Libro di Geremia, dazione vicina agli eventi: nuovo studio

Storicità biblica e la datazione del Libro di Geremia. Lo studio della prof.ssa Mitka R. Golub dell’Università Ebraica di Gerusalemme conferma la datazione da sempre sostenuta dalla tradizione: il testo fu composto vicino agli eventi descritti, tra il VI ed il VII secolo a.C.


 

Geremia è considerato da ebrei e cristiani uno dei Profeti maggiori ed il suo libro è parte dell’Antico Testamento.

Si tratta di 52 capitoli molto intesi e drammatici, nei quali si narra la vocazione di Geremia e le sue “lamentazioni” in forma di salmi con i quali il profeta denuncia l’idolatria di Israele, la distruzione di Gerusalemme ed il dubbio che Dio abbia abbandonato il suo popolo.

La tradizione ebraico-cristiana ha sempre ritenuto che il Libro di Geremia fosse stato composto tra il 586 e il 538 a.C. , quando effettivamente i babilonesi distrussero Gerusalemme ed il Tempio e molti ebrei rientrarono in Giudea dopo essere stati deportati a seguito all’editto di Ciro il Grande, imperatore persiano.

Poco tempo fa è arrivata la conferma della datazione del Libro di Geremia da parte di uno studio molto accurato.

 

Lo studio conferma datazione del Libro di Geremia.

Nel numero estivo di Biblical Archaeology Review (accesso riservato agli abbonati), la prof.ssa Mitka R. Golub dell’Università Ebraica di Gerusalemme ha voluto verificare se la datazione del Libro di Geremia indicata dalla tradizione fosse attendibile storicamente.

Ha così confrontato i nomi di persona presenti nel Libro con quelli incisi su materiale archeologico risalente al VII e al VI secolo a.C., il periodo che viene descritto da Geremia.

Perché concentrarsi proprio sui nomi? Lo ha spiegato lei stessa, sottolineando che gli autori biblici avevano meno probabilità di modificare i nomi personali rispetto agli eventi di importanza teologica, il che rende i primi un buon barometro per la storicità.

I 92 nomi contenuti nel Libro di Geremia sono così stati messi a confronto con i 367 presenti su materiale archeologico dello stesso periodo storico, scoprendo che la distribuzione dei diversi gruppi di nomi biblici era perfettamente allineata.

Allo stesso tempo, si è scoperta una coincidenza anche nella distribuzione del prefisso yhw e del suffisso con il nome personale, mentre è risultata discordante la distribuzione degli elementi giudaici yahwisti (come yhw, yh e yw) all’interno dei nomi personali (sollevando l’ipotesi di un piccolo intervento di un redattore in un secondo momento).

 

Confermata la tradizione, perché è importante?

La studiosa ha quindi potuto concludere che tali somiglianze danno ragione alla tradizione e suggeriscono che il Libro di Geremia fu scritto realmente vicino agli eventi che descrive, quindi tra il VII e VI secolo a.C. E’ probabile che l’autore fosse anche testimone oculare degli eventi.

Ma qual è l’importanza di tali conferme?

Lo ha spiegato Werner Keller, celebre autore del best seller La Bibbia aveva ragione:

«Queste scoperte, così sorprendenti, segnano una svolta nello studio della Bibbia. Avvenimenti già considerati in gran parte “pie leggende” assurgono a dignità storica. Molto spesso i risultati concordano fin nei particolari con le relazioni bibliche. Non solo “confermano”, ma anche illuminano le situazioni storiche che sono alla base dell’Antico Testamento e dei Vangeli. La Bibbia non è solo la storia della salvezza, è anche un libro di fatti realmente avvenuti, annotati con precisione addirittura sbalorditiva. Esistono invero correnti teologiche per le quali conta soltanto la parola. Ma come si deve intendere la parola se non la s’inquadra nella sua precisa cornice cronologica, storica e geografica?»1W. Keller, La Bibbia aveva ragione, Garzanti 1981, p. 11

La redazione

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