La Chiesa discrimina se nega funerali ai buddisti, se li celebra è invece irrispettosa…

“Se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre”. Il ritornello di questa vecchia canzone torna in mente nel leggere lo scandalismo dei media per un funerale cattolico negato ad una donna buddista. Curioso: se invece la Curia avesse celebrato il funerale, gli stessi avrebbero urlato al mancato rispetto delle scelte altrui, al “funerale cattolico inflitto”.

Barbara Budai, una donna di 45 anni di San Felice Circeo, è deceduta a causa di un cancro. Gli amici hanno testimoniato la sua conversione, durante la malattia, al buddismo e l’aver trovato conforto in una comunità buddista. Alla sua morte, però, gli stessi si sono rivolti al parroco del paese per chiederne il funerale cattolico ma il prelato non lo ha ritenuto opportuno proprio considerando le libere e legittime scelte religiose della donna. Il vescovo della diocesi di Latina ha confermato il giudizio e la vicenda è finita sui giornali.

In una lettera aperta, gli amici hanno criticato il rifiuto dicendo che perfino ai mafiosi viene concesso il funerale, ma viene rifiutato a chi è di un’altra religione. Ma da quando il “funerale cattolico” è un diritto umano, un rito obbligatorio per chiunque? Il paragone, inoltre, non regge poiché essere peccatori -anche terribili peccatori, come ladri e assassini- non autoesclude automaticamente dalla Chiesa cattolica (a meno che non si venga scomunicati come lo sono, di fatto, i mafiosi. Ai quali, salvo rare eccezioni, viene rifiutato il funerale pubblico), mentre ovviamente ci si autoesclude dalla comunità cattolica quando si aderisce ad un’altra religione.

Il Codice di diritto canonico è chiaro: se non c’è un ravvedimento prima della morte, deve essere privato delle esequie ecclesiastiche chi è notoriamente apostata, ovvero coloro che si sono staccati volontariamente dalla comunione della Chiesa cattolica. Nessuno obbliga ad essere cattolici ma, se si aderisce ad un’altra religione, perché parenti e amici -senza una dichiarazione della persona prima della morte- chiedono il rito cattolico e non quello della religione a cui il loro caro ha aderito?

«Per rispetto della stessa volontà e scelte di vita della defunta non è stato ritenuto opportuno celebrare il solo rito cattolico», ha dichiarato la Diocesi. In ogni caso, si legge, la comunità cattolica del piccolo paese ha recitato in parrocchia «il Santo Rosario guidato dal parroco», in suffragio della defunta. E una cerimonia cattolica si è tenuta alla camera ardente. Si chiama appunto rispetto della volontà, allo stesso modo venne negato in modo del tutto lecito il funerale al non credente Piergiorgio Welby, anche se il caso è più complesso come abbiamo già approfondito in passato. Così come è stato rifiutato il funerale di Assunta Buonfiglio, la madre della presunta jihadista Maria Giulia “Fatima”: «La Chiesa non può compiere un gesto d’imperio celebrando i funerali cattolici per una donna che aveva aderito alla fede islamica. Sarebbe un’imposizione», spiegò il vicario generale della Curia di Nola, don Pasquale D’Onofrio.

A confermare la correttezza etica di queste decisioni è perfino l’ex segretario dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti, Raffaele Carcano, che nel libro Le scelte di vita di chi pensa di averne una sola (Nessun Dogma 2016), scrive: «Considerate anche la malcelata volontà di recuperare le “pecorelle smarrite” e comprenderete meglio l’instancabile volontà di assicurare le esequie religiose anche a chi non crede. Per molti cattolici (e anche per diversi non credenti) è incomprensibile che un ateo, un individuo che non crede e che identifica l’essere morto con il nulla, possa soffrire venendo a sapere che gli verrà inflitto un funerale religioso. Non capiscono che non è questione di sofferenza ma di rispetto delle scelte altrui».

L’importante è creare scandalo mediatico. Così, se la Chiesa concede i funerali ai non cattolici pecca di imposizione, ingerenza e mancanza di rispetto. Se invece non li concede, pecca di ferocia, mancanza di misericordia e insensibilità. Mettetevi d’accordo.

La redazione

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20 commenti a La Chiesa discrimina se nega funerali ai buddisti, se li celebra è invece irrispettosa…

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  1. Sebastiano ha detto

    Non capisco perché, quando viene l’ora del gran salto, parenti e affini cerchino sempre il conforto di coloro che hanno goduriosamente sputazzato fino al giorno prima.
    O forse lo capisco.

    • gian piero ha detto in risposta a Sebastiano

      E’ la stessa cosa dell’ esigere il funerale cattolico per coloro che hanno posto fine volontariamente alla propria vita in Svizzera o col suicidio assistito, facendosi promotori del suicidio ed eutanasia, in genere con la grancassa mediatica Un conto e’ il suicida d’ impulso che potrebbe anche essersi pentito all’ ultimo secondo, oppure per chi si suicida quando non d’ Capace di intendere perche’ sotto grave depressione psichica. Ma per quelli che si fanno un vanton ed una battaglia “ di civilta’” quella del fine vita volontario che senso ha chiedere poi il funerale cattolico ? Solo per accusare la Chiesa se non lo concede di crudelta’ . La vicenda Welby e’ paradigmatica. Ben fece il card. Ruini a negare le esequie religiose.
      La Chiesa cattolica non puo’ essere presa in giro e ridotta a permettere tutto per paura di passare da cattiva. Se ti tirano le pietre comunque, meglio farsele tirare coraggiosamente.

