Il filosofo Plantinga: «il teismo cristiano è più razionale del naturalismo»
Finalmente anche in Italia è arrivato il libro “Dio esiste. Perché affermarlo anche senza prove” (Rubbettino 2011) scritto dal prestigioso filosofo Alvin Plantinga. Egli è tra i più grandi pensatori americani, professore emerito di filosofia analitica presso la University of Notre Dame e già presidente dell’American Philosophical Association.
Ma mentre questo volume esce in Italia, negli USA contemporaneamente ne esce un altro, intitolato “Where the Conflict Really Lies: Science, Religion and Naturalism” (Oxford University Press 2011). Il testo ha trovato recensione sul “New York Times“, dove il filosofo cristiano (calvinista) viene lungamente celebrato: «quando Plantinga ha iniziato l’università ad Harvard, c’erano statisticamente pochi credenti nei dipartimenti di Filosofia Accademica […]. Ma il signor Plantinga è riuscito a creare un movimento di filosofi apologeti del cristianesimo che, se non sono ancora riusciti a persuadere i loro colleghi, almeno hanno reso il teismo filosoficamente rispettabile. “Ci sono molti più filosofi cristiani ed è molto più visibile e assertiva la filosofia cristiana oggi rispetto a quando ho lasciato l’università”, ha dichiarato recentemente Plantinga. Aggiungendo con caratteristica modestia: “non ho idea di sia successo”. Il quotidiano americano attribuisce a lui l’origine di questo “new theism” tra i filosofi.
Per adesso, si legge, ha messo il teismo in sicurezza per la filosofia, ma ora il passo che vuole compiere è quello di rendere il teismo sicuro per la scienza. Per troppo tempo, sostiene il filosofo, i teisti sono staticamente sulla difensiva, limitandosi a confutare l’accusa secondo cui le loro credenze siano irrazionali. «E’ il momento per i credenti nel Dio creatore della Bibbia», dice, «di passare all’offensiva». Nel libro uscito in America, Plantinga prende di mira i soliti Dawkins & Dennett, ironizzando su loro e confutando le loro argomentazioni principali. Afferma in una intervista: «Mi sembra che molti naturalisti, i super-atei, cercano di cooptare la scienza affermando che essa supporti il naturalismo. Penso che sia completamente un errore e si deve sottolinearlo». Addirittura invece per Plantinga, il teismo cristiano «è molto più ospitale alla Scienza rispetto al naturalismo. E’ il teismo, e non il naturalismo, che merita di essere definito “la visione scientifica del mondo”». Non c’è bisogno di alcuna prova, la Fede in Dio è ciò che i filosofi chiamano “convinzione di base”: non c’è bisogno della prova della convinzione che il passato esiste, o che altre persone hanno una mente, o che uno più uno fa due, afferma.
Nel suo libro c’è spazio anche alla trattazione dell’evoluzionismo, sostenendo che Dawkins & co. abbiano frainteso Darwin. Ritiene infine che l’ateismo e l’agnosticismo siano posizioni irrazionali. «Penso che ci sia una cosa come un “divinitatis sensus”, e in alcune persone esso non funziona correttamente», ha detto, riferendosi all’innato senso del divino. «Quindi se si pensa alla razionalità come la normale funzione cognitiva, sì, c’è qualcosa di irrazionale in questo tipo di atteggiamento». Per approfondire il pensiero di Plantinga consigliamo “Alvin Plantinga. La razionalità della credenza teistica” (Morcelliana 2006) e “Alvin Plantinga: conoscenza religiosa e naturalizzazione epistemologica” (Firenze University Press 2011).
Per la redazione: presumo sia sfuggito un “come” tra “di” e “sia” nella 17^ riga dell’articolo
caspita non lo conoscevo…un regalo di natale me lo faccio con uno dei suoi libri 😀
Io di lui ho letto “God, freedom and evil”. Essendo un filosofo analitico non è propriamente agevole, se non si è avvezzi può essere moooooolto ostico!
Libri tosti per tipi tosti 😉
Sì beh, a volte Plantinga esagera però 😀 Ad ogni modo l’ho apprezzato 🙂 Logicamente parlando è ineccepibile!
