Pio XII contro Hitler e Mussolini

Se si dovesse redarre una classifica dei papi più calunniati della storia il primo posto spetterebbe indubbiamente a Pio XII. Nonostante, l’ingente mole di documenti e testimonianze che affermano l’ostilità di questo papa verso le dittature nazifasciste e il suo aiuto a tutte le vittime dei totalitarismi, viene ancora descritto come indifferente di fronte alla tragedia dell’olocausto e, da taluni, persino complice del nazismo (come fa, ad esempio, Marco Aurelio Rivelli nel suo libro “Dio è con noi. La Chiesa di Pio XII complice del nazifascismo”). I motivi di questa accusa si basano quasi esclusivamente sul fatto che durante la guerra, il pontefice non denunciò pubblicamente il genocidio ebraico e così facendo si ignorano o si dimenticano le azioni effettivamente svolte sotto il suo pontificato.

Che Pio XII non potesse essere filonazista lo sì può dedurre dal semplice fatto che era in contatto con la resistenza tedesca e lui stesso fece da tramite tra loro e gli inglesi per appoggiare un complotto avente l’obbiettivo di spodestare Hitler, ma questo naufragò per via delle diffidenze inglesi (M. Hesemann, “Contro la Chiesa”, Milano 2009 p. 306). Vi furono altre azioni contro il nazismo: il Vaticano, ad esempio, avvisò il Belgio e l’Olanda dell’imminente attacco a sorpresa tedesco nel tentativo (non riuscito) di fermare l’invasione e fu anche preventivamente informato dell’Operazione Valchiria (A. Tornielli, “Pio XII: un uomo sul trono di Pietro”, nota 67 p. 606).

Per contro, Hitler considerò il pontefice un suo “nemico personale” e durante la guerra si ebbero delle notizie che affermavano che il dittatore tedesco avesse in mente di deportare il Papa. Gli storici sono divisi sul fatto se tale piano esistesse davvero o fosse solo una voce di propaganda, ma alcuni elementi possono indurre a pensare che il dittatore sarebbe stato in grado d’effettuare un piano simile. Si sa, infatti, che il Fhurer considerava Pio XII uno dei responsabili della caduta di Mussolini e nell’invadere l’Italia era intenzionato inizialmente a invadere anche il Vaticano e dichiarò ai suoi generali: «Io entro subito in Vaticano! Credete che il Vaticano mi preoccupi? Quello è subito preso: là dentro vi è tutto il corpo diplomatico. Non me ne importa nulla. La canaglia è là e noi tiriamo fuori tutto quel branco di porci». Il timore del Pacelli di essere rapito fu autentico e simile paura si era manifestata già dal 1941, ben due anni prima dell’occupazione dell’Italia! (R. Grahaman, “Voleva Hitler allontanare da Roma Pio XII?”).

Pio XII intervenne anche contro il fascismo. Non erano mancati, negli anni precedenti, accordi tra Mussolini e la Chiesa, ma l’avvicinamento dell’Italia alla Germania nazista con l’introduzione delle legge razziali e l’entrata in guerra in fianco all’alleato tedesco, avevano gelato i rapporti. Del resto, Mussolini rimase sempre anticlericale sia per via del suo passato socialista mai del tutto sopito, sia perché intuiva che il Vaticano sarebbe stato un ostacolo al suo potere assoluto e spesso si rammaricava di non aver estirpato il papato che considerava il “cancro dell’Italia” (G. Zagheni, “La croce e il fascio”, Torino 2006 p. 260). Nel 1942 la principessa Maria José di Savoia decise d’agire per destituire Mussolini e far uscire l’Italia dalla guerra, ma per farlo occorreva saggiare la disponibilità degli alleati. Intuiva che il coinvolgimento del Vaticano sarebbe stato utile per poter far da tramite e per questo incontrò segretamente Giovanni Battista Montini (futuro Paolo VI) e gli espose i suoi piani. «Riferirò» rispose il prelato e informò Pio XII del colloquio chiedendogli di poter continuare i contatti. Non si conoscono le parole del Pontefice, ma si sa per certo che diede parere positivo perché Montini e la principessa si videro ancora e il prelato informò dall’interno del Vaticano che l’inviato speciale di Roosvelt presso Pio XII, Myron Taylor, aveva assicurato che l’America avrebbe visto con favore l’uscita dell’Italia dal conflitto. Tuttavia, il re Vittorio Emaneuele III, spiccatamente anticlericale,  informato del complotto mise il veto ai rapporti con la Santa Sede: «Niente preti» ordinò, e successivamente provvide a “esiliare” Maria José nell’eremo di Sant’Anna (S. Bertoldi. “Umberto e Maria Josè di Savoia”, Milano 1999 pp. 123-129). La diffidenza del Vaticano si manifestò anche durante la Repubblica di Salò attraverso alcuni atti concreti (rifiuto di riconoscere il nuovo stato, aiuto agli antifascisti, sostegno ai vescovi in contrasto con il regime, ecc.) tanto che Mussolini giunse ad incoraggiare un gruppo di sacerdoti scomunicati che minacciava uno scisma, e a pensare di rivedere il concordato per ridurre il potere della Chiesa nella società. (D. Mack Smith, “Mussolini”, Milano 1999 p. 499).

Riguardo all’Olocausto, basterebbe considerare il fatto che la Chiesa Cattolica  salvò centinaia di migliaia di ebrei senza contare tutti gli interventi diplomatici volti a fermare la persecuzione (riuscendoci in qualche caso): il maresciallo Horty, ad esempio, interruppe le deportazioni nel 1944 facendo presente ai tedeschi d’aver ricevuto proteste dal re di Svezia, dalla Croce Rossa e dal papa Pio XII (M. Gilbert, “La grande storia della seconda guerra mondiale”, Milano 2003 p. 634). Del resto, è indubitabile che una pubblica protesta avrebbe scatenato una feroce rappresaglia da parte di Hitler, impedendo ai preti e alle religiose che aiutarono gli ebrei di poter compiere la loro opera. Nonostante tutti questi fatti e nonostante siano stati scritti molti libri per confutare le false accuse sul papa, i pregiudizi su Pio XII rimangono. Ma del resto, come disse l’arcivescovo Alojzije Stepinac (anche lui fortemente calunniato) : «Nella mente di certe persone, la Chiesa Cattolica è colpevole di tutto».

