Il silenzio di Richard Dawkins e l’incapacità innovativa della selezione naturale

C’è un video che gira da anni, maggiormente promosso con tutta evidenza dal movimento creazionista, nel quale il più famoso difensore del neo-darwinismo nonché il maggiore leader dell’ateismo militante moderno, Richard Dawkins, rimane in assoluto e imbarazzato silenzio per ben 17 secondi alla domanda: “Ci può fare un esempio di una mutazione genetica o di un processo evolutivo in cui si possa vedere un incremento di informazioni nel genoma?”.

Non aderiamo affatto all’ideologia creazionista, tuttavia cogliamo l’occasione di questo per ribadire come l’interpretazione dell’evoluzione biologica fornita dal neodarwinismo risulta essere carente e scientificamente errata, nonché strumentalizzata per fini extra-scientifici.

Questo è il video:

Come si vede, Dawkins chiede imbarazzato di fermare la registrazione e poi riprende senza rispondere alla domanda. Come ha fatto notare il biologo Enzo Pennetta, che ha pubblicato recentemente questo filmato sul suo sito web www.enzopennetta.it, è abbastanza incomprensibile che non si possano mostrare casi verificati e osservabili di evoluzione in atto al di fuori della “favoletta” della solita Biston betularia, che non è affatto tale, come d’altra parte cominciano a riconoscere numerosi evoluzionisti (uno su tutti Michael Majerus, docente di Cambridge e tra i più importanti esperti di farfalle al mondo, ma anche uno dei suoi più noti promotori, Jerry Coyne). Nel migliore dei casi, infatti, si tratta di un altro esempio di microevoluzione, uno dei tanti che viene registrato continuamente (al contrario di quanto sostengono i creazionisti). Anche se, c’è perfino il dubbio nella comunità scientifica che questo tipo di farfalle allo stato selvatico si posi davvero sui tronchi di betulle, dato che si è scoperto che molte fotografie presenti sui libri di testo sono state inscenate appositamente (una sorta di Uomo di Piltdown moderno, insomma).

La selezione naturale, comunque, non può spiegare la forma e l’esistenza di tutti gli esseri viventi poiché non crea alcuna novità, non ne ha il potere. E Dawkins lo sa benissimo, come si è potuto notare, tant’è che non riesce a dimostrare il contrario. D’altra parte lo ripete da anni anche Gerd Müller, tra i più prestigiosi evoluzionisti europei, docente presso l’Università di Vienna dove dirige il Dipartimento di Biologia teorica, speaker del Center for Organismal Systems Biology e grande esperto di EvoDevo. Ha scritto nel 2003: «Nel mondo neodarwiniano il fattore motivante del mutamento morfologico è la selezione naturale, che può spiegare la modificazione e la perdita di alcune parti del corpo. Ma la selezione non ha capacità innovativa: elimina o conserva ciò che già esiste. Gli aspetti generativi e ordinatori dell’evoluzione morfologica sono pertanto assenti dalla teoria evoluzionistica» (G. Müller, “Homolgy: The Evolution of Morpholigical Organization”, Mit Press, Vienna Series in Theoretical Biology, Harvard 2003, pag. 51)

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29 commenti a Il silenzio di Richard Dawkins e l’incapacità innovativa della selezione naturale

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  1. Francesco B. ha detto

    Ahahahah è come se il papa fosse rimasto zitto alla domanda: “Ci può citare un brano di Vangelo in cui Gesù compie un miracolo??” :):)

  2. Fabrizio ha detto

    Ma si sa tra gli evoluzionisti (seri dunque gli scienziati, non i saltimbanco) che la selezione naturale è uno dei tanti fattori dell’evoluzione ma non il più importante e certamente non l’unico fattore.

  3. i love benny ha detto

    signor dawkins non crede che sia arrivato il momento di darsi al giardinaggio???

