«Sono gay e contrario al matrimonio omosessuale»

Gay contro nozze gay. L’omosessuale Doug Mainwaring prende posizione contro il matrimonio tra persone dello stesso, rappresentando la voce di molte altre persone gay.

 

Un disegno di legge per legalizzare il matrimonio omosessuale nel Maryland (USA) è stato approvato dall’Assemblea Generale nel febbraio scorso, tuttavia contro tale decisione sono state raccolte ben 160.000 firme (ne sarebbero bastate 56.650) perché la decisione venga presa tramite un referendum popolare. Si voterà il 6 novembre 2012.

L’omosessuale Doug Mainwaring ha commentato tale “ribellione” popolare sul “Washington Post”, rivelando anche lo sgomento di molti omosessuali nello scoprire che anche i propri familiari avevano sostenuto la petizione, dato che i nomi dei firmatari sono stati resi pubblici.

Delle 109.313 firme certificate dal consiglio (avrebbero dovuto essere 160 mila ma ad un certo punto la commissione ha smesso di contarle), il 53% era di firmatari repubblicani (58.470), il 37% di democratici (40.046), e il restante 10% erano non aderenti a nessuno schieramento (10.645), libertari (112) e membri del Partito Verde (40). Mainwaring, che è anche co-fondatore del “National Capital Tea Party Patriots”, ha commentato: «tale risultato ha reso chiaro a tutti che non sono solo i repubblicani ad opporsi a tale legislazione. Si tratta di una preoccupazione comune».

In molti, ha proseguito l’omosessuale, «ritengono che i firmatari siano omofobi. In alcuni casi, questo può essere vero. Sono certo tuttavia che la stragrande maggioranza ritenga sufficiente, come me, visualizzare il “matrimonio” come un termine immutabile, che può essere applicato solo agli eterosessuali. E’ innegabile che, di epoca in epoca, il matrimonio è stato il più grande successo dell’umanità e fonte di prosperità, che attraversa tutte le culture e le religioni. Non dobbiamo pasticciare con esso». Ha comunque precisato: «Io sono gay. Qualche anno fa ero dall’altra parte della barricata su questo argomento. Ma più leggevo, pensavo, studiavo e tentavo di difendere la mia posizione, più mi rendevo conto che non potevo farlo. I rapporti omosessuali dovrebbero essere sostenuti dalla società, ma sono cresciuto convinto, tuttavia, che il termine “matrimonio” non deve essere modificato o regolato in alcun modo». Ha quindi concluso: «Ammettiamolo: non dovremmo tentare di forzare un qualcosa che non è mai stato pensato per le coppie dello stesso sesso. Le relazioni omosessuali sono diverse da quelle eterosessuali».

Anche Doug Mainwaring si è dunque accodato alle tante voci emerse recentemente di omosessuali contrari alle cosiddette “nozze gay”. Ci siamo già occupati di alcuni di loro: Richard Waghorne, Andrew Pierce, David Blankenhorn e Rupert Everett.

La redazione

43 commenti a «Sono gay e contrario al matrimonio omosessuale»

  • Positrone ha detto:

    Posizione assolutamente condivisibile in ogni singolo punto.

  • Lugh ha detto:

    «tale risultato ha reso chiaro a tutti che sono solo i repubblicani ad opporsi a tale legislazione. Si tratta di una preoccupazione comune»
    Mi sa che avete saltato un “non”.

  • Sandro Di Marco ha detto:

    E chissenefrega ???? Non so se vi rendete conto del fatto che per raccattare disperatamente argomentazioni contro i gay finite col lodare iniziative di individui del calibro di Richard Waghorn, un fascista guerrafondaio, un supporter della violenta politica di Israele contro i palestinesi e di politici razzisti e xenofobi come Marine Le Pen (proprio dei gigli di virtu’ cristiana insomma).
    Chisssenefrega che Waghorn e’ gay ? Resta una persona spregevole.
    Quello che trovo davvero massimamente incoerente rispetto a questa campagna omofoba da voi intrapresa e’ che gli stessi che si oppongono ai matrimoni gay sono gli stessi che bollano le relazioni omosessuali come qualcosa di sbagliato, e fanno lo stesso ostruzionismo rispetto a qualsiasi iniziativa che promuova unioni civili, pacs, dico, etc. Insomma il problema non e’, per voi, il concetto di “matrimonio”, bensi’ gettare discredito e vietare qualsiasi riconoscimento alle unioni omosessuali.