Mattia Ferrari

124 commenti a Pio XII contro Hitler e Mussolini

  • Gab ha detto:

    Leggetevi le encicliche di Pio XII. Fanno venire le lacrime agli occhi …

  • Luca ha detto:

    è stato un grande Papa

  • Fulton Sheen ha detto:

    Grandissimo papa che ha dovuto affrontare uno dei momenti più critici dell’umanità. Per una lettura obiettiva della vicenda, che critica la Chiesa e il suo passato quando c’è da criticare, ma difende dove c’è da difendere, consiglio la lettura di “la Chiesa e lo sterminio degli ebrei”, dello storico Renato Moro.

    Su Internet consiglio invece di dare un’occhiata a questi due video. Sono di parte, non vanno bene per un dialogo con gli agnostici, ma ne suggerisco comunque ai cattolici la visione 🙂

    http://www.youtube.com/watch?v=70TcOrAokFk&feature=relmfu

    http://www.youtube.com/watch?v=RFTt693dzHI

  • Francesco Santoni ha detto:

    Ragazzi mi raccomando, correggete quel “redarre” con “redigere” 😉

  • Luca S. ha detto:

    Non accosterei la santa figura di Papa Pacelli all’equivoca figura dello Stepinac. Singolare personaggio questo vescovo croato, da un lato critico degli “eccessi” del regime Ustascia, dall’altro lato sorridente a fianco dei criminali di guerra.

  • ettore ha detto:

    Verissimo. Hitler era solito scatenare “feroci rappresaglie” contro chi gli si opponeva. Per questo penso che dovreste mostrare un po’ di rispetto per chi lo ha fatto sul serio,in primis i nostri Partigiani.
    A me personalmente (e a molti altri,credo,anche se siete soliti far sparire i commenti che non vi piacciono) questo personaggio ispira orrore e disgusto. Voi liberissimi di santificarlo,ovviamente. Evidentemente la vostra sbandierata etica universale e’ tutta in questa vergognosa storia.

  • Francesco ha detto:

    Ettore prima di giudicare prova a pensare al dramma in cui si trovò Pio XII: o tacere e passare per complice del regime nazifascista o condannare pubblicamente e far uccidere e imprigionare migliaia di fedeli cattolici. Io penso che se avesse condannato pubblicamente avrebbe avuto sulla coscienza molte più persone, e di certo avrà pensato ogni giorno della sua vita a quei duri anni. Aveva lui il diritto di far martirizzare migliaia di persone solo per salvarsi la faccia ed il buon nome? Se avesse condannato ci sarebbero stati effetti pratici o le cose sarebbero andate nello stesso modo se non peggio?
    Vero, i partigiani ( e fra di loro c’erano cattolici ed anche sacerdoti e frati) si sono esposti in prima persona ma le loro azioni hanno scatenato eccidi e dure rappresaglie contro la popolazione civile.
    Poi il Papa non rimase a sgranare il rosario nei suoi appartenenti, anzi si attivò affinchè ebrei e non solo (anche partigiani e politici) trovassero rifugio e salvezza. Operare nel silenzio non significa non far niente ed essere preoccupati e sofferenti per una situzione che nemmeno il Papa poteva risolvere.

    • Agnostico ha detto:

      Scrivi: “I partigiani ( e fra di loro c’erano cattolici ed anche sacerdoti e frati) si sono esposti in prima persona ma le loro azioni hanno scatenato eccidi e dure rappresaglie contro la popolazione civile.
      È una critica alla lotta di resistenza partigiana? Tu come avresti fermato gli invasori ed oppressori nazifascisti? Con il Rosario o con il mitra?

      • edoardo ha detto:

        Credo che Francesco si riferisse ad episodi come questo:

        http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Pedescala

        Nel 1983 l’allora presidente Pertini volle conferire al comune di Pedescala una onoreficenza, che però venne rifiutata dalla popolazione, e su quel link di Wiki c’è scritto tutto.

        • edoardo ha detto:

          In quest’altro link:

          http://www.anpi.pesarourbino.it/index.php/partigiani/archivio_fotografico/C98/

          ci sono delle foto molto esplicite, la terza foto è il prete, bruciato vivo.

          • Luca S. ha detto:

            Non capisco con che coraggio quelli dell’ANPI hanno pubblicato quelle foto sul loro sito. I partigiani che provocarono i tedeschi e poi scapparono non erano dei loro?

            • J.B. ha detto:

              La verità è che ci siamo ammazzati tra italiani, i partigiani non hanno ammazzato solo i tedeschi.
              Non sono anti-partigiani, però se si va a vedere la storia, si scopre che da una parte e dall’altra (comunisti e fascisti) vi fu tanta ed eguale crudeltà ed efferatezza, come anche fraternità, solidarietà ed aiuto.
              Ognuno porta i propri meriti e vergogne. Vergognose furono le azioni di gruppi partigiani che si mettevano sulla strada dei tedeschi in ritirata, sul finire della guerra, (spari a gente, giovani per lo più, che si sta ritirando a guerra ormai finita???), sparavano due colpi e così provocavano rastrellamenti sulla popolazione civile. Vergognosi furono i fatti delle Fosse Ardeatine e altri.
              Non vedo ne gloria ne patriottismo in questi fatti.

              Tuttavia esprimere un giudizio è quasi impossibile. Non mi sento di dare torto o meriti a nessuno. Purtroppo una guerra di annientamento questo provoca.

  • Fulton Sheen ha detto:

    L’opinione breve, ma inequivocabile, di quel famoso “apologeta papista” chiamato Sergio Romano.

    http://archiviostorico.corriere.it/2006/maggio/03/Stepinac_vescovo_coraggioso_nel_vortice_co_9_060503122.shtml

    • Max ha detto:

      Interessante questo pezzo di Sergio Romano. Grazie per averlo riportato, ed invito anche gli altri a leggerlo. Ci puo’ fornire materiale serio con cui replicare alle solite battute tip “la Chiesa si allea con le dittature”.

