Perché il digiuno cristiano? Risposte per chi non crede
- Ultimissime
- 02 Mar 2022
A cosa serve il digiuno cristiano? O, meglio, a cosa serve digiunare per la pace, come ha proposto il Papa? Un invito rivolto anche a chi non crede. Se i cristiani ne conoscono il significato, proviamo a spiegarne il senso anche a chi la fede non ce l’ha.
Oggi è il cosiddetto Mercoledì delle Ceneri l’inizio della Quaresima per i cristiani.
Le ceneri indicano simbolicamente un atto di penitenza ed un richiamano alla caducità della vita terrena, nonché la necessità di una costante conversione del cuore. In questa giornata la Chiesa propone al suo popolo un piccolo digiuno dal cibo.
In concomitanza con la guerra in corso in Ucraina, Papa Francesco nell’ultima Udienza Generale ha voluto estendere la stessa proposta a tutto il mondo, dedicandola alla pace.
Ma a cosa serve il digiuno cristiano? Che c’entra digiunare con la guerra? Forse fermerà le bombe russe? Ovviamente no.
Tanti stanno spiegando il senso del digiuno con ragioni accettabili prettamente in un ambito di fede. Se però la proposta è rivolta a tutti bisognerà indicare qualche motivazione accettabile (o, per lo meno, comprensibile) anche per chi la fede non ce l’ha.
Ecco quindi tre motivi per comprendere il senso del digiuno cristiano così come proposto dal Papa in favore della pace.
A cosa serve il digiuno cristiano?
1) Il digiuno ci apre agli altri.
La pace nel mondo inizia da me, da quel che mi sta intorno.
Questo significa innanzitutto rappacificarci in famiglia, nel vicinato, con un amico, con un fratello o una sorella, con una persona che ci ha fatto del male. Se questo perdono via via si dilata, arriva a coinvolgere tutto il mondo.
Il digiuno cristiano favorisce proprio staccarsi da sé stessi, dal proprio bisogno materiale, farci percepire fisicamente la sofferenza di chi è costretto a digiunare tutto l’anno per la povertà, ci rende sensibili alla vita degli altri e ci mette in azione in tal senso. In senso cristiano si dice che converte i cuori.
Come ha spiegato il domenicano padre Angelo Bellon, «il digiuno viene fatto per aiutarci a distaccarci da noi stessi e per vivere facendo di noi stessi un dono continuo. Si comprende subito allora che il digiuno cristiano è permeato di gioia perché, pur essendo in se stesso una privazione, è un atto di amore, un dono. Ora c’è più gioia nel dare che nel ricevere (At 20,35)».
2) Il digiuno reprime l’odio.
Nella Somma teologica Tommaso d’Aquino sostiene che il sacrificio ci indebolisce e smorza l’orgoglio, le concupiscenze e le passioni disordinate.
Ancora una volta, quindi, l’effetto è quella della conversione interiore, un piccolo shock psicofisico che ci aiuta a sperimentare un modo diverso del vivere, meno bramoso di possedere e soddisfare il proprio io.
Questa forma di umiltà auto-imposta ha l’effetto di renderci meno inclini al possesso ed alla lussuria. Dominando le nostre passioni cessiamo di essere schiavi degli istinti, compreso l’odio.
Scrive S. Agostino: «Il digiuno purifica l’anima, eleva la mente, sottomette la carne allo spirito, rende il cuore contrito e umiliato, dissipa le nebbie della concupiscenza; smorza gli ardori della libidine e accende la luce della castità» (De orat. et jeiun., serm. 73). Per castità si intende anche la bramosia di possesso (e la guerra è, ultimamente, un impossessarsi di ciò che è di un altro).
3) Il digiuno alimenta/ravviva la fede.
Questo è il senso del digiuno più frequentemente citato dai vangeli, in quanto nel sacrificio e nell’umiltà si dispone l’animo umano ad aprirsi alle verità ultime e comprendere che le necessità materiali possono essere messe talvolta in secondo piano (un piccolo inizio per tanti scettici che vorrebbero cambiare).
