La Corte Superiore del Massachusetts respinge crociata laicista

L’ultima volta che i laicisti ci hanno provato è stato nel giugno 2011,  ma la Corte Suprema americana ha confermato piena costituzionalità al cosiddetto Pledge of Allegiance, ovvero il giuramento di fedeltà agli Stati Uniti e alla bandiera nazionale, il quale contiene le scandalose parole: “under God“ (un po’ come noi, che fra qualche ora canteremo “Iddio la creò” durante l’Inno nazionale, prima di assistere alla partita Italia-Croazia).

In questi giorni è stato un giudice della  Corte Superiore del Massachusetts a respingere una causa legale intentata da una coppia di atei contro il Pledge of Allegiance, poiché pare che soltanto citare la frase “under God” (o ascoltare gli altri che lo fanno) crei profondi disturbi psicologici ai loro figli (gli americani recitano questo giuramento ogni mattina, in tutte le scuole).

Il giudice S. Jane Haggerty ha concluso che la recita quotidiana del Pledge,  con quelle parole, non viola i diritti dei querelanti in virtù della Costituzione del Massachusetts, non viola le regole contro la discriminazione del distretto scolastico e non viola la legge dello Stato. Anche perché i ricorrenti, come hanno d’altra parte riconosciuto, hanno tutto il diritto di rifiutare di partecipare al Pledge.

Le motivazioni sono state anche altre, si è fatto notare ad esempio che la recita quotidiana è un esercizio patriottico volontario e l’inclusione della frase ‘under God’ non ne consente la trasformazione in una preghiera, ma piuttosto ha lo scopo di riflettere sulla storia e sulla filosofia politica degli Stati Uniti.

Anche negli USA il laicismo -attraverso queste intolleranti crociate- permette dunque di colmare vuoti legislativia sostengo di una religiosità pubblica, come antropologicamente è quella cristiana. In Italia, grazie all’associazione fondamentalista UAAR, accade la stessa cosa: proprio nel dicembre scorso, grazie ad una loro crociata anticlericale, il Consiglio di Stato ha preso per la prima volta posizione sulla presenza delle autorità religiose nelle scuole, riconoscendone la piena legittimità e dunque l’impossibilità di chiunque ad opporsi, ad esempio, alla visita di un vescovo.

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42 commenti a La Corte Superiore del Massachusetts respinge crociata laicista

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  1. Sophie ha detto

    “pare che soltanto citare la frase “under God” (o ascoltare gli altri che lo fanno) crei profondi disturbi psicologici ai loro figli”

    Ma questi hanno bisogno di un esorcismo. O.O
    Padre Amorth aiutali!!!!!!!!

    • pastor nubium ha detto in risposta a Sophie

      “pare che soltanto citare la frase “under God” (o ascoltare gli altri che lo fanno) crei profondi disturbi psicologici ai loro figli”
      chissà che trauma, Sophie, per quei poveri figlioli rendersi conto di trovarsi tra bigotti oscurantisti mezzo isterici e tremanti di paura al solo pronuciare quel nome ‘balsfemo’… un po’ di disagio sicuramente l’avranno con dei genitori così disturbati

    • Bichara ha detto in risposta a Sophie

      🙂 Dio ti benedica. In God we trust

  2. Leonardo Paolo Minniti ha detto

    Scusate l’OT, ma sono contento di segnalare che Vatican Insider ha ripreso un vostro articolo: http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/neuroteologia-dio-15959/
    Grazie amici uccr e buona crescita!

  3. Cagliostro (aka Agnostico) ha detto

    “l’impossibilità di chiunque ad opporsi, ad esempio, alla visita di un vescovo”: francamente le autorità scolastiche possono benissimo opporsi alla visita di un vescovo. Ci sono già stati dei casi.

    • Gennaro ha detto in risposta a Cagliostro (aka Agnostico)

      Mi spiace, ma dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato più nessuno può opporsi parlando di discriminazione di non credenti o altri religiosi. Non credo ci siano stati casi dal dicembre 2011 a oggi…

      • Cagliostro (aka Agnostico) ha detto in risposta a Gennaro

        Dici?
        Ti riporto una fonte che di sicuro non è “laicista”.
        http://www.intoleranceagainstchristians.eu/case/italian-school-rejects-cardinals-visit.html

        Quindi secondo te un vescovo può comparire in una scuola anche se le autorità scolastiche non sono d’accordo? Ma quando mai….

