L’infermiera ugandese Busingye: «l’HIV non si vince con il preservativo»

Ancora una volta il quotidiano Avvenire pubblica una bella intervista, in questo caso a Rose Busingye, infermiera ugandese  specializzata in malattie infettive, fondatrice e presidente del Meeting Point Kampala Association che si occupa della cura di pazienti affetti da HIV/AIDS, dei loro figli e dell’assistenza ai giovani.

Ricordiamo che la Chiesa è fortemente impegnata nella lotta contro l’HIV, oltre il 25% delle strutture che nel mondo assistono i malati di Aids sono cattoliche, tra i più attivi la Comunità di Sant’Egidio, l’associazione AVSI e il Catholic Medical Mission Board (Cmmb), quest’ultimo impegnato nelle aree più povere del mondo attraverso l’invio di personale medico volontario e di strumentazioni mediche, nonché la raccolta e la distribuzione di farmaci alle popolazioni bisognose. Numerosi anche gli interventi del Santo Padre su questa tematica, l’ultima proprio nel novembre scorso quando ha lanciato un appello di sensibilizzazione su questa tragica realtà in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS. Il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone ha anche richiesto l’accesso gratuito alle cure. Non a caso sia l’ONU che l’OMS, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, hanno ufficialmente ringraziato la Chiesa per il suo impegno (l’OMS tuttavia ha contribuito alla diffusione dell’HIV in Africa a causa di un contraccettivo ormonale distribuito)

Il Meeting Point di Kampala (Uganda) è una di queste realtà cattoliche dove hanno perfettamente capito –come ha spiegato il virologo Carlo Federico Perno-, che per combattere l’AIDS occorre un cambiamento culturale sulla sessualità, a nulla serve rovesciare in testa agli africani casse di preservativi colorati. La Busingye, da anni al fianco dei malati di HIV, ha infatti spiegato: «La nostra salvezza non sta dentro un pezzo di plastica. Dobbiamo tornare a essere uomini veramente. Uomini che hanno dignità e hanno valore. Il preservativo non serve a nulla se non si cambia prima il metodo, la vita. Applicare uno strumento e non cambiare la vita non porta a niente. Sarebbe come dire: tu sei un animale, che agisce soltanto seguendo il suo istinto, non sei un uomo che può controllarsi».

«Per questo da noi, in Africa», ha proseguito, «oggi l’uso del preservativo è visto soltanto come ultima spiaggia. Dobbiamo chiederci che senso ha il sesso. Oggi è come se fosse la cosa più importante del mondo. È l’esaltazione di un idolo. Se voglio bene all’altro e so che il metodo che sto usando porta in sé un minimo di pericolo, allora non rischio. Il vero problema è educare la persona a comprendere che ha un valore più grande, di cui è responsabile. La questione vera è il riconoscere il valore di sé stessi». Ha quindi proseguito: «rispondere soltanto a un bisogno (come può essere il sesso) dimenticando la totalità della propria persona lascia insoddisfatti. Perché il cuore è desiderio di infinito».

I risultati di questo metodo sono ostinatamente sotto gli occhi di tutti, alla faccia degli accusatori che nel 2009 si sono scagliati contro Benedetto XVI il quale ha semplicemente ribadito tutto questo. L’Uganda infatti, -al contrario degli altri paesi africani- negli ultimi dieci anni, ha conosciuto una drastica diminuzione del numero di persone infette da Aids (dal 21% al 7%). Il motivo è che -ha spiegato l’infermiera ugandese- «questo nuovo modo di guardarsi in Uganda ha cambiato tutti. In Uganda abbiamo la fortuna di avere un presidente, Yoweri Museveni, che lo ha capito sin da subito. E ne sono molto orgogliosa. Non è un cattolico, eppure è tra coloro che tre anni fa, nella bufera nata dopo le dichiarazioni del Papa in occasione della sua visita in Africa, si è subito schierato dalla sua parte. Museveni ha da subito affermato che bisogna ritornare alle origini. Perché la nostra “salvezza” non è dentro un pezzo di plastica. Non ci salveremo grazie a un preservativo. Dobbiamo tornare a essere uomini veramente. Uomini che hanno dignità e che hanno valore. Attenzione: questo non è un discorso cattolico, perché questo valore non ce lo dà la religione, e nemmeno il Papa. Il Papa ce lo fa conoscere, ci educa a capire che siamo uomini che hanno un valore infinito. Rispondere al nostro istinto, ai nostri bisogni immediati, è troppo poco per la grandezza del nostro cuore».

