Papa Francesco: «non ci si confessa da soli, serve un sacerdote»

POPE FRANCIS GENERAL AUDIENCE WITH THE PRESS«A volte capita di sentire qualcuno che sostiene di confessarsi direttamente con Dio», ha detto Papa Francesco durante l’Udienza di oggi. Ed invece «il perdono di Dio che ci viene dato nella Chiesa, ci viene trasmesso per mezzo del ministero di un nostro fratello, il sacerdote; anche lui un uomo che come noi ha bisogno di misericordia, diventa veramente strumento di misericordia, donandoci l’amore senza limiti di Dio Padre».

Anche i sacerdoti «devono confessarsi, anche i Vescovi: tutti siamo peccatori. Anche il Papa si confessa ogni quindici giorni, perché anche il Papa è un peccatore. E il confessore sente le cose che io gli dico, mi consiglia e mi perdona, perché tutti abbiamo bisogno di questo perdono». Non esiste l’assoluzione fai-da-te, il cristianesimo non si vive mai da soli, non è un misticismo personale, ma sempre all’interno di una comunità, di un rapporto con un altro, attraverso il quale un Altro si manifesta: «Dio ti ascolta sempre, ma nel sacramento della Riconciliazione manda un fratello a portarti il perdono, la sicurezza del perdono, a nome della Chiesa».

«Tante persone forse», ha riflettuto il Pontefice, «non capiscono la dimensione ecclesiale del perdono, perché domina sempre l’individualismo, il soggettivismo, e anche noi cristiani ne risentiamo. Certo, Dio perdona ogni peccatore pentito, personalmente, ma il cristiano è legato a Cristo, e Cristo è unito alla Chiesa. Questo dobbiamo valorizzarlo; è un dono, una cura, una protezione e anche è la sicurezza che Dio mi ha perdonato. E questo è bello, questo è avere la sicurezza che Dio ci perdona sempre, non si stanca di perdonare. E non dobbiamo stancarci di andare a chiedere perdono. Si può provare vergogna a dire i peccati, ma le nostre mamme e le nostre nonne dicevano che è meglio diventare rosso una volta che non giallo mille volte. Si diventa rossi una volta, ma ci vengono perdonati i peccati e si va avanti».

Non manca un’indicazione anche ai sacerdoti: «Il servizio che il sacerdote presta come ministro, da parte di Dio, per perdonare i peccati è molto delicato ed esige che il suo cuore sia in pace, che non maltratti i fedeli, ma che sia mite, benevolo e misericordioso; che sappia seminare speranza nei cuori e, soprattutto, sia consapevole che il fratello o la sorella che si accosta al sacramento della Riconciliazione cerca il perdono e lo fa come si accostavano tante persone a Gesù perché le guarisse. Il sacerdote che non abbia questa disposizione di spirito è meglio che, finché non si corregga, non amministri questo Sacramento. I fedeli penitenti hanno il diritto di trovare nei sacerdoti dei servitori del perdono di Dio».

E’ Gesù stesso che ha istituito la Confessione comandando ai suoi apostoli: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23). Ma noi «siamo consapevoli della bellezza di questo dono che ci offre Dio stesso? Sentiamo la gioia di questa cura, di questa attenzione materna che la Chiesa ha verso di noi? Sappiamo valorizzarla con semplicità e assiduità?», si è domandato Francesco.

La redazione

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

42 commenti a Papa Francesco: «non ci si confessa da soli, serve un sacerdote»

« nascondi i commenti

  1. Alberto ha detto

    Che grande Papa…
    Effettivamente per uno come me che ero ragazzo ai tempi di Paolo VI, che ho vissuto il 68 e il postconcilio, che ho studiato dai gesuiti (il cui Proviciale allora era apertamente e decisamente comunista), ricordo che di confessioni, adorazioni e rosario si parlava ben poco, anzi per niente. La stessa devozione mariana era considerata una cosa stantìa, roba per vecchi. Da Giov Paolo II in poi c’è stata fortunatamente una certa inversione di rotta verso certe forme di devozione forse più “antiche” ma certamente più efficaci e capaci di indicare la vera salvezza, che è l’incontro con Cristo. Per questo sentir parlare di confessione oggi, oltre ad essere in controtendenza, ci aiuta a riscoprire la vera fede, la fede della mia giovinezza, quella fede che i nostri padri ci hanno trasmesso e che per tanti anni si è conservata pura e oggi, dopo tanta ubriacatura sessantottarda, sta riemergendo.

