Le persone religiose posseggono maggior autocontrollo

Citando le parole del grande teologo italiano Luigi Giussani, «la parola “sacrificio” è incominciata storicamente a diventare una grande parola, da quando Dio è diventato uomo […], il sacrificio era inconcepibile, ributtante, ma c’è un punto della storia in cui il sacrificio è incominciato a diventare interessante: quando Cristo è morto in croce affinché gli uomini potessero essere salvati dalla morte, cioè affinché le cose potessero essere salvate dalla corruzione».

Solo all’interno del cristianesimo ha acquisito un valore positivo, non il sacrificio fine a se stesso ma «diventa valore della vita dell’uomo quando diventa corresponsabilità, cioè risposta, alla morte di Cristo. Per questo si chiama anche offerta: offerta a Cristo del proprio vivere, come partecipazione alla sua morte. Il sacrificio diventa un valore morale per l’uomo, quando l’uomo, attraverso di esso, partecipa all’iniziativa che Dio prende per liberarci dalla morte e dal male. Cioè la morte di Cristo» (L. Giussani, “Si può vivere così?”, Rizzoli 2007, pag. 287-389).

Solo il cristiano dunque può vivere sempre il sacrificio, non come ennesimo colpo di sfortuna da sopportare stoicamente (se non peso a cui soccombere), ma come valore positivo. Non sorprende dunque la recensione apparsa su “Scientific American”, a cura della psicologa Cynthia May, di una serie di studi -apparentemente superficiali- realizzati da Kevin Rounding a colleghi i quali hanno evidenziato come le persone religiose (studio realizzato in America, dunque si può parlare di “persone cristiane”) hanno un maggior auto-controllo e una miglior capacità di accettare il sacrificio. «Se la vostra forza di volontà è debole, un piccolo intervento divino può aiutarvi», ha sintetizzato la May.

Il campione di soggetti per la realizzazione dei test è stato diviso tra persone religiose e non religiose, e prima di offrire loro diversi tipi di tentazioni, le persone religiose sono state indotte a fare memoria della loro appartenenza cristiana e religiosa. Il risultato complessivo è stato quello già anticipato, ovvero che queste ultime hanno mostrato una maggior capacità di auto-controllo, dominio di sé e forza di volontà. La conclusione della psicologa è stata: «In un mondo dove le tentazioni sembrano in agguato dietro ogni angolo, può essere prudente adottare un approccio convergente di metodi per mantenere e migliorare l’autocontrollo, attraverso la pratica quotidiana, un buon senso dell’umorismo e, se lo spirito è mosso, attraverso la memoria di Dio».

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15 commenti a Le persone religiose posseggono maggior autocontrollo

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  1. Lucio ha detto

    E’ proprio cosi’….. Se abbiamo la forza di prendere sul serio la parola di Dio diventiamo migliori per opera della sua grazia. Quanto sarebbe migliore il mondo se si avesse piu’ fiducia in Dio!

  2. Chissenefrega ha detto

    Mi chiedo se pubblicare interventi di questo tipo possa veramente servire alla causa della fede. Avete già pubblicato un’ampia galleria di articoli da cui risulta che chi crede vive meglio, sotto ogni aspetto, di chi non crede. Ma questo – a prescindere da numerose altre affermazioni di santi e teologi per i quali la fede dovrebbe comportare una continua sfida e quasi opposizione al “mondo” – non fa altro che confermare la convizione laicista, relativista, nichilista (chiamatela come volete) che la fede abbia proprio questo effetto placebo, indurre la gente ad accettare “il sacrificio” cioè la dura realtà dell’esistenza, difficile da digerire per chi non riesce ad accettare l’idea che dopo la morte è tutto finito, che il dolore del mondo non ha giustificazione, e crede invece che se si fanno dei “sacrifici” dopo si avrà un premio.Meglio la gallina domani, a dispetto di quanto insegna la saggezza popolare.
    Ma anche in questa esaltazione del “sacrificio c’è qualcosa di preoccupante. Nel cristianesimo l’amore di dio si manifesta attraverso il dolore e il sangue della crocifissione e infine la morte (peraltro fasulla)di Gesù. Quindi dio ci ama soffrendo. Questo tecnicamente si chiama masochismo. Ma,se lo amiamo, anche noi dobbiamo soffrire (gioiosamente) per lui.Lui gode continuamente dei nostri sacrifici.Ad es.: una donna piantata senza colpe dal marito non ha più diritto ad una vita affettiva e – horribile dictu – sessuale. Deve macerarsi a maggior gloria di dio in un grigio zitellaggio. Questo tecnicamente si chiama sadismo. Complessivamente la relazione d’amore tra dio e l’uomo è una relazione sadomasochistica. Secondo me ce n’è abbastanza per dire che questo dio che gode sacrificandosi – potendone fare benissimo a meno, se no che dio è? – e gode dei nostri (pardon dei vostri) sacrifici è un dio piuttosto malato di mente,”umano, troppo umano”, quanto basta per dire che forse non è lui ad aver creato gli uomini ma gli uomini ad aver creato lui. Delle mie reminiscenze liceali mi è sempre rimasta impressa l’affermazione di un antico filosofo greco (Senofane?): se cavalli e buoi avessero dei, sarebbero cavalli e buoi.

