Peter Singer, guru della bioetica laica: «i disabili? Ok allo stupro, non comprendono»

Non sono pochi i teorizzatori di una bioetica laica, la quale disconosce una legge morale insita nell’uomo. La perdita di assoluti è la prima conseguenza, il relativismo la seconda, una cui variante si chiama utilitarismo. Ne è teorizzatore, da anni, Peter Singerdocente della Princeton University, vegano ed antispecista, tornato recentemente a far discutere.

In Italia, l’esperimento più riuscito di etica laica è quello della Consulta di Bioetica, diretta da Maurizio Mori. Nel 2012 è finita sulla prima pagina di tutti i quotidiani in quanto due membri del direttivo, Alberto Giubilini e Francesca Minerva, hanno apertamente giustificato l’infanticidio. Nonostante l’indignazione internazionale, lo stesso Mori ha appoggiato la tesi dei suoi ricercatori.

Ma il vero leader della bioetica laica internazionale è, come già detto, Peter Singer. Anch’egli è autore di tesi simili: «Né un neonato né un pesce sono persone, uccidere questi esseri non è moralmente così negativo come uccidere una persona». «Anche se il bambino potrà avere una vita senza eccessiva sofferenza, come nel caso della sindrome di Down, ma i genitori pensano che sia un peso eccessivo per loro e vogliono averne un altro, questa può essere una ragione per ucciderlo» (Ripensare alla vita, Il Saggiatore 1996, pag. 20). L’associazione Disabled Peoples’ International lo ha definito uno «uno spaventoso Mengele».

In un editoriale sul New York Times, qualche tempo fa ha commentato il caso di Anna Stubblefield, condannata per aver aggredito sessualmente un suo alunno affetto da paralisi cerebrale grave. La donna agiva come tutor nei suoi confronti, si è convinta della nascita di una intesa romantica con il disabile, arrivando alla sessualità fisica e venendo denunciata dalla famiglia. Il bioeticista di Princeton ha difeso la donna:

«Se supponiamo che il disabile in questione fosse profondamente compromesso dal punto di vista cognitivo, dovremmo ammettere che non può comprendere il normale significato delle relazioni sessuali tra persone o il significato della violenza sessuale. In tal caso, il disabile non sarebbe stato in grado di concedere o rifiutare il consenso informato alle relazioni sessuali; in effetti, può del tutto mancare il concetto di consenso in lui. Ciò non esclude la possibilità che sia stato intimamente offeso da Stubblefield, ma rende meno chiara quale potrebbe essere la natura dell’errore. Sembra ragionevole presumere che l’esperienza sia stata piacevole per lui […]. Partendo dal presupposto che il disabile era profondamente compromesso dal punto di vista cognitivo, se Stubblefield lo ha danneggiato, deve essere stato in un modo che è il disabile era incapace di comprendere e che ha influenzato la sua esperienza solo in modo piacevole».

Il sociologo dell’Harvard University, Nathan J. Robinson, ha sostenuto che Singer abbia elaborato «una difesa filosofica dello stupro delle persone disabili». Da più parti si sono levate simili accuse, tuttavia le cose non stanno così. Il filosofo non ha sostenuto che la Stubblefield non avrebbe dovuto essere condannata se il disabile non era in grado di dare il consenso all’atto sessuale e non ha direttamente legittimato lo stupro dei disabili.

Tutto il problema nasce dal principio morale guida del laicissimo Peter Singer, cioè l’utilitarismo: un’azione è moralmente buona solo se produce felicità, soddisfazione o piacere (e viceversa). Questa visione preclude l’esistenza di un Bene o un Male morali assoluti e basa la valutazione sulle mere conseguenze: il problema è che esistono gravi torti (o ottimi meriti) anche se non viene causata sofferenza. Tradire il proprio partner, a sua insaputa, è comunque un’atto immorale; rubare è un grave torto, anche se nessuno se ne accorge. Se il bene è la maggior felicità del maggior numero -secondo la classica formula dell’utilitarismo- e se il maggior numero è cannibale, il cannibalismo diventa automaticamente un bene.

