Dio e Darwin, un giovane filosofo tra evoluzione e creazione

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Invito alla lettura di “Dio esiste ed è amico di Darwin” (Tau Editrice) da parte di Pietro Calore, autore del libro e giovane filosofo della scienza.


 

«E’ sbagliato ritenere creazione ed evoluzione come alternative che si escludono a vicenda. Io sono un creazionista e un evoluzionista. Evoluzione è il modo con cui Dio o la Natura creano»1T. Dobzhansky, Nothing in Biology Makes Sense except in the Light of Evolutione, “The American Biology Teacher”, 35 (3), 1973, pp. 125-129.

Così la pensava Theodosius Dobzhansky, biologo e co-autore della revisione moderna del darwinismo.

E così la pensa anche la Chiesa cattolica, nonostante qualcuno dica il contrario.

Lo dimostra in un recente libro un giovane filosofo della scienza, Pietro Calore, classe 1995, laureatosi all’Università di Padova e attualmente docente di Filosofia e Storia in un liceo e presso la Scuola Diocesana di Formazione Teologico-Pastorale della Diocesi di Orvieto e Todi.

Il titolo del libro dice già tutto: Perché Dio esiste ed è amico di Darwin (Tau Editrice 2024).

In esclusiva per i lettori di UCCR, l’autore propone un invito alla lettura e riflette in generale sul necessario rinnovamento del dialogo tra scienza, filosofia e fede.


di Pietro Calore*
*filosofo della scienza

 

Perché Dio esiste ed è amico di Darwin è una raccolta di otto lezioni che ho effettivamente tenuto per la Scuola di formazione teologica della diocesi di Orvieto-Todi nell’anno scolastico 2022-2023.

L’ho fatto su invito del Direttore dell’ufficio cultura diocesano, don Alessandro Fortunati (che non ringrazierò mai abbastanza).

L’intenzione del corso, che con poca modestia avevo scelto di chiamare “Teologia ‘problematica’”, consisteva nel promuovere tra “i cattolici praticanti” un sano rapporto tra le tradizioni filosofica, scientifica e teologica occidentali, attraverso l’analisi di punti di contatto e tensione tra queste.

Punti posti dalle rispettive avanguardie speculative e la cui analisi, a buon diritto, ho quindi ritenuto di poter ribattezzare con il termine che fa da sottotitolo a questa silloge – richiamando al contempo il mio alter ego digitale di Fantascienza Cattolica – “Fantateologia”.

Tale intenzione è stata volutamente messa a terra, nelle lezioni prima e nel libro poi, senza alcun sentimento “agonistico” o, peggio, “antagonistico”, quasi si trattasse di individuare vincitori e vinti, amici e nemici, dando implicitamente per scontato l’errore e quindi la sconfitta di uno dei contendenti, e così privando il confronto di ogni autentico valore costruttivo ed edificante.

 

Rendere ragione della fede, cambiando linguaggio

In questo volume dunque, sulla scorta della Sacra Scrittura e del Magistero della Chiesa – in particolare dei documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II e dell’insegnamento dei Papi che ne hanno sviluppato le ispirate direttrici – ho cercato di mostrare, piuttosto, come sia possibile rendere ragione della nostra fede (1Pt 3,15-16).

Ho attinto ad argomenti, concetti e strumenti del pensiero dalla filosofia antica e moderna (Te 5, 21), se non addirittura come risulti talvolta necessario, per non abbruttire la fede con i tratti del fanatismo e la ragione con quelli dell’(ir)razionalismo.

Ma il movente profondo che mi ha spinto a cimentarmi prima con il corso e poi con il libro – io che sono un filosofo e non un teologo – è stata la convinzione, dettata da diversi anni di esperienza sui social, in ambito universitario e in disparate realtà ecclesiali, che oggi più che mai il Cattolicesimo debba cambiare il linguaggio tramite il quale dialoga con le scienze.

Difatti, in particolare la fisica, la biologia e la filosofia negli ultimi cent’anni hanno fatto tali e tanti passi avanti da rendere non più procrastinabile da parte dell’antica teologia cattolica, se vuole continuare a interagire con loro in modo sensato, di assimilare concetti a dir poco avveniristici e, complementariamente, di dismettere un apparato concettuale fermo, se va bene, alla Scolastica.

