Dal luteranesimo al cattolicesimo: una imprevedibile conversione

Le conversioni dall’anglicanesimo e dal luteranesimo in questi ultimi anni (grazie soprattutto alla costituzione apostolica di papa Benedetto XVI, Anglicanorum coetibus) si sono molto intensificate. Ma quella di Ron Dop ha veramente un qualcosa di imprevedibile.

Ron è americano, convertitosi al cattolicesimo dal luteranesimo nel 2004. Nulla della sua vita avrebbe fatto presagire un cambiamento simile. “Lo Spirito Santo ha un gran senso dell’umorismo”, dirà poi. E’ stato cresciuto in una famiglia di forte tradizione luterana (sua madre divenne “pastora” luterana nel 1985), lui stesso fece parte di varie organizzazioni giovanili protestanti. Nel 1989 si sposò con Theresa, una cattolica non praticante, secondo il rito luterano.

Chiaramente Ron non aveva la minima intenzione di abbandonare la propria fede, così iniziò a portare spesso la moglie in chiesa affinché abbracciasse anche lei il protestantesimo. Ma non andò come sperava, infatti la moglie dopo qualche anno ricominciò ad interessarsi delle sue radici cattoliche, riscoprendo la propria fede e decidendo di riaccostarsi ai sacramenti. Quando nacque il loro primo figlio, William, decisero di battezzarlo secondo il rito luterano, ma arrivato all’età di sette anni i genitori lo portarono in una scuola cattolica, affinché potesse ricevere la migliore educazione possibile (penso faccia riflettere vedere come anche i protestanti vedano di buon occhio l’educazione impartita dai cattolici). Dopo solo un anno William domandò di poter ricevere la Prima Comunione.

Nonostante all’inizio uscisse addirittura di casa piuttosto che vedere la famosa rete televisiva cattolica, la EWTN, Ron cominciò lentamente a seguire le trasmissioni assieme alla moglie, allontanando così molti dei suoi pregiudizi anticattolici, tanto da portarlo addirittura a frequentare sporadicamente la Messa domenicale con la moglie e il figlio, senza comunque dimenticare la sua comunità. Avveniva talvolta che durante la messa si sentiva “pieno di gioia” durante una preghiera, un inno, o durante la consacrazione. Notò anche con grande interesse che la liturgia luterana nulla aveva di così sacro e mistico.

Questo lo mosse a interessarsi ancora di più, iniziò a leggere libri su libri, riscoprì la devozione ai santi e alla Madonna, comprese la presenza reale di Cristo nell’Eucarestia  adottò anche la recita del Rosario. Ma di tutto questo suo itinerario nessuno sapeva niente, né la moglie, né la comunità luterana. Nel 2002 realizzò di essere spiritualmente e mentalmente cattolico, ma temendo la reazione della sua famiglia d’origine, totalmente luterana, rimase nel silenzio, finché non avvenne un fatto nella scuola del figlio. All’età di dodici anni William decise, contro tutte le tendenze dei ragazzi della sua età, di organizzare in totale autonomia un Rosario per i giovani della sua scuola. “L’orgoglio che provavo per mio figlio fece esplodere la vergogna per le mie paure”, racconta Ron, indicando questo momento come decisivo per la sua conversione pubblica.

Nella primavera del 2003 arrivò dalla parrocchia di sua moglie una lettera del parroco che invitava la famiglia a partecipare al catechismo. La lettera rimase per un mese sulla scrivania, ma alla fine Ron si decise e raccontò alla moglie il cammino degli ultimi anni, dandole una gioia incredibile. Non passò troppo tempo che rivelò la sua conversione anche ai suoi parenti.

Dopo aver iniziato il corso da catecumeno, durante la Pasqua del 2004 ha fatto il suo ingresso nella Chiesa Cattolica con entusiasmo fanciullesco. Così scrive oggi Ron guardando la sua vita:”Non potrò mai dimenticare l’esempio di mio figlio, che fece passare l’azione dello Spirito Santo in me”. L’uomo potrà rimanere testardo sulle proprie decisioni tutta la vita, ma se si lascia guidare dalla letizia che muove la Verità, non potrà rimanere staccato da essa tanto a lungo!

Luca Bernardi

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17 commenti a Dal luteranesimo al cattolicesimo: una imprevedibile conversione

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  1. Andrea ha detto

    Il Protestantesimo è una dottrina molto fragile. Nonostante Pastori, Reverendi e taluni semplici fedeli Protestanti cerchino di tener lontana la Chiesa non penso potranno tenere ancora molto a lungo, basta un nonnulla a far capitolare un Protestante dalla propria Fede; ancora molti, purtroppo, abiurano per l’ateismo, altre Religioni o per culti sincretici o settari vari, ma che siano in aumento le Conversioni al Cattolicesimo non è che un bene: messi di fronte alla Verità alla fine non possono che cederLe.

    • Lugh ha detto in risposta a Andrea

      “basta un nonnulla a far capitolare un Protestante dalla propria Fede; ancora molti, purtroppo, abiurano per l’ateismo”.
      Non a caso i paesi più atei dell’Europa occidentale sono i paesi scandinavi e l’Olanda. In quest’ultima addirittura i cattolici sono il doppio dei calvinisti, sebbene in teoria la maggior parte degli abitanti dovrebbe venire da ambienti protestanti.