Secondo me il segreto è tutto in quei calzoncini, per essere dei veri filosofi bisogna vestirsi così 🙂 🙂 :-):-):-)
Più che altro bisognerebbe avere università come Notre Dame, dove sono stato nel 2003, che ai dottorandi dà casa (villetta all’interno del campus, se si è sposati), stipendio, vitto, biblioteca megagalattica aperta tutta la notte. Tanto per farvi capire la più consistente entrata economica di Notre Dame è costituita dagli svariati milioni di dollari ricevuti per i diritti televisivi delle partite della squadra di footbal americano (una delle migliori), che può giocare in uno stadio da 80.000 posti (più o meno come San Siro)! Poi si investe in cultura, al contrario del nostro paese, che dovrebbe essere una delle patrie mondiali della cultura e che invece si sta suicidando anche in questo!!! Da dove si pensa, si possa ritornare ad una società umana, se non a partire dalla cultura, che vuol dire ETICA! E invece diamo le chiavi del potere in mano agli scagnozzi di Goldman Sachs, illudendoci nel miracolo!
Bel post, hai ragione.
La cultura e soprattutto la cultura “infusa” alle giovani generazioni sono le chiavi del progresso di ogni società. E’ terribile come la politica tutta sia in perenne conflitto d’interessi (ES: che senso ha per me prendere una decisione d’investimento con un payoff che è posteriore alla mia uscita dalla legislatura?).
Diciamo che tutto il sistema economico occidentale, rimossa la parità aurea secondo me è andato in grandissima crisi.. E stiamo perdendo di vista non solo i valori ma anche la logica che sottende ogni possibile azione correttiva. Detto questo ho una certa fiducia nel fatto che Monti pur con le sue frequentazioni, sia persona integerrima (ho avuto occasione di conoscerlo di persona in tempi non sospetti) e non corruttibile. Ed infatti se fallisse o venisse distorta la sua azione perderei ogni forma di fiducia nelle istituzioni, diciamo che manca pochissimo, viste anche le “picconate” date da Berlusconi al meccanismo della democrazia rappresentativa.
perdonate l’off topic:
ma la chiusura anticipata dei commenti su : “La verità e l’interpretazione: l’auto-contraddizione dei relativisti”
è da annoverarsi tra i misteri, o siamo di fronte ad una nuova auto-contraddizione addirittura superiore?
Sono proprio sfortunato, un nick d’ispirazione cartaginese mi aveva appena dato dell’imbecille, e non sono riuscito nemmeno a dirgli che era un maleducato… (cosa curiosa tuttavia tale appellativo ieri notte è stato rimosso ed il commento editato.. )
giustissime osservazioni
Ah, povera italia
Premessa: a tutt’oggi non ho letto nulla di Plantinga. Tuttavia so che il suo “teismo filosofico” si basa su una rielaborazione della prova cosiddetta “ontologica” di Sant’Anselmo (in quanto basata sul passaggio dal logos all’ontos, cioè dal piano logico-astratto a quello dell’essere reale extra-mentale). Questo tipo di prova razionale dell’esistenza di Dio è detta “a priori”, poiché in un modo o nell’altro prevede una conoscenza pre-esperienziale, cioè previa all’esperienza conoscitiva della realtà extra-mentale, della nozione di Dio; giungendo non di rado a supporre persino l’esistenza di un’intuizione intellettuale del divino o dell’essere immutabile: in ogni caso presupponendo una conoscenza non riducibile alla semplice astrazione concettuale della realtà esperienziale.
Questo modo di concepire la questione è, a mio modesto avviso, profondamente errato, perché dà adito a tutta una serie di dottrine filosofiche più o meno contigue a pericoli di idealismo. San Tommaso d’Aquino ha fornito invece rigorose prove “a posteriori” dell’esistenza di Dio (il luogo canonico delle cinque vie è: Summa Theologiae, seconda questione, articolo 3), escludendo esplicitamente (nella seconda questione, articolo 1 della Summa Theologiae) la validità delle prove ontologiche (http://www.corpusthomisticum.org/sth1002.html).