  4. Antonio72 ha detto

    Lo stesso Boncinelli ammette che la diversa complessità dei viventi non è spiegabile dall’informazione contenuta nei rispettivi DNA, altrimenti si dovrebbe dedurre che un uomo sia meno complesso di un tritone.
    Secondo Boncinelli l’informazione biologica è qualitativamente diversa da quella computazionale, anche se non sa bene spiegare cosa si debba intendere per “diversa qualità”. Come ovviamente non lo può spiegare nessun biologo, nemmeno Dawkins. Ma se il DNA non è così determinante per creare un organismo, come fanno questi eminenti scienziati, a divulgare ancora la favoletta della mutazione genetica casuale quale causa prima della biodiversità fenotipica? E credere che la molecola del DNA sia il progetto di un organismo è come credere che la biblioteca comunale sia il progetto del Municipio. Ovviamente ci sono varie prove che smentiscono la selezione naturale quale motore primario dell’evoluzione. Per es. i vari teschi dei dinosauri ceratopsidi, con collari e corni di diversissime estensioni e dimensioni. Un equivalente moderno è quello dei rinoceronti con due corni in Africa, ed un corno solo in India. Vogliamo credere che le diverse condizioni ambientali selezionano due corni lunghi e sottili in India, mentre un corno solo, corto e largo, in Africa?
    E la differenza tra le gobbe del domedario ed il cammello, da che tipo di diversa pressione selettiva sono spuntate fuori? E di questi esempi ce ne sono a bizzeffe.
    A proposito ho trovato una bella filastrocca di Gianni Rodari:
    “Una volta un dromedario, incontrando un cammello,
    gli disse: – Ti compiango, carissimo fratello:
    saresti un dromedario magnifico anche tu
    se solo non avessi quella brutta gobba in più.
    Il cammello gli rispose: – Mi hai rubato la parola.
    È una sfortuna per te avere una gobba sola.
    Ti manca poco ad essere un cammello perfetto:
    con te la natura ha sbagliato per difetto.
    La bizzarra querela durò tutto un mattino.
    In un canto ad ascoltare stava un vecchio beduino
    e tra sé intanto pensava: – Poveretti tutti e due
    ognuno trova belle soltanto le gobbe sue.
    Così spesso ragiona al mondo tanta gente
    che trova sbagliato ciò che è solo differente.”

    • Falena-Verde ha detto in risposta a Antonio72

      Rodari è il migliore 🙂

    • lorenzo ha detto in risposta a Antonio72

      “…se il DNA non è così determinante per creare un organismo…”, cos’altro, secondo te entra in gioco?

      • Antonio72 ha detto in risposta a lorenzo

        Proteine, proteine, proteine. Non a caso si passerà dal deludente Progetto Genoma Umano al Progetto Proteoma Umano.
        Vi sono poi le influenze ambientali e le cosiddette norme di reazione che mettono in relazione il fenotipo degli organismi di un particolare genotipo con l’ambiente. E poi vi sono anche meccanismi interni diversificati e casuali (forse, cmq non si conoscono le cause) durante il periodo di sviluppo, a livello molecolare. Delle norme di reazione ne sanno qualcosa i produttori di mais che hanno prodotto delle varietà ibride che sono immuni o cmq hanno una produzione abbastanza costante rispetto alle diverse caratteristiche ambientali, per questioni ovviamente commerciali. Ricordo che una molecola di DNA non è niente senza la cellula, e lo dimostra il fatto che il DNA può essere benissimo recuperato da una mummia.

        • Daphnos ha detto in risposta a Antonio72

          L’ultima cosa è da sottoscrivere a piene mani: il codice genetico e la cellula lavorano in modo biunivoco, l’uno prende indicazione dall’altro. Ma l’idea che il DNA “imponga” le sue leggi dittatoriali alla cellula è più facile da immaginare e quindi da sostenere.

  5. gabriele ha detto

    comunque il fatto l’avevo già segnalato io alcuni mesi fa
    proviamo a fare la domanda alla hack e a Odifreddi

  6. Fabio Moraldi ha detto

    E’ davvero imbarazzante…ma è un fotomontaggio? In realtà non mi pare anche perché lui stesso dice di fermare la registrazione. Ho visto che Dawkins sbatte gli occhi velocemente, mi sembra quasi in forte crisi esistenziale…possibile che sia vero? Che spiegazioni ci sono?

