Studio Censis rileva l’ascesa dei valori e della fiducia nella chiesa

Abbiamo già parlato dei risultati apparsi nell’ultima ricerca del Censis sul popolo italiano, dal titolo «I valori degli italiani», elaborata in occasione dei 150 anni. A ritornarvi sopra è un articolo de “Il Sole 24 ore”, in cui viene sottolineato un fattore positivo della crisi economica (almeno uno), cioè il cambiamento da uno smodato consumismo verso una collettività incline ora a un tenore di vita più sobrio. La sobrietà è certamente una conseguenza di una vita cristiana pienamente vissuta, e infatti -fa notare la ricerca- gli italiani di oggi, al contrario di 20 anni fa, stanno anche «riscoprendo o apprezzando di più certi valori tradizionali: quelli della famiglia, dell’amicizia, della convivenza civile, della fede religiosa, dell’etica pubblica».

La famiglia, si ribadisce nell’articolo dello storico Valerio Castronovo, conta oggi più di quanto già non fosse in passato e non è sorprendente dato che essa costituisce una cellula primaria di protezione e solidarietà fra i suoi componenti. L’individualismo, brutta conseguenza del protestantesimo e del laicismo, si riduce fortemente. Secondo lo storico, «la forte reviviscenza del sentimento religioso si sta manifestando un po’ dovunque nel mondo occidentale, e perciò anche da noi». Il processo di secolarizzazione, dice, «non ha assottigliato il numero dei credenti». Inoltre, continua, «secondo i dati del Censis, la Chiesa cattolica sta recuperando fiducia e ascendente nella società italiana, in ragione soprattutto dei suoi princìpi etici, a presidio dei diritti umani, dell’integrità e dignità della persona, della giustizia e dell’assistenza ai più deboli».

Come già avevamo anticipato, lo studio ha rilevato anche una crescente richiesta di legalità e trasparenza, una crescente disapprovazione della corruzione politica, della prostituzione, del consumo di alcool e di droghe anche leggere.  Stando all’inchiesta del Censis, sembra anche una crescita di interesse per le bellezze naturali e i beni culturali, in quanto, «potendo vivere in un ambiente ricco di queste preziose risorse, ci si sentirebbe più motivati e disposti a impegnarsi per il proprio Paese». Facciamo nostro l’auspicio di Castronovo: «meglio tardi che mai: purché ai buoni propositi corrispondano comportamenti concreti».

Simone Aguado

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

26 commenti a Studio Censis rileva l’ascesa dei valori e della fiducia nella chiesa

« nascondi i commenti

  1. Roberto Crociera ha detto

    L’individualismo, brutta conseguenza del protestantesimo e del laicismo, si riduce fortemente questo IMO è una forzatura, l’individualismo è una brutta conseguenza dell’essere uomo, l’uomo per sua natura è egocentrico e individualista.

    La sobrietà è certamente una conseguenza di una vita cristiana pienamente vissuta non ho letto la ricerca, ma la sobrietà è una conseguenza delle ristrettezze economiche che poi sia uguale a quanto “prescrive” il pensiero cristiano secondo me è “n’atu fatt”. Per il resto buon per tutti se si fa un passo indietro e si torna a credere in qualche sano principio, anche se la domanda che mi sorge spontanea è: che famiglia viene messa al centro ed è importante?

    • Ercole ha detto in risposta a Roberto Crociera

      Credo che si sia voluto far notare il collegamento tra la sobrietà, imposta appunto dalla crisi, e il ritorno ad una visione più cristiana della vita. Come se la sobrietà di per sé suggerisse e aiutasse al vedere “quel che conta davvero”.

  2. lorenzo ha detto

    “…LA FAMIGLIA, si ribadisce nell’articolo dello storico Valerio Castronovo, CONTA OGGI PIU’ DI QUANTO GIA’ NON FOSSE IN PASSATO e non è sorprendente dato che essa costituisce una cellula primaria di protezione e solidarietà fra i suoi componenti…”
    Forse per questo il mentitore ha scatenato i suoi accoliti contro la famiglia: meno famiglia più insicurezza, più insicurezza più angoscia, più angoscia … più il mentitore reclama e riscuote.