Sarebbe interessante vedere il perché S. Tommaso d’Aquino giunge alle sue conclusioni. Il punto cruciale è che distingue essenza ed esistenza. Che seppure per Dio siano la medesima cosa, non si può dirlo se non a posteriori (come affermi tu).
A sostegno del ragionamento a priori vi è però una bella solida dimostrazione logico-insiemistica del logico Kurt Godel (non è un caso che Plantinga consideri valido l’argomento, essendo di estrazione analitica).
Questione molto interessante 🙂
Comunque il merito di Plantinga secondo me è di avere introdotto una ferrea logica nei ragionamenti teisti, in modo da renderli più solidi.
C’entra a questo punto anche la differenza tra noi e il calvinismo? Sto ipotizzando ovviamente…cosa ne dite?
Certamente ogni forma di protestantesimo ha insito in sé il germe della rivoluzione gnostica e l’idealismo (massima forma di apriorismo) è una ribellione gnostico-soggettivistica nei confronti della realtà. Però ciò non può certo essere attribuito a Sant’Anselmo. Bisognerebbe poter valutare quali siano eventualmente gli elementi “moderni” presenti nella proposta teoretica di Plantinga.
Grazie Alessandro! Grazie anche per intervenire con tutto il tuo sapere!
Di niente, figurati. Ed è veramente poco il mio sapere in confronto a quello che ci sarebbe ancora da ruminare. Se solo me lo facessero fare… Domani mi aspetta colloquio determinante con il Rettore, ma purtroppo non mi aspetto nulla di buono… Aiutatemi con la preghiera, magari!
Allora? Com’è andata??
Male, come previsto.
Solo un miracolo potrà salvarmi.
giustissime osservazioni quelle di A-theos=A-Ethos in merito al ruolo della cultura.
Interessante il pensiero del filosofo calvinista.
E già che ci siamo, ricordiamo brevemente anche l’essenza del calvinismo (con le parole di Streminger): «Secondo questa dottrina il fatto che l’uomo dopo la morte abbia la fortuna di raggiungere la beatitudine eterna e di sedere quindi accanto a Dio in paradiso, oppure abbia la sfortuna di essere dannato e di dover quindi cuocere a fuoco lento nell’inferno per l’eternità, non dipende dalle azioni che l’uomo ha compiuto sulla terra, bensì esclusivamente dalla grazia di Dio. Il Dio onnipotente, infatti, avrebbe deciso fin dall’inizio quali uomini godranno della beatitudine in paradiso e quali saranno dannati per l’eternità nell’inferno».
E ricordiamo anche una delle conseguenze del sublime pensiero calvinista: «Di fronte ad una simile dottrina si rizzano i capelli, non solo per l’ingiustizia, ma anche per l’abuso morale a cui questa dottrina spalanca porte e finestre. Infatti, supponiamo che qualcuno sia convinto della propria salvezza, poiché Dio avrebbe già stabilito che lui potrà passeggiare a piacere nel giardino dell’Eden. In questo caso, secondo quest’uomo, i propri misfatti sulla terra non provocheranno mai l’ira di Dio, né gli procureranno l’inferno. Egli crederebbe fermamente di poter compiere tutto ciò che vuole (nefandezze e crimini compresi), poiché nessuno potrebbe mai togliergli il privilegio di possedere già saldamente la beatitudine eterna».
Caro rolling, siamo in due ad avere i capelli rizzati di fronte al calvinismo. E’ proprio stata questa la causa della divisione dal cattolicesimo. Comunque il pensiero di Plantinga vale quando parla dell’esistenza di Dio, non di “come è Dio”. Il teismo infatti è al di fuori di ogni rivelazione.
Se io, rolling stone, per il fatto che Le piacciono Kant e Schopenhauer, non leggessi più i Suoi commenti, mi priverei della lettura di spunti quasi sempre stimolanti e acuti; e soprattutto sarei nel torto se, per quel fatto, volessi dimostrare che tu quanto Lei dice è errato.
Anche un orologio rotto indica due volte al giorno l’ora esatta! Forse questo è successo adesso, con questo suo ultimo libro, anche a Plantinga: non si è d’accordo con lui? Interveniamo sul tema, ma non pensiamo di confutarlo citando uno suo sproposito su altri temi…