Di fronte all’Islam, Richard Dawkins vede nel cristianesimo un baluardo

Ricordate lo zoologo Richard Dawkins? Quello che «la fede cristiana è uno dei più grandi mali del mondo, paragonabile al virus del vaiolo ma più difficile da estirpare» (The God delusion). Ieri era uno degli intellettuali più in voga, oggi è spesso lo zimbello dei media e del mondo accademico. Ma non è questo il punto, piuttosto il suo continuo cammino di conversione.

La parola conversione è errata, egli continua a dire che Dio, probabilmente, non esiste. Ma la sua posizione si è ammorbidita. Se nel 2012 invitava i suoi sottoposti a deridere pubblicamente i credenti, poco tempo dopo -come abbiamo documentato– l’ateo più famoso del mondo ha affermato di essere agnostico. Un anno dopo è arrivato a dichiarasi “culturalmente cristiano”, nel 2015 ha criticato una catena di cinema che si era rifiutata di proiettare un’annuncio contenete una preghiera cristiana: «Se qualcuno si sente “offeso” da una preghiera, allora merita di essere offeso».

Poco tempo fa, invece, in risposta ad un sondaggio sul crescere dell’abbandono della religione da parte dei giovani britannici, Dawkins ha twittato: «prima di rallegrasi per gli spasmi della benigna religione cristiana, non dimentichiamoci del detto: “Mantieni per mano l’infermiera per paura di trovare qualcosa di peggio”». Il suo riferimento è rivolto all‘Islam, infatti il rapporto rilevava anche che il tasso di natalità dei musulmani è superiore alla popolazione generale.

E’ curioso che un personaggio del genere possa vedere nell’odiato virus del cristianesimo una sorta di “baluardo” contro qualcosa di peggiore. Già in passato, tuttavia, aveva “difeso” la cristianità: «Non ci sono cristiani, per quanto ne so, a far esplodere edifici. Non sono a conoscenza di nessun kamikaze cristiano. Non sono a conoscenza di alcuna grande denominazione cristiana che crede che la pena per l’apostasia sia la morte». Sarebbe tuttavia curioso chiedergli un parere su un altro sondaggio sempre riguardante i giovani britannici (16-29 anni): se da un lato il 70% non si identifica in nessuna religione, il 59% non frequenta mai servizi religiosi e quasi i due terzi non prega mai, dall’altro si è recentemente scoperto che tre su cinque giovani britannici si sentono infelici, uno su quattro afferma di essere “senza speranza”, la metà di essi ha avuto problemi di salute mentale e dice di non essere in grado di far fronte alle battute d’arresto della vita. Non c’è una correlazione manifesta tra le due indagini, tuttavia non è sembra errato farla poiché si sa quanto la visione esistenziale modifichi totalmente lo sguardo sulla vita e l’approccio ad essa.

I più attenti si saranno stupiti anche del fatto che Dawkins non solo sembra preoccupato della crisi del cristianesimo, ma nemmeno ha proposto come “baluardo” dell’Islam un ateismo strong, come avrebbe fatto qualche anno fa. Poteva esultare per la crescente secolarizzazione della società, ma ha scelto di reagire con preoccupazione. Perché? E’ possibile che condivida l’opinione dell’eminente filosofo francese Philippe Nemo? Nel suo libro, La bella morte dell’ateismo moderno, il docente della prestigiosa ESCP Europe ha infatti concluso l’incapacità dell’ateismo nel saper rispondere alle questioni umane e nel saper creare cultura, tradizione e civiltà. «L’ateismo moderno è morto di morte naturale, non ha saputo mantenere le sue promesse. Si è metafisicamente esaurito e non ha più niente da dire all’uomo». Oggi, ha proseguito, ci risvegliamo «da una sorta di sonno paralizzante durato per ben due secoli. Le grandi domande esistenziali, cui i programmi dell’ateismo non hanno dato risposta, appaiono di nuovo tanto pertinenti quanto urgenti».

La redazione

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10 commenti a Di fronte all’Islam, Richard Dawkins vede nel cristianesimo un baluardo

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  1. viaNegativa ha detto

    Queste righe mi fanno venire in mente la vicenda di Leah Libresco.

    Chissà se infine assisteremo all’incredibile…

  2. vincenzo russo ha detto

    Oriana Fallaci lo ha pure detto anni fa attirandosi la disapprovazione dei cattocomunisti stupidi, istigati dalla massoneria mondialista e globalista degli illuminati anticristiani.

  3. Aristarco De' Strigidi ha detto

    Parlar di Dawkins avendone, con ogni evidenza, letto ben poco e di quel poco averne capito proprio nulla, é penoso …

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