Le ostie per la Messa? Sono realizzate in carcere

ostie_messa_prodotte

Dove sono prodotte le ostie per la Messa? Migliaia di particole provengono dalle carceri dove detenuti ed ergastolani le confezionano e le regalano a parrocchie e monasteri. Lo racconta Arnoldo Mosca Mondadori, nipote del grande editore.


 

E’ il bello della Chiesa, un popolo di santi peccatori.

Quando domani ci accosteremo all’Eucarestia domenicale, ricordiamoci che quella particola potrebbe provenire da un posto impensabile: un carcere!

Migliaia di ostie, infatti, vengono realizzate da ergastolani detenuti nelle carceri italiane e che hanno commesso vari crimini, in molti casi non sono nemmeno cristiani ma musulmani.

E’ quanto ha rivelato Arnoldo Mosca Mondadori, nipote del celebre editore e figlio di Paolo Mosca, direttore di tante riviste (tra cui Playboy!).

Mosca Mondadori è invece un filosofo che avrebbe avuto la strada spianata come scrittore per la casa editrice fondata dal nonno Alberto Mondadori, Il Saggiatore.


 

Le ostie realizzate nelle carceri

Mosca Mondadori ha invece rinunciato a tutto per dedicarsi alla Casa dello spirito e delle arti che dal 2016 produce ostie per la messa e le regala a 500 fra diocesi, parrocchie e monasteri italiani. Finora ne ha distribuite 4 milioni!

Ad accompagnarlo in questo progetto c’è Ennio Doris, patron di Mediolanum.

«A confezionare artigianalmente le particole, una a una, sono sono assassini pentiti», ha raccontato, «talvolta condannati all’ergastolo, nei quali io ed Ennio vediamo il volto di Cristo».

I primi detenuti coinvolti furono quelli del carcere di Opera, oggi ci sono laboratori in 16 paesi al mondo, l’ultimo ad aprire è stato quello nella prigione di Itauna, in Brasile. I detenuti sono assunti da una cooperativa sociale.

Una bella intervista, quella a Mosca Mondadori, dove emerge tutta la sua devozione e alcuni aneddoti interessanti, come la conversione di suo padre, l’amicizia con Alda Merini, don Oreste Benzi, don Tonino Bello. «Non ho bisogno di prefigurarmi l’Aldilà», ha risposto ad un certo punto. «Con l’Eucarestia lo vedo nell’aldiquà».


 

Nella Chiesa, gli ultimi diventano i primi

Pensando a quei detenuti, a quegli “ultimi” (per un loro sbagliato uso della libertà, ovviamente!), a quegli “scarti del mondo” che realizzano il Pane di Cristo, alimento indispensabile per alimentare la fede e la speranza dei cristiani, vengono in mente le parole di mons. Luigi Negri, arcivescovo emerito di Ferrara scomparso nel 2021:

«Per la Chiesa, ogni singolo uomo proprio perché chiamato alla salvezza, acquista un valore assoluto. Non è più un individuo in una massa anonima, ma una persona che ha come fondamento ultimo della vita, quindi del suo valore, il fatto di essere figlio di Dio»1L. Negri, False accuse alla Chiesa, Piemme 1997, p. 21.

Solo nella Chiesa può accadere questo, solo nel cristianesimo l’individuo è tenuto così in conto, e chiunque può accedere alla salvezza indipendentemente dal peccato che commette e per cui si pente sinceramente. Fosse pure un omicidio.

Autore

La Redazione

0 commenti a Le ostie per la Messa? Sono realizzate in carcere