    • Salvatore ha detto:

      Innanzitutto l’unico disperato qui sei tu, da capire se a causa della tua omosessualità o a prescindere da essa.

      Probabilmente la tua disperazione sta nel vedere crollare il mito che l’opposizione alle nozze gay non è questione della tanto urlata omofobia, dato che parecchi omosessuali sono contrari.

      Cercare un argomento ad personam per screditare queste persone mi sembra un comportamento isterico (anche tu tiri il mulino al pregiudizio sulle checche isteriche?), e sopratutto dimostra quanto fastidio ti diano confutando così le tue parole di superiorità rispetto a queste notizie.

      • Sandro Di Marco ha detto:

        Omofobo puo’ esserlo anche un gay (cosi’ come razzista puo’ esserlo anche una persona di colore). C’e’ poco di isterico nel far presente che i personaggi presi qui ad esempio per le loro opinioni illuminate (Richard Waghorn) sono in realta’ degli squallidi razzisti.

        • Igloo ha detto:

          Ho inviato questo commento alla casella e-mail di Waghorn invitandolo a sporgere denuncia per diffamazione contro di te. Spero davvero che avvenga, auguri!

          • Positrone ha detto:

            Bah trovo la delazione un comportamento discutibile. Ad ogni modo vorrei richiamare i partecipanti alla discussione su alcuni punti. Chi difende certe posizioni non è ipso facto un buon cristiano ne una persona più intelligente di altre e ne un eterosessuale. Vale ovviamente anche al contrario. Se il sig. Di Marco sia o meno gay poco, anzi nulla, rileva. Questo “buttarla sui personalismi” è becero e certamente non cristiano. Dare del gay ad una persona per gettare discredito sulle sue argomentazioni è risibile anche secondo i pronunciamenti di Madre Chiesa.
            Detto questo nell’articolo citato non si dice che non ci si possa battere per un tipo di riconoscimento che non sia “matrimoniale”. E’ un po’ il discorso che a volte si fà con l’accanimento terapeutico. Giusto ribadire le differenze ma è altrettanto giusto proporre una soluzione.

            • Gennaro ha detto:

              Si sta parlando di altro, credo che il sig. Di Marco sia in grado di difendere da solo, sempre ammesso che sia lui la vittima e non l’aggressore e leggendo i suoi commenti è sempre il contrario. Lasciamo che sia la Chiesa a dire cosa è cristiano o meno…questo atteggiamento da maestro di etica cristiana lascia il tempo che trova, Positrone.
              Rispetto all’articolo quello che preoccupa è l’equiparazione al matrimonio tradizionale, quindi questo è quanto.

              • Positrone ha detto:

                Gennaro rispetto la tua opinione ma non la condivido perchè spesso leggo atteggiamenti da maestri di etica (cristiana o meno) ivi compreso il tuo intervento naturalmente :- ).
                Saprò ben io, chi difendere o meglio cosa difendere. Io ho inteso di cosa si parla ed opportunamente ho risposto checchè tu ne possa pensare. :- )
                Ribadisco che certi interventi sono fuori luogo a maggior ragione se in violazione dell’insegnamento e del magistero cattolico :- ) (a cui ovviamente i non cattolici non sono tenuti al rispetto evidentemente :- ).

                • Gennaro ha detto:

                  Te lo ripeto: non sei né avvocato né maestro di nessuno, sopratutto perché nessuno si sente tuo alunno essendo tu fortemente gnostico come impostazione.

            • Lugh ha detto:

              “Dare del gay ad una persona per gettare discredito sulle sue argomentazioni è risibile anche secondo i pronunciamenti di Madre Chiesa.”
              Questa è proprio una delle tattiche più utilizzate dagli omosessualisti. Gli “omofobi” (termine che per loro coincide a tutti coloro che non gli reggono il gioco) non sono altro che gay repressi, ma prova un po’ a controbattere chiedendo se gli omo non sono altro che etero – o, aggiungiamoci pure, cattolici!!! – repressi. I più gentili ti manderanno a farti curare, i meno gentili… meglio che non riporti i loro commenti che qualcuno mi ha già tacciato di scurrilità. Ho già visto questo giochetto all’opera su Giornalettismo e sul forum dell’Uaar.