Benedetto XVI aveva dunque ragione nel suggerire che è la «riduzione nei partner sessuali» a condurre «a una decrescita delle nuove infezioni da Aids», e non una massiccia diffusione del condom che, al contrario, porta ad un incremento. Questo, lo ha spiegato Edward C. Green, direttore dell’AIDS Prevention Research Project al centro Harvard per gli Studi su Popolazione Sviluppo,  è «dovuto in parte a un fenomeno conosciuto come “compensazione di rischio” ». Così, ha proseguito, «il Papa è corretto, o per metterlo in un modo migliore, la migliore evidenza che abbiamo è di supporto alle dichiarazioni del Papa. C’è un’associazione costante, dimostrata dai nostri migliori studi, inclusi i “Demographic Health Surveys”, finanziati dagli Stati Uniti, fra una maggior disponibilità e uso dei condoms e tassi di infezioni HIV più alti, non più bassi». Il ricercatore di Harvard nel 2009 ha anche affermato: «Diffondevo contraccettivi in Africa. Oggi dico che solo la fedeltà coniugale batterà l’Aids», mentre la sua università nel 2006 ha premiato suor Miriam Duggan per la sua dedizione ai malati di Aids/Hiv in Uganda, dove il numero dei contagi in Uganda è diminuito, come d’altra parte è stato verificato che nei Paesi africani a maggioranza cattolica è più basso il tasso di diffusione dell’HIV.

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48 commenti a L’infermiera ugandese Busingye: «l’HIV non si vince con il preservativo»

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  1. Salvatore ha detto

    Un’ottima risposta da una persona che vive quotidianamente assieme ai malati di AIDS, e che dunque conosce il problema molto più che gli scienziati delle università europee e americane, i quali tuttavia le danno ragione come ha fatto Edward Green e altri studiosi.

  2. Fede_81 ha detto

    Ripropongo questo editoriale di un epidemiologo dell’università tor vergata che mi sembra collimare perfettamente con la visione di questa infermiera ugandese: http://www.medicinaepersona.org/resources/rassegna/N13422aa4fffa97f65ad/N13422aa4fffa97f65ad/EDITORIALE-PERNO.pdf

  3. Ugo La Serra ha detto

    L’efficacia del preservativo nella prevenzione dell’AIDS e di quasi tutte le altre malattie a trasmissione sessuale è scientificamente provata.
    Banalmente, anche l’astensione è efficace nella prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale.
    La seconda però, riduce notevolmente la qualità della vita.

    • Azaria ha detto in risposta a Ugo La Serra

      Si, l’efficacia del preservativo e` scientificamente provata con varie teorie, ma se i fatti si discostano dalla teoria (come in questo caso) secondo te chi ha torto?

      • Ugo La Serra ha detto in risposta a Azaria

        Scientificamente provato vuol dire che teoria e fatti coincidono. Altrimenti non è scientificamente provato.
        La soluzione ottimale deve avere il massimo effetto con il minimo sforzo. L’astinenza è sicuramente più efficace del preservativo, anche se di pochissimo, ma richiede uno sforzo notevolmente maggiore. Quindi è una soluzione pessima.

        • Paolo Viti ha detto in risposta a Ugo La Serra

          Infatti l’Università di Harvard non ha premiato suor Miriam Duggan per aver insegnato solo l’astinenza ma per aver educato ad un concetto nuovo di sessualità, basata sulla monogamia, sulla fedeltà di coppia, sui metodi naturali ecc., cioè ha portato in Uganda la visione cattolica del sesso, vincendo come unico Paese africano l’AIDS.

          La soluzione è facile, ma voi pur di distribuire il condom volete impedire che l’AIDS sparisca. Non si può eliminare una malattia legata ai
          comportamenti sessuali senza cambiare i comportamenti stessi, lo volete capire o no?

          Certo, seguendo il tuo ragionamento, rovesciare una cassa di preservativi sopra la testa di un africano impiega minimo sforzo, piuttosto che educarlo ad una concezione differente del sesso. Pensa che il vero minimo sforzo è obbligarli alla castrazione, in questo modo l’AIDS si elimina davvero e darwinisticamente i “soggetti deboli” non si riproducono. Mi sembra in linea con i tuoi ragionamenti, no?

          • Ugo La Serra ha detto in risposta a Paolo Viti

            A parità di comportamento sessuale (frequenza dei rapporti, numero di partner) l’utilizzo del preservativo diminuisce drasticamente la trasmissione di malattie veneree, AIDS compreso.
            Sicuramente il preservativo, completamente inutile per chi si astiene dal sesso, difende dall’AIDS tutti coloro che intendono vivere la propria sessualità in maniera libera e completa. Chi vuole vivere la sessualità in questo modo, secondo voi, deve ammalarsi? Secondo me NO.

            • Paolo Viti ha detto in risposta a Ugo La Serra

              Quello che ancora non capisci è la definizione di “compensazione del rischio” spiegata da Edward Green, ovvero che il preservativo è la causa di un comportamento sessuale scorretto, ovvero secondo le sue parole: ” quando uno usa una ‘tecnologia’ a riduzione di rischio come i condoms, spesso perde il beneficio (riduzione di rischio) ‘compensando’ o prendendo chances maggiori di quelle che uno prenderebbe senza la tecnologia di riduzione del rischio”.

