Matrimoni gay e pace: ecco perché il Papa ha ragione

Benedetto XVINon ce ne sarebbe stato bisogno, ma i media hanno male interpretato il messaggio di Benedetto XVI per la 46° Giornata mondiale della pace, per questo ci sembra utile l’approfondimento del prof. Francesco D’Agostino, giurista, ordinario di Filosofia del diritto e di Teoria generale del diritto presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, presidente onorario del Comitato nazionale per la bioetica, di cui è membro fondatore

 

di Francesco D’Agostino, giurista
da Avvenire 18/12/12

 

L’ accoglienza ottenuta in ambienti laicisti (e persino in qualche ambiente cattolico) dal messaggio predisposto da Benedetto XVI per la celebrazione della 46° Giornata mondiale della pace non si è discostata da una falsariga che dovrebbe esserci oramai ben nota: lodi su lodi per i riferimenti fatti dal Pontefice alla necessità di introdurre più giustizia nell’ordine internazionale, di promuovere più sviluppo nei popoli, di affrontare energicamente la crisi dell’economia, con attenzione prioritaria ai più deboli; in una parola sola compiacimento per la vivissima attenzione del Papa al ‘sociale’.

Critiche, invece, a volte garbate, ma più spesso molto aspre, all’’innesto’ del problema della pace sul problema antropologico operato nel medesimo documento da papa Benedetto (in particolare nel paragrafo 4). Un ‘innesto’ che il Papa spiega molto chiaramente: non si può essere autentici «operatori di pace» se non si percepiscono nel loro giusto rilievo le grandi questioni che concernono la vita (a partire da quelle dell’aborto e dell’eutanasia), la libertà religiosa ed educativa, la famiglia e il matrimonio (nella sua struttura fondamentale di relazione eterosessuale aperta alla vita). Opera per la pace chi opera per il bene dell’uomo e non si opera per il bene dell’uomo se non ci si oppone al fatto che l’uomo sia indiscriminatamente manipolabile, sia a livello biologico, utilizzando le pratiche più estreme della biomedicina, sia a livello sociale, come ad esempio avviene quando si cerca di abolire per legge termini come ‘padre’ e ‘madre’, per sostituirli con quelli di primo e secondo ‘genitore’, come è inevitabile che avvenga quando si proceda al riconoscimento dell’adozione da parte di coppie omosessuali o della procreazione artificiale.

È da ritenere così «sorprendente» – come fa ad esempio Alberto Melloni sul Corriere della Sera di domenica 16 dicembre – la decisione del Papa di ricondurre alla grande questione della pace simili questioni antropologiche e giuridiche? Davvero così il Magistero della Chiesa dimenticherebbe che «la vita è fatta di percorsi tortuosi»? Non sarebbe meglio evitare di presidiare quei punti di confine «tra il pubblico e l’intimo dove non passa nessuno?». Domande pesanti, non tanto però per la loro profondità, quanto perché da esse emerge una singolare carenza di consapevolezza della peculiarità del messaggio cristiano e in particolare di due suoi punti decisivi. Il primo è che a fronte della «tortuosità» della vita (per riprendere le parole di Melloni), tortuosità innegabile, resta pur sempre l’ineludibile precetto di Gesù: la vostra parola sia sì, sì, no, no. Alla crisi del matrimonio e della famiglia, alle tentazioni abortiste, alle istanze coniugali dei gay non si risponde facendosi carico della «tortuosità» delle questioni, ma riportandole alla loro semplice, diritta e diretta verità (divenuta forse scandalosa per molti!): abortire è uccidere una vita umana; legalizzare le nozze gay significa disconoscere che il matrimonio è per generare figli e dare loro un padre e una madre.

La doverosa condanna di discriminazioni e violenze contro le persone omosessuali e l’altrettanto doverosa comprensione umana verso donne schiacciate dal peso della gestazione non possono eludere il nostro dovere di riconoscere la verità delle cose: non è avallando più o meno pietose menzogne (del tipo: il nascituro non è un ‘vero’ essere umano) che si aiutano le persone, ma non lasciandole mai sole, soprattutto nei momenti della loro massima debolezza. Il secondo punto in cui si manifesta una «sorprendente» – adesso davvero sì – incomprensione del Vangelo e del messaggio di papa Benedetto – nei soliti critici e anche nel testo di Melloni – è simile al primo ed è questo: la pace, prima di essere il frutto di accorti equilibri giuridico-politici, nasce da un atteggiamento interiore, che non può prescindere dal ripudio delle ideologie e dal riconoscimento della verità: il saluto che Gesù rivolge ai discepoli, «La pace sia con voi», non è semplicemente un auspicio, è nel contempo un precetto.