    • Luca S. ha detto:

      Romano è inaffidabile sia quanto insinua contro la Chiesa (quasi sempre), sia quanto difende personaggi come Stepinac.
      Stepinac può anche essersi opposto a singoli crimini di guerra e può anche aver protestato, ma non è sufficiente per farne un oppositore al regime genocidiale degli Ustascia.
      Per fare un esempio, a differenza di questa sinistra figura, un vescovo Von Galen o un Wurm non li vedrai mai officiare a fianco agli aguzzini del loro paese.

      • Mattia ha detto:

        Il cardinale Stepinac, oltre ad aver protestato contro gli eccidi e i massacri, aiutò ebrei e serbi a sfuggire alla morte tanto che venne accusato dagli ustacia e dai tedeschi d’essere filocomunista. Il processo che Tito fece contro di lui fu una farsa e fu fatto solo perché il cardinale si rifiutò di creare una chiesa scismatica separata di Roma (e controllata da Tito).

        • Luca S. ha detto:

          Non ho mai detto che Stepinac non abbia occasionalmente protestato, né fatto opere di bene individuali. Né ho mai detto che il processo di Tito non fosse una farsa. Il punto è un altro.
          Non mi piace vederlo a fianco di aguzzini (disprezzati dagli stessi nazisti). Non mi piace vederlo sedere, come un uomo politico, nel parlamento fantoccio degli aguzzini.
          Tu sei sicuro dell’integrità di questo storico prelato? Io no.

          • Mattia ha detto:

            Io penso che se fosse stato un vero collaborazionista Tito non avrebbe esitato a impiccarlo. Stepinac voleva avere una Croazia indipendente, ma non voleva vedere stragi di ebrei e serbi e non credo che una persona che salva chi ha bisogno d’aiuto sia un criminale.

            • Luca S. ha detto:

              Non credo che Tito decidesse chi far giustiziare sulla base della colpevolezza ma, piuttosto, secondo valutazioni di opportunità politica.

              Per quanto riguarda le intenzioni, anche molti nazisti, in Germania, non volevano fare stragi razziali, ma penso che abbiano, come sostenitori del nazismo, una grave responsabilità per quel che è successo.
              Comunque, non credo affatto che Stepinac fosse individualmente “un criminale” e non sono sicuro della effettività e dell’entità del suo supporto al regime ustascia.

              Mi stupisce, tuttavia, che tu sia assolutamente sicuro che non abbia alcuna responsabilità.

              • Mattia ha detto:

                Intendo dire che se Stepinac fosse stato effettivamente colpevole non ci sarebbe stata quella levata di scudi a sua difesa senza la quale Tito l’avrebbe ucciso senza tanti problemi. Su quello che ho letto su Stepinac si possono criticare molte cose, ma non fino a farlo diventare un criminale o un collaborazionista. Poi considerando anche il luogo in cui si trovò ad operare, non dovette a mio avviso, prendere scelte facili.

                • Luca S. ha detto:

                  Quindi, tu sei sicuro che non abbia alcuna responsabilità?

                  • Mattia ha detto:

                    Sono sicuro che abbia salvato molte persone vittime degli ustacia e che le accuse di Tito erano false. Poi per il resto potrei sbagliarmi

  • Francesco ha detto:

    Non bisogna commettere l’errore di ragionare solo in astratto, per principi. Certo il principio in quel caso era di condannare duramente. Ma l’uomo è un essere incarnato, vive nella storia e deve occuparsi anche della “pratica”, deve porre in atto quei principi cercando di ealizzarli nel miglior modo possibili e con i minor danni.
    Poi i partigiani non erano tutti santi, alcuni di loro commisero le stesse violenze dei fascisti.

    • Agnostico ha detto:

      “Poi i partigiani non erano tutti santi, alcuni di loro commisero le stesse violenze dei fascisti.”
      Accostare un partigiano ad un fascista è semplicemente vergognoso.
      Se sei libero perfino di offendere i partigiani lo devi a quei “non santi” dei partigiani. 

      • Mattia ha detto:

        Il fatto che alcuni partigiani si macchiarono di crimini è un dato provato. Vedi la strage di Porzus o il triangolo della morte. Questo non significa poi che tutti i partigiani fossero criminali o che partigiano uguale a fascista.

        • Agnostico ha detto:

          Sui partigiani c’è un certo “relativismo” che mi piace molto ma molto poco. 
          Visto che parli di “dati provati” mettiamo dei punti fermi.
          Prima di tutto i fascisti erano dalla parte sbagliata mentre i partigiani da quella giusta: è bene specificarlo.
          Detto questo facciamo qualche “distinguo“. La violenza fascista era “sistematica” alla strategia politica (dalla comparsa delle prime squadraccie in poi) e trovava il pieno sostegno dei vertici politici mentre gli episodi che citi erano appunto “episodici” ma non rientravano in nessuna strategia politica. 
          Strage di Porzus. Prima di tutto stai parlando di un assassinio commesso da partigiani contro altri partigiani mentre le violenze dei fascisti erano commesse contro la popolazione indifesa: mi sembra una bella differenza.
          Seconda differenza. I responsabili della strage sono stati processati dalla giustizia ordinaria a differenza dei crimini commessi dai fascisti che hanno beneficiato dell’amnistia di Togliatti. 
          Triangolo della morte. Stai parlando di singoli episodi commessi a guerra finita di cui se ne è occupata la giustizia ordinaria e quando le brigate partigiane erano state già sciolte.
          Essendo avvenuti a guerra finita non sono avvenuti all’interno nel contesto della guerra di Resistenza (come detto il CLN ordinò alle brigate partigiane di sciogliersi e consegnare le armi a maggio del 1945) ma semplicemente da privati cittadini italiani che – in vari casi – hanno affrontato la giustizia ordinaria. Quindi si parla di casi episodici commessi aldifuori della Lotta di Liberazione ma non sistematici ed organizzati come quelli fascisti.
          Inoltre facciamo un esempio concreto. Mettiti nei panni di una persona che ha subito le violenze dei fascisti verso sé stesso ed i suoi familiari. Mette a rischio la propria vita durante la Resistenza ed – a guerra finita – magari vede completamente libero (a causa dell’amnistia Togliatti) il fascista che ha ucciso i suoi familiari qualche anno prima. Prima di giudicare proverei a mettermi per un attimo nei suoi panni. 