              Questo è un rischio enorme e puntualmente verificato, a meno che alla base vi sia un cambiamento di mentalità sul sesso. Peccato che “voi” impediate tale cambiamento, contribuendo così all’aumento della compensazione del rischio e quindi alla diffusione dell’HIV.

              • Ugo La Serra ha detto in risposta a Paolo Viti

                L’intento è quello di lasciare fuori protezione dall’AIDS e dalle altre malattie veneree tutti quelli che vogliono deliberatamente avere un comportamento sessuale più umano, che invece verrebbero tutelati sufficientemente con l’uso del profilattico, anche in caso che quest’ultimo consentisse loro un comportamente più disinibito.

                • Paolo Viti ha detto in risposta a Ugo La Serra

                  Ognuno è libero di ammalarsi di AIDS, ci mancherebbe. Se però il sistema sanitario vuole essere efficace deve ascoltare i ricercatori dell’università di Harvard i quali, lo ripeto per l’ennesima volta, hanno assunto una chiarissima posizione: non è il condom a proteggere dall’AIDS ma un cambiamento di mentalità rispetto al sesso. I fatti in Uganda lo hanno dimostrato, quando tu e tanti altri lo capirete allora tante altre persone potranno salvarsi dall’HIV, come oggi gli ugandesi.

            • Paolo Viti ha detto in risposta a Ugo La Serra

              Non capisco questa tua ossessione verso l’astinenza, come se fosse l’unica alternativa al condom. Ma chi te l’ha insegnato?

              • gladio ha detto in risposta a Paolo Viti

                Non è tanto questione di astinenza o non astinenza, è questione di educazione alla sessualità,che, a differenza dell’ educazione sessuale (cosa leggermente diversa), pochissimi si fanno carico di diffondere.
                Faccio un esmpio banale: la prostituzione.
                Quante volte abbiamo sentito in vari dibattiti pubblici, specialmente televisivi qualche personaggio famoso e autorevole affermare che, a patto non vi sia coercizione, la prostituzione è un “mestiere” come un altro( sic!).Vorrei proprio vedere se, venendo a conoscenza che la propria figlia esercita questo “mestiere”,avrebbe ancora la voglia ( e la forza) di fare certe affermazioni in pubblico.Quest’ esempio per far capire che non tutti i comportamenti, solo per il fatto di essere frutto di una libera scelta sono eticamente corretti.Ma non perchè infrangono un qualche dogma religioso ma perchè sono semplicemente contrari ala dignità umana ( com’è facilmente intuibile).

        • Azaria ha detto in risposta a Ugo La Serra

          I fatti coincidono? Dove abbonda il preservativo sovrabbonda l’AIDS! Questo e` l’unico fatto che si puo` verificare, a patto di aprire gli occhi ed abbandonare l’oscurantismo.

        • Ateofago ha detto in risposta a Ugo La Serra

          Che l’astensione ridurrebbe “notevolmente la qualità della vita” è una congettura arbitraria e priva di qualsiasi riscontro scientifico, nonché contraria ai fatti e alla esistenza di tutti coloro che la praticano.

          • Ugo La Serra ha detto in risposta a Ateofago

            Il concetto di qualità della vita è relativo a ciò che ogni singolpo vuole fare della propria esistenza. Per quanto riguarda me, e la maggior parte degli esseri umani, praticare buon sesso (come quantità e qualità) è una cosa che aumenta la qualità della vita.

            • Gennaro ha detto in risposta a Ugo La Serra

              Nessuno intende sindacare sulla tua qualità della vita, ognuno è libero di comportarsi come crede, il piacere della sessualità è un ennesimo dono di Dio all’uomo, tuttavia come tutti i doni è ben usarlo con serietà, tutto al contrario di quanto si dice oggi, sopratutto “tu e la maggior parte degli esseri umani”.

            • Ateofago ha detto in risposta a Ugo La Serra

              «Il concetto di qualità della vita è relativo a ciò che ogni singolpo vuole fare della propria esistenza»

              In base a questo principio se un “singolPo” crede di essere Napoleone la sua qualità della vita è migliore a palazzo Chigi. Ecco come mi spiego certe sparate degli ultimi governi… il relativismo nuoce gravemente alla salute -_-

        • Raffaele ha detto in risposta a Ugo La Serra

          Il problema più grosso è che però la seconda è molto più efficace della prima, in quanto l’astensione, ma anche la sessualità praticata in modo monogamico, eliminano la possibilità di contagio, mentre il preservativo, che negli studi conferma una reale efficacia nel prevenire il contagio, lascia una possibilità di contagio che in realtà non è neanche piccola (5-20%). Non a caso, ciò che nei fatti di uno studio si è dimostrato soddisfacentemente efficace, ha comportato effetti opposti in una dinamica di popolazione, dove vi sono varianti, come la compensazione del rischio, che in uno studio non possono essere incluse e previste. Ecco perché dagli studi scientifici ci si aspettava di ridurre l’incidenza di HIV, mentre poi nei fatti essa è aumentata lo stesso, a differenza della riduzione che si ha con un’educazione sessuale. E poi vabbè, il fatto che si riduca la qualità della vita è un fatto completamente soggettivo e aleatorio. Conosco persone che dicono di star meglio da quando hanno deciso di fare un percorso di castità col proprio partner rispetto a quando vivevano la loro sessualità senza alcun freno.