Non si può, insomma, predicare la giustizia sociale se nello stesso tempo non si predica la «giustizia antropologica», intesa (per riprendere le parole del Papa) come un insieme di principi che non costituiscono verità di fede, ma sono iscritti nella natura umana stessa. Se vuole essere operatore di pace, l’uomo deve prima conoscere se stesso: un compito che mai, come nel nostro tempo inquinato dal relativismo, appare tanto necessario.

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36 commenti a Matrimoni gay e pace: ecco perché il Papa ha ragione

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  1. EquesFidus ha detto

    Ma difatti molti confondono la vera pace, che viene da Dio, con uno stolto pacifismo che la intende semplicemente come “assenza di guerra”. E questa sarebbe pace? Finché non ci sono conflitti sanguinosi allora è tutto giusto? Persecuzioni, crisi, derisione, violenze verbali nella mente di costoro sono cose ingiuste, è vero, ma non quando rivolte contro tutti ma solo contro coloro che la pensano alla stessa maniera. E’ questa l’aberrazione: quando il Papa ha ribadito che non sono solo le armi ad attentare alla pace ma anche leggi inique allora tutti, anziché interrogarsi, sono subito partiti pieni di furore e di odio contro il Santo Padre. Fratelli, non dobbiamo cedere, e non dobbiamo avere paura! Dobbiamo essere saldi, poiché dalla nostra parte abbiamo la Vera Fede e la Verità, la scintillante spada della Giustizia e lo scudo della Carità e non dobbiamo temere di dire come stanno le cose e di supportare il Santo Padre, senza cedere, senza arretrare, senza rinnegare ciò che noi crediamo!

    • Gab ha detto in risposta a EquesFidus

      La pace “imposta” come la viviamo oggi è la falsa pace .. è la pace del demonio e non quella di Dio.

      La pace “imposta” dove uno stato non vive più Dio, la patria, la famiglia, è una pace falsa che porta alla distruzione dell’uomo.

      Cristo disse “non sono venuto a portarvi pace ma la spada”. E successivamente “la pace sia con voi”. La prima pace, a cui Egli si rifersice è la pace degli uomini, quella pace che tutti oggi strillano (con quelle orrende bandiere arcobaleno, che nascondono una terribile ideologia).

      La pace data da Cristo si inserisce invece una volta che l’uomo nasce a vita nuova, cioè in Lui e per Lui. La vera pace insomma è quella che proviene solo ed esclusivamente da Dio (che è Padre, Figlio e Spirito Santo – fa bene ricordarlo). E’ per questo che Cristo disse ciò. Accogliete la vera pace invece di quella falsa, che proviene dall’uomo, che è fatta solo di compromessi, di occultamento della Verità (quella che viviamo anche noi in Italia, tanto per intenderci).

      Attenzione però a non cadere nell’errore finale. La giustizia “antropologica” non significa fare a meno delle verità di fede, e quindi fare a meno di Dio, ma significa ridare all’uomo quella sua dignità che è quella sola di essere figlio di Dio, in funzione dell’estremo sacrificio di Cristo. Ecco perché senza Cristo scompare la dignità, essa è perduta, e non essendo degni si finisce all’inferno.

      Oggi invece si strilla tanto di una “falsa” dignità (così come vi è la falsa pace). Una dignità umana che sarebbe “indipendente” da Dio. Che vuole insegnare che l’uomo è degno qualsiasi sia la sua “collocazione” (cioè anche un satanista è “degno” perché essere umano). Ecco quindi che lì si insersce il culto dell’uomo a discapito di quello di Dio. Non si vuole comprendere che solo in Dio l’uomo acquisice la sua piena dignità. Al di fuori no. Ed è per questo che, oggi come non mai, urge l’esigenza della conversione, che pure pare venir dimenticata.

  2. Melloni è il prototipo del cattolico adulto, non è da meravigliarsi se non ha capito una mazza del messaggio del Papa.

    • Karma ha detto in risposta a Francesco Santoni

      Melloni, Vito Mancuso, Marco Politi, Ignazio Marino…poi ci stupiamo che i cattolici siano confusi e sostengano l’eutanasia e cantino Bella Ciao dopo la messa.

      • Roberto Dara ha detto in risposta a Karma

        Anche Bella Ciao è contro il Catechismo? Da ragazzo frequentavo gruppi cattolici e Bella Ciao si cantava tranquillamente insieme ai sacerdoti e agli animatori.

        • Karma ha detto in risposta a Roberto Dara

          Ripeto: “sostengano l’eutanasia e cantino Bella Ciao dopo la messa”.
          C’è qualche cosa che ti è sfuggito di questa frase nella formulazione del tuo commento?