    • Manuela Mazzini ha detto in risposta a Sebastiano

      Signor Sebastiano, salve!Condivido le sue perplessità. Anche l’ultima frase.” O forse lo capisco”.
      Se non si crede nell’immortalità dell’anima e nella resurrezione e che cioè dopo la morte c’è il nulla,purtroppo, per molti il rito funebre si limita ad un saluto ,pur doloroso ma senza speranza.La Chiesa prega per le anime di tutti i defunti e le affida al Signore come del resto ha fatto il sacerdote insieme alla Comunità.Cordiali saluti.Manuela

    • nicola ha detto in risposta a Sebastiano

      L’ultima domanda è : è se c’è Dio ? per prudenza i funerali siano Cristiani !!! È la conferma della presenza di Dio in tutti noi viventi.

  2. giuliano ha detto

    Il Parroco poteva proporre una cerimonia parzialmente emendata. Limitarsi ad esempio ad una piccola “veglia” di preghiera, perchè no, anche con la recita del rosario, non officiando una messa esequiale completa (comunque senza incensare, senza benedire pubblicamente la bara, senza eucarestia) e chiudere con l’ufficio della sepoltura nella preghiera. La donna si sarà anche allontanata dalla Chiesa ma ha comunque vissuto l’amicizia di persone che sono rimaste nell’alveo della comunità ecclesiale.

    • Sebastiano ha detto in risposta a giuliano

      Non comprendo: le preghiere in suffragio della defunta la Chiesa le ha recitate (e più volte, è scritto ben chiaro nell’articolo).
      Che significa che “ha comunque vissuto l’amicizia di persone che sono rimaste nell’alveo della comunità ecclesiale”?
      Non è che si celebrano i funerali cattolici per assecondare le richieste (pretese?) dei familiari o degli amici di una defunta appartenente a un’altra fede.
      E se fosse stata musulmana, il rispetto della sua volontà valeva allo stesso modo? Che cos’ha il buddhismo di particolare?

    • Enigma ha detto in risposta a giuliano

      La liturgia e il cristianesimo non sono ad uso e consumo personale. Non e’ un mercato dove si prende quello che si vuole…

      Per tutto il resto se si cerca bene si trova tutto quello che si vuole guardando da altre parti:” New age”.

  3. Marco ha detto

    Nessuno obbliga ad essere cattolici

    Questo è falso, il battesimo e i sacramenti vengono imposti senza il proprio consenso.

    Chi mente merita un castigo vero?

    Avete dato risalto ad una vicenda poco significante, sono proprio i familiari di quella donna ad averle mancato di rispetto.

    Ma dle resto hanno fatto solo quello che la chiesa insegna: abusare sempre di chiuanque.

    • Giovanni ha detto in risposta a Marco

      Il battesimo non è un marchio di fuoco, è acqua in testa, così come il resto dei sacramenti. Se per una persona questi sacramenti non valgono più niente, poco gliene cale. Solo a quelli dell’uaar la cosa “brucia”.

      • Enigma ha detto in risposta a Giovanni

        Chi non crede conosce molto bene quello in cui DECIDE di non credere.

        • theo ha detto in risposta a Enigma

          Falso: il più delle volte smette di credere perché è l’andazzo della compagnia.

          • Giovanni ha detto in risposta a theo

            Mica tanto: la ragione che io ho sentito più spesso è sulla classica questione del bene/male, cioè “perchè se Dio è buono c’è il male?”

      • Bonifax ha detto in risposta a Giovanni

        Parole sante! I nuovi nati sono soggetti ad ogni sorta di “costrizione”: dai genitori che si ritroverà (buoni o cattivi genitori), dallo stile di vita e dalla mentalità che gli verrà impartita (che sia di stampo confessionale o ateo), da quello che i genitori sceglieranno come condotta alimentare e via discorrendo…

        Dopo tutte queste cose che comunque sono benevolmente delle imposizioni a cui un bambino dovrà sottostare, stiamo ancora qui a scandalizzarci se un papà ed una mamma scelgono per il loro piccolo che un prete gli immerga la testa in una bacinella d’acqua ? (ovviamente questo vale per i non credenti, mentre per chi crede l’immersione nella “bacinella d’acqua” è importantissima ed è uno dei sette sacramenti).

    • Tommasodaquino ha detto in risposta a Marco

      Per il battesimo vale il consenso dei genitori, non ho conosciuto genitori a cui veniva imposto il battesimo del figlio, ma visto che ho dovuto assistere a genitori che proponevano come padrino di battesimo del figlio atei dichiarati tutto è possibile al giorno d’oggi. Per gli altri sacramenti è difficile concederli senza la volontà del singolo. Detto questo lei oggi è costretto da qualcuno ad essere cattolico? Qualcuno la costringe a pregare a confessarsi e prendere la comunione?

    • Sebastiano ha detto in risposta a Marco

      Non è che hai dimenticato il binario morto?

  4. Giovanni ha detto

    Oramai i funerali sono visti più come consolazione per i vivi piuttosto che suffragio pei defunti.

  5. Lori ha detto

    Non voglio entrare in discussioni teologiche o dottrinali… però un pensiero mi ha accompagnato in questi giorni e riguarda il marito della signora scomparsa. Quel giorno, quando ha sposato Barbara davanti a Dio, avrà promesso di prendersi cura di Barbara, cioè avrà pensato che riceveva in dono e in prestito quella donna, per accompagnarla e restituirla a Dio un bel giorno…
    Ora…se il matrimonio lega indissolubilmente due persone… perché negare a quest’uomo il diritto di accompagnare a Dio la sua donna, come aveva promesso quando l’ha sposata?
    Sarà poi Dio a giudicare la vita e la storia di questa donna..
    Forse che dentro l’amore di Dio non può stare l’amore di questa donna?

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