  3. Evoluzione.tk ha detto

    articolo davvero molto interessante

  4. Qumran ha detto

    Il problema non è l’Italia, siamo un popolo serio e capace di trarre vitalità dalle nostre radici. Il problema sono quei paesi che hanno radici troppo fini, perché hanno avuto moti rivoluzionari interni, come quelli protestantizzati. Spiace dirlo ma è così.

  5. Sophie ha detto

    Il più grande ostacolo della Chiesa è la massoneria che ci serpeggia dentro (anzi impera)e i sacerdoti disobbedienti, come quelli austriaci.

    • EquesFidus ha detto in risposta a Sophie

      E’ giusto, costoro infatti sono lupi travestiti da agnelli, che vivono per seminare zizzania e per gratificare il proprio ego. Fortunatamente sono facili da riconoscere: non fanno infatti altro che dire (spesso da “pulpiti” elevati quali TV, blog e talk-show) “io farei… “fosse per me…”, “la Chiesa deve…” e soprattutto “se Cristo vivesse oggi, farebbe come faccio io/vorrebbe le cose come dico io.” (quindi peccano pure di presunzione, poiché pretendono di pensare come e meglio di Dio). Personalmente gli chiamo per questi motivi “preti dell’io” (anche se tale malanno affligge pure alcuni porporati ed è diffusissimo fra i fedeli).

      • Sophie ha detto in risposta a EquesFidus

        Non sono preti dell’io, sono solo preti schiavi della moda. Perchè adesso si ragiona a moda. Cioè non è importante se stai facendo la cosa migliore del mondo o la più grossa boiata del mondo, l’importante e farla insieme! Poi arriva il pinco pallino sfigato che ragiona con la sua testa e magari c’azzecca pure rispetto a tutta la massa, e ovviamente tutti lì a dargli addosso. Un pò quello che successe ai Santi martiri. Io il male che affligge questa società malata di conformismo lo chiamo “sindrome dei pecoroni”. Come ha detto un bravo prete che ho sentito a messa tempo fa:”L’uomo non è mai stato tanto schiavo come ora”.

    • lorenzo ha detto in risposta a Sophie

      La massoneria e solo uno dei tanti mezzi del regista occulto, il:
      diavolo – διάβολος (diabolos) – dal verbo διαβάλλω (diaballô) = propriamente: separare, far inciampare, creare fratture; in senso figurato , calunniare, accusare falsamente.
      da: διά (dia)[una preposizione primaria che denota il mezzo di un atto] attraverso, per mezzo di, tramite;
      e: βάλλω (ballô) metto, inserisco, getto, pongo.

  6. Max ha detto

    Ho appena sfogliato la critica del New York Times, e di primo acchitto mi e’ sembrata piuttosto buona. Invito anche voi a leggerla.

  7. Carlo ha detto

    Strano…a me risulta che i divorzi sono in aumento, così come le convivenze. In alcune parti d’Italia i matrimoni civili hanno superato quelli religiosi.

    Quanto alla sobrietà, è la crisi ad imporla e non certo una scelta religiosa. Quanto alla fiducia nella Chiesa anche questa mi suona strana. A quanto sento dai discorsi della gente c’è poca fiducia nella Chiesa specie dopo gli scandali della pedofilia.