          • Mattia ha detto:

            Come ha fatto notare Pansa nel suo libro “Il Sangue dei Vinti”, una parte dei partigiani voleva instaurare una dittatura di stampo sovietico ed è per questo che fecero fuori sia durante che dopo la guerra molte persone (di queste molte non avevano nulla a che fare con il fascismo). Quello di Porzus non è poi l’unico episodio dove dei partigiani trucidarono altri partigiani.

            • Fabio Moraldi ha detto:

              Ottimo articolo!

            • Agnostico ha detto:

              È proprio il caso di dire Pansa-nate….
              Eh si…..i partigiani volevano instaurare proprio una dittatura….
              Infatti il CLN ordinò ai primi di maggio del 1945 di restituire le armi e di sciogliere le brigate partigiane….
              Poi figurati che Togliatti proprio per “vendicarsi” approvò un’amnistia verso tutti i criminali fascisti….
              E lo stesso Togliatti dopo il suo attentato e con un Paese sull’orlo di una guerra civile lo sai cosa fece? Ordinò di cessare immediatamente i disordini.
              Proprio tutti segni inequivocabili di voler creare una dittatura…..

              • Sophie ha detto:

                “E lo stesso Togliatti dopo il suo attentato e con un Paese sull’orlo di una guerra civile lo sai cosa fece? Ordinò di cessare immediatamente i disordini.” Bè è risaputo che Togliatti ad un certo punto della sua vita si convertì segretamente al cattolicesimo grazie anche ad un suo amico stretto devoto di Padre Pio.

              • Mattia ha detto:

                Legga il libro di Victor Zaslvasky “Togliatti e Stalin” e i relativi scambi di telegramma appunto tra Stalin e Togliatti. Non sa che l’ordine di consegnare le armi fu ampiamente disatteso e che migliaia di persone erano pronte a scatenare una guerra civile (la cosidetta “Gladio Rossa”)?. L’amnistia del ’46 non riguardava solo i crimini fascisti, ma tutti i crimini commessi nella guerra, quindi anche quelli partigiani.

                • Agnostico ha detto:

                  Ci possiamo dare “virtualmente” anche del “tu” visto che l’ho già fatto prima io….
                  Se migliaia di persone erano pronte a scatenare una guerra civile non capisco come mai Togliatti (ed altri dirigenti del Pci) dopo l’attentato con il Paese sull’orlo della guerra civile intervennero per sedare i tumulti e riportare il Paese alla normalità: non dimentichiamo che appena due mesi prima la DC aveva vinto le elezioni. 
                  Amnistia Togliatti. Mi sembra che i responsabili della Strage di Porzus sebbene avvenne prima del 1946 furono regolarmente processati. Gli stessi partigiani disapprovarono il provvedimento di amnistia e critiche vennero anche da membri dello stesso Pci. 

                  • Mattia ha detto:

                    Mario Toffanin, l’autore della strage non scontò neppure un giorno di galera perché visse tranquillamente in Jugoslavia ricevendo pure la pensione dal governo italiano fino alla sua morte. Fu graziato da Pertini senza neanche aver mostrato pentimento su quello che aveva fatto

                    • Mattia ha detto:

                      Da Sergio Luzzato: “Fu Togliatti a voler l’amnistia con il duplice intento di pescare nuovi comunisti dal mare magnum degli ex fascisti e di risparmiare ai partigiani possibili conseguenze giudiziarie per i partigiani compiute nella guerra civile e nell’immediato dopoguerra”.

                    • Agnostico ha detto:

                      Se Toffanin è stato graziato vuol dire che è stato condannato. 

                      Strano che Togliatti volesse reclutare in questo modo nuovi comunisti visto che i “vecchi” comunisti gli si scagliarono contro e strano che lo fece per proteggere i partigiani visto che il provvedimento fu del 1946 (mentre i fatti del cosiddetto triangolo rosso furono successivi e quindi i loro responsabili non ne poterono beneficiare) e visto che furono amnistiati anche i crimini di collaborazionismo con il nemico di cui di sicuro i partigiani non poterono macchiarsi. 

          • Gab ha detto:

            Agnostico si era in una guerra civile. Smettiamola di vedere buoni e cattivi sempre in maniera propagandistica. La guerra ha portato alle mostruosità in ogni fazione, anche in quella dei “partigiani”.. che poi c’è da fare un bel distinguo anche all’interno stesso dei partigiani. Perché se parliamo di chi voleva liberare l’Italia è un conto, ma se parliamo di chi voleva instaurare il regime comunista allora è tutto un altro paio di maniche.

            • Daphnos ha detto:

              E’ bello però vedere come al momento più opportuno anche i relativisti trovano le parti oggettivamente giuste e quelle oggettivamente sbagliate.

      • Sophie ha detto:

        Si macchiarono anche di stupri se è per questo, anche su bambini.

      • Luca S. ha detto:

        Occorre distinguere tra partigiani e partigiani. I partigiani cattolici, repubblicani e azionisti non si macchiavano di crimini e non avevano ideologie totalitarie. I partigiani comunisti erano ben altra cosa. Questi ultimi penso si possano accostare, moralmente, ai fascisti.

