Scoperto l’ennesimo caso di finta omofobia

Richard KennedyIl giovane omosessuale Richard Kennedy si è fatto male da solo, ma prima di essere scoperto attaccava la “società omofoba”, con il sostegno dei media. E’ l’ultimo caso di finta omofobia balzato alle cronache.

Ma prima facciamo un passo indietro: ovviamente non esiste alcun fenomeno omofobia, ormai è chiaro più o meno a tutti. Anche a coloro che hanno interesse ad introdurre il reato d’opinione per mettere a tacere chi si ostina a pensarla diversamente. Esiste certamente qualche episodio sporadico, ovviamente da condannare come tutti gli atti di bullismo.

Oltre al nostro dossier, in cui appunto dimostriamo la menzogna del presunto “fenomeno omofobia”, è proprio una ennesima coppia omosessuale, italiana, ad ostacolare le invenzioni e i progetti della lobby Lgbt. Dopo aver raccontato di aver avuto un figlio in regalo da una madre generosa, «un atto di generosità, un po’ come donare il sangue» (questi sono i paragoni di chi nega ai bambini l’equilibrio del padre e della madre per folle egoismo), hanno spiegato che «nel nostro Paese più che altro ci sono pregiudizi e tabù più sul fronte giuridico che sociale. Non mi sento giudicato da chi mi circonda e i miei figli vivono in condizioni di grande serenità e benessere». Serenità e benessere, questo è il clima in cui vivono gli omosessuali in Italia, per il dispiacere dell’Arcigay.

D’altra parte l’Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, ha certificato che in Italia ci sono soltanto 28 segnalazioni all’anno (segnalazioni non certificate, ovviamente). L’Agapo (“Associazione Genitori e amici di Persone Omosessuali”) ha confermato che «l’odio nei confronti dei “gay” rappresenta un fenomeno complessivamente marginale», esattamente come sostenuto da tanti omosessuali, come il calciatore Thomas Hitzlsperger. Il prestigioso Pew Research Center ha mostrato che l’Italia si colloca tra i Paesi del globo aventi i maggiori tassi di accettazione dell’omosessualità, appena sotto la Francia.

Insomma, nemmeno in Italia esiste l’omofobia, così come nella maggioranza dei Paesi europei. Per questo occorre inventarsela, sperando nella legge del compenso: se gli omosessuali passano come minoranza discriminata allora si approfitterà per educare “all’accettazione” i retrogradi italiani con tutti i noti pipponi sulla diversità, sulla normalizzazione e sul “che male c’è?”, portando transessuali e libri omo-pornografici (vedi “Sei come sei”) nelle scuole per indottrinare, fin dalla tenera età, “alla diversità”. Questo spiega gli innumerevoli casi di “finta omofobia”, ovvero attacchi ad omosessuali sapientemente orchestrati dagli stessi per poter poi aggredire la società intollerante.

Non solo in Italia: l’ultimo in ordine di tempo è stato il giovane omosessuale Richard Kennedy. Il 4 marzo ha guadagnato le prime pagine dei quotidiani internazionali e sui social network mostrando terribili ferite e denti rotti e accusato l’aggressione da parte della fantomatica “banda omofoba” che «urlando insulti omofobi lo ha spinto a terra, picchiandolo in testa». Più o meno la descrizione è sempre la stessa. «Sono stato violentemente aggredito a causa della mia sessualità», ha spiegato il ragazzo. «Voglio che la gente mi usi come esempio, voglio che la gente veda che cosa può succedere» se un omosessuale esce di casa da solo. Un esempio del perché l’omofobia è sbagliata ed è disgustoso che ci sia ancora nel 2014».

Già, peccato che pochi giorni dopo la polizia inglese ha trovato un filmato a circuito chiuso in cui si vede Kennedy inciampare da solo cadendo con la faccia sul marciapiede. Ovviamente il ragazzo ha dovuto fare “coming out”, ammettendo di essersi inventato tutto.

Un caso isolato? Non proprio, più volte ne abbiamo segnalati altri, almeno quelli che sono stati scoperti come bufale. Ad esempio il caso di Roberto, omosessuale suicidatosi e usato come martire dell’omofobia, prima che la polizia archiviasse il caso ed escludesse atti di bullismo nei suoi confronti. Il caso del 15enne di Roma suicidatosi, che poi si è scoperto non essere nemmeno gay, o il caso del giovane Andrea. Il caso di Joseph Baken, quello di Alexandra Pennell, la coppia di lesbiche del Colorado, il caso di Charlie Rogers, ecc..

La redazione

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22 commenti a Scoperto l’ennesimo caso di finta omofobia

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  1. Daniele ha detto

    E su “La Repubblica” e simili la notizia dei casi di aggressione omofoba viene data con titoloni da prima pagina, mentre la smentita (cioè che non si è trattato d’omofobia) viene data – se va bene – con un trafiletto in 40esima pagina…
    Che modo balordo di fare informazione! Ma chi ha ancora il coraggio di sprecare 1 € al giorno per il quotidiano di Scalfari!?

