L’UAAR corre ai ripari: ben 500 euro in beneficenza!

Una ventina di giorni fa avevamo pubblicato un articolo in cui si sottolineava il completo disinteresse dell’UAAR (gli atei italiani, sedicenti razionalisti) verso la beneficenza ma anche il grande impegno nell’insulto gratuito a missionari ed enti di carità cristiana come Caritas (cfr. Ultimissima 7/6/11).

Raffaele Carcano, l’impiegato part time leader del razionalismo ateo italiano (detto anche “Pontifex” per gli amici), ha così tentato di mettere a tacere certe fastidiose voci (che poi hanno iniziato a circolare anche sul sito web dell’UAAR). Ha tirato fuori ben 500 euro e, rinunciando al televisore nuovo, ha cercato qualcuno a cui sganciare il denaro. Ricordiamo che  l’UAAR nel 2010, come si vede sul suo bliancio, ne ha usate 700 per la creazione di vignette satiriche verso il Papa e la Chiesa. L’ente scelto a cui versare questo patrimonio è stato l’Emitos Girls Humanist Football Club, un associazione che utilizza lo sport del calcio per aggregare le ragazze ugandesi ed indottrinarle su preservativo e pillola. Rose Busingye, un’infermiera ugandese che accoglie e cura gli ammalati di Aids al Meeting Point di Kampala, tempo fa ricordava come in Uganda si muore di fame, di malaria e non ci sono medicine. E gli atei umanisti cosa fanno? Portano i preservativi, ovviamente. E già che ci sono mettono addosso alle ragazze le magliette con la scritta “Humanist” (vedi foto) e fanno del proselitismo.

Peccato che nella fretta, Carcano si è dimenticato di informarsi sul fatto che l’Uganda è l’unico stato africano in cui l’HIV è stata veramente vinta (calo del 70%, come riportava nel 2004 la rivista Science), e proprio senza la distribuzione massiccia di preservativi ma puntando in particolare sull’educazione sessuale: astinenza e fedeltà di coppia. E proprio qui, su 54 stati africani, Carcano sceglie di finanziare la distribuzione di preservativi. Ricordiamo anche che, dato il successo ugandese, l’antropologo di Oxford Edward Green, esperto sul programma ugandese contro l’AIDS ed ex promotore della distribuzione del profilattico, ha annunciato due anni fa che averebbe esportato il “metodo ugandese” anche in Sudafrica, coordinando la promozione di programmi incentrati sulla riduzione del numero dei partner sessuali, la fedeltà di coppia e l’astinenza, rivolti a leader tradizionali e religiosi. Un po’ meno razionalismo non farebbe certo male all’UAAR.

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