          • Azaria ha detto in risposta a Raffaele

            @Raffaele:
            Una curiosita`: sei per caso lo studente di medicina ferocemente (e giustamente) accanito contro l’aborto che postava fino a qualche tempo fa?

            • Raffaele ha detto in risposta a Azaria

              Studio medicina e su questo sito ho commentato e scritto diverse volte, ma sinceramente non ricordo di aver scritto commenti sull’aborto, almeno qui, ma potrei anche ricordar male. Se mi citi il post posso dirti se ero io a scrivere, sinceramente non so se ci sono altri Raffaele che scrivono qui.

              • Raffaele ha detto in risposta a Raffaele

                Ad ogni modo, per precisare, sono un antiabortista convinto e “feroce” nel senso non aggressivo ma difensivo del termine.

                • Manuzzo ha detto in risposta a Raffaele

                  Caro Raffaele, come già detto altre volte io ho una ragazza che vuole praticare la sessualità solo dopo il matrimonio, e fortunatamente mi ha aperto gli occhi su quello che facevo prima. Ma il fatto che tu asserisci che c’è un 5% di probabilità di prendere l’AIDS anche col preservativo (se è una statistica comprovata, magari postaci delle ricerche, che avrò il tempo di studiare!) significa proprio che la dissolutezza è un rischio che colpisce una volta su venti. Cioè, se io avessi avuto rapporti, usando il preservativo, con una “nuova fiamma” (e solo con lei, ma che sia già stata infettata”), è facile che in un mese, immagino, avrei raggiunto i 20 rapporti… quindi, con buona approssimazione, mi sarei ammalato. Se la probabilità che hai postato è vera, questo significa che, comunque vada, è pericolosissimo esporsi in modo poligamo! Sinceramente però il 20% lo vedo un pò caricato, forse il 5 ci sta, puoi postare qlks per approfondire (anche se non mi interessa privatamente, giusto per sapere)

                  • Azaria ha detto in risposta a Manuzzo

                    @Manuzzo.
                    Ho fatto un giretto su internet ed i numeri sbandierati sono anche peggiori del 5%. Le statistiche cambiano molto ma tieni conto che e` una cosa anche normale. Infatti il preservativo ha dei micro crateri che sono piu` grandi degli spermatozoo ed incredibilmente piu` grandi dei virus. Tali crateri aumentano il loro diametro all’aumentare della temperatura, quindi piu` si va in una zona calda piu` la probabilita` di fallimento aumenta (i buchi nel lattice si allargano piu` velocemente del materiale organico). Una statistica fatta in un inverno finlandese e` valida quanto una fatta nell’estate egiziana pur riportando dati profondamente diversi (ho letto ache di un 50% sfiorato, ma non so quanto credibile).
                    Le statistiche parlano di casi in cui il preservativo NON si sfili e NON si rompa.

                    Ovviamente bisogna vedere a cosa questi numeri si riferiscano.
                    Ho letto qua e la` che anche in un rapporto senza preservativo la probabilita` di essere contaggiati e` del 10%.
                    Ora, volendo prendere per vera tale statistica, se si fa coincidere la percentuale di fallimento del codom come il rapporto fra il numero di contaggi ed il numero di rapporti sessuali con parnter infetto, tale probabilita` non potra` mai superare il 10% per una questione matematica.
                    Se invece (come e` piu` onesto) si fa coincidere la probabilita` di fallimento del codom come il rapporto fra il numero di contaggi avuti usando il codom fratto il numero di contagi avuti senza usarlo allora tale probabilita` puo` tranquillamente superare (in matematica) il 90%. Ma in questo caso, sempre considerando vera la statistica di cui sopra, se si registra una percentuale di fallimento del 20% significa che facendo sesso con un partner infetto si ha il 10% di probabilita` di essere infettati senza il codom, il 2% di essere infettati con il codom (il 20% del 10% equivale al 2% del totale).

                    Inoltre, devo correggere una tua osservazione fatta dal punto di vista statistico.
                    Hai considerato che se la probabilita` di contagio e` del 5% per ogni rapporto, con 20 rapporti si ha la certezza del contaggio, probabilmente perche` 20×5%=100%.
                    I calcoli con le statistiche sono leggermente diversi (per semplificarteli al meglio usero` le stime del 5% di fallimento del preservativo):
                    Probabilita` 1=100% equivale alla quasi certezza (o alla certezza) che l’evento si verifichi
                    Probabilita` 0=0% equivale alla quasi certezza (o alla certezza) che l’evento NON si verifichi
                    In questo caso la probabilita` di restare sano dopo 1 rapporto e` pari allo 0.95(=95%, visto che il fallimento e` del 5% o dello 0.05) e dopo N rapporti la probabilita` di restare sano e` dello 0.95 elevato ad una potenza N, quindi dopo 20 rapporti tale probabilita` e` circa del 36% (piu` di un terzo) e quindi la probabilita` di contagiarsi di “appena” 64% (=100%-36%).

