Perché un Dio buono punisce i peccatori?
- Risposte cattoliche
- 08 Giu 2025
Se Dio è buono perché punisce i peccatori? Perché Dio castiga chi sbaglia? Non dovrebbe perdonare tutto? Queste sono le domande a cui rispondiamo per la rubrica settimanale “Risposte cattoliche“.
Come può un Dio buono punire i peccatori, come si legge nella Bibbia?
Molti si chiedono come sia possibile conciliare l’idea di un Dio buono e misericordioso con quella di un Dio che punisce. Non dovrebbe limitarsi a perdonare sempre e comunque? La questione tocca il cuore della giustizia divina e del senso morale.
Questa è la domanda a cui rispondiamo oggi per la rubrica domenicale “Risposte cattoliche“, cioè brevi spiegazioni per imparare le basi del catechismo cattolico.
Riportiamo qui sotto la risposta di padre Angelo Bellon, domenicano e docente di Teologia morale presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale.
di padre Angelo Bellon*
*domenicano e teologo
da Amici Domenicani
Si può dire che Dio punisce nel medesimo modo in cui se metto la mano sul fuoco mi brucio.
È legge di natura, ultimamente stabilita da Dio, che chi mette la mano sul fuoco si brucia. Ma non possiamo dire che Dio l’abbia castigato. È una sentenza intrinseca all’atto compiuto.
Non si può fare l’equazione dicendo: come Dio salva, così Dio condanna.
Perché la salvezza consiste nell’essere assunti ad una vita soprannaturale e divina, al di sopra della nostra portata. Nessuno può arrivarci da solo, ma solo chi accoglie l’azione di Dio. Per andare all’inferno, non è necessaria l’azione divina. È sufficiente che la si rifiuti, che ci si separi da lui.
Per questo il Catechismo della Chiesa Cattolica parla di auto esclusione.
È vero che parlando del giudizio universale Gesù dichiara ai dannati: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli” (Mt 25,41). Chi, però, ha preparato il fuoco eterno?
San Tommaso d’Aquino riferisce il pensiero di Origene il quale afferma che “Dio non ha fatto le pene per gli uomini, ma essi stessi si procurano la morte con le loro mani”. Il fuoco eterno, dunque, è la pena che gli angeli ribelli si sono preparati da se stessi, ed è la pena che gli uomini si preparano da se stessi quando rifiutano la comunione con Dio.
Circa la condanna che verrà comminata ai dannati vanno ricordate le parole del Signore: “Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv 3,17).
E ancora: “Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno” (Gv 12,47-48).
Gesù dunque non condanna. È pura salvezza.
La perdizione non viene decisa da lui, ma da chi decide di rifiutare la sua comunione. Questa autopunizione o autoesclusione è secondo giustizia. È intrinseca al rifiuto di Dio. Non c’è bisogno che il Signore aumenti il castigo per chi si autoesclude.
Clicca qui per consultare altre risposte cattoliche:
La rubrica “Risposte cattoliche”
0 commenti a Perché un Dio buono punisce i peccatori?