      • J.B. ha detto:

        OK AGNOSTICO, la tua indecisione a livello metafisico non può riversarsi anche sul livello immanente.
        Accostare comunisti e fascisti non è vergognoso, ma si basa sui FATTI STORICI, e cioè i comunisti partigiani compirono efferati crimini proprio come i fascisti. Meno o di più forse, quasi uguale certamente.
        Un Esempio che riassuma.
        Accaduto nelle stesse zone praticamente.
        I Fascisti, per rappresaglia d un attentato ad un gerarca di Cornuda, rastrellarono la zona e catturarono decine di partigiani, e li impiccarono ai pali della luce (se vai per le vie di questa cittadina hanno messo le targhe con nomi e cognomi, sui lampioni dove furono appesi). I Fascisti si comportarono vergognosamente, facendo pagare troppo spesso ai civili colpe non loro.
        E questo era quello che accadeva, tralasciamo il fatto che ogni volta che i comunisti accoppavano un fascista la popolazione civile pagava con rastrellamenti ed impiccagioni, ma ovviamente se c’è un invasore (di italiani stessi guarda caso) allora si è giustificati a far soffrire il doppio del dovuto i tuoi concittadini.
        Stava ormai per finire la guerra, i Partigiani comunisti di quelle zone, ormai i fascisti erano sloggiati da Cornuda, quando seppero che stava passando una colonna di soldati tedeschi in ritirata, stava ormai per finire la guerra, si appostarono per fare un’imboscata. Quando la colonna passò falciarono molti giovani tedeschi. Dico io si stavano ritirando, stavano andando via dall’Italia, la guerra è ormai finita, cosa serve andare a fargli un’imboscata inutile?

        Come vedi storie simili se non peggiori le trovi ovunque in Italia… “Accostare un partigiano ad un fascista è semplicemente vergognoso.” … no è obiettivo!!! Apprezzo il desiderio di liberazione, come depreco l’eccessiva fedeltà di certe persone ad un regime fascista fallimentare, ma se per liberare o per tenere un paese, tra comunisti e fascisti bisogna scatenare una guerra civile… è un prezzo troppo alto per me. Poi stupiamoci se ha vinto la DC dopo la guerra!

  • Fulton Sheen ha detto:

    L’atteggiamento di Pio XII nei confronti del nazismo è stato eroico, come riconosciuto dagli stessi ebrei, fino alla fine degli anni ’60.

    La musica è cambiata quando un intellettuale comunista di nome Rolf Hocchut mise in scena una pièce teatrale chiamata “il vicario”, nella quale si mostrava papa Pacelli come uno scagnozzo di Hitler.

    Da allora le calunnie si sono sprecate ed è cambiata la visione di tutta la vicenda, al punto tale che il museo dell’olocausto di Gerusalemme ha dato di Pio XII una visione a dir poco ingrata.

    @Francesco: capisco i tuoi ragionamenti, ma Ettore stava attaccando Stepinac, non Pacelli

  • gemini ha detto:

    Grande!

  • Fulton Sheen ha detto:

    “Accostare un partigiano ad un fascista è semplicemente vergognoso”

    Infatti non mi pare che qualcuno abbia fatto questo accostamento. Il ragionamento è semplicemente il fatto che per attaccare la Chiesa si prende un brutto episodio (o presunto brutto episodio, che in questo caso era la biografia di mons. Stepinac) e lo si sfrutta per gettare fango su tutta l’istituzione.

    Francesco ti faceva notare semplicemente che, ragionando così, dovresti buttare via anche tutta la Resistenza, visto che incontestabilmente ha commesso dei crimini. Eppure nessuno sogna di farlo, giustamente.

    Agnostico, non leggere le cose come vuoi leggerle ma come sono scritte.

    • Agnostico ha detto:

      Ragionando così, dovresti buttare via anche tutta la Resistenza, visto che incontestabilmente ha commesso dei crimini“. 
      Nulla di più falso, i crimini di cui parli (magari dovresti specificare quali) sono “episodici” ma non “sistematici” alla Guerra di Resistenza ed infatti i vari casi sono stati affrontati dalla giustizia ordinaria a differenza dei crimini commessi dai fascisti che – considerati parte di un sistema politico – hanno beneficiato dell’amnistia Togliatti.

      • Raffa ha detto:

        Quei fascisti atei! Anzi, agnostici!

        • Agnostico ha detto:

          Mi sembra che di cattolici ed atei ce ne fossero sia tra i fascisti che tra gli antifascisti.

          • Raffa ha detto:

            Parli di Mussolini e Togliatti? Mi spiace, chi ha pensato il fascismo e l’antifascismo, entrambi fazioni violente, non era certo cattolico e nemmeno credente.

            • Agnostico ha detto:

              “Chi ha pensato (…) l’antifascismo non era certo cattolico e nemmeno credente”.
              Hai mai sentito parlare di Don Sturzo?

              Fascismo e antifascismo entrambi violenti? Certo ma il primo è stato violento per instaurare un regime dittatoriale, il secondo un regime democratico: bella differenza. 
              Credi forse che la guerra di Liberazione la vincevi con qualche Pater Noster?
              Beata ingenuità ed ignoranza…..

              • Raffa ha detto:

                Don Sturzo non c’entra nulla. L’antifascismo è tanto violento quanto il fascismo e lo sai benissimo. Tant’è che parli di REGIME democratico, cioè un ossimoro, impantanandoti da solo.
                La violenza per portare un regime. Bello, bella ennesima contraddizione 😀

              • J.B. ha detto:

                Forse con il Pater Noster sarebbe sopravvissuta più gente evitando rastrellamenti, sofferenze e privazioni inutili… “episodici” o “sistematici”, forse nel dopoguerra ha un valore, ma quando vivi una guerra ha poca importanza, sta di fatto che nell’uno o nell’altro caso la mucca alla famiglia contadina gli e l’ha portavano via lo stesso, quando andava bene.

                La nostra sarà Beata ingenuità ed ignoranza… vallo a dire a chi l’ha dovuta subire la guerra di Liberazione e la lotta tra partigiani e fascisti. O hai poveri preti che nascondevano i comunisti dai rastrellamenti fascisti e che poi, quando furono i fascisti ad essere cercati, osarono dare anche a loro rifugio e vennero ammazzati dai compagni dei comunisti a cui avevano dato rifugio. Tanta Roba

      • StefanoPediatra ha detto:

        Ma scusa, perchè: un crimine è meno crimine se non è sistematico? un morto ammazzato è cosa meno grave di 10 morti ammazzati?