  3. Antonio72 ha detto

    Resta il fatto inequivocabile che la pace nel mondo (ovvero il mantenimento di una condizioni depurata da qualsiasi forma di violenza) non c’entra nulla né con le unioni omosessuali, né con le questioni etiche come aborto, eutanasia, procreazione assistita o altro.
    Sfido chiunque a citare un solo conflitto violento nel mondo che sia scoppiato a causa di una o più di quelle questioni etiche.
    Nella sensibilità della gente comune pace significa né più né meno che stato di non guerra, e operatore di pace è colui il quale lavora per evitare l’insorgere di conflitti violenti (per es. mediante relazioni diplomatiche, misure economiche, dialogo interreligioso, ecc..). Accostare la pace ad altro non solo è sbagliato ma anche pericoloso, in certi casi e paradossalmente anche per la stessa pace.

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Antonio72

      Il messaggio va più in profondità della tua retorica. “Non si può predicare la giustizia sociale se nello stesso tempo non si predica la giustizia antropologica”, ovvero gli operatori di pace sono innanzitutto coloro che hanno a cuore la dignità della persona e della vita.

      • Antonio72 ha detto in risposta a Paolo Viti

        Sì, ma la profondità che ben si adatta ad un dibattito filosofico o all’elaborazione e stesura di un saggio teologico, quando viene canalizzata in un messaggio mediatico spesso risulta deleteria. Ed infatti così è stato. Di più. I più distratti sono portati a leggere che l’omosessualità sia antitetica alla pace e che di conseguenza l’omofobia sia apportatrice benefica di pace.
        E poi c’è un altro problema. Se un islamico afferma che la giustizia antropologica prevede la naturale sottomissione della donna all’uomo, come la mettiamo? A questo mi riferivo quando ci vedevo un pericolo per la pace stessa.

        • Paolo Viti ha detto in risposta a Antonio72

          Il messaggio non era affatto mediatico, il Papa non era intervistato da nessun giornalista.

          Fortunatamente questo articolo dell’Huffington Post: http://www.huffingtonpost.it/paolo-gambi/se-volete-pensare-che-il-_b_2352277.html?utm_hp_ref=italy&fb_source=message, dimostra che non è il Papa ad aver sbagliato, ma molti media ad aver voluto capire male.

        • EquesFidus ha detto in risposta a Antonio72

          Cosa prescriva o meno l’Islam non m’interessa. Ciò che conta è la tua fallacia logica, che vede l’assenza di pace meramente come violenza fisica e non psicologica, o come ingiustizia sociale. Questa è la chiave di lettura del discorso del Papa, al dilà di tutti i discorsi che si possono imbastire. E trovo tale sensata visione, che rimanda alla pace come dono di Dio e fare la Sua volontà piuttosto che come mero sforzo umano (e, pertanto, fallace ed imperfetto), ineccepibile.

          • Antonio72 ha detto in risposta a EquesFidus

            Il fatto è che questa interpretazione di “giustizia antropologica” (che per me semplicemente non esiste) era fino a poco tempo fa comunemente accettata anche qui nell’occidente cristiano. E non capisco come le unioni omosessuali possano configurarsi come violenza psicologica, violenza che semmai subiscono. Insomma, non c’è via d’uscita, quando si mesce la parola omosessuale con la parola violenza ne può venire fuori solo una minestra omofoba. La massima popolare afferma aiutati che il Ciel t’aiuta: non sottovalutiamo dunque lo sforzo umano, d’altronde il Papa si rivolge ad esseri umani. E personalmente, in quanto essere umano e razionale non vedo dove si configuri questa presunta ingiustizia antropologica nelle unioni omoesessuali in quanto gli omosessuali sono omosessuali proprio in senso antropologico.

            • EquesFidus ha detto in risposta a Antonio72

              Ma non è una violenza, però essendo una legge iniqua (poiché viola la legge naturale) non può portare alla pace bensì solo alla destabilizzazione sociale e morale.

