Libro di Ester, il testo biblico può essere una storia vera

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Il testo biblico del Libro di Ester e l’autenticità storica. L’archeologo Christopher Eames suggerisce che vada retrodatato in quanto riflette verosimilmente una storia vera avvenuta nell’Impero Persiano.


 

Il Libro di Ester è una delle narrazioni più affascinanti e discusse dell’Antico Testamento.

La storia della giovane ebrea che diventa regina di Persia e salva il suo popolo da una tragica sorte suscita interesse non solo dal punto di vista teologico, ma anche storico.

L’ambiguità del libro biblico, che si colloca tra mito e realtà, ha fatto però sorgere numerosi dibattiti sulla sua autenticità storica.

 

Libro di Ester, il testo e l’autenticità storica

La New American Bible Revised Edition, la traduzione biblica per uso liturgico e personale dei cattolici statunitensi definisce il Libro di Ester «una composizione libera, non un documento storico», sottolineando il carattere fittizio derivato da artificialità, esagerazioni e implausibilità.

Anche la Bibbia di Gerusalemme rileva la non storicità del Libro, il quale tratta «con molta libertà i dati della storia e della geografia»1Bibbia di Gerusalemme, EDB 2011.

L’archeologo Christopher Eames non è però convinto di queste conclusioni e ha suggerito che, nonostante la natura narrativa e le caratteristiche leggendarie, il Libro di Ester può essere considerato un testo che riflette verosimilmente la realtà storica dell’Impero Persiano del V secolo a.C.

 

Riassunto del Libro di Ester

Prima un riassunto del Libro di Ester: è ambientato durante il regno di Assuero, tradizionalmente identificato con Serse I di Persia, che governò l’Impero Persiano dal 486 al 465 a.C.

Il racconto si svolge nella capitale Susa, dove la regina Ester, una giovane ebrea, riesce a guadagnare la fiducia del re e impedire l’annientamento del popolo ebraico, voluto da Haman, uno dei consiglieri reali.

Seppur privo di conferme archeologiche dirette, il Libro che solitamente viene datato alla fine del II secolo a.C. (attorno al 100 d.C.).

 

I dettagli che aprono alla storicità

Il testo del Libro di Ester offre però numerosi spunti che sembrano allinearsi con la storicità dell’epoca persiana.

In particolare i molti dettagli, minuti e apparentemente insignificanti, forniscono agli occhi dell’archeologo americano indizi rilevanti per situare il testo in un contesto storico ben preciso.

L’approfondimento di Christpher Eames è molto lungo, segnaliamo soltanto alcuni elementi da lui considerati:

  • La vastità dell’Impero: il Libro di Ester indica che l’Impero Persiano si estende dall’“India” all’“Etiopia” (Ester 1,1), riferimento geografico che trova riscontro nell’iscrizione reale achemenide trovata a Persepoli (Iran).
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  • Decreti multilingue: il Libro menziona l’invio di decreti «a ogni popolo, secondo la sua lingua» (Ester 1,22), una pratica documentata anche in altri testi storici dell’epoca, che conferma la gestione persiana della comunicazione su scala imperiale, con l’uso di lingue diverse per i vari popoli.
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  • Il Consiglio dei Sette: la corte persiana di Ester è descritta come composta da sette consiglieri, un dato che corrisponde esattamente alla composizione del consiglio di Dario I, documentato nelle Iscrizioni di Bisotun.
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  • Descrizione del Palazzo di Susa: il Libro descrive l’architettura del palazzo di Serse I con dettagli molto precisi (tanto da far sospettare un testimone oculare) che sono stati confermati dalle moderne scoperte archeologiche.
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  • L’uso del re della meritocrazia: il desiderio del re persiano di ricompensare i servi per le buone azioni (Ester 6, 1-3) è una pratica effettiva di Dario I riecheggiata nelle Iscrizioni di Bisotun di Dario, dove compaiono le “liste” di tali benefattori (Ester 2,23).
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  • L’inviolabilità della legge persiana: un altro elemento che emerge dal Libro è la legge imperiale persiana che non poteva essere cambiata nemmeno dal re stesso, anche in caso di errore (Esther 8,8). Questa caratteristica, sebbene sembri esagerata, è storicamente documentata nelle leggi persiane, che venivano considerate inviolabili anche davanti a decisioni sbagliate.
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  • La menzione del Regno di Persia: in diversi versetti del Libro di Ester, il regno è menzionato come quello di “Persia e Media” (Ester 1, 3, 14, 18; 10,2). Ciò è parallelo a quanto emerso da iscrizioni rinvenute con l’archeologia, come il riferimento di Dario I a se stesso come re di “Persia, Media e altri paesi”.

 

La lingua ebraica del testo di Ester

Anche la lingua del testo del Libro di Ester gioca un ruolo cruciale nella sua autenticità storica.

Nonostante alcuni critici lo collochino nell’ambito della narrativa greca, l’analisi linguistica suggerisce che il Libro sia stato scritto in ebraico classico, senza tracce significative di influenze greche.

Inoltre, sono presenti numerosi termini persiani e aramaici, che indicano un legame diretto con la cultura e l’amministrazione persiana. Come se l’autore abbia avuto accesso a fonti direttamente collegate all’Impero persiano

Questo aspetto linguistico sostiene una possibile retrodatazione del Libro, collocando la redazione del testo durante o poco dopo il periodo persiano, intorno al 430 a.C., come suggerito da alcuni studiosi, tra cui Craig Davis.

 

Nonostante la ricchezza storica, il Libro di Ester presenta alcuni elementi che potrebbero sembrare improbabili o esagerati.

E probabilmente si tratta di narrazioni leggendarie ma ciò non è sufficiente a mettere in dubbio l’intera narrazione. Il Libro contiene infatti dettagli che si allineano con eventi e pratiche storiche ben documentate sebbene non vi siano prove dirette che confermino ogni aspetto della storia.

C’è dunque sufficiente materiale per non ridurre il biblico Libro di Ester a una semplice fiction.

Autore

La Redazione

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