        • Gennaro ha detto in risposta a Cagliostro (aka Agnostico)

          Agnostico…hai da tempo dimostrato di essere una persona scarsamente intelligente e interessante…perché insisti?

          Ti sei accordo della data del fatto (marzo 2011)?? Ti sei accorto della data del pronunciamento del Consiglio di Stato (dicembre 2011)??

          Capisci che con questo livello di incapacità razionale non riuscirete mai a distruggere quello che odiate? Evolvetevi….capre!!!!

          • Cagliostro (aka Agnostico) ha detto in risposta a Gennaro

            Ero sicuro che l’obiezione sarebbe stata questa.
            Leggo testualmente dalla sentenza del Consiglio di Stato riportata:
            “Tuttavia nel caso in esame, essa appare agevolmente risolvibile sulla base delle norme che disciplinano l’autonomia delle istituzioni scolastiche; nell’ambito di tale autonomia, che è didattica e culturale, gli organi collegiali possono senz’altro organizzare, sulla base della programmazione delle attività didattiche e delle proposte dei singoli docenti, opportunamente discusse ed approvate, anche incontri con le autorità religiose locali….”.
            http://www.culturacattolica.it/detail.asp?c=1&p=0&id=7377
            Inoltre leggiti anche la parte nella pagina 3 della sentenza del Consiglio di Stato.
            Sai che significa questo? Che se le autorità scolastiche non approvano la visita pastorale, il Vescovo non entra: ora chi è la capra??

            • Gennaro ha detto in risposta a Cagliostro (aka Agnostico)

              La capra ti confermi tu, ancora oggi.

              E non solo perché hai sorvolato sul fatto che hai cannato completamente la fonte da citare a tuo supporto in quanto precedente alla sentenza.

              E su cosa vai a parare? Sul fatto che le autorità scolastiche debbano approvare la visita pastorale!! E’ una cosa divertentissima…perché è ovvio che debbano non solo approvarla, ma anche invitare il Vescovo. Non è certo un obbligo invitarlo e nemmeno è un’iniziativa dei vescovi…praticamente hai detto che l’ospite che deve entrare in casa deve essere invitato a farlo.

              Ma dai??? E ci voleva il Consiglio del Senato a dirlo???? Tu solo nell’Uaar puoi trovare posto.

              • Cagliostro (aka Agnostico) ha detto in risposta a Gennaro

                Gennarino, gennarino…..
                cosa fai ora? Cambi approccio?
                Avevo scritto che – a differenza di quanto riportato nell’articolo – “le autorità scolastiche possono benissimo opporsi alla visita di un vescovo”.
                Tu hai replicato affermando che “dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato più nessuno può opporsi parlando di discriminazione di non credenti o altri religiosi”.
                Ora davanti al testo della sentenza affermi che “è ovvio che debbano non solo approvarla, ma anche invitare il Vescovo. Non è certo un obbligo invitarlo e nemmeno è un’iniziativa dei vescovi”.
                In pratica hai confermato quanto ho sostenuto sino ad ora e su cui tu avevi espresso il tuo disaccordo: deciditi su ciò che pensi.
                Ti ricordo inoltre che lo stesso Consiglio di Stato nella sentenza riportata ha ribadito che la questione sia “obiettivamente delicata e complessa in linea generale”.
                Inoltre la sentenza (e nessuno è riuscito a coglierlo) è un esempio di laicità: infatti si afferma che la visita pastorale “non si è svolta attraverso il compimento di atti di culto (eucarestia, benedizione, eccetera), ma attraverso una testimonianza sui valori, religiosi e culturali che sono alla radice della catechesi cattolica” ed inoltre “analoga iniziativa potrebbe ben essere svolta con riferimento ai valori di altre confessioni religiose o di altri orientamenti spirituali, presenti nella comunità territoriale in cui agisce la scuola”.
                Inoltre il Consiglio di Stato conclude affermando che “i ricorrenti in sostanza non hanno dato prova del carattere di culto della visita”.
                Sai cosa significa tutto questo? Che il Consiglio di Stato afferma che un Vescovo non può neanche farsi il segno della croce dentro la scuola……Un bel passo in avanti da quando a scuola si protestava per le messe tenute in aula magna durante l’orario di lezione dall’insegnante di religione.

