidente C.M.I.L. (Francia)
  • Prof. Charles Boudet, oftalmologo (Francia)
  • Prof. Carlos Carbonnell, psichiatria (Spagna)
  • Dott. Bernard Colvin, ortopedico (Scozia)
  • Dott. Michael Dulake, cardiologo (Inghilterra)
  • Dott. Roger Pilon, immuno-allergologo, già-presidente dell’Ufficio Medico (Francia)
  • Prof. Carl Puijlaert, radiologo (Paesi Bassi)

 

PREMI NOBEL. Riordiamo che anche diversi premi Nobel hanno avuto modo di esprimersi sui miracoli di Lourdes, ne citiamo due in particolare: Alexis Carrel, premio Nobel per la Medicina (1903), il quale partì per Lourdes con lo scopo di confutare le guarigioni di cui sentiva parlare e confermare la sua posizione di non credente, ma dopo aver assistito personalmente ad una guarigione inspiegabile (che definì “miracolo”) davanti ai suoi occhi (visitando in prima persona prima, durante e dopo la “miracolata”),  tornò in Francia convertito e cattolico (cfr. A. Carrel, Viaggio a Lourdes, 1949).

Un altro è il Nobel per la Medicina (2008) Luc Montagnier, che proprio recentemente ha dichiarato: «Quando un fenomeno è inspiegabile, se esso esiste veramente, non serve nulla negarlo. Molti scienziati fanno l’errore di rifiutare ciò che non comprendono. Riguardo ai miracoli di Lourdes che ho studiato, credo effettivamente che si tratti di qualcosa non spiegabile. […] Io non mi spiego questi miracoli, ma riconosco che vi sono guarigioni non comprese allo stato attuale della scienza» (cfr. Ultimissime 25/11/10).

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“Inchiesta sui miracoli di Lourdes”, di Yvens Chiron

Inchiesta sui miracoli di Lourdes.

di Yvens Chiron, giornalista e membro dell’A.M.I.L. (Associazione Medica Internazionale di Lourdes).

Lindau 2006; 18€

Compra da Libreria del Santo.

Il miracolo s’impone come un fatto. Alcuni si rifiuteranno di fornirne un’interpretazione sovrannaturale e cercheranno spiegazioni apparentemente più razionali, per esempio ricorrendo alla suggestione. Ma il miracolo non può essere ridotto alla credenza che, in diversa misura, gli si accorda. Sono innumerevoli i racconti di guarigioni a Lourdes, e anche le constatazioni mediche del carattere inspiegabile di quelle stesse guarigioni. E’ questo il primo materiale di questo libro.

Il libro è inserito nella nostra Biblioteca.

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