                    So che il ragionamento e` difficile, spero di essere stato chiaro.

                    • Raffaele ha detto in risposta a Azaria

                      Non fidarti dei numeri sbandierati su internet Azaria. Su internet tra blog, siti personali, siti pseudoseri, ecc. trovi veramente di tutto, da una parte lessi anni fa che il contagio senza condom è pari allo 0,2% dei casi, un altro scriveva 5%, su un altro sito si diceva che avveniva in quasi tutti i casi. Addirittura su internet trovi scritto che una coppia ha fatto per decenni sesso senza preservativo con uno dei 2 risultante sieropositivo e il contagio non era mai avvenuto perché in realtà l’HIV non è un virus, non esiste, è solo un’invenzione delle case farmaceutiche e tante altre palle complottiste. Se vuoi un consiglio quando parli di numeri e cifre, in medicina, prendi solo dati di letteratura, che sono gli unici ad avere credibilità ed attendibilità essendo roba ufficiale e controllata. Per il resto aspetto di capire dove ho parlato di aborto perché proprio non mi ricordo.

                    • Azaria ha detto in risposta a Azaria

                      Infatti Raffaele, non mi fido molto, ma come vedi il ragionamento che ho fatto e` indipendente dai dati di partenza, quindi anche se i dati fossero sbagliati il ragionamento non ne verrebbe invalidato. Naturalmente questo non entra in contrasto con cio` che affermi tu, e cioe` che avere rapporti con patner infetti e` pericoloso anche con il preservativo, ho solo voluto correggere una valutazione di Manuzzo sui dati statistici (e tu che fai medicina non dovresti avere problemi a controllare che le mie osservazioni sui calcoli statistici sono corrette).

                      Non sono un medico, ma un ingegnere e quindi riguardo alla medicina non posso saperne quanto te, ma visto che con i numeri e la logica qualcosa la capisco ho voluto dare un chiarimento.

                      Il ragionamento sull’espansione dei corpi all’aumentare della temperatura credo giustifichi anche i dati discordanti che hai riportato tu (5%-13%-20%) e giustifica il perche` tale discordanza non ne invalida l’attendibilita`.

                      Avevo letto della teoria secondo cui l’HIV non esisterebbe… una tristezza… se si sviluppa poi tale bislacca teoria solo gli uomini dovrebbero essere affetti da AIDS, le donne ne dovrebbero essere immuni e comunque non ci dovrebbero essere difficolta` a curarla… insomma un’assurdita` dietro l’altra.

                      Per l’aborto, ricordo un tuo intervento (se eri tu, ma dai tuoi commenti direi di si) in cui parlavi di una volta in cui hai portato la tua ragazza dalla guardia medica di notte (per un mal di testa) e vedendovi era impallidito quasi supplicandovi di non metterlo nei guai con i contraccettivi di emergenza perche` era obiettore, li` hai esternato la tua contrarieta` all’infanticidio pre parto.

                      Concludo facendoti i miei complimenti per i tuoi lucidi commenti e la tua pazienza nel cercare le fonti per noi. Stasera a casa avro` di che leggere.

                    • Manuzzo ha detto in risposta a Azaria

                      Azaria, io ho detto solo che IN MEDIA con venti rapporti ti ammali (la famosa legge dei grandi numeri: questa è una bernoulliana quindi su 20 rapporti, dato il 5% di eventualità caso favorevole, ti ammali una volta, SUI GRANDI NUMERI!). Mi sto laureando in statistica, quindi di calcolo combinatorio ne capisco qualcosa, e le probabilità sono indipendenti in questo caso: ad ogni rapporto hai sempre, se fissi il 5% di ammalarti, il 5% costante. Poi nel caso cumulato (voglio sapere dopo X rapporti qual’è la probabilità che almeno una volta sono stato in caso favorevole, si fa per dire, contagiato) è come hai detto tu e siamo d’accordo. Grazie cmq della delucidazione e del tuo intervento!

                    • Raffaele ha detto in risposta a Azaria

                      Le fonti Azaria sono la cosa più importante quando si parla di cose scientifiche. Io non parlerò mai di una determinata cosa se prima non ho letto fonti che riguardano quella cosa. A dire il vero le suddette fonti non le ho cercate oggi, ma le ho riprese da precedenti discussioni che ho avuto qui, in particolare quando parlai con la mitica Giulia, con la quale ho anche avuto una corrispondenza in privato.