    • Davide Galati ha detto in risposta a Chissenefrega

      Credo semplicemente che questo tipo di articoli serva da contraltare a un certo tipo di pubblicistica che vorrebbe il credente come una persona triste, incapace di vivere in questa vita. Poi che questo rafforzi la tua convinzione (laicista, relativista, nichilista o come preferisci chiamarla) pazienza…
      Comunque, senza scendere troppo nei dettagli, tu puoi decidere di informarti sulla fede cristiana dove meglio preferisci, ma se decidessi di farlo dai cristiani forse ti accorgersti che le cose non stanno proprio come affermi.
      Nel Cattolicesimo non c’è alcuna esaltazione del sacrificio, ma c’è il dare un senso al sacrificio (lo stesso Cristo non è che muore in croce di buon cuore, ma chiede che sia allontanato da lui quel calice). L’amore di Dio si manifesta ANCHE attraverso il dolore e il sangue della crocifissione, ma non solo. Esso si manifesta con la sua incarnazione, col perdono, col suo farsi uomo, col suo sostanzialmente dirci: Vuoi che diventiamo amici? Il dolore e la morte in croce non sono una scelta sua, ma sono una scelta nostra è l’uomo che decide di non credere e crocifiggere Gesù. La scelta di Gesù è di non scendere dalla croce, ma di rimanere sulla croce proprio per amore (se fosse sceso dalla croce avrebbe condannato tutti immediatamente manifestando l’enormità di ciò che era stato fatto).
      La donna piantata dal marito, senza colpe, se si è sposata in Chiesa, di sua libera volontà ha fatto una scelta che è quella di essere fedele al marito, nella buona e nella cattiva sorte cioè non solo quando le cose vanno male o bene, ma anche quando il coniuge mi fa del male, perché ha scelto di cercare di seguire le orme di Cristo anche nel matrimonio, cioè non voglio che tu mi metta in croce, ma se mi ci metti io lì sto per amore, per amore tuo.
      Mi scuso per la semplificazione e se ci fosse qualche errore qua e là, ma il concetto di fondo è che il cristianesimo è Amore e l’Amore è anche sofferenza, perchè quando mi alzo di notte perché i miei bambini di 14 mesi hanno fame io non sono molto contento, ma mi alzo e gli do da mangiare perché li amo…

      • Chissenefrega ha detto in risposta a Davide Galati

        Credo di essere ben informato sul cristianesimo. Sono stato educato alla religione cattolica da mia madre, donna pia e devota, ho trascorso l’infanzia e la prima adolescenza nell’associazionismo cattolico (ASCI e Azione Cattolica)ho servito messa (quella in latino, la sapevo tutta a memoria)ho vinto premi religiosi,ho partecipato a ritiri spirituali, so che cos’è la transustanziazione e so bene che l’immacolata concezione non ha niente a che fare con la verginità della madonna. Fino ai quindici anni sono andato a messa tutte le domeniche e le altre feste comandate, spesso anche alla benedizione pomeridiana, per non parlare di riti natalizi, pasquali, vie crucis,novene, primi venerdì del mese, adorazione eucaristiche, digiuni e quanto inventato nel corso dei secoli dalla fervente fantasia liturgica del cattolicesimo. In questo tipo di educazione l’idea che dovevi soffrire per il tuo bene era un punto estremamente chiaro. Tutto quello che piaceva era peccato (il cinema, la musica, baciare una ragazza, non parliamo poi della masturbazione). Confessarsi era angosciante e poichè non riuscivo assolutamente a raccontare i fatti miei al prete la confessione era fonte di nuove angosce e paure. L’idea dell’inferno ti veniva cacciata in testa con grande evidenza, mentre il paradiso non si sapeva bene cosa fosse. Ma la gente viene tenuta più con la paura e questo i preti l’hanno sempre saputo. Liberarmi da tutto questo è stato per me rinascere. Anche a me va benissimo l’idea che si debbano fare dei sacrifici quando hanno un senso. Ma non gratuti e insensati, come quello della donna piantata dal marito. Infatti quasi tutte si rifanno una vita, anche se credenti, e sono convinte che Gesù non disapprovi.
        Naturalmente rispetto le tue idee, ma sarà difficile che possa ritornare a credere in una religione così intrisa dell’idea di sacrificio,in un dio così mediocre che mi ha fatto peccatore e vuole che non pecchi. In un dio che è morto sulla croce per salvare l’intera umanità, ma alla fine a salvarsi saranno quattro gatti.

