La certezza di Dio impedirebbe il libero arbitrio?

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Conoscere con certezza Dio contrasta il libero arbitrio? Una domanda apparentemente complessa alla quale rispondiamo per la rubrica domenicale “Risposte cattoliche“.


 

Se potessimo conoscere con certezza l’esistenza di Dio, contrasterebbe con il libero arbitrio? Inficerebbe la libertà di scelta??

E’ una domanda apparentemente complessa alla quale si può però rispondere facilmente. Più interessante ancora è precisare che la conoscenza intellettuale di Dio è cosa ben diversa dal riconoscere il volto di Dio.

Un conto è conoscere o intuire, infatti, un altro è riconoscere e infine c’è il cambiare la propria vita alla luce di questo riconoscimento. Sono tre step distinti tra i quali c’è un abisso.

E’ di questo che parliamo nell’odierna puntata della rubrica domenicale “Risposte cattoliche”.

Riportiamo qui sotto l’interessante riflessione di don Francesco Vermigli, teologo e docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale.


 

di don Francesco Vermigli*
*teologo e docente

da “Toscana Oggi”, 29/01/2025

 

Una conoscenza certa di Dio farebbe mancare spazio alla libertà?

Chi sostiene questa affermazione porta il caso di Satana e dei suoi angeli che ebbero la conoscenza certa dell’esistenza di Dio, eppure l’hanno rifiutato. Mi pare sia un buon esempio.

 

La conoscenza di Dio e il libero arbitrio

Incrociamo due brani – uno dal Libro della Sapienza e l’altro dal Lateranense IV – per provare a capire come questa conoscenza certa non sia bastata a garantire l’adesione piena a Dio da parte di Satana e dei suoi angeli.

Dal Libro della Sapienza: «Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono» (Sap 2,23-24).

Dal Lateranense IV: «Il diavolo, infatti, e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi» (Firmiter credimus: Denzinger n. 800).

Cosa prendiamo da questi brani?

Prendiamo che per invidia di Dio – di cui evidentemente si conosceva l’esistenza – e per libera volontà segnata dalla malvagità, il diavolo ha rifiutato Dio. Dunque, sembra che sia giusto dire che certezza conoscitiva circa l’esistenza di Dio e libertà di scelta possano coesistere.

 

Conoscenza intellettuale e conoscenza vitale di Dio

Ma sono ora io a rivolgere una domanda: la fede è solo conoscenza certa di Dio? Scriviamo «solo» perché conoscere e non vivere secondo questa conoscenza (come accaduto al diavolo) non pare essere atteggiamento coerente con coloro che sono stati creati da Dio.

Gesù, del resto, non è venuto innanzitutto a rivelare l’esistenza di Dio, ma a rivelare il vero volto di Dio: ci ha detto che Dio ci ama fino all’estremo (cf. Gv 3,16) e che Dio è in sé amore (cf. 1Gv 4,8.16).

L’essenza della fede, dunque, non è tanto la conoscenza intellettuale circa l’esistenza di Dio, ma una conoscenza vitale di un Dio che si è fatto carne e che mi vuole salvare; una conoscenza vitale che implica tutto l’uomo, non solo il suo intelletto: coinvolge la sua libertà, la volontà, le sue forze, le sue relazioni, la sua esistenza.

Con le parole di Gesù vogliamo terminare: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10).

Questa comunicazione di vita, questa comunicazione di salvezza fa appello alla volontà e alla libertà dell’uomo. Satana e i suoi angeli non hanno voluto accogliere questa dinamica di amore.

 


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Autore

Don Francesco Vermigli

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