                      Per quanto riguarda il discorso dell’aborto, effettivamente il commento che citi è il mio, è questo qui: http://www.uccronline.it/2012/07/25/medici-e-farmacisti-possono-obiettare-anche-sulla-pillola-del-giorno-dopo/#comment-82982
                      Ricordo quasi con angoscia quell’episodio tremendamente emblematico, ma questo mi spinge di più nella mia lotta in difesa della vita. Ultimamente mi sto interessando molto di questo mondo delle pillole che causano aborti subdoli come quella dei 5 giorni dopo, dei cui aspetti negativi non sa niente nessuno. Anche qua su UCCR ho chiesto di pubblicare degli articoli a riguardo, l’ultimo è stato pubblicato proprio una settimana fa: http://www.uccronline.it/2012/12/05/ellaone-ecco-come-spacciare-laborto-per-contraccezione/ . E a tal riguardo devo ringraziare la redazione per avermi dato la possibilità di farlo. Spero tanto serva a qualcosa, perché sapere che l’aborto è la prima causa di morte al mondo è una cosa per cui francamente non mi do pace. Ma le cose già ora stanno cambiando e dobbiamo continuare così. Ciao Azaria, alla prossima! 🙂

                  • Raffaele ha detto in risposta a Manuzzo

                    Ma certo Manuzzo. È ammirevole la tua curiosità, soprattutto alla luce del fatto che generalmente mi scontro con gente che quando gli dici questa cosa ti offende, si mette a ridere, ovviamente poi quando gli posti la fonte scompare o nel peggiore dei casi si azzarda a manipolare il contenuto pur non essendo del settore. Il mio 5-20% deriva in realtà da una commistione di più fonti di letteratura scientifica:
                    1) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10614517
                    qui si parla di non meno di 60% e non più di 96%, con una media dell’87%
                    2) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18798401
                    anche qui si parla di 60-95%, con media dell’80%
                    3) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11869658
                    qui si parla di 80% e ritengo sia la fonte più autorevole (trattandosi del Cochrane Database Review Institute).

                    Come puoi vedere io ho detto 5-20%, in realtà a voler essere più corretti dovremmo dire 13-20%, perché prendendo solo ed esclusivamente i valori medi (2 80% e 1 87%), siamo in realtà fra 13 e 20, ma siccome leggo che si può arrivare al 96% mi piace essere buono e dare fiducia, anche perché mi piace convincere la gente non tanto facendo terrorismo quanto argomentando. A tal riguardo io ti consiglio davvero vivamente di leggere questo straordinario articolo di un esperto a livello nazionale come Renzo Puccetti che per me personalmente è un riferimento sia in ambito internistico, sia in campo bioetico: http://www.zenit.org/article-17816?l=italian .
                    Come potrai vedere riprende il su citato studio Cochrane e sviscera il problema nel dettaglio. Tu affermi: il fatto che tu asserisci che c’è un 5% di probabilità di prendere l’AIDS anche col preservativo significa proprio che la dissolutezza è un rischio che colpisce una volta su venti e ancora Se la probabilità che hai postato è vera, questo significa che, comunque vada, è pericolosissimo esporsi in modo poligamo . Ti rispondo: esatto, è pericolosissimo, anzi, leggendo Puccetti capisci che non è 1 su 20, ma di più, perché quelle statistiche sono fatte su un uso perfetto del preservativo, ma come puoi vedere un uso allo stesso tempo corretto e continuo del condom è un qualcosa che praticamente è molto difficile da raggiungere. Puccetti dice che usando il preservativo in modo corretto e costante ci aspettiamo dopo 10 anni che si infetti l’11% delle persone, andando però a studiare cosa succede nella realtà si evince che la percentuale è stata in alcuni casi il 70%. Io aggiungo, tanto per apportare un altro esempio, che in questo studio (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15939852) si parla di uso corretto e continuo solo in 80 persone, cioè il 16%. A questo punto puoi capire che la % di contagi nella pratica è per forza di cose più alta di quella che ti aspetti dagli studi, i quali di per sé già parlano di cifre alte, come tu stesso dici. Ora forse puoi capire perché ti viene da spaccare la tv o il pc quando vedi che nella giornata contro l’HIV tutti dicono “usate il preservativo” mettendo i colorati condom accanto a quel nastro nero. Queste cose non le sanno le persone e pensano di stare protette. Eppure lo studio citato da Puccetti lo trovi nello stesso sito del WHO (OMS in inglese): http://apps.who.int/rhl/reviews/CD003255.pdf . Quindi lo sanno, ma queste cose che tu sei avido di sapere non le dicono e così facendo hanno fatto danni e continueranno a farne. Ora forse hai capito perché introdurre il condom ha addirittura aumentato l’incidenza di HIV mentre in Uganda con diverse politiche hai avuto diminuzione. Chiudo con una battuta: il giorno in cui conoscerò una persona che riesce ad avere 20 rapporti in un mese sicuramente gli stringerò la mano 😀
                    Per qualsiasi chiarimento scrivimi, tanto col cell leggo i feed ogni volta che ho una pausa…non appena ho letto la tua domanda mi sono fiondato al pc per risponderti, ma ne avevo già parlato qui su UCCR.