        • Lucio ha detto in risposta a Chissenefrega

          La tua vicenda e’ triste Chissenefrega, mi dispiace per l’amarezza che hai dentro di te.
          Io ho l’impressione che tu non abbia una visione matura ed equilibrata della fede cattolica. A me pare che le tue pratiche religiose (fatte solo fino a 15 anni) siano state fatte senza convinzione. Poi lo svilupparsi in te delle pulsioni sessuali, che non riuscivi a controllare, ti ha definitivamente allontanato dalla fede (che a causa di questo potente istinto deve esserti sembrata assurda).
          Forse il tuo non credere non e’ solo colpa tua, ma anche di chi doveva starti vicino per farti maturare e che non e’ stato in grado di farlo (o che non ti ha seguito con sufficiente attenzione). In ogni caso, anche se non credente, ora sei un adulto e vorrei quindi invitarti a considerare la religione cattolica con piu’ equilibrio e non in una maniera cosi’ diffidente verso l’amore e la misericordia che Dio prova per noi.
          Un saluto!

        • Davide Galati ha detto in risposta a Chissenefrega

          Guarda mi dispiace per la tua esperienza, ma il Cattolicesimo è ben altro, anzi tutt’altro. L’Amore di Dio non è qualcosa da meritare o guadagnare, è lì gratuito, per tutti, bisogna solo accoglierlo.
          Dio non ci ha creato peccatori (il racconto di Genesi riguardo la creazione non dice questo) è l’uomo che sceglie di peccare e, certo, Dio non vuole che l’uomo pecchi, ma il peccare o il non peccare, da parte dell’uomo è una sua libera scelta. Ma cos’è il peccato, questa parola che spesso non si capisce e rischia di far paura, la parola ebraica, ma anche quella greca significa semplicemente “sbagliare mira”. Quindi quello che Dio vuole è che ciascuno di noi, nella sua vita, non “sbagli mira”, ma centri il bersaglio, cioè quello che lo rende realmente felice, che gli dona una vita eterna, cioè non senza fine, ma piena.
          Mi dispiace che tu non abbia fatto esperienza di questo nella Chiesa, e se ciò accade spesso e anche colpa di noi cristiani che certe cose le dimentichiamo e non riusciamo non solo a trasmetterle, ma rischiamo anche di allontanarle.

      • Andrea ha detto in risposta a Davide Galati

        “Credo semplicemente che questo tipo di articoli serva da contraltare a un certo tipo di pubblicistica che vorrebbe il credente come una persona triste, incapace di vivere in questa vita”

        Curioso, quest’accusa viene sempre rivolta a me su questo forum eppure sono noto per il mio essere tutt’altro che credente. Secondo me il non essere triste è uno dei pochi punti di forza nonchè eventuale appiglio per un abbozzo di eventuale dimostrazione d’ “utilità della fede” a parità di altri fattori. Sei sicuro che la pubblicistica che citi non facesse riferimento alle cause di questa felicità rispetto alla felicità stessa?

        Se un credente mi dice. ” son più felice da credente di quanto potrei essere da non credente” io gli credo.

        Detto questo mi sembra assolutamente coerente che un gruppo di persone caratterizzate dala loro capacità di prodigarsi accettando un ritardo nel reward conseguente alle loro azioni (cosa che ogni credente fa nel corso della propria vita), dimostri esattamente quella stessa proprietà ossia: la capacità di prodigarsi accettando un ritardo nel reward conseguente alle loro azioni (chiamatelo sacrificio.

        Ma l’articolo originariamente citato parla lungamente anche dell’esercizio fisico e del bere limonata come contributi al will power (non si sa in che misura sinergici all’eventuale fede presente), non mi è chiaro quindi se la frase “una serie di studi -apparentemente superficiali-” sia da considerarsi come preventiva rispetto all’obiezione che ho appena fatto, oppure se davvero la limonata sia un alternativa alla fede….