    • filippo ha detto in risposta a Fabio Moraldi

      Lo ha spiegato lui stesso: dalla domanda aveva capito che aveva davanti dei creazionisti e stava riflettendo se sbatterli fuori o meno. Decise di continuare con l’intervista e ha firmato la liberatoria, che poi è stata usata contro di lui. Trovate la spiegazione all’episodio e la risposta alla domanda al seguente link:

      http://www.skeptics.com.au/publications/articles/the-information-challenge/

      • Francesco Santoni ha detto in risposta a filippo

        Ovvero non ha saputo far altro che trovare delle ridicole scuse.

      • Qumran ha detto in risposta a filippo

        Certo c’è da crederci…vero Filippo? Non si capisce perché uno non possa rispondere a dei creazionisti alla domanda che dovrebbe essere la più banale di tutte..

      • Qumran ha detto in risposta a filippo

        Oltre tutto ho letto la risposta e non mi pare che abbia ancora una volta risposto alla domanda. Forse qualcuno più esperto di me può valutare meglio lo scritto.

        • Enzo Pennetta ha detto in risposta a Qumran

          Leggendo la risposta riportata sul link mi sembra che in realtà Dawkins abbia fatto molto più che non rispondere alla domanda,dai suoi argomenti si direbbe proprio che egli abbia negato la possibilità di una macroevoluzione.

          Dawkins infatti verso la fine della sua lunga esposizione afferma che:
          “Un errore genetico casuale (mutazione), la ricombinazione sessuale e il rimescolamento migratorio,tutti provvedono un ampio campo di variazione genetica:le possibili alternative.
          Una mutazione non è un incremento nel contenuto di vera informazione, piuttosto il contrario, nell’analogia di Shannon, contribuisce ad aumentare la precedente incertezza.
          Ma veniamo alla selezione naturale che riduce la “precedente incertezza” e quindi, nel senso di Shannon, conferisce informazione al pool genico”.

          In poche parole egli afferma che l’aggiunta di una “parola” in più, o una “possibilità” in più, aumenta l’incertezza del messaggio e quindi, nel senso della definizione di Shannon, diminuisce l’informazione.

          Al contrario, la selezione, eliminando una delle possibilità alternative aumenta l’informazione.

          Ma questo significa che per Dawkins una nuova “stringa” inserita nel DNA può essere solo una ulteriore alternativa per un messaggio preesistente e non un nuovo messaggio (ad es. un nuovo carattere).
          Infatti se la stringa codificasse la comparsa di un nuovo carattere essa costituirebbe una nuova informazione e non l’aumento di incertezza di una precedente informazione.
          Quindi il suo ragionamento, escludendo questa seconda ipotesi, di fatto non prende in considerazione la possibilità di una macroevoluzione.

          Grazie prof. Dawkins, ha confermato che il silenzio che seguiva la domanda non era dovuto all’irritazione per la domanda stessa, ma alla mancanza di una possibile risposta affermativa.

          • filippo ha detto in risposta a Enzo Pennetta

            Infatti Dawkins dice che la domanda è mal posta e che solo un creazionista l’avrebbe formulata in quel modo. In sostanza dice che bisogna distinguere tra quella che è la capacità totale di informazione nel genoma, e questa può aumentare o diminuire nel corso dell’evoluzione, e l’informazione rilevante (nel senso di Shannon nell’articolo), vale a dire la capacità di sopravvivere: quindi, l’informazione rilevante aumenta quando c’è una mutazione genetica che viene selezionata naturalmente.

            • Panthom ha detto in risposta a filippo

              Filippo, non sapevo che i creazionisti ponessero le domande in modo diverso da tutti gli esseri umani. Appena ne incontro uno ci faccio attenzione, promesso. Inoltre, l’informazione non aumenta affatto, al massimo viene conservata.