                    P.S. fai i complimenti alla tua ragazza da parte mia, anche a me è successa la stessa cosa, ma al contrario, cioè io ho parlato a lei atea di castità ed oggi, dopo tanti anni, è lei che ne parla a me 😉
                    Ciao Manuzzo

                    • Manuzzo ha detto in risposta a Raffaele

                      Grazie della disamina! cmq complimenti più a te, non credo che sia un luogo comune che la castità è più facile per le donne che per gli uomini….

                    • Panthom ha detto in risposta a Manuzzo

                      Beh Raffaele fa parte della redazione UCCR, è certamente una persona preparata e lo ha dimostrato più volte!

        • lorenzo ha detto in risposta a Ugo La Serra

          Siccome non ti sei nemmeno preso la briga di leggerlo, per tua comodita ti facci un copia-incolla dal sito indicato da Fede_81:

          “… La domanda fondante che pone questa malattia rimane sempre la stessa: è possibile eliminare una malattia legata spesso ai comportamenti, senza cambiare i comportamenti stessi?
          Il ritorno della sifilide, della gonorrea, e in genere l’aumento di tutte le patologie a trasmissione sessuale, indicano con chiarezza che il problema non e’ l’AIDS, ma che l’AIDS e’ l’epifenomeno di un problema ben più ampio, legato primariamente ad una visione positivista e libertaria.
          Positivista, perché ritiene certa la capacità dell’uomo controllare l’HIV con strumenti tecnici, quali farmaci (per la terapia) e preservativi (per la prevenzione). Libertaria, perché giustificando la libertà dell’uomo di essere pieno artefice della propria vita, di fatto autorizza qualsiasi comportamento, con la sola precauzione di limitarne le conseguenze (appunto, la cultura del preservativo)…”

          • Ugo La Serra ha detto in risposta a lorenzo

            Quello che viene fuori è che chi scrive è contrario alla libertà degli esseri umani, e privo di fiducia nelle capacità tecniche dell’uomo. Problemi suoi.

            • Azaria ha detto in risposta a Ugo La Serra

              “chi scrive è contrario alla libertà degli esseri umani”
              E` essere contrari alla liberta` dire la verita`?
              Questo tipo che scrive ha osservato un evento in natura, ne ha visti i risultati e ne ha tratto le dovute conclusioni: +preservativi=+AIDS.
              Il resto sono teorie, chiacchiere, stanno a 0.
              I problemi non sono i suoi (come asserisci tu). Finche` i testardi oscurantisti continuano a non prenderne atto, la popolazione africana continua ad ammalarsi ed a morire proprio grazie a queste teorie che sono razionali (ammetto) ma che restano teorie smentite all’atto pratico.

            • lorenzo ha detto in risposta a Ugo La Serra

              Chi scrive, se non te ne fossi accorto, pone invece una domanda la cui risposta è di primaria importanza per contrastare la diffusione dell’HIV: “è possibile eliminare una malattia legata spesso ai comportamenti, senza cambiare i comportamenti stessi?”
              Qual’è la tua risposta?

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Ugo La Serra

      E’ uno slogan che si ripete ed è giusto che tu collabori al diffondersi di questo slogan. La cosa negativa è che proprio “voi” siete la causa dell’aumento delle malattie sessualmente trasmissibili, proprio per quello che dice Green, ovvero la compensazione del rischio.

      La verità è come al solito più complessa. Innanzitutto la Corte Suprema canadese ha recentemente detto qualcosa di diverso: http://www.aidsmap.com/page/2537117/. I preservativi, senza un cambiamento culturale, non hanno una capacità realistica di prevenire l’AIDS.

      Inoltre sappiamo che i Paesi in cui i contraccettivi vengono diffusi gratuitamente sono gli stessi in cui aumentano le malattie sessuali. Anche in Africa è accaduto la stessa cosa, mentre in Uganda -dove il preservativo è l’ultima spiaggia- il tasso di AIDS si è abbassato.

      A proposito di “scientificamente provato”: “C’è un’associazione costante, dimostrata dai nostri migliori studi, inclusi i “Demographic Health Surveys”, finanziati dagli Stati Uniti, fra una maggior disponibilità e uso dei condoms e tassi di infezioni HIV più alti, non più bassi” (Edward C. Green, direttore dell’AIDS Prevention Research Project al centro Harvard per gli Studi su Popolazione Sviluppo).

      • domenico ha detto in risposta a Paolo Viti

        basta prendere l’esempio di New York: città ricca progressista e democratica dove i mezzi non mancano; educazione sessuale nelle scuole; continue campagne pubblicitarie sull’uso dei condom; distribuzione gratuita di 3 milioni condom al mese; simpatiche app smartphone che il giorno di S. Valentino ti dicevano dove trovare i condom…
        Risultato? continua crescita dei casi di AIDS…

    • Ercole ha detto in risposta a Ugo La Serra

      Concordo con la visione realista di Azaria e sopratutto di Paolo.