        A parte gli scherzi.
        Esiste un esperimento interessante condotto da Philip Zimbardo (autore del noto libro The Lucifer Effect) su dei bambini in età prescolare, il test era semplicissimo: ” preferisci mangiare questo biscottino adesso o aspettare che io ritorni (stando davanti al biscottino senza mangiarlo) e ottenerene due?°.

        Ebbene, Zimbardo ha correlato i risultati del test al “successo” che i bambini 30 anni dopo hanno avuto nella vita. Quelli che erano stati in grado di attendere erano mediamente più equilibrati e realizzati, gli altri più sbandati.

        Difficile dire quanti poi fossero credenti o meno (dopo trent’anni) ecco quella si sarebbe stata una verifica interessante.

  3. Sophie ha detto

    Chissenefrega, io da quando mi sono convertita mi sento serena, libera e felice di essere quella che sono, fregandomene degli altri con tutti i mie difetti e il mio caratteraccio. E più di tutto, ho pace mentre prima ero sempre inquieta pure senza motivo! Perchè vi fate questa idea che una persona che si converte lo fa perchè gli piace crepare? Magari è vero che soffre di più in certe occasioni perchè, come aveva previsto Gesù, quello che i cristiani dicono difficilmente viene capito perchè non ragionano secono mondo ma secondo Dio, e fin dall’inizio dei tempi sono sempre stati perseguitati. Ma questa è completamente un’altra cosa. Vai a Medjugorje e vedi se la fede è davvero sofferenza come tu sei convinto che sia! Tra l’altro a volerla dire tutta, io sinceramente gli atei li vedo sempre inviperiti, incavolati, nervosi e perennemente contro tutti e tutto. Scusa se te lo dico.

    • Chissenefrega ha detto in risposta a Sophie

      Io invece, come ho scritto in un precedente intervento, ho cominciato a vivere quando mi sono sbarazzato della mia educazione cattolica. Non vado a Medjugorje perchè non credo che troverei là cose molto diverse da quelle viste quando andavo in gita con la parrocchia alla madonna di Loreto. Anche là si poteva vedere il miracolo di una casa che stava sospesa non si sa come. Esisteranno senz’altro degli atei come dici tu, ma conosco cattolici altrettanto cupi e pieni di risentimento contro questo mondo che corre tra le braccia del demonio. Succede quando si è convinti di essere depositari della verità, e questo non è un male solo cattolico. Non devi scusarti di dire quello che pensi.

      • Sophie ha detto in risposta a Chissenefrega

        Ho letto anche sopra, parto subito col dirti che secondo me sei stato “educato” alla fede malino, anzi un pò tanto. Io sono figlia di una mamma tendenzialmente anticlericale. E uno dei tantissimi motivi per cui persi la fede fu pure una suora che a catechismo mi presentava Dio come un giustiziere cattivo, che non aspettava altro che mettermi sulla brace, mettendomi i sensi di colpa sul fatto che praticamente facevo continuamente piangere Gesù fino a quando ad un certo pensai che ero un completo disastro, che ero troppo poco, troppo sbagliata per lui e il suo amore non me lo meritavo. La conseguenza fu un distacco progressivo ma anche dolorosissimo perchè io istintivamente credevo in Dio e perchè pur essendo solo una bambina ne ero attirata da lui come una calamita. Arrivai ad arrabbiarmi con lui e a dire che Dio non esisteva perchè tutto questo non lo potevo accettare. E’ vero che il Signore ci vuole a sua immagine e somiglianza e ci chiede tanto ma è anche vero che è buono, misericordioso e comprensivo. L’Inferno per noi esiste ma da quel che ho capito ci va chi ci vuole andare e non pensare che Dio sia contento di ciò, è come se io fossi contenta del fatto che mio figlio passerà il resto della sua vita in galera. Medjugorje non è minimamente paragonabile a Loreto (se non ci sei andato come fai a fare il confronto?). Fra i vari motivi c’è che la Madonna è proprio presente lì fisicamente e si sente che c’è.
        PS: hai mai parlato con padre Maurizio De Sanctis alias Padre Nike?