Per questo la Chiesa ricorda che il digiuno “eleva lo spirito”.
Inoltre, il digiuno rinforza la preghiera e secondo la Liturgia, purifica interiormente, coopera all’espiazione dei peccati propri e del mondo, portandoci alla conversione del cuore.
Anche chi non ha fede comprende che questo può favorire un’ottica di pace verso l’umanità.
Come si pratica il digiuno cristiano?
La Chiesa propone a tutti i maggiorenni fino al 60esimo anno d’età una moderazione del cibo il mercoledì delle Ceneri ed il venerdì santo, evitando così di mangiare più di quanto se ne abbia realmente bisogno (comprese bevande).
Non è un digiuno di 24 ore, bensì un solo pasto al giorno (oltre ad una colazione leggera) e che sia senza carne. Alla sera viene suggerito un piccolo spuntino, un quarto di un pasto normale.
Sempre padre Angelo Bellon, indica che «mangiare solo pane e acqua non è mai precettato dalla Chiesa. Per alcuni può essere eccessivo e contro ogni forma di buon senso e di prudenza. Lo lascia alla discrezione dei singoli, ma raccomandando di farsi illuminare e guidare dalle indicazioni del confessore o della propria guida spirituale».
Se per “digiuno” si intende una privazione esclusivamente alimentare, la Chiesa la propone solo il mercoledì delle ceneri (oggi) ed il venerdì santo.
Tuttavia, nel resto dei giorni è richiesta una forma di vita umile, in generale, con l’obbiettivo che possa essere seguita tutto l’anno. Ovvero, distaccandoci dagli idoli superflui che ognuno si crea e nei quali si accorge di aver riposto speranza (tra cui il cibo, per molti) ed aprendoci, invece, alla carità (che consiste nell’amare Dio e il prossimo con il cuore stesso di Dio) e alla donazione ai poveri.
Il digiuno proposto a chi non crede
Nella sua richiesta al mondo, Papa Francesco ha invitato tutti a questa forma di digiuno in nome della pace. «In modo speciale i credenti», ma anche i non credenti.
Poco importa degli sghignazzi sui social per essersi permesso così tanto, il laicissimo editorialista di Repubblica, Francesco Merlo, ha mostrato di aver compreso in qualche modo «il valore del digiuno cattolico», rivendicandone però un’utilità anche per i non credenti.
Ecco le parole di Francesco Merlo:
«C’è un valore civile, una strategia non violenta, un rischio radicale che il mondo laico rivendica e pratica. Io muoio di inedia e la responsabilità è tua: ti metto in mano la miccia di una bomba che io ho acceso e che solo tu puoi spegnere. E’ la civiltà non violenta che tende i limiti, mette in gioco il corpo dei suoi militanti, la loro stessa vita. E però mai un digiuno, espiativo e purificatorio, come quello del Papa».
Merlo conclude che tutto questo è valoroso ma non servirebbe per la pace.
Probabilmente non comprende almeno i primi due punti che abbiamo indicato, i quali, al contrario, se seguiti da tutti potrebbero realmente cambiare il mondo.
La redazione
2 commenti a Perché il digiuno cristiano? Risposte per chi non crede
Tutte le vostre motivazioni sono solamente una scusa, infatti certe buone intenzioni vengono relegate a ben… UN GIORNO all’anno!
Per il resto vita umile, come fanno papi e cardinali, tra vigneti, tenute, palazzi e.. un brodin!
Non è proprio così, queste “buone intenzioni” vengono solo intensificate durante un periodo all’anno sperando che poi diventino un’abitudine durante il resto della vita.
Certamente certi cardinali hanno vissuto erroneamente nel lusso, fortunatamente la Chiesa corregge i suoi uomini e Papa Francesco ha interrotto queste deviazioni.
La tua vita invece come va? Troppo facile spiare quella degli altri, no?