        E’ cosa arcinota, purtroppo, che nelle file dei partigiani c’era un po’ di tutto e che con la scusa della resistenza qualcuno ne ha approfittato per perpetrare le proprie vendette personali. Una guerra all’interno di un’altra guerra. Così Italiani hanno ucciso altri Italiani in una guerra fratricida che nulla aveva a che vedere con la liberazione dai Tedeschi.

        La guerra è brutta da qualunque parte tu la vedi. Nessuno vuole paragonare la resistenza al nazismo ed ai suoi orrori ma un assassino è un assassino qualunque divisa vesta e anche se non la veste per nulla.

        E’ vero: è grazie anche ai partigiani (ma dove lo vogliamo mettere l’esercito alleato?) che oggi l’Italia è libera dal nazi-fascismo. Ma non è tutto oro quello che luccica. Se siamo onesti lo ammettiamo. Altrimenti, semplicemente, abbiamo il paraocchi ideologico.

        • Agnostico ha detto:

          Credo dovresti rileggere il mio commento. 
          Un crimine è sempre un crimine ed infatti gli episodi avvenuti tra il 1945 ed il 1948 hanno affrontato la giustizia ordinaria.
          Ciò che li rende differenti (e questo è importantissimo per una lettura storica) è la loro motivazione.
          I crimini commessi dai nazifascisti erano parte di integrante di quel sistema (sappiamo bene che la violenza fu usata dai fascisti per conquistare e mantenere il potere) mentre gli episodi commessi da singoli ex-partigiani a guerra finita non rientravano in nessun piano politico ma – a differenza dei primi – erano dei semplici reati penali. 
          Ci sono state vendette personali? Lo credo proprio ma prima di giudicare vorrei anche conoscere le motivazioni di chi si è vendicato. Francamente non posso assolvere il partigiano che ha ucciso a guerra finita il fascista che anni prima può aver ucciso la sua famiglia ma gli riconosco un bel po’ di attenuanti. 
          In quel “po’ di tutto” (come dici tu) dei partigiani vedo delle persone che hanno deciso di non stare alla finestra e dare ai posteri (me e te compreso) un futuro migliore: scusa se è poco. 
          Non sarà tutto oro ma meglio di quella me….lma che c’è stata per un ventennio. 

          • Raffa ha detto:

            Eppure qui hai detto che la violenza partigiana è meno grave della violenza fascista: https://www.uccronline.it/2012/04/14/pio-xii-contro-hitler-e-mussolini/#comment-65198

            Quindi: Un morto fascista quanti morti partigiani vale?

          • Maria Domenica ha detto:

            Scusate la mia intromissione

            @Agnostico

            http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=60
            http://www.lefoibe.it/storie.htm

            E non sono stati uccisi solo i fascisti. Le Foibe rappresentano una delle più tristi e orribili pagine della storia umana. Non offendiamo la memoria di migliaia di persone. Per loro è stata istituita la giornata della memoria il 10 febbraio dopo 60 anni di silenzio. I libri di scuola solo ora cominciano a riportare gli avvenimenti dell’epoca e ad alcuni politici ancora resta in gola strozzato il nome o meglio l’appartenenza politica di coloro che hanno commesso una simile strage. Non contribuiamo anche noi a calpestare la loro dignità e il loro ricordo.
            Questo atteggiamento mi ricorda tanto quello di coloro che, ancora oggi rifiutano di credere ai campi di sterminio nazisti e all’olocausto degli ebrei. E prima ancora mi ricorda Hitler, il quale diceva che gli ebrei meritavano quel trattamento, perché gli ebrei erano colpevoli dei mali d’Europa e soprattutto della Germania. Vogliamo davvero assomigliare a loro?

            • Mattia ha detto:

              Mi pare che Togliatti definì le foibe “Giustizia di italiani (antifascisti) contro altri italiani (fascisti)”.

              • Maria Domenica ha detto:

                Questa frase prova ciò che pensava realmente: se l’avesse ritenuta giustizia avrebbe messo il nome del partito comunista a caratteri cubitali e se si fosse trattato solo di morti fascisti lo avrebbe specificato.
                Il brutto è che ancora oggi certi politici cercano di seppellirne il ricordo, alla faccia dell’onestà intellettuale e obiettività che vanno sbandierando.

                Comunque complimenti per l’articolo, preciso e documentato. Pio XII è stato un grande papa e vera giustizia è far riemergere il suo operato dalla nebbia di menzogne e dimenticanze, con la quale hanno voluto avvolgerlo intenzionalmente e per preciso scopo

                • Mattia ha detto:

                  E’ vero di giustizia non c’era nulla e non poteva neppure essere una “giustizia” italiana visto che i carnefici erano comunisti jugoslavi. Togliatti pare avere avuto parecchi scheletri nell’armadio (e non in senso metaforico).

                  Su Pio XII credo che i pregiudizi su di lui rimarranno ancora per un pò, non per via delle sue azioni, ma semplicemente perché Stepinac aveva ragione.

                  • Maria Domenica ha detto:

                    Non credo che siano stati solo gli jugoslavi, ma anche italiani. In “Storia moderna e contemporanea” Paolo Viola scrive:”I partigiani iugoslavi facevano ben poche distinzioni fra fascisti e italiani; e i comunisti friulani, loro alleati, non seppero opporsi a questa confusione”. E poco prima aveva raccontato che in un caso isolato, in Friuli(che combinazione), alcuni partigiani comunisti, alleati degli iugoslavi, accusarono i partigiani cattolici e nazionalisti formanti la brigata Osoppo (che volevano difendere l’appartenenza italiana e la democrazia) di non esporsi al fuoco e di fare il doppio gioco e giunsero ad attaccarli uccidendone alcuni. Pare che fossero episodi sporadici, ma facendo 2+2…

                    Per quanto riguarda Pio XII,ha ragione, lo stesso Gesù aveva detto che chiunque sarà Suo testimone sarà perseguitato e calunniato come è stato fatto con Lui perché chi è del mondo non riesce a riconoscere chi non lo è.