      A scanso di equivoci faccio presente che il cattolicesimo non soltanto educa all’astinenza (e ai suoi benefici, come il controllo di se) ma anche ai metodi naturali, alternativa etica e rispettosa della vita.

    • Alèudin ha detto in risposta a Ugo La Serra

      Ugo, ti rendi conto che invece di valutare la situazione per quella che è la valuti secondo la tua piccola versione e la distorci come ti fà più comodo, attaccandoti alla retorica spicciola, per non provare il dolore di comprendere di dover cambiare opinione?

      Come ha detto giustamente Azaria più in basso uno studioso serio (e mi pare ateo) come Edward C. Green ha cambito idea, puoi farlo anche tu.

  4. Andrea2 ha detto

    “Sarebbe come dire: tu sei un animale, che agisce soltanto seguendo il suo istinto, non sei un uomo che può controllarsi”

    • Ugo La Serra ha detto in risposta a Andrea2

      So controllarmi. Ma, semplicemente, ritengo assurdo farlo, se posso semplicemente indossare un preservativo.

      • Azaria ha detto in risposta a Ugo La Serra

        Si, lo dicono in tanti, per questo l’aids si diffonde cosi`, perche` tutti sono contrari a cio` che dice il Papa per semplice e stupido partito preso.
        Se i potenti della terra avessero dato ascolto alla Chiesa ora studieremmo l’HIV sui libri di storia anziche` su quelli di biologia.

      • Gennaro ha detto in risposta a Ugo La Serra

        Ma infatti tu sei libero di comportarti come credi. Altra cosa è dire che il condom salva dall’HIV, il che è ovviamente falso e pericoloso affermarlo come slogan.

        • domenico ha detto in risposta a Gennaro

          io vorrei vedere se quelli che si dicono tanto sicuri dell’efficacia del condom per l’aids andrebbero con una donna o con un uomo sapendo per certo che sono malati.

  5. Azaria ha detto

    E’ interessante vedere che uno studioso serio (Edward C. Green) sa che la scienza puo` fallire ed e` stato pronto a tornare sui suoi passi: “Diffondevo contraccettivi in Africa. Oggi dico che solo la fedeltà coniugale batterà l’Aids”.

    Quest’uomo non e` cattolico (altrimenti non si sarebbe battuto in passato per diffondere i preservativi in Africa) ma ha accettato la verita` senza avere il pregiudizio di cosa dice il Papa (in genere si sa, se il Papa dice una cosa, gli stolti fanno a priori il perfetto opposto) e soprattutto si e` messo al servizio della vera scienza, non come fanno tanti sedicenti scienziati che in realta` sono solo degli oscurantisti. In questo Green e` da ammirare.

    Mi fa venire in mente che sbagliare e` umano (Green) e lo fanno anche gli uomini giusti (quale dei Santi della storia e` senza peccato?) ma perseverare e` diabolico (UAAR e Company).

    Inoltre chiunque continui a battersi per la diffuzione del codom come mezzo della prevenzione per l’HIV (e di altre malattie sessuali) ha scelto di abbandonare la razionalita`, diventando ridicolo.

    Forse ho capito per cosa sta la R di UAAR: Ridicoli.

  6. Vincenzo ha detto

    Che il preservativo sia spesso poco efficace nel prevenire il contagio di malattie veneree è del tutto evidente. Basta sapere come e quando si usa il preservativo e in che situazioni invece non si usa. Nel praticare un sesso “disinibito” il preservativo viene usato in occasione di un rapporto completo “tradizionale”. Vi sono però altre forme di atti sessuali (fellatio, cunnilingus etc.)in cui il preservativo ovviamente non viene usato, ma, essendoci un certo tipo di contatto fisico, è ben possibile la trasmissione di malattie. Quindi è giusto insistere soprattutto sull’aspetto della modifica degli stili di vita.

  7. Attenzione agli elogi al presidente Ugandese, la cui figura è, per lo meno, più complessa. Sarebbe anche interessante capire con che metodo sono state effettuate le rilevazioni statistiche precedenti e quelle successive, in modo da rilevare un abbassamento così significativo e così in controtendenza. Tutto ciò premesso, è evidente che i condoms non sono la soluzione dell’HIV, ma lo è l’apprezzamento della fedeltà coniugale e della castità prematrimoniale.

  8. Positrone ha detto

    Veramente l’attenzione dovrebbe essere rivolta anche a rappresentanti di movimenti che chiedono cose contrarie alla Dottrina della Chiesa onde evitare di far scrivere, anche se in modo del tutto arbitrario, che il Papa benedice persone favorevoli alla pena di morte per le loro scelte sessuali.

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