  2. Positrone ha detto

    Un Papa teologo come il suo amato predecessore che sebbene porti le sue argomentazioni alla pratica quotidiana è sempre rivolto al cielo….

  3. Li ha detto

    Confessarsi senza l’aiuto di un sacerdote non so perché mi fa tanto newage…

  4. Francesco B. ha detto

    Una dichiarazione apposta per chi vede (o vuole vedere) in Papa Francesco il Papa che rivolterà la Chiesa come un calzino per trasformarla in ciò che loro vorrebbero, o peggio per distruggerla.

  5. edoardo ha detto

    “…a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.
    E’ una frase terribile, che ci richiama ad una responsabilità grande, a dover fare i conti con la realtà.
    A volte perdonare è molto difficile, perché puoi dire di aver perdonato ma avere perdonato davvero nel profondo richiede uno sforzo di volontà immane.
    Le fratture del passato, puoi far finta di niente, ma esistono sempre, anche se ti illudi di averle colmate.
    Anche un arto ferito può riacquistare funzionalità, ma la cicatrice resta come un tatuaggio a ricordartelo sempre.
    E’ difficile essere cristiani, non è un gioco o uno sport; è l’atto finale di un processo evolutivo.
    E questo processo ruota sul perdono.
    Il perdono e l’assoluzione.

  6. Luigi Pavone ha detto

    E’ possibile il pentimento fuori dalla confessione? Cioè, posso sinceramente pentirmi e non recarmi al confessionale?

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Luigi Pavone

      Ci si pente davvero quando si è disposti a riconoscere apertamente le proprie colpe e le proprie mancanze davanti al Padre, il peccato è sempre un inciampo alla propria felicità e Dio tiene al nostro destino più di noi stessi.

    • Emanuele ha detto in risposta a Luigi Pavone

      Sì, è la contrizione perfetta. Dio perdona i peccati…

      Ma vale solo se sia impossibile la confessione sacramentale.

  7. Alèudin ha detto

    mi sembra giusto rimarcare come scritto nell’articolo che da più di 40anni
    tale sacramento ha il nome che si merita: sacramento della Riconciliazione
    non più confessione quindi sforziamoci di usare Riconciliazione.

  8. profundo moreno ha detto

    Per San Paolo la Carità sovrasta e fodera la moltitudine dei peccati.
    La spirito di Nostro Signore Gesù Cristo, nella sua santità è tale da cancellare i peccati, anche i più gravi, sempre che sia presente e consapevole l’intenzione di accedere al Sacramento della Confessione.

    San Tommaso d’Aquino si spinge ancora più avanti, affermando che la contrizione ha un valore così immenso davanti al Padre da annichilire non solo la colpa ma anche il dolo, amnistiando il crimen e aprendo così le porte del paradiso all’anima che lascia il mondo in questa condizione spirituale.

    Ma come è possibile arrivare alla contrizione perfetta? Si tratta di un lungo cammino di purificazione, in modo tale che il nostro più grande dolore sia quello di aver offeso Dio, e il nostro più grande desiderio sia quello di amarlo più di ogni altra cosa e persona.

    La Madonna, Nel messaggio a Mirjana ci promette di insegnarci questa forma sublime di Amore, “l’Amore che cancella tutti i peccati e vi rende perfetti”. Per questo ci invita, nel tempo di Quaresima, a stare vicino alla sofferenza di Gesù, cercando di capire l’amore con cui l’ha sopportata.

    Contemplando la croce, comprendiamo quanto siamo amati. La durezza del cuore si spezza e, vedendosi così amato, si inturgidisce di amore.
    Questo è il lavorio interiore al quale dobbiamo attendere mentre la luce della Pasqua si avvicina.