    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Andrea

      Con tutto il rispetto ai nostri fratelli protestanti…la Riforma è stata un autogol clamoroso. Senza il Pontefice a fare da guida non c’è fede che tenga.

      Non a caso, citando i dati forniti da Rino Camilleri in “Dio è cattolico?”, dopo la Riforma sono nate oltre 25mila chiese protestanti diverse, ne nascono almeno 5 diverse ogni settimana. Manca un’autorità a cui riferirsi, come lo era Gesù per gli apostoli.

      Un altro dato: un pastore protestante su sei non crede più in Dio: http://www.christiantelegraph.com/issue13534.html

  2. Francesco ha detto

    Ho frequentato per un anno la chiesa valdese, poi sono tornato all’ovile di quella cattolica…per carità sono brave persone, forse talune meglio di tanti cattolici che conosco, però il fatto di credere ad una dottrina che non preveda l’azione salvifica delle opere mi lasciava interdetto oltre ad essere antibiblica. Non condividevo inoltre il fatto del libero esame delle scritture, perchè secondo me la mediazione è importante e Gesù ne era un esempio dato che citava le scritture e talvolta dava a queste un significato nuovo o completo. Rimarrò critico su molte cose del cattolicesimo, però meglio una realtà ordinata di una disordinata.

  3. minstrel ha detto

    Che bella esperienza.
    E mi piace pensare che Ron abbia trovato “sacralità” nelle messe cattoliche seguendole in novus ordo.
    Amen.

  4. Xadren ha detto

    Una volta, ascoltando l’omelia di un parroco in un paesino di montagna (l’ultimo posto da cui ci aspetterebbe un commento sul rapporto fra cattolici e protestanti), sentì questo, che per essere protestanti occorre sempre “tagliare” qualcosa dalla fede: tagliare i brani della Bibbia che riconoscono l’autorità di Pietro, la devozione verso i santi, il culto di Maria Santissima, la presenza di Cristo nell’Eucaristia, l’importanza delle opere nella Salvezza; tagliare i riti che discordano con le visioni estreme di Lutero, Calvino, Smyth e tutti gli altri; tagliare (o, meglio, “cancellare”!) il ruolo della Tradizione, come se l’azione dello Spirito si “limitasse” alle Sacre Scritture.
    È bello leggere le storie di questi ritorni; grazie a Dio, è confortante.

    • Alèudin ha detto in risposta a Xadren

      “Essere eretici significa scegliere una parte invece del tutto” diceva P. Florenskij e di solito scegliamo la parte che ci è più comoda.

    • Gab ha detto in risposta a Xadren

      Xadren il problema è che il ruolo della Tradizione viene costantemente mortificato anche nelle nostre chiese. Ed è questo il dramma. La protestantizzazione della Chiesa Cattolica.

  5. Alexander ha detto

    Christus Vincit
    Christus Regnat
    Christus Imperat

  6. Roberto ha detto

    “Notò anche con grande interesse che la liturgia luterana nulla aveva di così sacro e mistico.”

    E se un luterano frequentasse molte delle chiese italiane? Avrebbe la stessa conversione?

    • Gab ha detto in risposta a Roberto

      Bravo Roberto. Qua ti volevo. Non vedo nessuna differenza oggi tra una parrocchia ed una qualsiasi chiesa protestante .. sarò drastico? Forse si.. ma è quello che ci viene propinato oggi.

      Lo stesso discorso lo rivolgo a tutti i cattolici e consiglio vivamente di assistere alla Santa Messa di rito tradizionale, lì dove il sacro e il mistico raggiungono l’apice. Non accontentiamoci di poco. Esigiamo il molto dai chierici “stanchi” di fare il loro dovere.

      • Azaria ha detto in risposta a Gab

        Gab, io invece mi accontenterei di molto poco, ad esempio:
        – fedeli che non chiacchierano in chiesa (sembra un mercato)
        – cellulari spenti
        – scambio della pace fatto a dovere
        – canti realmente liturgici (fra l’altro evitando stupidi battiti di mani e a volte persino balletti vari)
        – vestiti decenti in chiesa (ed in qualunque altro luogo sacro)
        – il prete che si ricordi di stare sull’altare anziche` fare il pagliaccio incitando a battere le mani ed evitando di fare il simpaticone fuori luogo

        Arrivare alla Santa Messa in rito tradizionale, come auspichi tu, sarebbe il massimo, ma per ora mi accontenterei pure dei punti sopra elencati.

        • Roberto ha detto in risposta a Azaria

          Sono d’accordo; certo però che il prete che sull’altare si rivolge direttamente all’assemblea è più portato a considerare l’altare più come un palcoscenico di cui è l’attore protagonista e deve cercare di coinvolgere il pubblico, piuttosto di essere un pontifex, privilegiato rispetto al popolo ma sempre rivolto verso Dio.

          • Gab ha detto in risposta a Roberto

            Si Roberto. E’ esattamente come dici tu. Se si vuole riparare la Chiesa bisogna ripartire da quei maledetti anni della rivoluzione culturale degli anni ’60 che hanno portato a tale scempio. Riportare e ridare al sacro tutta la sua importanza ed evitare qualsiasi atto meramente umano vuoto di significato e per di più fuorviante.

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