      • Sandro Di Marco ha detto in risposta a Chissenefrega

        Chissenefrega, il tuo percorso è simile a quello di tantissima altra gente, forse della maggioranza delle persone. Il mio pensiero personale è che bisogna sempre tenere come meta il messaggio di fondo del Cristianesimo, che è un profondo e meraviglioso messaggio d’amore e prendere “il resto” con le pinze. Il “resto” sono tutte le regole e regoline secondo le quali le “istituzioni” Chiesa (quella cattolica, come quella ebraica, come quella musulmana, etc) hanno “interpretato” il messaggio religioso per trasformarlo in un codice condivisibile da gente semplice, ma in questo modo nella maggior parte dei casi ammazzandone il senso vero e proprio. C’è in giro una umanità convinta che il messaggio religioso sia riducibile ad una lista di regolette, che crede davvero che il mondo sia stato creato in una settimana, che Dio sta li’ a contare quante pippe ti fai etc (e poi magari odiano gli omosessuali, vorrebbero sbattere fuori dal paese gli immigrati musulmani, etc). E’ importante invece fare tesoro di questo messaggio d’amore perchè racchiude in se il senso stesso dell’esistenza. Spero tu possa un giorno riavvicinarti ad esso in un qualche modo.

      • Sandro Di Marco ha detto in risposta a Chissenefrega

        Resto molto perplesso davanti a fenomeni come Medjugorje, Fatima, etc. Non sono mai stato in nessuno di questi santuari e sicuramente parlo con una visione parziale delle cose. Ma io credo che la vera fede vissuta sia quella di tutti i giorni, quella dei rapporti con gli esseri umani che ci circondano, quella vissuta nel nostro intimo, non quella che scaturisce da delle (supposte) pirotecniche manifestazioni del divino. Gesù stesso ci ha insegnato, con la parabola di San Tommaso, che non c’è bisogno di apparizioni fotoniche, per accettare il messaggio cristiano. Ripeto, parlo certamente senza esperienza di questi luoghi, ma non posso evitare di notare una forma di isterismo intransigente ed ossessionante fra molte delle persone che sono tornare da Medjugorje. Mi ha anche fatto molta impressione leggere che Marija Pavlovic, la veggente di MedjugorJe, scrisse al Presidente Ronald Reagan con un “supposto” messaggio della Madonna che tra le altre cose diceva “Noi sappiamo che lei si adopera per la pace nel mondo”. Reagan negli anni 80 aumentò ENORMEMENTE le spese belliche negli Stati Uniti, finanziò ribelli in Nicaragua, Angola, Etiopia, Cambogia e Afghanistan (incluso Saddam Hussein in Iraq) compresi i seguaci di Osama Bin Laden. Fece vendere armi ai regimi di El Salvador, Egitto, Arabia Saudita, Israele e Pakistan, eliminando le limitazioni che Carter aveva precendentemente imposto per la vendita di armi all’estero. Milioni di persone morirono per questo. Come potrebbe la Madonna approvare tutto questo ???? Questo sarebbe “un uomo che si adopera per la pace nel mondo”????

  4. Lucio ha detto

    Per conforto di tutti, specialmente dei peccatori, riporto quanto Gesù diceva ad un’altra anima mistica, Suor Faustina Kowalska: «Desidero che i miei Sacerdoti annunzino questa mia grande misericordia per le anime peccatrici. Il peccatore non tema di avvicinarsi a me. Anche se l’anima fosse come un cadavere in piena putrefazione, se umanamente non ci fosse più rimedio, non è così davanti a Dio. Le fiamme della misericordia mi consumano, desidero effonderle sulle anime degli uomini. Sono tutto amore e. misericordia. Un’anima che ha fiducia in me è felice perché io stesso mi prendo cura di lei.
    Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abbiezione, esaurirà mai la mia misericordia, poiché più vi si attinge e più aumenta. Figlia mia, non cessare di annunziare la mia misericordia, col farlo darai refrigerio al mio Cuore consumato da fiamme di compassione per i peccatori. Quando dolorosamente mi ferisce la mancanza di fiducia nella mia bontà!
    Per punire ho tutta l’eternità, adesso invece prolungo il tempo della misericordia per essi. Anche se i suoi peccati fossero neri come la notte, rivolgendosi alla mia misericordia, il peccatore mi glorifica e onora la mia Passione. Nell’ora della sua morte io lo difenderò come la mia stessa gloria. Quando un’anima esalta la mia bontà, Satana trema davanti ad essa e fugge fin nel profondo dell’inferno. Il mio cuore soffre perché anche le anime consacrate ignorano la mia misericordia e mi trattano con diffidenza. Quanto mi feriscono! Se non credete alle mie parole, credete almeno alle mie piaghe!».

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