            • Francesco Santoni ha detto in risposta a filippo

              Filippo, che Dawkins accampi delle scuse ridicole è un fatto al di là di ogni ragionevole dubbio. Prima accetta un’intervista si rende conto di avere a che fare con dei creazionisti e vuole buttarli fuori, e poi però firma la liberatoria, ma per favore. Se la domanda fosse mal posta, avrebbe semplicemente dovuto dirlo anziché tacere e chiedere di interrompere la registrazione. In realtà però la domanda si capisce benissimo, e tutto quell’articolo che hai linkato è un inutile spreco di parole. Quella domanda significa semplicemente: “E’ mai stata osservata una mutazione che ha portato alla formazione di un gene che prima non c’era ed associato ad una funzione o caratteristica che prima non c’era?” Più semplice di così… Tutto il pistolotto sulla teoria dell’informazione non serve per rispondere.

            • Enzo Pennetta ha detto in risposta a filippo

              E quindi, una volta chiarito cosa intende per “informazione rilevante”, Dawkins ha poi fornito un esempio di evoluzione con aumento di “informazione rilevante” avvenuto sotto ai nostri occhi?

              • filippo ha detto in risposta a Enzo Pennetta

                Posso aver capito male ma mi pare che Dawkins dica che l’intero processo evolutivo è un continuo aumento di informazione rilevante, intesa come acquisizione di caratteristiche che permettono di meglio sopravvivere e riprodursi.

                Il sospetto di Dawkins è che la domanda voglia in realtà dire: “come è possibile che la complessità biologica si sia evoluta da antecedenti più semplici?” Se non si crede che dal più semplice si possa passare al più complicato allora non si crede all’evoluzione.

                • Panthom ha detto in risposta a filippo

                  E perché mai? Lei lo sa chi è Richard Lewontin? Glielo va a dire lei che è un creazionista che non crede all’evoluzione? Deve uscire dal neodarwinismo e capirà che è pieno di evoluzionisti che credono solo a ciò che possono osservare. Non è mai stato osservato il cambiamento dal “semplice al complesso”.

                  • filippo ha detto in risposta a Panthom

                    Se nega la possibilità di passare dal “più semplice al più complicato” come fa a spiegare l’evoluzione dai procarioti a quello che siamo oggi?

                    • Panthom ha detto in risposta a filippo

                      E’ mai stato osservato il passaggio?

                    • Antonio72 ha detto in risposta a filippo

                      Nessuno nega l’evoluzione, qui non siamo affatto creazionisti. Si obietta che la selezione naturale possa spiegare la diversificazione biologica e quindi l’evoluzione.
                      Come già detto, non tutte le mutazioni genetiche comportano conseguenze fenotipiche, ma quello che non ho ancora detto è che, anche se così fosse, non si capisce perchè dovrebbero avere tutte un valore adattivo e non comportare addirittura uno scivolone evolutivo, essendo la mutazione del tutto casuale e non in vista di qualcosa di più “elevato”. Insomma, la selezione naturale, che richiama all’ordine, non implica necessariamente che la mutazione casuale debba rispondere, come la mia costante preghiera di vincere alla slot machine non determina una maggiore probabilità di una mia vincita reale. Anzi, la maggior parte delle volte le ruote si fermeranno con allineamenti che proprio non c’entrano nulla con le mie aspirazioni venali.

            • Antonio72 ha detto in risposta a filippo

              La mutazione genetica ovviamente non viene selezionata per nulla.
              E’ l’eventuale espressione fenotipica che viene selezionata e non la mutazione. E poi non ha nemmeno senso parlare di singola mutazione, perchè la maggior parte delle mutazioni non esprimono un’acca a livello fenotipico. Per avere una certa espressione fenotipica vi devono essere diverse mutazioni e del tipo giusto, e sappiamo che si verifica una mutazione con una probabilità su cento milioni. Inoltre non è nemmeno detto che la mutazione compaia nella generazione successiva. Anzi secondo il genetista Lewontin il tempo necessario perchè una mutazione del tipo giusto si verifichi e raggiunga una frequenza significativa nell’ambito del processo di selezione è dell’ordine della durata di una vita della specie.

      • DSaeba ha detto in risposta a filippo

        La risposta dà spazio a possibili accuse di razzismo nei confronti del Sig.Dawkins.

        Un’altra volta.

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