Nel caso in questione, Singer sta supponendo che il disabile non sia nemmeno in grado di concepire la nozione di consenso o di violazione di sé, allora non si può dire che la donna lo abbia violato. Gli unici motivi per giudicare l’errore della sua azione, sostiene il filosofo utilitarista, sono i motivi legati alla sofferenza: ma non ci sono prove che il disabile abbia sofferto. Anzi, ha concluso: è molto probabile che abbia provato piacere.

Se non c’è un orientamento morale assoluto (trascendente), allora non c’è nulla che ci tiri fuori da noi stessi, così il piacere è l’unico metro di giudizio di moralità. Il filosofo ha semplicemente applicato ai disabili gravi quel che sostiene da anni rispetto agli animali: avere rapporti sessuali con le bestie è moralmente accettabile poiché noi stessi siamo animali e, secondo, noi proviamo piacere mentre non si può provare che loro sperimentino disagio o dolore. E lo stesso ha detto per la necrofilia: non c’è danno ma c’è piacere, dunque «nessun problema morale».

La redazione

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14 commenti a Peter Singer, guru della bioetica laica: «i disabili? Ok allo stupro, non comprendono»

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  1. StefanoPediatra ha detto

    Interessante posizione…

    Fra poco saremo costretti a sentire qualche altro saggio che ci dirà che se un infermiere sadico si mette a infilare spilloni nel corpo di un paziente in coma presumendo che possa trattarsi di un paziente masochista, poichè il paziente non era in grado di dare il proprio consenso ma nemmeno di manifestare il proprio dissenso e nessuno può dire se l’azione dell’infermiere possa aver provocato nel paziente dolore o piacere, allora l’azione dell’infermiere non è moralmente deprecabile e legalmente perseguibile…

    C’è poco da stare allegri se esistono persone come costui…

    • Sebastiano ha detto in risposta a StefanoPediatra

      E la cosa curiosa è che da parte delle truppe cammellate dei “difensori dei diritti civili” si è levato un assordante silenzio su questo figuro e sulle sue farneticazioni.

      • Graziano ha detto in risposta a Sebastiano

        …pensa che ha pure dei discepoli nelle università nostrane…sostengono che sia moralmente accettabile l’omicidio di neonati così come si accetta l’uccisione di animali per alimentarsene. …

    • gladio ha detto in risposta a StefanoPediatra

      Persone come costui, Stefano ,ce ne sono sempre state; la novità è che oggi costoro sono liberi di insegnare le loro folli teorie nelle Università e altrettanto liberi di girare il mondo a tenere conferenze e simposi anzichè soggiornare nelle patrie galere, come le regole della civiltà ( e del buonsenso) imporrebbero.

    • emanuele De leo ha detto in risposta a StefanoPediatra

      Qualcosa del genere già succede, anche se nessuno gli da peso…

  2. giuliano ha detto

    Negatività del dolore e positività del piacere ma Singer nega che le persone si differenzino dagli animali per un aspetto oggettivo: le persone, al contrario degli animali, sono esseri consapevoli, dotati di spirito, senso del bello, ecc.

    E sono le conseguenze dell’essere consapevole e non considerazioni o valutazioni estemporanee (es. i quattro famosi quanto banali “postulati” utilitaristici) che possono portano a conclusioni caratterizzate da adeguato spessore etico (es. il rispetto per gli animali a cui lo stesso signor Singer perviene).

    Se viene disconosciuta a priori questa caratteristica specifica delle persone come è possibile sviluppare una etica correlata alla specificità delle persone in quanto tali, ovvero una etica correlata a “valori” che solo le stesse persone (non gli animali) non possono non avere (giusti o sbagliati che siano)?