          • Pino ha detto:

            lasciamo perdere le querele, fanno solo pubblicità a questi personaggi, figuriamoci poi se la cosa dovesse essere dibattuta in un tribunale italiano, vien da ridere solo a pensare a quello che potrebbe succedere.

    • Antonio72 ha detto:

      Allora rappresento una voce fuori dal coro: non sono favorevole ai matrimoni gay (e nemmeno alle adozioni) ma ritengo che si debba disciplinare civilmente le relazioni stabili tra le coppie che non siano sposate. Almeno se l’Italia vuole definirsi ancora un paese civile.

      • Laura ha detto:

        Dì quello che vuoi ma lascia perdere il ricatto del “paese civile” che non fa più presa ormai. Più o meno come l’uso minaccioso dell’etichetta “omofobo” a chiunque osi dire “bah” sull’omosessualità.

        • Antonio72 ha detto:

          Non è un ricatto ma una constatazione. Ed ovviamente non mi riferisco solo alle coppie omosessuali.

          • Laura ha detto:

            E’ un ricatto utile per ogni frase, lo si usa per dare un tono al proprio commento e fa scattare soventemente anche qualche sorriso. Anche i promotori della pedofilia in Olanda dicono che dovrebbe essere legalizzata “in una società che si vuole definire civile”. Una frase buona un po’ per tutto.
            Dì quello che ti pare, ma evita queste fesserie. L’Italia è un Paese civile, indipendentemente dalle minacce.

      • Piero ha detto:

        si debba disciplinare civilmente le relazioni stabili tra le coppie che non siano sposate

        Notare la ridicolaggine: relazioni stabili di coppie non sposate.
        E ALLORA CHE SI SPOSINO!!!.
        Nessuno le obbliga a sposarsi in chiesa, si sposino in comune.

        E’ come pretendere di pagare senza avere regolare ricevuta.
        E’ come comprare casa senza andare dal notaio. Se succedono guai, ti arrangi.

        • StefanoPediatra ha detto:

          E’ abbastanza tipico di questa nostra società: volere “onori” senza “oneri”, “diritti” senza “doveri”, “libertà” senza “responsabilità”.

          • Sandro Di Marco ha detto:

            Quali doveri, responsabilita’ e oneri rigetterebbero gli omosessuali che chiedono il riconoscimento delle loro unioni ??

            • StefanoPediatra ha detto:

              @Sandro Di Marco e @Positrone.

              E dove avrei scritto che mi riferivo alle persone omosesuali? Il mio ragionamento era riferito in generale alla nostra attuale società.

              Sono sicuro che se ci pensate un attimo ne trovate moltissimi di esempi che confermano il mio pensiero. 🙂

          • Piero ha detto:

            C’e’ chi vuole fare l’adolescente fino a 60 anni, tipo Vasco Rossi…

          • Positrone ha detto:

            StefanoPediatra dissento con te. Chi lo dice che non si voglio gli oneri? Il problema è che molti sono contrari ai diritti ed anche ai doveri a prescindere.
            Ora premesso che al momento non stiamo parlando di questo ma chi propugna il cd “Matrimonio” mica dice che vuole i diritti senza i doveri, così come chi propugna una stabilizzazione civili di diritti ne fa derivare anche doveri, ci mancherebbe…

        • Antonio72 ha detto:

          Mi ricordi il bravo dei Promessi Sposi al rovescio: Questo matrimonio s’ha da fare! Che facciamo allora, sguinzagliamo qualche bravo affinchè le persone si sposino?
          Non ho mai detto che si debba equiparare i diritti/doveri delle coppie di fatto a quelle sposate. In ogni caso, alla fine i nodi vengono al pettine nei tribunali, i quali sono obbligati ad occuparsene quando emergono dei casi concreti, barcamenandosi nella confusa legislazione vigente e scomodando spesso e volentieri la stessa Corte Costituzionale, in particolare per le convivenze more uxorio. Quindi evidentemente il problema non si elimina ma si sposta, sovraccaricando il lavoro già oneroso dei tribunali.

        • Gattaca ha detto:

          Sono cambiate le condizioni materiali. La vita è diventata estremamente precaria per le giovani coppie per tutta una serie di ragioni che tutti conoscete.