                At salud

                • Raffa ha detto in risposta a Cagliostro (aka Agnostico)

                  Non preoccuparti Gennaro….al nostro amico è stato insegnato ad andare avanti a qualunque costo…quindi continuerà per giorni a sfuggire proponendo sempre altre cose.

                  E’ interessante notare che lo hai messo a sedere con il Consiglio di Stato, lui è passato a citarti un link completamente sbagliato e al posto di riconoscerlo ha cambiato argomento. Ora sta cercando di far passare la sentenza del consiglio di Stato come “positiva”, quando la stessa Uaar si è incazzata.

                  Ecco chi è il vincitore e come ne parla: http://www.uccronline.it/2011/12/02/uno-smacco-per-luaar-lavvocato-amato-descrive-i-fatti/

                • Ermanno ha detto in risposta a Cagliostro (aka Agnostico)

                  Agnostico, la noia in persona. Peggio di un bambino quando perde a “Un due tre stella”.
                  Confermo le parole di Gennaro: grazie al pronunciamento del Consiglio del Senato non è più possibile opporsi alla visita di un vescovo parlando di discriminazione.

                  W la laicità, a morte il laicismo.

            • Raffa ha detto in risposta a Cagliostro (aka Agnostico)

              Va dato atto però a questo amico di provarci ogni volta. Non è da tutti mostrare pubblicamente a che livello di intolleranza e di poca capacità riflessiva versi oggi il laicismo.

    • J.B. ha detto in risposta a Cagliostro (aka Agnostico)

      Interessante, peccato che accade praticamente sempre che sia il vescovo ad essere INVITATO dal Consiglio d’istituto a visitare la scuola, e non l’opposto.

    • Lucio ha detto in risposta a Cagliostro (aka Agnostico)

      Certo, posso capire che la visita di un vescovo nelle scuole pubbliche, dove i libri di testo e gli insegnati di sinistra entrano senza nessuna critica, possa essere vista come una pesante ingerenza…..

  4. Luigi Pavone ha detto

    Non entro nel merito di ciò che è legittimo o meno fare. Dirò solo ciò che in quanto dirigente scolastico farei, ritenendo la cosa più giusta. In quanto dirigente scolastico riterrei giusto approvare attività strettamente inerenti all’attività didattica del mio istituto, così che se nel mio istituto si studia Antonio Rosmini (magari portandone pure il nome), poniamo, riterrei opportuno organizzare un incontro con il massimo studioso di Rosmini che c’è sulla piazza, non importa se esso sia Vescovo, Parroco, o altro. Se è Vescoco, why not? Troverei inadeguate le visite così dette pastorali. La pastorale si fa in chiesa o al massimo alla scala, Quella di Beethoven, intendo 😀

    • Lucio ha detto in risposta a Luigi Pavone

      Ciao Luigi,
      Quando ho frequentato le superiori sono stato costretto a studiare storia e letteratura su libri di testo scritti da autori di sinistra e ho avuto diversi insegnati anticlericali. Questa situazione ho dovuto subirla senza poterci fare nulla per 5 anni…..
      Se trovi inadeguate “le visite cosi’ dette pastorali” in una scuola pubblica allora, a maggior ragione, dovresti ritenere ingiusta l’influenza che io, come tanti altri studenti, ho dovuto sopportare in una maniera cosi’ pesante e poco democratica.

      • Luigi Pavone ha detto in risposta a Lucio

        Io avevo un insegnante di filosofia cattolico al liceo. In generale, non devi giudicare chi la pensa diversamente da te un male da subire. Se è un male lo è ancor di più stare con le persone che la pensano come te. Ciò che conta è che la scuola garantisca uno spazio critico. La pastorale non rientra nella attività di didattiche per le quali abbia senso garantire spazi di critica, per questo non la ospiterei nel mio istituto.

        • GiuliaM ha detto in risposta a Luigi Pavone

          La pastorale non rientra nella attività di didattiche per le quali abbia senso garantire spazi di critica, per questo non la ospiterei nel mio istituto.
          Perchè? Lo giudichi un male da subire perchè pensa diversamente da te?

