Indagine sociologica: aumentano le persone che pregano per la salute

Le persone che hanno pregato per la propria salute sono aumentate nel 2007 rispetto al 2002, nonostante gli alti livelli di benessere e di efficienza medica. Lo dice una ricerca pubblicata su una rivista dell’APA (American Psychological Association), chiamata Psychology of Religion and Spirituality. L’indagine confuta dunque la convinzione popolare che la religiosità aumenti al diminuire del livello medico-sanitario.

Confrontando i dati del Centers for Disease Control and Prevention per il 2002 e il 2007 realizzati dal National Health Surveys su circa 30.000 persone nel 2002 e circa 23.000 nel 2007, i ricercatori hanno trovato che l’uso della preghiera per la guarigione è salito del 43% nel 2002 e del 49% nel 2007. Le donne, gli afro-americani, coloro che erano sposati e coloro che avevano un diploma di scuola superiore, avevano una maggiore probabilità di pregare.

I ricercatori, informa The Washington Post, hanno anche rilevato che le persone che hanno pregato per la loro salute sono anche quelle che avevano maggiori probabilità di adottare misure adatte per proteggere la loro salute. In Ultimissima 14/12/10 informavamo dei risultati di un’indagine simile, realizzata dall’Arizona State University, che però dimostrava anche che la preghiera offerta a nome di un altro (detta “per intercessione”), produce effettivamente risultati positivi sulla salute di quest’ultimo. Ovviamente i ricercatori non sono stati in grado di spiegare se la correlazione avesse un’origine sovrannaturale.

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17 commenti a Indagine sociologica: aumentano le persone che pregano per la salute

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  1. Mattia Palmieri ha detto

    Sappiate che può sembrare per noi un argomento secondario, ma per la cultura laicista che cerca di spiegare la nascita della religione in termini di sostegno psicologico è un duro colpo.

    • Luigi ha detto in risposta a Mattia Palmieri

      Si, concordo sull’utilità di questa ricerca. Anche perché le persone che pregano sono anche coloro che si vogliono curare meglio. Ecco dunque che la richiesta non è quella di guarire in realtà, anche perché la malattia è un segno, un dono. La preghiera è per chiedere l’aiuto di vivere la malattia senza disperazione, rimanendo attaccati a Lui.

    • Credo ha detto in risposta a Mattia Palmieri

      A me non sembra,uno sta male e allora è bello avere una convinzione in più di guarire o comunque una distrazione.

      • Flavio ha detto in risposta a Credo

        E perché queste persone pregano e poi si spendono più soldi delle altre in medicine per guarire? Qualcosa non quadra nella tua semplificazione della vita umana. Ciò si spiega nel fatto che la preghiera non ha come fine la guarigione ma piuttosto la richiesta di aiuto a vivere questo momento in modo cosciente e veramente cristiano, affidando la sofferenza per gli altri ad esempio. Però non credo che tu, nella tua banalità di ragionamento, possa capire questo.

  2. Laura ha detto

    Ohibò…come mai cresce la spiritualità religiosa al crescere dell’efficienza medica? Qualcosa si è inceppato nelle argomentazioni odifreddiane?

  3. Flavio ha detto

    E’ interessante questo punto di vista Luigi, non si dovrebbe pregare come se Dio avesse una bacchetta magica che guarisce. Piuttosto per essere aiutati a capire il significato di quanto accade, la letizia del cuore e la non perdita di speranza.

    • Credo ha detto in risposta a Flavio

      Quale sarebbe il significato di quanto accade?

      • Flavio ha detto in risposta a Credo

        Ognuno ha una storia sua e quel che gli accade è significativo per lui. Conosco tantissime persone, ad esempio, che grazie alla malattia si sono attaccate alla vita, intensificando i loro rapporti e divenendo testimoni ed esempi di tantissimi altri, compresi moltissimi malati.