          Le persone, i giovani in questo caso, non ragionano con questa malizia che citi tu. Io per primo con la mia compagna.
          E sinceramente non mi sento un caso estremo.
          Avvertiamo che è veramente difficile essere certi che un matrimonio potrà ‘funzionare’ causa delle maggiori difficoltà oggettive che fino a qualche genenerazione fa non esistevano. Il futuro ci spaventa a me ed alla mia compagna, sia per le nostre condizioni lavorative (lavoro in modo discontinuo come precario da almeno 3 anni). Se poi mettiamo in conto un figlio possiamo pure dire addio al suo contributo di reddito.

          Nel frattempo gli anni passano e le difficoltà sembrano non andarsene e attualmente viviamo senza un briciolo di tutela. Il riconoscimento della nostra relazione potrebbe essere semplicemente una soluzione temporanea in attesa di un matrimonio che potrebbe arrivare se le condizioni in cui versiamo cambiassero positivamente.

          Questa mia esperienza non costituisce un argomento valido, ma uno spaccato delle difficoltà che incontriamo (noi giovani) nel prendere impegni a lungo termine e così strettamente vincolanti, come il matrimonio, in una società rettà sul precariato più assoluto.

          Quando parlo di riconoscimento della nostra condizione mi riferisco ad un meccanismo legislativo meno vinconlante ma che naturalmente offra uno spettro di diritti inferiori rispetto al matrimonio. È ben diverso da ciò che hai espresso tu.

          • Woody85 ha detto:

            La situazione difficoltosa è dovuta al disinteresse della classe politica per le famiglie.

            Rispetto al tuo commento hanno già risposto Piero e Stefano, se esistono dei “contratti matrimoniali” che portano oneri e onori, non si capisce perché debbano esserci coppie che possono ottenere, con un’altra forma, solo onori e non gli oneri. Nessuno è obbligato a sposarsi (anche in Comune) ma una volta deciso di non contrarre matrimonio (con tutti i suoi obblighi ed oneri), non ha senso rivendicarne i diritti. Perché lo Stato dovrebbe tutelare un simile rapporto giuridico parassitario a carico della comunità?

            • Gattaca ha detto:

              Parassitario? Perchè parassitario? Perchè non abbiamo le possibilità economiche di chi ha tutte le certezze materiali di questo mondo e può permettersi di sposarsi con una certà serenità che a noi oggettivamente manca?

              Probabilmente, oltre ad aver frainteso hai pure letto male, perchè io ho affermato che mi sposerei se il futuro mi apparisse più favorevole e non così buio.

              “La situazione difficoltosa è dovuta al disinteresse della classe politica per le famiglie.”

              Non è solo questo. Includevo anche questo fattore ma ci includerei una precarietà generalizzata con contributi discontinui, maternità impossibili a meno di rinunciare al posto, carenza di posti di lavoro. Quando vi esprimete in questo modo sottovalutate il fattore umano della paura che incute il sistema attuale banalizzando le cause che portano le persone a chiedere di essere tutelati in modo differente.

              Sembra che nel tuo commento ignori tutto quello che abbia scritto a cominciare dall’appello parassitario, che in un certo senso mi offende un po’, dal momento che ho parlato di spettro di diritti inferiore rispetto a quello del matrimonio.

              “Perché lo Stato dovrebbe tutelare un simile rapporto giuridico parassitario a carico della comunità?”

              Oneri e onori differenti per rispondere, anche temporaneamente, alle persone nella nostra condizione di difficoltà indotta da quei fattori lavorativi che ad esempio i nostri genitori non hanno mai conosciuto.

          • a-theòs=a-éthos ha detto:

            Boh, discorso, il tuo, che non si capisce. Quali sarebbero le tutele che vorresti a fronte di un impegno che, nelle tue stesse intenzioni, potrebbe non realizzarsi mai pienamente o saltare ogni minuto? Perché mai la società dovrebbe darti anche un centesimo in più di quelli previsti per voi due come persone singole e non sposate, se tali volete rimanere? Il discorso del “non potersi permettere” di sposarsi è privo di senso: se non puoi, non puoi, cosa pretenderesti che si creino delle “quote bianche”, cioè l’obbligo per le aziende di assumere una certa percentuale di persone che dichiarino di volersi sposare?

