La vita inizia al concepimento, lo dice il 96% dei biologi

vita inizia al concepimento

La vita umana inizia dal concepimento. A stabilirlo è un ampio consenso scientifico rilevato in un sondaggio sottoposto a oltre 5.000 biologi. Una verità che costringe i sostenitori dell’aborto a scindere arbitrariamente “vita umana” da “persona”.


 

Nel dibattito contemporaneo sull’interruzione di gravidanza si chiama in causa il solo diritto di scelta della donna.

Ma un sondaggio tra i biologi di tutto il mondo evidenzia in modo chiaro che ci sono due esseri umani distinti e coinvolti, non c’è solo la madre.

E’ comodo infatti ignorare un altro diritto, quello alla vita di un bambino non ancora nato.

Ci si è mai chiesti perché nessuna legge legittima l’aborto in tutte le circostanze e in qualunque fase della gravidanza, ma soltanto fino a un certo momento?

In Italia, la legge 194 autorizza l’interruzione di gravidanza fino alla 12° settimana (salvo eccezioni), in Francia e in Spagna fino alla 14° settimana. Abortire oltre questo termine è considerato un reato in quanto, secondo la legge, il diritto di scelta soccombe al prevalente diritto alla vita del nascituro.

Ma chi ha stabilito che, in Italia, a 11 settimane e 6 giorni il diritto alla vita non prevalga mentre il giorno dopo sì?

E’ una pura e antica convenzione che non tiene conto del consenso scientifico secondo cui la vita umana inizia al concepimento/fecondazione e, da lì in avanti, cresce in maniera graduale senza soluzione di continuità.

 

Il sondaggio sull’inizio della vita al concepimento

Questo è stato confermato da un sondaggio pubblicato su Issues in Law and Medicine e sottoposto a biologi di 1.058 istituzioni accademiche in tutto il mondo.

L’iniziativa è nata a seguito di un precedente sondaggio rivolto alla popolazione americana generale, da cui si evinceva una netta polarizzazione. Il 45% degli americani riteneva che fosse una mera “credenza filosofica o religiosa” sostenere l’inizio della vita al concepimento, mentre il 46% lo riteneva un “fatto biologico e scientifico”.

Al sondaggio hanno risposto 5.337 biologi accademici (su 5.577), dei quali il 96% ha confermato come dato scientifico che la vita umana inizia della fecondazione.

Un dato, tra l’altro, per nulla isolato. Come dimostrato in un nostro apposito dossier, i migliori testi di embriologia medica affermano che lo sviluppo umano comincia con la formazione dello zigote, una cellula unica con un DNA distinto che guida la crescita del nuovo individuo.

 

L’embrione è vita umana ma non persona?

Di fronte a queste evidenze, molti sostenitori dell’aborto spostano il focus dal concetto di “vita” a quello di “persona”, sostenendo che, sebbene l’embrione sia vivo e umano, non possiederebbe ancora lo status di “persona” con pieni diritti morali.

In un secondo dossier abbiamo fornito risposte dettagliate a questa e altre obiezioni.

In tale caso evidenziamo la mancanza di criteri scientifici per attribuire l’appellativo di “persona”, una definizione che è quindi intrinsecamente filosofica.

Attribuire arbitrariamente lo status di “persona” può portare a gravi conseguenze, la storia offre esempi tragici da questo punto di vista (Hitler riteneva che gli ebrei non avessero sufficienti capacità per essere persone degne di rispetto, prima era toccato ai disabili, agli zingari o ai neri).

Scindere la vita umana dalla persona umana è perciò un’operazione arbitraria e pericolosa, che apre alla legittimazione di discriminazioni e mina il principio dell’uguaglianza intrinseca di tutti gli esseri umani.

 

Se diciamo di accettare la scienza allora dovremmo farlo sempre, non solo quando è conveniente.

La domanda che ci resta è: quel 4% di biologi che la pensa diversamente sull’inizio della vita dal restante 96%, sfida il consenso scientifico o solo il buon senso?

Autore

La Redazione

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