                    • Maria Domenica ha detto:

                      Naturalmente non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Credo o almeno spero che anche parte dei partigiani comunisti abbiano dato il loro contributo per la liberazione, senza cadere in questi orrori

                    • Mattia ha detto:

                      Onestamente non so se nelle foibe vi parteciparono anche partigiani italiani, ma effettivamente può essere possibile visto quello che è accaduto a Porzus. Quello che è certo è che i comunisti italiani favorirono in ogni modo l’occupazione dichiarandosi disposti ad accogliere le mire territoriali di Tito. Non è ironico che molti che criticano Pio XII, poi siano i primi a elogiare Togliatti come “grande statista”?

                    • Maria Domenica ha detto:

                      Sì, soprattutto perché porta alla luce tutte le loro incoerenze. E sa cosa mi fa ridere (per modo di dire) ancora di più? Quando parlano di crimini contro l’umanità, ergendosi a giudici e attaccando chi ha davvero aiutato esclusivamente per amore verso il prossimo, coloro che difendono e inneggiano a personaggi come Stalin e che vorrebbero importare in Italia il modello di comunismo, che ha visto la nascita di campi di concentramento già negli anni ’20. Azzardo una domanda paradossale? Non è che l’esempio dei campi di concentramento l’hanno data i russi a Hitler? E la Russia era presente come accusa al processo di Norimberga. Ricordo un film sulla Seconda Guerra Mondiale, dove in una scena finale si vedevano i Russi, che, insieme agli americani, entravano nei campi di concentramento attoniti e increduli. Quando si dice cultura di parte!

          • Mattia ha detto:

            La maggior parte dei crimini compiuti nel dopoguerra rimase senza colpevole a causa delle coperture del partito che nascondevano i colpevoli o li aiutavano a espatriare. Un vero partigiano, Otello Montanari, fu espulso dall’Anpi per la sola colpa d’aver detto “Chi sa (dei crimini partigiani, parli” e ciò successe negli anni 90, figuriamoci cosa accadeva nel dopoguerra.

      • DSaeba ha detto:

        Già, però non si applica la stessa relatività (non voglio chiamarlo relativismo, sarebbe troppo) alla Chiesa Cattolica.

        Mi domando perchè.

      • lorenzo ha detto:

        Povere realtà storche asservite all’ideologia.

  • Fulton Sheen ha detto:

    E infatti Agnostico il punto del discorso è proprio che la macchina del fango cerca di far passare per sistematici fatti episodici. E’ un giochino facile, ma falso, che se vuoi divertirti puoi applicare anche alla Resistenza.

    Non devi sforzarti tanto per farmi capire la differenza tra fascismo e Resistenza, perché ce l’ho già ben chiara. Ti mostro solo come funzionano certi meccanismi diffamatori.

  • edoardo ha detto:

    Ci sono tanti fatti volutamente dimenticati, come questo:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Codevigo

    Però, se guardiamo col senno di poi, alcuni di questi eccidi diventano comprensibili.
    Prima le hanno fatte di tutti i colori tra rappresaglie, deportazioni, impiccagioni:

    http://piccolimaestri.blogspot.it/2009/12/leccidio-di-bassano-del-grappa.html

    Per forza dopo, quando le cose sono girate per quest’altro verso, c’è stata la resa dei conti.
    Chi la fa, l’aspetti.
    Chiaramente, lo scrivo a chiare lettere, questo tipo di regolamento di conti non ha nulla a che vedere con i preti assassinati:

    http://www.rolandorivi.com/SacerdotiVittime/Novantatre%20sacerdoti%20uccisi.htm

    Col senno di poi io posso dire che sarei stato dalla parte dei partigiani “bianchi” (quelli che poi sarebbero diventati DC).
    Ma è troppo facile parlare col senno di poi, bisogna trovarcisi dentro gli eventi per esserne travolti e decidere da che parte sparare.
    Col senno di poi possiamo dire:
    per fortuna hanno vinto i partigiani, e per fortuna non siamo finiti nell’orbita sovietica.

    • lorenzo ha detto:

      Non hanno vinto i partigiani, hanno vinto gli alleati.
      Molti partigiani sono degli eroi.
      Molti partigiani sono dei criminali.
      Moltissimi che si vantavano e si vantano tuttora di essere stati partigiani lo sono diventati solo sulla carta a guerra finita.

      • J.B. ha detto:

        Partigiani e comunisti si comportarono molto male… anche se come ho detto non mancarono anche atti di solidarietà e patriottismo. Proprio per questa dicotomia favorire o condannare una parte sola è impossibile. I fatti ci spiegano che tutti e due hanno pari colpe, la guerra di Liberazione è giustificabile ed apprezzabile negli scopi ma rischiò di trascinare il paese in una terribile guerra civile, come accadde in Grecia nello stesso periodo.

  • Francesco ha detto:

    Mi scuso se le mie parole hanno creato fraintendimenti. Io non ho nulla contro i partigiani, anzi la mia famiglia ne è stata sostenitrice dato che i partigiani venivano nascosti nei cascinali e rifocillati. Il mio ragionamento è fuori da ogni generalizzazione. Dico solo che è ingiusto dire che nel caso dei partigiani l’unico responsabile era il singolo “peccatore” mentre quando si parla della Chiesa il Papa e la Sede Apostolica sono responsabili del peccato commesso da un prete incardinato in America o in Australia (se continueremo di questo passo il Papa sarà tirato in causa per ogni errore commesso dal “semplice” fedele laico).
    Il centro del mio ragionamento è questo: i partigiani a volte agivano, IN BUONA FEDE E PER NOBILI MOTIVI, non considerando attentamente le conseguenze, e le stragi di civili che seguivano alle loro azioni lo dimostrano. Il Papa e la curia romana invece scelsero un altro modus operandi temendo per ciò che una dura presa di posizione avrebbe causato. Sarebbe l’ora di smetterla di dire che il Papa e la gerarchia godevano o comunque erano disinteressati di ciò che avveniva nei campi di conentramento in quanto profondamente antisemiti: non era così, il clero cattolico può essere accusato di antigiudaismo (versante religioso) e non di antisemitismo (fatta eccezione per i singoli casi di cristiani antisemiti, che purtroppo possono capitare ma che parlano o agiscono solo a titolo personale). Inoltre nei campi di concentramento non c’erano solo ebrei, i cattolici non mancavano.
    Le due scelte fatte dai partigiani e dalla Chiesa Cattolica vanno rispettate, sono due reazioni diverse che l’uomo può avere. Io comprendo entrambe le scelte e sono certo del fatto che i membri entrambi gli “schieramenti” alla fine della guerra hanno sofferto per le scelte fatte e per le conseguenze di ciò che fecero o che avrebbero potuto fare meglio.