          • Pino ha detto:

            scusa ma che vorresti? Un mezzo matrimonio? Non si riesce a capire il tuo discorso, se non vuoi sposarti va benissimo, tua scelta che può essere causata da 1000 motivi ma non si riesce a capire cosa sarebbe questo “meccanismo legislativo meno vinconlante”.

      • Pino ha detto:

        Una coppia eterosessuale se non si sposa avendo a disposizione il matrimonio lo fa per libera scelta, perchè quindi inventarsi altre forme di unione che non hanno alcun senso e che vanno contro la volontà dei singoli? Invece queste forme strane di riconoscimento hanno il SOLO ed UNICO scopo di riconoscere le coppie gay. Non ci vuole molto a capirlo ma tu non ci arrivi.

    • Andrea ha detto:

      Qui non si ragiona basandosi su tutto il pensiero di una persona, bensì su singoli spunti. Poi non vuol mica dire che si condivida tutto ciò che uno dice. Tanto per dire, una volta la redazione ha riportato un’editoriale di Travaglio contro il suicidio assistito. Ciò vuol dire che del fatto condividiamo gli articoli di Lillo e di Politi che diffamano la Chiesa con notizie inventate?

      Poi argomenta le tue posizioni, non insultare. E non è certo detto che chi si oppone alle unioni ed/od alle adozioni omosessuali sia razzista o condanni in toto gli omosessuali, che già ci siano dei gay contrari ad esse dimostra proprio il contrario.

    • a-theòs=a-éthos ha detto:

      Sandro, tu accusi tutti noi di questa inventata, totalmente fasulla e del tutto pretestuosa “omofobia”. Bene, non ti pare che se tu avessi ragione, ciò corrisponderebbe semplicemente ad impedirci di essere cattolici (dato che sul fatto che la dottrina cattolica condanni l’omosessualità, non c’è dubbio alcuno)? E cosa sarebbe ciò, se non “discriminazione”, “reato di opinione”, “cattofobia”, ecc.? Ti prego di considerare la possibilità di rispondere ragionando pacatamente. Grazie

      • Pino ha detto:

        questi personagi che trovano intollerabile qualsasi opinione contraria alla loro e la bollano come “fascista” o “razzista” sono antidemocratici ed intolleranti. Il loro obiettivo è quello di mettere a tacere, mediante una legge che prevede il carcere, chi si permette di esprimere una opinione etica sulla omosessualità. Se passasse il loro punto di vista chi osasse condannare i comportamenti omosessuali verebbe arrestato ed incarcerato. E poi hanno il coraggio di venire a farci la morale.

      • Positrone ha detto:

        A-theos la Chiesa condanna l’omosessualità, non l’omoaffettività, e la condanna nei termini in cui essa diventa una scelta esclusiva o persistente.
        Ora lo Stato sia nel matrimonio che in altre situazioni non controlla ne dovrebbe quello che due persone fanno o non fanno nella loro intimità. Non è lo stato a dirci come vivere o non vivere la sessualità, ti pèregherei di evitare di farlo tu.
        Il punto è che il riconoscimento di certe situazioni (con oneri ed onori acclusi) ha una doppia direttrice. All’interno della Comunità Cattolica e all’interno della Comunità Stato. Ora nella prima, per ora, sulla base dell’attuale linguaggio in via di perfezionamento sembra da potersi escludere. Nell’altra i valori cattolici non coincidono (bene o male che esso sia) con quelli statali (ivi compreso il valore matrimoniale). Dacciò quando si esprime un’ opinione sarebbe corretto spiegare quali motivazioni ostano o siano consentite rispetto a quali valori ed ovviamente rispetto a quali comunità certe domande, affermazioni o riconoscimenti vengano poste e proposte.

        Essere cattolici impedisce anche di apporre ingiusti marchi di ingiustizia o discriminazione. Inoltre non mi pare che Sandro o altri impediscano ai cattolici di essere tali anzi semmai da cattolico mi sembra che rispetto a certe considerazioni pacate e ragionate siano alcuni cattolici a rispondere ignorandole completamente. Spero di sbagliarmi

        • a-theòs=a-éthos ha detto:

          Eccolo qui il solito che non ha la minima idea di cosa sia il Cattolicesimo. Guarda che quando ti presenterai dal Padreterno non potrai fare il discorso di Maradona: “E’ stata la mano di Dio”… La verità non te la fai e non te la canti come vuoi.