          • Luigi Pavone ha detto in risposta a GiuliaM

            Non tutto ciò che non è un male da subire è una attività didattica. Per esempio, la pasta alla norma non è un male da subire, ma non è neanche una attività didattica. Nel mio immaginario istituto un vescovo potrebbe entrare in qualità di studioso, solo in quella veste. Un prete potrebbe perfino insegnare filosofia, storia, psicologia etc. Tra un prete bravo e un laico asino in filosofia sceglierei senz’altro il primo. Non potrebbe però fare catechismo. Pastorale e catechismo non sono attività didattiche. Ci sono i luoghi idonei per fare queste cose.

            • GiuliaM ha detto in risposta a Luigi Pavone

              Quindi ti dà fastidio il solo fatto che un appartenente al clero parli presentandosi come tale?
              E chi lo dice che il catechismo non sia attività didattica?

              • Luigi Pavone ha detto in risposta a GiuliaM

                Non mi dà fastidio nulla. Non mi dà fastidio neanche l’acquasantiera, ma non ce la vorrei nella mia scuola. Forse tu sì, non so.

                • Ercole ha detto in risposta a Luigi Pavone

                  L’acquasantiera non avrebbe nessuna attinenza con la scuola. E’ un peccato che tu non riesca a concepire le differenze tra un’autorità religiosa e l’acquasantiera. L’illuminismo è finito amici, è ora di svegliarsi.

                  • Kosmo ha detto in risposta a Ercole

                    Ecco un’altra occasione per la premiata ditta Pavone/Antonio72 per destreggiarsi nella loro specialità: le “pi**e mentali”.
                    Ecco a voi una rassegna, rigorosamente NON ESAUSTIVA, delle ipotesi che tirerebbero fuori:
                    – Entra un ragazzo che di cognome fa “Acquasantiera”
                    – Supponiamo che il Comune decida che tutte le scuole debbano essere a forma di acquasantiera
                    – Supponiamo che la forma di acquasantiera sia l’unica forma di edificio in grado di resistere a terremoti
                    – ci sono dei ragazzi che sono figli di preti di rito bizantino e che vogliono entrare a scuola, nella giornata “Cosa fa mio padre?”
                    – ci sono ragazzi che hanno una malattia che fa diventare la testa a forma di acqusantiera

        • Lucio ha detto in risposta a Luigi Pavone

          Ciao Luigi, tu scrivi: “non devi giudicare chi la pensa diversamente da te un male da subire”. Infatti hai ragione, non lo e’ necessariamente; anzi puo’ essere anche un bene, almeno se chi non la pensa come te conosce adeguatamente e rispetta le tue idee. Ricordo bene ancora adesso con quanta superficialita’ ed arroganza, nella mia scuola, venivano presentati i principi su cui si basa la Chiesa Cattolica. Da questa sistematica opera di diffamazione sono nati molti dei danni che affliggono la societa’ moderna. Il tuo insegnante cattolico di filosofia invece, pur dissentendone, ha mai preteso di ridicolizzare le idee dei filosofi marxisti?

          • Lucio ha detto in risposta a Lucio

            Aggiungo anche che un vescovo, quando visita una scuola, non interroga e non assegna voti in pagella a chi non la pensa come lui….

            • Luigi Pavone ha detto in risposta a Lucio

              Certo, anche per questa ragione, ma non è la sola, non è un’attività didattica.

              • Woody85 ha detto in risposta a Luigi Pavone

                E invece si, l’incontro con la religione e le autorità religiose è profondamente legata all’attività didattica, anche perché senza la religione i nostri libri di storia, geografia, arte e musica e indirettamente tutti gli altri, sarebbero piccoli fascicoli di 10 pagine.

                • Luigi Pavone ha detto in risposta a Woody85

                  Anche senza gli eserciti la nostra storia sarebbe un piccolo fascicolo. Ne deduci che dovremmo far fare una visitina anche ai generali dell’esercito italiano?

          • Luigi Pavone ha detto in risposta a Lucio

            Non ricordo esattamente. Ricordo che non ci fece studiare Nietzsche e Heidegger. In compenso ci fece studiare Maritain e Gilson. In storia ci fece saltare la parte sulle crociate. Su Marx e il marxismo non ricordo.