  4. Lucy ha detto

    Utilissimo articolo da usare per i rigurgiti sempre più frequenti dei secolaristi

  5. Amilcare ha detto

    Sono d’accordo, però la Bibbia ci insegna anche a pregare per la guarigione, come sostiene la lettera di Giacomo. Gesù ovunque andava guariva malati e ancora oggi, essendo Egli risorto e vivo, continuano ad avvenire guarigioni nel suo nome, non solo nei santuari, ma anche, per esempio, negli incontri di preghiera del Rinnovamento Carismatico. Io ne sono testimone. Ciò non significa che dobbiamo pretendere la guarigione o puntare tutto su di essa. Però possiamo chiederla e non di rado viene concessa e comunque, quando ciò non avvenisse, si riceve sempre una guarigione interiore e il dono della gioia e della pace nella malattia.

    • Carlo ha detto in risposta a Amilcare

      Io non sono mai stato ad un incontro di questo tipo del Rinnovamento, me ne hanno comunque parlato, sia persone scettiche che non scettiche. Quando si parla di guarigioni e malattie si entra nel campo medico e quindi occorrerebbe farsi seguire anche da un equipe medica che certifichi queste piccole guarigioni. Altrimenti è facile restare scettici. Rispetto a quanto dici c’è sicuramente del vero, però è interessante anche capire che la malattia per tantissimi è stata il dono che gli ha fatto cambiare vita. Non so se hai in mente la parabola di Gesù sulla guarigione dei 10 lebbrosi (http://it.cathopedia.org/wiki/Pericope_dei_dieci_lebbrosi). Sono stati guariti ma solo uno è tornato a ringraziare e solo lui si è “salvato”. Perché è tornato? Perché si è accorto che non è la guarigione alla malattia che basta all’uomo, ma riconoscere “Chi” lo ha guarito, chi è morto in croce per dare un senso alla vita. Quando si è malati si dovrebbe pregare non tanto per la guarigione ma piuttosto per vivere la malattia come rapporto particolare con Cristo.

  6. Silvio Basile ha detto

    Se hanno veramente fede in una qualsiasi religione (cristiana, maomettana, pagana o altro che sia) è anche possibilissimo che pregando guariscono. Ma è qualcosa di simile a un placebo: non prova nulla sua verità della religione (come la guarigione con un placebo non prova che il placebo sia un farmavo), ma prova solo che la fede in qualsiasi sciocchezza, se ferma, può far miracoli.

    • Nofex ha detto in risposta a Silvio Basile

      Ma, caro Silvio, della fede nella militanza atea cosa ne dici? E’ sicuramente dal 2008 che ti affanni in tutti i siti web atei a portare avanti la tua battaglia (vedi qui: http://www.uaar.it/news/2008/12/06/eurobarometro-importanza-della-religione-ormai-caduta-libera/#comment-212781)…eppure vedo che la tua rabbia cresce. Non credi che sia legata alla frustrazione per l’evidente coscienza di dire immense cretinerie? Ti fai chiamare dai tuoi amici un “razionalista”. Puoi dunque dimostrare che l’effetto placebo guarisca le persone? Ti sei accorto, nella foga della tua militanza da uaarino, che non si parla di guarigione? Ti sei accorto che è scritto che le persone che pregano sono poi quelle che si curano di più con le medicine? Ti sei accorto che il messaggio di questo articolo è la confutazione della vostra rabbia circa il fatto che la fede aumenti laddove lo sviluppo medico è peggiore? Salutami il tuo padrone Carcano!

    • Gabry ha detto in risposta a Silvio Basile

      E questo da dove lo ha liberato l’uaar???

    • Francesco Mariani ha detto in risposta a Silvio Basile

      Ti ho già risposto in un altro articolo. Tu lo sai che l’ateismo è una fede religiosa vero? O forse puoi dimostrare di aver ragione? Il tuo dio “scienza” dice che «psicologicamente, abbiamo poche prove che le nostre menti crederanno in qualcosa solo perché sarebbe confortante farlo», quindi l’effetto placebo non è dimostrato. Come mai un ateo si aggrappa disperatamente a ciò che non può dimostrare? Semplice effetto placebo, caro Silvio. Fonte: http://www.uccronline.it/2011/04/13/lenman-antropologo-di-oxford-%C2%ABlateismo-e-unirrazionale-scelta-di-difesa%C2%BB/

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