Santi Ambrogio, Gervaso e Protaso: la scienza conferma la tradizione cattolica
- Ultimissime
- 04 Ott 2018
La tradizione su Sant’Ambrogio, patrono di Milano, confermata dalla scienza. L’Università di Milano, studiando i resti del santo, ha appurato quel che si è sempre saputo grazie ai racconti popolari e l’arte, così come per quanto riguarda i fratelli e martiri Gervaso e Protaso.
Molto spesso si ritiene che quelle attorno ai Santi cattolici siano agiografie più che biografie, cioè miti e leggende che vengono tessute attorno agli scarni dati storici. Anche molti cattolici dubitano dei racconti popolari sui patroni delle città e dei resti mortali venerati in tante parti d’Italia. Tuttavia una recente scoperta ha messo in crisi questo piccolo pregiudizio.
Parliamo di Sant’Ambrogio, vescovo del IV secolo, patrono della città di Milano e venerato da milioni di fedeli. Recenti analisi di laboratorio, realizzate dall’Università di Milano e dall’Istituto Galeazzi con indagini radiografiche e Tac sullo scheletro, oltre a mostrare la probabile causa della morte -osteoporosi-, hanno riscontrato la frattura alla clavicola destra di cui Ambrogio parlava nelle lettere alla sorella, provocandogli dolore. Nonché la fisionomia del volto, con una differenza di altezza tra i due occhi osservabile nel mosaico del V secolo, custodito nel Sacello di san Vittore in Ciel d’Oro, nella basilica milanese a lui dedicata.
Tra gli altri risultati, anche depositi di oro e di bromo che fanno ipotizzare ricche vesti colorate di porpora di Tiro usate da Ambrogio, uomo alto circa un metro e settanta, morto intorno ai 60 anni. Governatore delle provincie del nord Italia e figlio del prefetto romano della Gallia, quindi di ottima famiglia. Il mosaico e la Tac, quindi, dipingono la medesima persona, solo in linguaggi diversi.
Oltre ad Ambrogio, importanti scoperte sono arrivate dai corpi dei martiri e santi Gervaso e Protaso, che riposano accanto ad Ambrogio nella cripta della basilica. Anche la loro storia è sempre stata avvolta da un’aura leggendaria e il ritrovamento delle loro reliquie è raccontato dallo stesso Ambrogio in una lettera alla sorella Marcellina. Ebbene, gli scheletri di Gervaso e Protaso presentano tracce compatibili con una morte violenta, confermando dunque la tradizione che racconta della persecuzione da loro subita dal generale Anastaso quando li denunciò come cristiani e li additò come persone da punire e da redimere. I due fratelli furono arrestati, torturati ed umiliati. A Protasio fu tagliata la testa con un colpo di spada (ed infatti lo scheletro presenta segni di decapitazione e lesioni alle caviglie), mentre Gervasio morì a seguito dei numerosi colpi di flagello ricevuti (ed infatti sono state riscontrate lesioni da difesa e fratture costali, oltre a segni di tubercolosi). Sempre secondo la Tac e l’esame antropologico dei resti, Gervaso e Protaso erano certamente fratelli, probabilmente gemelli, morti tra i 25 e i 27 anni d’età (probabilmente sotto Diocleziano), molto robusti, alti un metro e 80, erano di origine europea.
L’attuale arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha ben spiegato il valore della ricerca, dicendo che «questa cura per reliquie di valore unico per la devozione della Chiesa ambrosiana e della Chiesa universale è un esercizio significativo di alleanza tra scienza/scienze e comunità cristiana. Infatti la cura e la devozione che si esprime per i santi anche venerando le loro reliquie aiuta i cristiani a non dimenticare mai che il cristianesimo è una fede costruita sull’incarnazione del Verbo di Dio in Gesù di Nazaret: la dimensione storica per il cristianesimo è irrinunciabile».
L’avvio di questi studi scientifici su santi di questa importanza, i cui racconti sono stati tramandati da innumerevoli generazioni, mostra che la comunità cattolica non ha nulla da temere, tanto meno la smentita. Nemmeno mettendo la credibilità storica di ciò che si è sempre raccontato riguardo al patrono di Milano nelle mani di scienziati e ricercatori. E anzi, da oggi quel che si è sempre saputo attraverso l’arte, le omelie e i racconti popolari sui santi Ambrogio, Protaso e Gervaso, vive del conforto della scienza.
La redazione
19 commenti a Santi Ambrogio, Gervaso e Protaso: la scienza conferma la tradizione cattolica
Sui cosiddetti “santi” Gervasio e Protasio, nutrirei qualche dubbio.
Vista la mia “fiducia” nei miracoli con relativi sogni, un esamino del C14 sui reperti potrebbe dissipare il dubbio che i “due” magari non fossero del secolo precedente, ma piuttosto dei contemporanei seppelliti il giorno prima, soprattutto in considerazione dell’ entusiasmo dei presenti alla vista dei due succitati, freschi ed indecomposti “come se” fossero stati seppelliti il giorno prima.
Ma si vabbe’, se la fantasia ha consentito tesi inverosimili per giustificare i risultati ottenuti dall’ esame del carbonio sulla “sacra” sindone, allora … che ne parliamo affa’ …
Il C14 è un metodo ormai obsoleto e screditato, anche in base alla figuraccia sulla Sindone, della quale si prelevo’ un filo di rammendo nella parte più contaminata.
Aristarco De’ Strigid
Giustamente lei si affida alle teorie del complotto, ignorando che…
https://www.uccronline.it/2017/04/14/la-sindone-esisteva-gia-prima-del-1300-un-altro-storico-lo-riconosce/
Ancora con le analisi farlocche del C14? Se non hai più riletto l’articolo sulla fantascienza nel Medioevo dopo aver messo un analogo commento sulla Sindone, vallo a rileggere e ci trovi tutte le spiegazioni del caso.