  9. Giovanni 58 ha detto

    I commenti che leggo lasciano intravedere una grande, forse troppa sicurezza nella propria fede. Io credo che ognuno debba confrontarsi con la naturale propensione al dubbio che è caratteristica di ogni essere umano e che è motore di progresso e civiltà. Comunque a proposito di confessione o riconciliazione va detto che la figura del sacerdote si trova oggi in una situazione di grave crisi per cui è comprensibile che sia entrato in crisi anche il sacramento della confessione. Teniamo presente che l’essere umano porta in sè una carica distruttiva fenomenale che è poi l’essenza del peccato originale. Chidiamoci durante il giorno quante volte siamo riusciti a tenere a bada la nostra distruttività, forse questo potrà aiutare coloro i quali per ragioni varie ed umanamente insondabili non riescono o non a confessarsi.

    • Sophie ha detto in risposta a Giovanni 58

      “I commenti che leggo lasciano intravedere una grande, forse troppa sicurezza nella propria fede”
      “I commenti che leggo lasciano intravedere una grande, forse troppa sicurezza nella propria fede”

      Io non ho dubbi sulla mia fede e aggiungo che i musulmani vengono rispettati più di noi perchè loro sono convinti e noi no. Se tu hai dubbi sulla tua fede, perdonami ma questo non è essere saggi ma è essere tiepidi. Mi fa rabbia sta storia. La gente non crede in Gesù perchè noi siamo i primi a non esserne convinti, e non manchiamo di rispetto a nessuno se parliamo al mondo del Vangelo e di Dio.

    • Giorgio ha detto in risposta a Giovanni 58

      Bisogna capire che cos’è la fede, è un magnete attaccato al frigorifero che se ci dai una botta cade per terra o è come la definisce San Paolo nella Lettera agli Ebrei?

      I dubbi ci sono sempre se noi consideriamo il credere come un “io credo” e basta: invece accanto alla dimensione dell'”io credo”, c’è la dimensione del “noi crediamo”. Abbiamo tutti una Madre, esiste un Corpo mistico di cui sulla terra hanno fatto parte e fanno parte migliaia di persone sante che hanno dimostrato la loro fede attraverso la Carità. Non possiamo da soli esplorare tutti gli aspetti della fede, non possiamo avere tutti i carismi, dobbiamo affidarci ad una Madre, come dei bambini. Il dubbio è legittimo, ma va sconfitto così.

  10. Giovanni 58 ha detto

    Sophie, a proposito del dubbio, di cui ha parlato recentemete anche il Papa ti consiglio un grande libro, si legge velocemente, scritto da Jean Guitton uno dai grandi teologi del 900, grande amico di Paolo IV: “Il mio Testamento Filosofico”. comunque eviterei le contrapposizioni religiose, noi di qui e loro di là oltre il muro, non hanno mai portato a niente di buono. E poi non mi pare che qui da noi i musulmani vengano un granchè rispettati, io per il lavoro che faccio ne incontro molti e sono in genere abbastanza impauriti dall’intolleranza nei loro confronti.

  11. Giovanni 58 ha detto

    Le certezze Kosmiche…

    • Kosmo ha detto in risposta a Giovanni 58

      un altro pseudo-cattolico che si vergogna di esserlo (cattolico, non pseudo) e si sente la causa di tutti i mali del mondo…

  12. Giovanni 58 ha detto

    Le sciocchezze Kosmiche…

  13. Daniele ha detto

    Chiedo, a chi è in grado di rispondermi (però vi chiedo di darmi risposte precise e documentate), se è vero che San Pio da Pietrelcina, quando confessava, molte volte cacciava via in malo modo, e senza nemmeno assolverli, i peccatori che erano andati da lui per confessarsi e che, in alcuni casi, addirittura li cacciava senza nemmeno ascoltare le loro confessioni.

    Perché le cose sono due:

    1) o queste cose che ho riportato sono “fregnacce” messe in giro dal solito manipolo di laicisti-anticlericali per cercare d’infangare un sant’uomo quale Padre Pio: e allora la questione si chiude qui;

