Le alternative alla Fivet ci sono, basta non chiudere gli occhi

Fivet La cultura cattolica non si limita a rifiutare con validi argomenti le tecniche di fecondazione artificiale, ma indica un’alternativa etica e valida proprio per aiutare le coppie sterili che scelgono di aderire alla sua posizione.

Abbiamo già parlato della Naprotecnologia (Natural Procreative Technology), poco diffusa in Italia, ovvero una cura della fertilità di tipo farmacologico e chirurgico, con un’efficacia del 50% (contro il 35% di efficacia della Fivet).

Esistono comunque altre alternative praticate da anni in Italia, come al Policlinico Gemelli di Roma, dove i ginecologi dell’Isi, il centro di ricerca sulla fertilità e infertilità sanno che «la Fivet non corregge il problema della sterilità ma lo by passa. Mentre l’opzione chirurgica permette alla donna il conseguimento della gravidanza in maniera naturale».

Si tratta di un approccio diagnostico terapeutico mini invasivo alla sterilità, dove le coppie vengono accompagnate e seguite da un’èquipe di medici, con un approccio multidisciplinare. Ginecologo, andrologo, endocrinologo, urologo, psicologo, genetista hanno infatti il compito di scovare le cause della sterilità e proporre la terapia adeguata. Solitamente la causa è l’otturazione tubarica, «succede allora», spiegano, «che di fronte ad una lastra con una sospetta occlusione, invece di indagare meglio, spesso i ginecologi preferiscono consigliare la Fivet».

«Purtroppo non esiste più la cultura della microchirurgia tubarica», commenta la ginecologa Anna Laura Astorri, e così le coppi pensando di scegliere la via più semplice si trovano a dover affrontare un percorso davvero pesante. Anche economicamente. «In Italia la chirurgia per la sterilità è totalmente a carico del sistema sanitario nazionale – spiega Riccardo Marana, direttore dell’Isi – se eseguita in ambiente pubblico. Al contrario la Fivet è eseguita nella maggior parte dei casi in centri privati, con i costi a carico dei pazienti».

Il quotidiano Avvenire ha anche intervistato una donna, Cristina, che ha scelto per il percorso chirurgico, la quale ha spiegato: «molte donne immaginano che il percorso chirurgico sia molto duro da sopportare, e invece secondo me un’inseminazione artificiale è anche peggio». L’intervento chirurgico mini-invasivo ha portato ad una degenza di un paio di giorni e la gravidanza è arrivata dopo qualche settimana. L’infertilità è curata gratuitamente.

Le alternative alla Fivet ci sono, basta solo non chiudere gli occhi.

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