Se poi non credi a quello che dico io, leggiti cosa ha scritto, il 3 maggio 2018, “la Stampa” (che non mi risulta essere un giornale cattolico) nell’articolo intitolato “Dubbi sull’età della Sindone Gli esperti riaprono il caso”.
Infine, dato che Klaud non risponde a chi gli sta antipatico ed io gli sono antipatico solo quando chiedo qualcosa a cui non sa rispondere, rispondi tu alla domanda che gli avevo fatto:
“perché mai un falsario del Medioevo avrebbe rappresentato Cristo con i chiodi nei polsi e non nel palmo? Secondo te se un falsario di oggi stampasse una banconota falsa, la farebbe forse da 25 o da 35 euro?”
Non riuscirò mai a capire come si fa a mettere in contrapposizione scienza e fede…trattano ambiti diversi ed inoltre la scienza ha dei limiti evidenti, basta conoscere il principio di indeterminazione di Heisenberg
Brunello
Per colpa di tipi come Stephen Hawking, Odifreddi, Richard Dawkins e altri…
Esattamente; la scienza viene spesso tirata in ballo come se essa fosse
sorgente di argomenti che acclarerebbero l’inesistenza di DIO.
Si tratta di una barzelletta, ma davanti
alla nevrosi adolescenziale antireligiosa,
la razionalità non può che alzare bandiera bianca-
Andrea g
MAI alzare bandiera bianca!
Però una cosa è certa: non ci sono state centinaia di generazioni di cattolici!…
(ammettendo una generazione media di 25 anni, 100 generazioni sarebbero 2500 anni, e poi al plurale! non cristiani e tantomeno cattolici)
Questo e’ vero.
Caro Klaud il tuo è un quasi goal ma hai solo colpito il palo: è vero che non ci sono state centinaia di generazioni di cattolici ma l’articolo non dice così bensì “da centinaia di generazioni all’interno del cattolicesimo” e quindi sono comprese anche tutte le generazioni che hanno tramandato il ricordo di sante persone vissute molto prima di Cristo, ad esempio Mosè”.
Comunque l’occasione mi è gradita per rifarti la domanda (a proposito della Sindone) alla quale non hai ancora risposto:
“perché mai un falsario del Medioevo avrebbe rappresentato Cristo con i chiodi nei polsi e non nel palmo? Secondo te se un falsario di oggi stampasse una banconota falsa, la farebbe forse da 25 o da 35 euro?”
Praticamente è impossibile fare gol nella porta di un gesuita: lui la sposta qua e là, come gli fa comodo; e dunque Mosè, se mai è esistito, era cattolico?
Perché, tu sei certo che i fori rappresentati nel telo siano nei polsi? Da sempre, gli esperti, si dividono in polsisti e in palmisti: evidentemente non è chiaro cosa appare sul telo. Io, salomonicamente, farei una banconota da 30 euro; qualcuno ci ha provato, con qualche successo. Un falso vale l’altro…
Di arrampicate sugli specchi da parte dei “criticoni seriali” ne ho viste parecchie ma ammetto che questa è notevole.
A parte il fatto che tu, critico sulle centinaia di generazioni, poi dici “da sempre”, ma quando mai qualcuno avrebbe sostenuto che nella Sindone si vedono i segni dei chiodi nei palmi? Chi è questo povero essere? Oltre alla prova visiva c’è anche quella medica della posizione del pollice dovuta alla lesione di un nervo del polso.
Perfino Garlaschelli nel suo fallito tentativo di riprodurre la Sindone ha fatto colare il sangue dal polso.
Comunque se sei in vena di raccontare barzellette su polsisti e palmisti, ti posso raccontare quella sui plumisti, è vecchia e non è un granché ma da bambini ci piaceva raccontarla, ora però ho di meglio da fare.
Comunque il tempo per qualche battuttina lo posso trovare: forse tu non credi in Dio perché sei un poldista e cioè credi in Poldo (l’amico di Bracciodiferro) o forse sei un paltista (ti piace rotolarti nella melma) ma secondo me la parola giusta è “pallista”.
Ma il caro Klaud come mai non risponde?
Io ho risposto, ma se l’interlocutore ha la sindrome del bambino petulante* non si va avanti.
Sindrome del bambino petulante:
Perché l’aereo vola?
Perché ha le ali.
E perché ha le ali?
Per poter volare…
E perché vola?…
La domanda è sempre la stessa:
“perché mai un falsario del Medioevo avrebbe rappresentato Cristo con i chiodi nei polsi e non nel palmo? Secondo te se un falsario di oggi stampasse una banconota falsa, la farebbe forse da 25 o da 35 euro?”
e a questa non hai risposto ma ti sei inventato i palmisti, i polsisti e la banconota da 30 euro.
Oltre i bambibini anche gli adulti diventano petulanti se uno fa una affermazione e quando gli si chiede di spiegare i motivi di quanto dice risponde sparando [tipici dolcetti siciliani].
Se non vuoi essere contestato non venire a parlare di Sindone in un articolo che parla di altro e se trovi che gli altri siano petulanti, cosa dire di te che ripeti sempre le stesse cose e quando vieni messo in buca non risponde e ti rifugi nel surreale?
Andrea2
Il problema è che il nostro amico Aristarco De’ Strigidi sembra avere un chioso fisso..
Se il chiodo fosse penetrato attraverso lo “spazio di Destot”, subito sotto il legamento traverso del carpo, lo considereresti infisso nel palmo o nel polso?
Grazie per la correzione e per l’attenzione.