    2) o queste cose sono realmente successe: e allora, in questo caso, c’è da chiedersi come mai Padre Pio trattasse così i penitenti.
    Pochi ne parlano, ma so per certo che Padre Pio, oltre alle stigmate (di cui invece tutti sono a conoscenza), aveva ricevuto da Dio anche il dono della cosiddetta “lettura del cuore”, cioè per Padre Pio le coscienze e le disposizioni interiori delle persone che incontrava erano come libri aperti, per cui sapeva praticamente tutto di una persona (compreso se questa era davvero pentita dei propri peccati) senza nemmeno il bisogno che questa aprisse bocca. Per cui, forse, cacciava via soltanto quelle persone in cui non ravvisava un sincero pentimento ed una seria volontà di cambiare rotta (in poche parole: di connvertirsi): ed in tali casi, allora, faceva bene a cacciarli, poiché se il confessore ha il sentore che il penitente non sia davvero pentito, allora ha non solo il diritto ma ha pure il dovere di interrompere la confessione e di non dare l’assoluzione, poiché, altrimenti, si renderebbe complice di un sacrilegio e sarebbe scomunicato latae sententiae insieme al “falso” penitente. O, forse, San Pio cacciava anche coloro che si accostavano al Sacramento davvero pentiti dei propri peccati: anche in questo caso, però, la cacciata era giustificata, in quanto aveva una funzione “pedagogica”, cioè doveva servire al penitente come ammonimento, come una prova, come un modo per spingerlo a riflettere meglio sul senso dei propri peccati e sul dolore che questi hanno arrecato a Dio. Insomma, San Pio, respingendo alcuni peccatori, non intendeva precludere loro la possibilità di riconciliarsi con Dio, ma semplicemente invitava i penitenti ad evitare atteggiamenti superficiali e ad essere più consapevoli del significato del Sacramento della Riconciliazione. Del resto anche Gesù, nel Vangelo, tratta in modo simile (li chiama “ipocriti”) coloro che “Mi onorano con le labbra ma col cuore sono lontani da Me”.
    Ho detto bene?

    • Kosmo ha detto in risposta a Daniele

      ti rispondo io.
      Ho conosciuto preti che lo hanno conosciuto.
      Sì, è vero, qualche volta succedeva.
      Ma non tante volte quanto dicono.
      In verità sarà capitato a qualunque prete di “perdere le staffe”, o di rispondere in malo modo… Quindi niente di particolare.
      Ma sai perchè succedeva a Padre Pio?
      Perchè spesso la gente andava lì per quasi “sfidarlo”, come a dire “vediamo se è vero che questo vecchio bacucco sa dirmi cose che so solo io”, lo trattavano come un fenomeno da baraccone, o pensavano che fosse tale.
      E siccome Padre Pio sapeva leggere nel cuore delle persone…

      • Daniele ha detto in risposta a Kosmo

        Grazie, mi hai chiarito le idee.
        Quindi, in sostanza, sono confermate le cose che dicevo, cioè che Padre Pio aveva ragione quando, in alcuni casi, “perdeva le staffe”.

        • Kosmo ha detto in risposta a Daniele

          Sì, ma, come ho già detto, erno MOLTO POCHE le volte, forse anche meno di una persona qualunque, e sempre per ottimi motivi.

          Per esempio, mi ricordo che lo raccontò in TV, Rispoli disse che Padre Pio celebrò il suo matrimonio.
          Fu molto scorbutico disse, adesso non ricordo se lo disse lui stesso o lo dissero altri, perchè era diventato uno “status-symbol” farsi sposare da lui.
          E celebrò la messa alle 5 di mattina per evitare la ressa e la folla che veniva solo per curiosare.

      • Sophie ha detto in risposta a Kosmo

        Vero! Mio nonno andò lì a pigliarlo per i fondelli e lui giustamente lo cacciò a calci nel sedere….

  14. Giovanni 58 ha detto

    Sicuramente i dati biografici descrivono Padre Pio come una persona che talora non riusciva a controllare la rabbia. Però non lasciamoci fuorviare dalle fiction televisive,le persone con le stigmate sono molto più numerose di quanto si possa pensare, padre Pio è stato fortemente osteggiato dalla Chiesa perchè promuoveva un culto che si rifaceva molto al pensiero magico ed anche in contrasto con i valori del Concilio. Su un sito di cattolici razionalisti queste cose vanno sottolineate, San Paolo inorridirebbe nel sentire certi discorsi. E tutto ciò senza nulla togliere ad una persona che tanto bene ha fatto…

    • Kosmo ha detto in risposta a Giovanni 58

      padre Pio è stato fortemente osteggiato dalla Chiesa perchè promuoveva un culto che si rifaceva molto al pensiero magico ed anche in contrasto con i valori del Concilio

      ma tu sei fuori come un balcone.