    Ma forse sarò io a vivere in un paesino anticlericale

    • Semelets ha detto in risposta a Carlo

      Anch’io vivo in un paese relativamente piccolo e la mia percezione, per quanto riguarda la fiducia nella Chiesa, è quella di una specie di schizofrenia. Da una parte esiste una sfiducia, quella di cui parli anche tu, che si esprime soprattutto a parole, nei discorsi; dall’altra persiste però una fiducia “pratica”, da parte delle medesime persone, che di fatto affidano tranquillamente i propri figli alla parrocchia per il catechismo o per le attività dell’oratorio, giudicando così la Chiesa come un luogo “buono”, in cui si imparano cose buone e dove si possono mandare i propri bambini in tutta tranquillità. E’ la differenza tra la percezione mediatica e la percezione reale di una medesima realtà.
      Qualcosa di analogo si potrebbe dire anche a proposito della famiglia: da una parte c’è il massacro mediatico per la distruzione dell’idea stessa di famiglia naturale (in questo caso con ragguardevoli risultati pratici, in termini di aumenti di divorzi e convivenze); dall’altra permane, nelle persone reali e forse ancora di più in chi ha vissuto il dramma di una separazione, la percezione della famiglia “stabile” come di un bene, anche se magari percepito solo come rimpianto.
      D’accordo su quanto dici a proposito della sobrietà.

      • Gab ha detto in risposta a Semelets

        Sono d’accordo però attenzione a tutto questo ottimismo che, su questi temi, spesso traspare nel sito. Posso solo testimoniare la realtà che mi circonda e vedo fin troppe famiglie “allargate” negli ultimi anni. Ora attenzione a non cadere nell’equivoco del concetto di “famiglia” portato avanti dal giornalista del sole 24 ore. Bisogna essere chiari nel significato. Perché oggi viene considerata “famiglia” anche la signora zitella che si prende cura dei suoi gatti.

    • Salvatore ha detto in risposta a Carlo

      Forse proprio il numero di divorzi in aumento fa comprendere il valore della famiglia. Sono i poveri, si dice, a sapere meglio cosa sono i soldi.

      La sobrietà è certamente dovuta alla crisi, ma è un fattore positivo come si legge nell’articolo in quanto costringe la gente ad una vita “più cristiana”, senza eccessi e consumismo vario.

      La gente di cui ti circondi ovviamente la pensa come te, io non noto questa mancanza di fiducia. Sopratutto mi affido ad una ricerca e non tanto alle mie sensazioni.

  8. Sophie ha detto

    “Strano…a me risulta che i divorzi sono in aumento, così come le convivenze.” Mi vien da ridere perchè lo dici con un tale orgoglio… non è che sei capace di gioire pure per un eventuale aumento degli aborti solo per ripicca verso la Chiesa!?

    • Christianity. ha detto in risposta a Sophie

      “Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell’umanità, finiscono per combattere anche l’umanità e la libertà pur di combattere la Chiesa” (G.K. Chesterton)

      • Sophie ha detto in risposta a Christianity.

        E aggiungo: non è un caso se in un’Europa sempre più incredula vada tutto allo sfascio e non mi riferisco alla crisi economica. Anzi come ha lasciato intendere Carlo, forse quest’ultima potrebbe toglierci questa nostra mentalità Europea da bambini viziati per tornare alla semplicità soprattutto spirituale. Non credo sia un caso il fatto che nei Paesi poveri dove sono felici praticamente con niente, sono umili, semplici…. ci sia anche più fede. E non è una questione di cultura perchè credere in Dio non dipende da questo.

        • Gab ha detto in risposta a Sophie

          “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.”

  9. Carlo ha detto

    @Sophie: No, non lo dico con orgoglio ma cerco di inquadrare la realtà con obiettività.Anzi credo che la causa prima dei divorzi sia dovuta proprio al troppo benessere che in questi anni abbiamo avuto.

    C’è stato troppo benessere ed ognuno ha pensato di fare quello che più gli piacava.

    In fondo in fondo anche la Chiesa si è fatta “abbindolare” dal mondo e dal denaro ed ha perso credibilità.

    In un certo senso questa crisi era “necessaria” anche se a pagarla saranno sempre gli stessi.

    • lorenzo ha detto in risposta a Carlo

      “Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!” (Mt 18.7)

  10. Sophie ha detto

    “In fondo in fondo anche la Chiesa si è fatta “abbindolare” dal mondo e dal denaro ed ha perso credibilità.” Vabbè non generalizzare adesso, che i bravi preti ci sono anche se nessuno li cita perchè fanno meno audience e non fanno scandalo. Sul resto che hai detto concordo.

« nascondi i commenti