Due cose che, se venissero fatte seriamente, avrebbero il provvidenziale risvolto di farla tornare la “fantateologia” che è sempre stata.

“Fanta-” perché oltre ogni umana immaginazione ma non per questo meno reale; “Fanta-” perché oltre ogni umana ragione ma non per questo meno rigorosa. Come non considerare “Fanta-” la teologia che ha concepito la Trinità e l’Incarnazione? Eppure l’ha fatto assimilando il meglio della filosofia e del linguaggio scientifico antico, finora sopravvivendo alla prova della modernità. Ma forse non è più abbastanza.

 

Allontanare i credenti dal fanatismo antiscientifico

Gli ultimi decenni hanno visto la Chiesa Cattolica coinvolta in dibattiti tanto estenuanti quanto inconcludenti su questioni sociali, morali e bioetiche che, seppur sacrosante, l’hanno fatta sembrare del tutto monotematica e poco interessante e interessata per chiunque e qualunque cosa non fosse “politico” in senso lato.

Ancora peggio, negli ultimi anni all’interno della Chiesa Cattolica – sulla scia della società secolarizzata – con il contributo di internet e dei social, hanno preso voce plurime sirene di fanatico atteggiamento antiscientifico: complottismi, radicalismo, letteralismi, creazionismi vari.

Tutto ciò a mio modo di vedere avrebbe dovuto imporre già da tempo a chiunque ami la Chiesa di chiederLe di cambiare passo: esplorare nuovi argomenti e scuotere e formare sempre più le coscienze di cattolici e non, di uomini di scienza e non, con l’obiettivo di trovare di un nuovo equilibrio esistenziale e sociale nella comune ricerca della Verità per mezzo della Ragione.

Una Verità tuttavia non ancora morale bensì metafisica, la quale unica, forse, potrebbe aiutare a capirci anche sul piano morale, la quale anzi forse è stato proprio il tassello mancante nei tanti dibattiti cui ho accennato e che tutti abbiamo in mente.

Ecco quindi il solo intento del mio libro: dare il mio contributo perché questi processi inizino.

 

Darwin e Dio, un dialogo in 8 lezioni

A tal fine mi è sembrato che fossero due i nodi centrali da approcciare e provare a sciogliere: argomentare oggi l’esistenza di Dio e conciliare la dottrina cattolica della creazione e la teoria darwiniana dell’evoluzione in franco ma sereno dialogo con la fisica e la biologia moderna, senza timori per ciò che ha da rivelarci il Libro della Natura il cui Autore è lo stesso delle Sacre Scritture.

Il tutto in otto lezioni brevi, discorsive, introduttive, ma scritte con dovizia di riferimenti bibliografici per garantire il massimo di rigore scientifico possibile a un saggio divulgativo.

Autore

Pietro Calore

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14 commenti a Dio e Darwin, un giovane filosofo tra evoluzione e creazione

  • Carlo Alberto Galanti ha detto:

    La teoria di Darwin e’ morta e dovrebbe essere rigettata secondo le parole da lui dette a pag. 159:” se si dimostrasse l’esistenza di un organo complesso che non si fosse formato attraverso lievi modifiche la mia teoria crollerebbe assolutamente ” cosa che è accaduta con I miracoli eucaristici.

    • Norberto ha detto:

      La teoria di Darwin è osservabile nei suoi effetti a breve termine, viene applicata da secoli da ogni contadino e da ogni allevatore ma è anche visibile nella resistenza agli antibiotici nei batteri ecc.

      Darwin stesso aveva previsto l’obiezione degli organi complessi ma aveva anche risposto spiegando che esistono forme graduali e funzionali (ad esempio nel caso degli occhi, come quelli dei planari), ovvero stadi intermedi perfettamente funzionali.

      Non sto dicendo che tutto sia spiegabile tramite il gradualismo, neanche che la macroevoluzione sia verificata come la microevoluzione. Ma arrivare a dubitare del darwinismo e abbracciare il Disegno Intelligente o ancor peggio il creazionismo è davvero follia.