      • Dario ha detto in risposta a Kosmo

        Padre Pio era accusato soprattutto di essere un impostore con false stimmate e dalla condotta immorale, ma erano solo calunnie. Come pure è calunnia (o fortemente ambiguo, se con ‘promuoveva’ ti riferisci ad un qualcosa di comunque involontario da parte sua) dire che promuoveva un culto quasi magico. Padre Pio era un uomo super-ortodosso, e non si è mai messo in mostra, ha sempre cercato di nascondere le sue stimmate e si definiva un semplice frate che prega. Vero che intorno a lui finì per crearsi anche fanatismo e superstizione, ma questo perchè tra gli uomini c’è sempre chi esagera e fa degenerare, e i fedeli di Padre Pio non facevano eccezione. Ma non dipese da lui, e non può far dimenticare l’immenso bene che fece, questo certamente voluto dal santo frate. Inoltre il rapporto tra Padre Pio e la Chiesa è stato troppo complesso per ridurlo ad un ‘fu fortemente osteggiato dalla Chiesa’, perchè esso variava a seconda dei papi: Benedetto XV, Pio XII e Paolo VI furono molto favorevoli a lui e lo protessero (e non credo fossero sostenitori di culti superstiziosi), Pio XI e Giovanni XXIII no, ma perchè male informati, avendo tra l’altro grandi avversari di Padre Pio tra i loro consulenti (ad esempio: Padre Agostino Gemelli era stimato da papa Ratti, e il vescovo Gerolamo Bortignon era un caro amico di Roncalli).
        Trovo poi strano che Padre Pio posse essere stato criticato anche perchè quello che faceva era ‘in contrasto con i valori del Concilio’, dato che le persecuzioni iniziarono negli anni 20, e il concilio si tenne nel 1962-65.

    • Daniele ha detto in risposta a Giovanni 58

      Hai detto un mare di inesattezze:

      1) “Padre Pio non riusciva a controllare la rabbia”: Padre Pio, invece, aveva ricevuto da Dio la forza per sopportare le tremende sofferenze e tentazioni alle quali il diavolo lo sottoponeva. Soffrì molto in vita sua, ma non cedette mai al vittimismo, alla rabbia, allo sconforto. Certo, magari era vivace di carattere e diretto nel rispondere, per cui alcuni interpretavano erroneamente come “rabbia” o come “mancanza di autocontrollo” quello che invece era un suo normalissimo aspetto del carattere (sai che noia se tutti fossimo fatti con lo stampino, cioè con lo stesso carattere! E poi chi decide che “un carattere va bene e l’altro no?”);

      2) “Padre Pio fu osteggiato dalla Chiesa”: i laicisti-anticlericali hanno furbescamente saputo trasformare in “avversione della Chiesa per Padre Pio” quella che, in realtà, è la prassi della Chiesa in casi simili, cioè la doverosa PRUDENZA (che è una Virtù) che deve accompagnare i Vertici della Chiesa prima di esprimere un giudizio di qualsiasi tipo. La Prudenza di cui parlo fu – ed è ancora – in vigore in tutti i casi di persone con le stigmate o con “doti particolari”, non solo Padre Pio. Comunque quella stessa Chiesa, che tu dici essere stata contraria a Padre Pio, lo ha poi Canonizzato… quindi direi che di ostile non c’è e non c’è mai stato nulla, se non la campagna di disinformazione anticlericale messa in piedi dai laicisti contro la Chiesa e contro San Pio;

      3) “Padre Pio promuoveva un culto che si rifaceva al pensiero magico ed era in contrasto col Concilio”: la realtà è che Padre Pio ammoniva i fedeli dicendo loro di stare lontanti dalla magia, da lui definita come uno dei modi con cui andare dritti nelle braccia del diavolo; in merito al Concilio, le riforme, compresa quella liturigica, entrarono in vigore quando Padre Pio era molto malato ed era vicino alla morte, per cui mi riesce difficile pensare che Padre Pio abbia avuto tempo e modo di esprimersi sui temi concicliari (non esistono documenti, interviste o testimonianze in cui si dica che Padre Pio era critico nei confronti del Concilio: gli unici “scritti” – a chiamarli “documenti” commetterei un errore, perché documenti non sono – in cui si propina questa teoria sono quelli dei laicisti, tesi a mettere zizzania tra Padre Pio e la Chiesa. Ma sono scritti privi di qualsiasi prova convincente. Invece è ben documentata la totale obbedienza di Padre Pio alla Chiesa, Chiesa che amò totalmente e che considerava come una Madre.