  • Francesco ha detto:

    Mi spiace caro agnostico (il tuo nome potresti anche metterlo, non credo che un “titolo” possa dire tutta le ricchezze della tua persona) che tu voglia rigirare il senso delle mie parole per farle rientrare neloo schema che ti sei precostituito del “cattolico”. Mai ho detto e mai dirò che il movimento della resistenza italiano sia stato inutile o dannoso, ad esso va il mio massimo rispetto e ringraziamento. Io non offendo il partigiano in quanto partigiano, ovvero liberatore da una potenza nemica e malvagia, ma mi sento libero di criticare il partigiano se assassino, stupratore, sadico e torturatore (così come lo erano i membri delle SS o dei fascisti). Credo che anche tu possa concordare con me che la critica fatta ad alcuni partigiani non ricade su tutti i partigiani, così come la critica ad un sacerdote (mettiamo pedofilo o ladro) non deve ricadere su tutti i sacerdoti (tutti i preti sono pedofili e ladri).
    Se io ho un parente cattivo ho l’onestà intellettuale e morale di riconoscere il suo non essere una buona persona quando qualcuno me lo fa notare invece di prendermela con colui che me lo fa notare.

    • Agnostico ha detto:

      Credo che siamo d’accordo su molte cose. 
      Ciò che deve emergere è una differenza importantissima.
      Il prete che commette degli abusi sessuali non li commette in quanto prete ma in quanto persona. Direi che commette l’abuso sessuale in quanto prete se venisse dimostrato che il suo crimine è commesso a fini religiosi e – come tale – strumentale.
      Allo stesso modo l’ex partigiano che – a guerra finita – uccide un fascista commette un reato (ed infatti sono stati giudicati) ma – come il prete – non lo commette da partigiano. È diverso il caso del fascista perché è accertato che la violenza commessa dai fascisti era a fini politici con il pieno sostegno ed incoraggiamento del partito e quindi sono crimini commessi in quanto fascisti.  Contento del chiarimento ed un plauso alla tua famiglia – che con il sostegno dato ai partigiani – ha permesso la nascita della democrazia. 

  • alberto signorini ha detto:

    “redarre” non esiste: redigere, invece, sì…
    Ma si consoli: il “grande” Umberto Eco – ormai trent’anni fa, su “L’Espresso” – incorse nello stesso svarione.

  • Mattia ha detto:

    Agnostico, c’è un saggio di Mimmo Franzinelli sull’amnistia Togliatti che le spiega come sono andate le cose. è vero che con i “se” non si fanno la storia, ma penso che tutti concordino sul fatto che è stato un bene che Togliatti abbia perso le elezioni e che una persona che vedeva come modello da seguire Stalin e l’URSS non poteva essere democratica. I partigiani che non volevano esportare la rivoluzione, non l’hanno fatto perché non volevano altrimenti non avrebbero ucciso migliaia di persone che vedevano come nemici di classe.

  • Enrico ha detto:

    Su questo sito si tratta da molto della figura di Pio XII. da Cattolico non ho ancora trovato nessun riferimento al dissidio tra Pio XII e Alcide De Gasperi, partire da questo episodio penso sia molto utile per riconoscere il valore storico di Pio XII, ma anche per comprenderne i limiti.

    • Mattia ha detto:

      Effettivamente è vero, ma questo perché nel pontificato di Pio XII quasi tutti si focalizzano sugli anni della seconda guerra mondiale in particolar modo i critici che cercano di dipingerlo come una specie di alleato di Hitler.

      • Enrico ha detto:

        Paradossalmente anche fra i Cattolici si sente il peso della lobby culturale del PCI che ha incastonato la figura di pio XII a proprio uso. Se abbandoniamo questa impostazione ciò che interroga le nostre inteligenze è una domanda di una grande attualità sull’azione dei Cattolici nella vita politica. De Gasperi rappresenta il tentativo di coniugare tradizione Cattolica e Democrazia, tentativo che entrò in collisione con una visione che ci relegava al ruolo di spettatori-tifosi del principe di turno. La definizione, molto infelice, di Mussolini quale uomo della provvidenza era dettata da un simile approccio, va da se che la strumentalizzazione culturale del PCI a fatto il resto.

        • Gab ha detto:

          La definizione non è affatto infelice. Dio agisce per vie misteriose e in quel momento ha avuto misericordia per la Sua Chiesa permettendone il concordato. Cosa sarebbe successo altrimenti?

          Dopodiché Dio, evidentemente, ne ha avuto abbastanza dell’anticlericalismo di Mussolini. Ma non possiamo negare che in quel frangente storico il concordato è stata una azione provvidenziale. In questo la definizione è assolutamente legittima.

    • Luca S. ha detto:

      Potevano essere in disaccordo sui mezzi (col senno di poi era nel giusto De Gasperi) ma in fondo, rispetto all’Italia, l’obiettivo nobile di Pio XII e di De Gasperi era lo stesso: tenerla lontano dalle grinfie dei comunisti e salvaguardarne la civiltà.

      • Gab ha detto:

        Col senno di poi viviamo una “democrazia” che legittima dei crimini “moderni” con appopriate leggi.

        Sono d’accordo sul fatto di evitare l’avvento dei comunisti ma come ce ne siamo usciti “grazie” agli Americani?

        Questo tema è di profonda attualità data la crisi economica che ha origini ben precise, oltre oceano.

        Allora si trattava di scegliere il male minore (come spesso accade). Ma se l’idea deve essere quella di migliorare sempre più una società allora oggi siamo ben più lontani dal farlo che ieri.