      Eviterei commistioni con i miracoli eucaristici che non c’entrano una beneamata fava con Darwin.

      • Carlo Alberto Galanti ha detto:

        Studiati I miracoli eucaristici, I miracoli eucaristici studiati dalla scienza medica forense alcuni miracoli minano pericolosamente la teoria darwinista che crollerebbe assolutamente se si fosse trovato un organo complesso apparso su una ostia consacrata. Questo amico è creazionismo ed intelligent Design.

        • Cook ha detto:

          No. Questo, amico, è pretendere di spiegare a Dio come fare i miracoli (eventi che, per definizione, superano il normale funzionamento delle leggi naturali). E oltretutto è anche indice di una profonda confusione sul sacramento dell’Eucaristia: il pane e il vino consacrati sono sempre, nella sostanza, Corpo e Sangue di Cristo, anche quando la forma visibile resta quella di pane e vino. E “l’organo complesso che viene trovato sull’ostia consacrata” È la carne di Cristo, carne risorta e glorificata, che non si presta certo a confutare sistemi evolutivi.

        • Pietro Calore ha detto:

          Caro amico, sono il Pietro Calore dell’articolo.
          Ritenere che l’apparizione miracolosa di una sezione di cuore in una ostia mini la teoria darwiniana dell’evoluzione, non è meno assurdo che ritenere che la guarigione miracolosa del cieco nato da parte di Cristo confuti la dottrina medicina circa la natura della cecità.

  • Vauro ha detto:

    Apprezzo in generale il tentativo dell’autore ma non sono convinto che si debba abbandonare la Scolastica. O forse non ho ben inteso cosa volesse dire…

    • Pietro Calore ha detto:

      Caro amico, sono il Pietro Calore dell’articolo.
      Come spiego nel libro (che non posso non invitarla a comprare) non ritengo si debba abbandonare la Scolastica.
      Dico che in settori di studio come la filosofia naturale, nel momento in cui oggi si desidera trarne inferenze indirizzate ad argomentare l’esistenza di Dio, le proposte argomentative scolastiche non possono continuare ad essere sostenute, poiché si fondano e adoperano teorie fisiche del tutto obsolete (aristoteliche).
      Dopodiché in settori come, ovviamente, la teologia o il diritto, la politica, ecc. le posizioni scolastiche debbano essere valorizzate come ammonisce Leone XIII.

  • Pietro Calore ha detto:

    Caro amico, sono il Pietro Calore dell’articolo.
    Ritenere che l’apparizione miracolosa di una sezione di cuore in una ostia mini la teoria darwiniana dell’evoluzione, non è meno assurdo che ritenere che la guarigione miracolosa del cieco nato da parte di Cristo confuti la dottrina medicina circa la natura della cecità.

    • Annalisa ha detto:

      Carissimo, le chiedo se del suo libro esiste anche la versione digitale (vorrei leggerlo, ma la mia libreria sta emettendo sinistri crepitii…).

      • Norberto ha detto:

        Non so se ti legge Annalisa, prova magari a scrivere direttamente alla redazione

      • Pietro Calore ha detto:

        Cara Annalisa, ad ora non esiste in versione digitale ma ho preso i contatti proprio in queste ore per farne la versione ebook con il mio editor!
        Spero do avere presto notizie.

  • roberto fiaschi ha detto:

    Giustamente qui sopra, nell’articolo, si parla di “fanatico atteggiamento antiscientifico”, vero. Tuttavia vi è anche un fanatico atteggiamento anti-religioso da parte di una larga fetta di Scienza, come testimonia Dawkins e C. Detto ciò, allora non si può chiedere SOLTANTO ai credenti di dismettere il proprio fanatismo, ma dovremmo chiederlo anche a tali scientisti…

    • Pietro Calore ha detto:

      Caro Roberto, il libro impiega ampie pagine proprio a fare quel che lei (giustamente) indica: non ne ho accennato nell’articolo dandolo in qualche modo per scontato considerando il titolo del libro “Perché Dio esiste” 😉

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