      4) “in un sito di cattolici razionalisti certe cose van dette”: innanzitutto UCCR significa Unione Cristiani Cattolici Razionali. Ad essere Razionalisti, cioè a fare della ragione un vero e proprio culto religioso (il Razionalismo), sono quelli dell’UAAR: Unione Atei ed Agnostici Razionalisti. Questo è un sito di Razionali, non di Razionalisti. Razionali significa semplicemente “coloro che usano la ragione” (ed il binomio “Cattolici Razionali” sta a significare che non esiste conflitto tra l’avere la Fede e l’usare la Ragione). Poi, io direi che su un sito di Razionali, van dette cose vere, di provata autenticità: perciò non trovano posto frasi prive di fondamento come “Padre Pio non controllava la rabbia”, “Padre Pio fu osteggiato dalla Chiesa” e “Padre Pio promuoveva culti magici, in opposizione al Concilio”.

      5) “San Paolo inorridirebbe”: tra San Paolo, San Pio e tutti gli altri Santi c’è sintonia, poiché tutti sono Santi nel Signore, quindi tra i Santi c’è corrispondenza di pensiero ed intenti e non c’è spazio per l'”inorridimento”.

      6) “Senza nulla togliere ad una persona che ha fatto del bene”: non hai fatto altro che demolire Padre Pio e la Chiesa basandoti su presupposti privi di fondamento e credi di non “aver tolto nulla” ad un Santo che ha fatto – e, aggiungo, dal Cielo sta ancora facendo – un sacco di bene al prossimo?

      • profundo martinez ha detto in risposta a Daniele

        Ti ringrazio per il commento che non avrei saputo scrivere meglio. Un abbraccio forte.

        Sono molto devoto a Padre Pio.

        Aggiungerei anche un settimo punto:
        7)l’assoluto disprezzo per i beni terreni, la ricchezza, il lusso, gli agi, la mondanità, il successo, gli eccessi, i vizi e le storpiature. San Pio vero erede di Santo Francesco e antesignano di Papa Francesco.

  15. Giovanni 58 ha detto

    Al di là delle argomentazioni Kosmiche, vi chiedo scusa, in effetti mi rendo conto che non è possibile affrontare l’argomento Padre Pio in modo critico senza urtare la sensibilità di chi gli è devoto.

    • Dario ha detto in risposta a Giovanni 58

      Al contrario, è possibilissimo:D Le critiche che hai ricevuto non nascono da un delitto di ‘lesa maestà’, ma solo dal fatto che le hai sparate un pò grosse e in modo un pò grossolano. Le vite dei santi sono complesse, non è sbagliato dire che hanno anche difetti, perchè sono persone migliori, non esseri perfetti. Però, un conto è dire che Padre Pio a volte era brusco e anche manesco, perchè aveva un pudore da montanaro ed era molto semplice e umile, quindi era disturbato da tante, troppe attenzioni eccessive alla sua persona, che distoglievano da ciò che veramente importava, ossia Gesù Cristo. Un altra cose, invece, è dire che non sapeva controllare la rabbia, manco fosse stato un iracondo che passava tutto il tempo a sbraitare. Anche le famose sfuriate al confessionale, erano volute e con un intento pedagogico, per scuotere persone che si accostavano al sacramento senza essere veramente pentite.

    • Daniele ha detto in risposta a Giovanni 58

      Il punto è che le cose che hai scritto tu sono critiche a Padre Pio prive di fondamento: io, invece, ti ho risposto argomentando e spiegandoti quello che non va in ciò che hai detto. Non difendo Padre Pio “acriticamente”, ma lo difendo con prove alla mano. Anzi, la mia devozione per Padre Pio nasce proprio dal ritenere degne di credibilità le prove a favore della sua santità. Ecco un altro di quei casi in cui si può ben dire che Fede e Ragione possono stare insieme.

  16. Li ha detto

    Papa Bergoglio da filo da torcere ai tradizionalisti estremi:

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-falso-mito-di-bergoglio-progressista-7785.htm

« nascondi i commenti