  2. nicola ha detto

    L’omosessualità è una distorsione della sessualità naturale. L’omosessualità maschile ha molti caratteri del sadismo sotto vari aspetti. Certe disgustose manie degli omosessuali maschi potrebbero essere interpretate come una sorta di maniacale forma di competizione fra i maschi tesa a privare il contendente del seme, un atto aggressivo, di competizione.
    L’omosessualità femminile semplicemente non esiste se non come una distorsione dell’affettività non aggressiva.

    • Max ha detto in risposta a nicola

      Attento Nicola, a dire queste cose tra poco si rischiera’ una condanna.

    • Giuseppe ha detto in risposta a nicola

      Che titolo di studio ha per proferire queste cose?

      • Daniele ha detto in risposta a Giuseppe

        Nel testo “C. Puccini – Istituzioni di Medicina Legale, VI Edizione – CEA – Milano, 2003”, utilizzato nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia, l’omosessualità è descritta come un DISORDINE attinente la sfera del comportamento sessuale.
        Pare dunque che tra un testo scientifico-giuridico (qual è quello che ho citato) ed il Catechismo della Chiesa Cattolica (nel quale si descrive l’omosessualità come una condizione OGGETTIVAMENTE DISORDINATA) ci sia sintonia.

      • Boomers ha detto in risposta a Giuseppe

        Tu che titolo di studio hai per dire l’opposto?

        Nicola cita soltanto la posizione della psichiatria prima che le associazioni Lgbt impedissero all’APA di radunarsi pubblicamente, oggi la scuola neofreudiana è l’unica ad aver mantenuto questo giudizio.

    • Li ha detto in risposta a nicola

      A parer mio l’omosessualità c’è, ma non è innata. E’ provocata da fattori sociali, da traumi, dalla società. Se fosse innata perchè poi certe persone la lasciano anche senza l’aiuto di una terapia psicologica?

      • nicola ha detto in risposta a Li

        Da un punto di vista fisico la differenza fra maschio e femmina è netta, sta scritta nei cromosomi. L’omosessualità attiene quindi alla psichiatria o alla psicologia. E’ opportuno distinguere fra omosessualità per adattamento e omosessualità cronica, persistente. L’omosessualità per adattamento è legata al contesto in cui si vive ( carceri, collegi ,ecc) o alla manipolazione culturale che si subisce (effetto della propaganda, libri, film, personaggi rilevanti dello spettacolo , dello sport,…e, addirittura, della scienza (Alan Turing )
        L’omosessualità cronica e persistente è una perversione sessuale come altre.

        • Li ha detto in risposta a nicola

          Vorrei farti notare che tra gli asex ci sono anche omo e lesbo. Come possiamo collocarla se non è esagerata come ce la propongono sempre?

  3. nicola ha detto

    Il termine ‘omofobia’ è ambiguo, o meglio, viene usato in modo ambiguo. Degli omosessuali c’è da aver paura? Anche. Tuttavia spesso non si tratta di paura degli omosessuali ma di disgusto quindi di omoaedia.

    • Marco S. ha detto in risposta a nicola

      Il termine omofobia, come gran parte dei termini che usano la desinenza “fobia”, mi pare tenda soprattutto a ricondurre l’opinione dei destinatari fuori da ogni razionalita’, annullando ogni possibilita’ di ascolto delle sue ragioni.

    • Li ha detto in risposta a nicola

      Paura degli omo? No. Forse possono sembrare strani, ma paura perchè? Disgusto? Chiaro che se propongono il loro omostyle ai bambini non sono certo un modello da imitare.

  4. unafides ha detto

    Bravo Nicola, di questi tempi c’è bisogno di uomini e donne coraggiosi. Magari che non si nascondono dietro a neologismi e terminologie che tentano di contraffare la realtà delle cose.

  5. rocki balboa ha detto

    ne avete elencati 8 e dite “ennesimo”? dite “ottavo”!

    • Vauro ha detto in risposta a rocki balboa

      E’ corretto dire ennesimo, non solo perché 8 casi sono tanti, non solo perché non esistono aggressioni omofobiche che siano risultate accertate dalla polizia (soltanto segnalazioni) ma sopratutto perché se 8 sono quelle scoperte dai media chissà quante ce ne sono ancora non venute alla luce!!

  6. beppino ha detto

    Capita spesso che presunti reati contro omosessuali diventino avvenimenti “tirati” o “distorti” a “favore” di un certo modo di considerare tutto ciò che non é sessualità e affettività ortodossa e relative conseguenze. Ciò da una parte é ovviamente atteggiamento spiegabile e implicitamente ricorrente nella psiche umana; tuttavia c’é la possibilità che il tutto non trovi spiegazione solo nell’ambito di azioni autodifensive o tese a ricercare visibilità.

  7. Li ha detto

    Eccomi. sono rimasta un po’ assente perchè le notizie mi stavano deprimendo. Mi devo mettere in pari.

    Un altro caso di “omofobia”? Ma non sanno proprio più che inventarsi! Vorrei fare il confronto con quanti casi di bullismo verso handicappati e casi di malati di mente innocui lasciati a sè e vedere tra i 3 chi supera.

    Ho paura di morire. Non della morte, ma che se ho un incidente dicono subito che la colpa è dell’omofobia. Gente, ma è mai possibile che la strumentalizzazione sia così dittatoriale? E’ inaccettabile!

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