          • Positrone ha detto:

            Quando sarò davanti a Dio egli mi giudichera secondo giustizia e carità ed io gli dirò che sono peccatore, accettando il suo giudizio non essendone preventivamente sicuro.
            Quanto a cosa sia il Cattolicesimo, lascio il tuo commento alla tua non modestia diciamo così. Mai avuto l’idea che forsae qualcuno possa saperne più di te? Io me lo chiedo spesso ma invece di risposte trovo commenti simili ai tuoi che mi danno conforto di essere ragionevolmente nel giusto :- )

            • a-theòs=a-éthos ha detto:

              Perfetto, non ti resta che mostrarmi dove avrei sbagliato nel riferire della dottrina cattolica intorno all’omosessualità e ad indicarmi la bibliografia ufficiale che dimostri la validità delle “aperture” che sulla questione la dottrina ufficiale avrebbe indicato.

      • Sandro Di Marco ha detto:

        Premesso che anche io mi considero di “cultura” cattolica (non riconosco la Chiesa Cattolica come LA depositaria di tutta la verita’ ma considero il messaggio di Cristo immensamente ricco e molte delle iniziative della comunita’ cattolica come meravigliose) i diritti di ognuno finiscono dove cominciano a limitare quelli di altri. Mi dica DOVE io avrei suggerito di impedirvi di professare la religione cattolica, in quale modo, con quale limitazione? Questo giornale pubblica, praticamente ogni due giorni, un articolo contro gli omosessuali. Se posso, forse, capire l’opposizione al matrimonio tout court, non capisco (e inorridisco) davanti a questa opposizione sfrenata contro la semplice idea di un riconoscimento di una qualche forma di unione per gli omosessuali. Mi dica IN COSA il riconoscimento delle unioni gay limita il vostro diritto ad essere cattolici ? Avete mai sentito parlare di “libera Chiesa in libero Stato” ?

        • a-theòs=a-éthos ha detto:

          1) Come le ho già obiettato altrove, quando lei inizia a sparare a destra e a manca l’epiteto di “omofobo”, lei sta, consapevolmente o meno (non mi pare però così ingenuo da non potersene rendere conto), attentando molto gravemente non solo alla mia libertà di pensiero, di espressione e anche alla mia libertà fisica (dato che l’accusa di omofobia vale già processi e carcere in altre tristi società moderno-contemporanee), ma soprattutto sta cercando di annichilire il diritto dell’uomo in quanto tale a conoscere la verità, che è opposta alla sua ideologia gay. Lei, come ogni ideologo, sta tentando di imporre il falso come vero e questo è in assoluto uno dei peccati più gravi di fronte a Dio. In altri paesi leggi sull’omofobia impediscono già di esprimere opinioni tranquillamente cattoliche come quella che ravvisa nell’omosessualità un grave peccato contro-natura. Lei questo come lo definirebbe, in base alle categorie libertarie che la spingono a perseguire una strada, che nel prossimo futuro mi impedirà di parlare?

          2) E poi mi stupisco della sua grande sorpresa. E’ addirittura ovvia la posizione di un vero cattolico: poiché la natura umana creata da Dio, ci ha diviso in due sessi complementari (non solo fisiologicamente, cosa che è della massima evidenza, ma anche emotivamente, sentimentalmente, mentalmente e spiritualmente), l’omosessualità è contraria a tale ordine, oggettivamente, al di là di quali sentimenti soggettivi lei possa credere o millantare di provare. E poiché la natura umana è stata fatta in un certo modo, per consentirci di raggiungere il nostro fine ultimo, che è Dio stesso, qualora ne si violentino le regole, semplicemente ci si incamminerebbe su una strada che non porta al raggiungimento del fine ultimo e questo è male.

          3) Ed è un male non solo per i singoli, ma per la società intera, sotto diversi aspetti; primo fra tutti l’esempio negativo di vita che pubblicamente si dà. A seguire la sfilza dei cosiddetti diritti, tra i quali, uno dei più aberranti (tanto perché lei naturalmente si ferma dove iniziano i diritti degli altri) è quello dell’adozione di minori.

  • Sophie ha detto:

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    Questa definizione di matrimonio mi piace assai assai.