    Ha ragione l’articolista… con questa visione “parziale” e comunque culturalmente mediocre (secondo me) della specificità degli esseri umani la persona disabile non può non essere oggetto di interessamento sessuale in un contesto eticamente accettabile.

    Singer ritiene la persona materiale organico messo a sistema (conseguenza della visione “distorta” della teoria dell’evoluzione di cui è portatore culturale) ed inoltre il pensiero di Singer è intriso di banalità e grossolanità (probabilmente in ragione diretta del fatto che solo un grossolano coacervo di materiale organico messo a sistema potrebbe produrre… non ci sono altre spiegazioni).

  3. Enrico ha detto

    È il “bello” di essere atei: ti fai da solo le regole che ti fanno più comodo, considerando come moralmente leciti tutte i comportamenti che – se negati – ostacolerebbero le tue inclinazioni. Non contento, vai a pontificare sentendoti moralmente superiore con chi si ostina a ritenere che il giudizio su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato non dipenda esclusivamemte dai propri gusti.

    • Sebastiano ha detto in risposta a Enrico

      “…a vizio di lussuria fu sì rotta
      che libito fè licito in sua legge
      per torre il biasmo in che era condotta”
      (Inf., V)

      Allo pseudoumano Stinger non voglio dare neppure del “maiale”.
      A ben pensarci i maiali sono ottimi animali grazie ai quali possiamo avere cibi succulenti.

    • andrea g ha detto in risposta a Enrico

      Assolutamente corretto il suo post, Enrico.
      Aggiungerei che l’ateista è letteralmente
      costretto da dubbi interiori a (tentare di)
      diffondere le proprie demenzialita’, perché
      in profondità nemmeno lui è veramente convinto
      delle sue affermazioni soggettivistiche.
      Ciò che lo muove è il solito disperato bisogno
      di essere al centro dell’attenzione.

  4. Emanuele ha detto

    Mille volte meglio Singer che altri personaggi!

    Almeno lui ha il coraggio di andare fino in fondo al relativismo ed utilitarismo. Invece,altri, pur sostenendo gli stessi concetti, non ne traggono le logiche conclusioni. Anzi, speso cercano di fare passare l’interlocutore come estremista, quando gli fai notare che infanticidio, soppressione dei disabili, eutanasia, etc. sono la logica conseguenza del relativismo.

    • andrea g ha detto in risposta a Emanuele

      Condivido le sue parole, Emanuele.
      A Singer va dato atto di non essere ipocrita,
      perché in effetti i soggettivistici ragionamenti ateisti
      conducono esattamente dove conclude lui.

  5. Enigma ha detto

    C’e’ qualcosa di profondamente disumano in tutto cio’, ma quello che piu’ mi sgomenta non e’ tanto cosa si pensi dietro le quinte di una mente perversa, ma che lo si possa affermare oggi pubblicamente, in tutta tranquillità, senza particolari reazioni, alla luce del sole, come una opinione qualsiasi….

    Il bambino come il pesce…..mi viene da piangere.

    • andrea g ha detto in risposta a Enigma

      Non ha davvero torto, Enigma.
      Tutto molto triste. E terribile-

    • Emanuele ha detto in risposta a Enigma

      Disumano è il termine giusto.

      Questi intellettuali ritengono che l’uomo si debba conformare al comportamento degli animali (quali, poi?) rinunciando a ciò che è profondamente umano come religione, altruismo, rispetto per la vita, etc.

      Tali idee sono appunto disumanizzanti perché privano l’uomo delle sue caratteristiche etologiche. Sarebbe come imporre ad un leone di essere vegetariano, ad una mucca di diventare aggressiva o ad un pesce di vivere sugli alberi.

      Quindi, l’uomo si deve comportare da uomo, come la scimmia da scimmia, il leone da leone etc. L’uomo che immagina questa nuova antropologia è ridicolo quanto i cagnolini agghindati con fiocchetti e cappottini portati in passeggino.

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