Il giudizio di Papa Francesco: «l’aborto è una condanna a morte»

Francesco bambinoNella recente intervista a “La Civiltà Cattolica” Papa Francesco ha riflettuto sui cosiddetti “valori non negoziabili” invitando i cattolici a mettere sempre al centro l’annuncio evangelico, “il Signore ti ha salvato” e non la condanna per chi li vìola e li tradisce. Molti hanno confuso questa precisione come una forma di relativismo ma il Papa sta applicando semplicemente la posizione secolare della Chiesa: misericordia per il peccatore e condanna del peccato.

Quando c’è infatti da condannare l’aborto non si tira indietro, usando parole anche più forti dei suoi predecessori: «Una diffusa mentalità dell’utile, la “cultura dello scarto”, che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un “sì” deciso e senza tentennamenti alla vita», come ha detto durante l’incontro promosso dalla Federazione internazionale delle associazioni dei medici cattolici il 20 settembre scorso.

«Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito», ha giudicato Francesco, «ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo». «Non si possono scartare, come ci propone la “cultura dello scarto”! Non si possono scartare!», ha incalzato. «Per questo l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della Chiesa, particolarmente a quella maggiormente indifesa, cioè al disabile, all’ammalato, al nascituro, al bambino, all’anziano, che è la vita più indifesa».

Esiste una situazione paradossale, ha spiegato, dove «mentre si attribuiscono alla persona nuovi diritti, a volte anche presunti diritti, non sempre si tutela la vita come valore primario e diritto primordiale di ogni uomo. Il fine ultimo dell’agire medico rimane sempre la difesa e la promozione della vita». Occorre dunque «l’impegno di coerenza con la vocazione cristiana verso la cultura contemporanea, per contribuire a riconoscere nella vita umana la dimensione trascendente, l’impronta dell’opera creatrice di Dio, fin dal primo istante del suo concepimento. È questo un impegno di nuova evangelizzazione che richiede spesso di andare controcorrente, pagando di persona. Il Signore conta anche su di voi per diffondere il “vangelo della vita”».

La posizione della Chiesa, ha spiegato Francesco, è basata sulla scienza e non solo sulla fede. Ha infatti invitato i ginecologi cattolici a difendere la vita «nella sua fase iniziale e ricordate a tutti, con i fatti e con le parole, che questa è sempre, in tutte le sue fasi e ad ogni età, sacra ed è sempre di qualità. E non per un discorso di fede – no, no – ma di ragione, per un discorso di scienza! Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra. La credibilità di un sistema sanitario non si misura solo per l’efficienza, ma soprattutto per l’attenzione e l’amore verso le persone, la cui vita sempre è sacra e inviolabile».

Per questo, «la Chiesa fa appello alle coscienze, alle coscienze di tutti i professionisti e i volontari della sanità, in maniera particolare di voi ginecologi, chiamati a collaborare alla nascita di nuove vite umane». 

La redazione

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8 commenti a Il giudizio di Papa Francesco: «l’aborto è una condanna a morte»

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  1. Emanuele ha detto

    ricordo l’iniziativa “one of us”, che sta per scadere. L’obiettivo è già stato raggiunto, ma più siamo più la nostra voce non resterà inascoltata

  2. Questa è affermazione integralmente vera:
    «Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito»

    Questa è affermazione che corre il rischio di essere ideologica:
    «l’aborto è una condanna a morte»
    La pena di morte (di un colpevole di gravi reati) infatti non è contraria alla legge di Dio, né al diritto naturale.

    Vorrei sapere se il secondo virgolettato è redazionale o esprime un’affermazione del Santo Padre, che però non si ritrova poi nelle citazioni interne all’articolo.

    • GiuliaM ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

      Io l’ho intesa come condanna a morte del nascituro, destinato a morire ancora prima di essere venuto alla luce, come dice un passo dell’articolo:
      «Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito», ha giudicato Francesco, «ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo».
      Comunque anche io modificherei leggermente il titolo, rischia di essere fuorviante…

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a GiuliaM

        Il titolo è fuorviante, perché la pena di morte non è teoricamente errata (si può discutere invece sulla sua efficacia di fatto), cioè non è un male in sé come l’omicidio di un innocente; altrimenti si dichiara equivalente la specie morale della pena di morte con quella di un omicidio (cosa in sé falsa).

  3. DANIELA ha detto

    TUTTI NOI UOMINI E DONNE DI BUONA VOLONTà PRENDIAMO IN MANO LA NOSTRA VITA CON PAROLE E GESTI E RIPUDIAMO IL GRAVE ATTO DI NON FAR NASCERE UNA NUOVA CREATURA E DI INTERROMPERE IL NATURALE CICLO VITALE DI OGNI ESSERE UMANO.CON FORZA E CORAGGIO PORTIAMO DAVANTI A TUTTI LA NOSTRA VERA NATURA DI ESSERI NATI PER AMARE E AMARSI GLI UNI CON GLI ALTRI.DANIELA BONI.

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