            • Paolo Viti ha detto in risposta a Luigi Pavone

              Errore gravissimo. E’ proprio studiando approfonditamente Nietzsche e Heidegger -ma sopratutto Schopenhauer- che si capisce il valore di allontanarsi il più possibile da questo mainstream culturale.

    • J.B. ha detto in risposta a Luigi Pavone

      Aiuto, come dirigente scolastico avresti una concezione molto “stagna” della scuola 🙁
      Mi riferisco all'”approvare attività strettamente inerenti all’attività didattica del mio istituto” e al fatto che la scuola “garantisca uno spazio critico”.

      Allora sarei d’accordo al 60% con quello che dici, però mi sembra una visuale un pochino ristretta della funzione di scuola.
      1) Personalmente credo che oltre ad approvare iniziative in linea con l’attività didattica, sia doveroso da parte della scuola andare oltre e fornire anche iniziative che consentano agli studenti di ampliare le loro vedute, mi riferisco a lezioni/relazioni ecc su temi economici, di attualità, del territorio (ambiente), della politica, della letteratura, della filosofia e perchè no anche della religione. La scuola dovrebbe garantire non solo la specializzazione nell’ambito del corso di studi, ma anche fornire una visione d’insieme.

      In questo caso sono accettabili anche le “visite pastorali”, dite sempre che siamo un paese cattolico, e allora perchè non incontrare un vescovo per conoscere meglio questa figura, la Chiesa che rappresenta ecc? Non è propaganda cristiana, i vescovi sanno come si incontra la gente, di cosa potrà mai parlare in una scuola pubblica? parlerà di tematiche giovanili!

      2) Ho capito lo “spazio di critica”, che è giusto, ma se si fa solo critica e non “conoscenza” si finisce per diventare “criticoni” e non certo dei “critici”. La critica la si fa dopo che si è conosciuto qualcosa, e per conoscere bisogna incontrare prima, vedere e ascoltare.

      • J.B. ha detto in risposta a J.B.

        Tra parentesi non sono mica convinto che la visita in una scuola pubblica si chiami “visita pastorale”, perchè in quella paritaria (se cattolica) si chiama così perchè il vescovo lì è “padrone di casa” e perchè la scuola fa parte comunque della comunità; la visita pastorale è “un’espansione della presenza spirituale del Vescovo tra i suoi fedeli” (Pastor gentis).

      • Luigi Pavone ha detto in risposta a J.B.

        In Italia l’eccessiva intromissione della politica negli affari della educazione ha portato ad una visuale eccessivamente ampia della funzione scuola, per i miei gusti.

        • Michele Silvi ha detto in risposta a Luigi Pavone

          Vero, ma i simboli della Nazione NON sono politica, cose del genere ce se le poteva aspettare negli anni ’70, ora si spera che le diatribe tra fascisti/missini e anti-fascisti siano finite.
          La politica non ha a che fare con la bandiera o con l’inno, sono due simboli deputati a tenere unita la nostra cultura, chi non li conosce non merita nemmeno di dichiararsi italiano.

      • Luigi Pavone ha detto in risposta a J.B.

        La critica può esercitarsi sulla base di certezze. Senza certezze — senza cioè elementi che giudichiamo contestualmente più basilari di ciò che critichiamo — non c’è critica.

  5. Michele Silvi ha detto

    Almeno loro che ancora riescono a preservare un minimo di identità culturale devono giustamente opporsi a questa idiozia.
    Da quant’è che in Italia l’inno nazionale non viene più recitato? Da quant’è che nelle scuole pubbliche italiane ci si dimentica che siamo italiani? Da quant’è che gli “intellettuali” cercano di imporre una lingua straniera (e mi riservo il diritto di considerarla rozza e piatta, ma questa è una considerazione mia) sulle basi della cultura italiana che sono l’italiano medioevale e il latino?
    Il bello è che in Europa siamo, molto probabilmente, tra quelli messi meglio, almeno sotto l’aspetto linguistico (quello patriottico in generale ci lascerà sempre dietro, purtroppo l’antifascismo, per quanto giustissimo in quanto anti-fascismo, ha aperto gravi ferite in Italia, e sarebbe pure ora di iniziare a ricostruire…)

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