              • Antonio72 ha detto in risposta a EquesFidus

                Quindi l’omosessuale sarebbe un uomo innaturale? E tuttavia ancora non hai spiegato come possa contribuire alla destabilizzazione sociale e morale la legalizzazione delle unioni civili omosessuali, che ovviamente non intaccherebbero di una virgola l’istituzione matrimoniale tra un uomo e una donna, perdipiù se religiosa. Anzi, ancor di più. Sappiamo che il matrimonio, pur essendo l’unica istituzione di coppia riconosciuta, almeno in Italia, ha già problemi di suo, ovvero la società italiana si è già destabilizzata in questo senso senza PACS e similari, molto peggio di altri paesi europei.
                Ma al posto di rimuovere le cause che hanno portato allo sfacelo la famiglia in una Italia in piena recessione economica e morale da diversi anni: economiche, politiche, sociali, assistenziali, se ne inventano altre, come la legislazione delle unioni minoritarie omosessuali, che non solo non possono evidentemente rientrare nell’insieme di queste cause, ma non è nemmeno dimostrato che possano in futuro concorrervi. Insomma una vera e propria presa di posizione meramente ideologica, e secondo me vuota ed insignificante dal punto di vista pratico. Se la Chiesa vuole veramente che si stabilizzi la famiglia perchè non chiede al governo Monti l’immediata imissione di liquidità alle famiglie dal sistema creditizio (di cui lui è esimio esponente), e subito prima che manchi l’ossigeno anche per respirare? Ed invece che fa? Tagli e tasse che stanno ammazzando non solo l’economia delle famiglie ma anche il loro futuro. Ma voi continuate pure a farvi abbacinare dallo specchietto per le allodole. Auguri.

                • Vronskij ha detto in risposta a Antonio72

                  Antonio72 vedo che hai abbandonato la tema della tecnologia sostituendola con la tema dei omosessuali. Non so come considerare, un regresso oppure un progresso?

                  • Antonio72 ha detto in risposta a Vronskij

                    Vronskij, consideralo un ingresso..nel mondo reale.

                    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Antonio72

                      Antonio passa da un’ossessione ad un’altra, il “suo” mondo reale è alquanto triste. Guardiamo il lato positivo: almeno ci siamo liberati dalle sue svagonate contro la tecnologia.

                • EquesFidus ha detto in risposta a Antonio72

                  In verità, è l’atto omosessuale ad essere contrario alla natura umana, non l’essere omosessuali in sé e per sé. Io non desidero spostare l’argomentazione sul piano politico, che lascia il tempo che trova, bensì mantenerlo su quello morale ed antropologico. E nella natura umana stà scritto che l’uomo è per la donna e la donna è per l’uomo, ed entrambi provengono da Dio, ma non l’uomo per l’uomo o la donna per la donna. Può forse il seme maschile e quello d’un altro uomo generare la vita? O forse può l’uovo di una donna e quello di un’altra donna generare una vita? Nella complementarietà delle due metà, ovverosia solo nell’uonione fra seme maschile ed uovo femminile, può essere generata nuova vita, tant’è che tutti i mezzi per permettere a due uomini o a due donne di “figliare” sono in realtà artificiali ed innaturali. Poi, se non si è disposti ad accettare questa evidente verità (che precede il cristianesimo e l’ebraismo, e che affonda le sue radici nell’evoluzione dell’essere umano) non c’è niente da fare; come diceva Aristofane, “non puoi far camminare diritto un granchio”, ovverosia chi insiste col ritenere neutre queste nuove proposte di legge non ci sarà mai verso di farlo rigare dritto, a meno di una personale Epifania. L’istituzione del matrimonio omosessuale, in verità, andrebbe a colpire l’istituto naturale del matrimonio ed il suo significato antropologico (per quanto detto prima), inoltre sarà sicuramente accompagnato da richieste di adozione, prima o poi. Quel che in Italia serve (e non solo) è una seria legge patrimoniale, non matrimoniale.

                  • Antonio72 ha detto in risposta a EquesFidus

                    Se Dio non avesse voluto l’uomo per l’uomo, l’omosessuale non esisterebbe, ovvero l’essere umano omosessuale non sarebbe venuto all’esistenza. Inoltre ritengo ridicolo catalogare le persone rispetto al loro atto sessuale, omosessuale o eterosessuale. Per accertare l’evidenza del fatto che due omosessuali non possano procreare non serve scomodare l’ebraismo, né il cristianesimo e nemmeno Aristofane.
                    Che significa l’atto omosessuale o l’atto eterosessuale? Boh.. Infine ancora non hai ancora spiegato come le unioni civili tra omosessuali possano colpire il matrimonio tra eterosessuali, mentre hai evitato di rispondere al piano politico, il quale non lascia il tempo che trova (come le tue inutili ed indimostrate questioni antropologiche), ma lascia le famiglie presenti e future a piedi scalzi a camminar su carboni ardenti.

                    • EquesmFidus ha detto in risposta a Antonio72

                      Se è per questo, Dio neppure vuole il peccato ma il peccato esiste. Vorresti forse insinuare, in maniera blasfema, che Iddio vuole il peccato?
                      L’atto omosessuale è l’atto sessuale tra due omosessuali, ovevrosia tra due persone delle stesso sesso, mi pare chiaro. Dal momento che il matrimonio, oltre che ad una componente unitiva (non presente comunque sia nell’atto omosessuale, poiché le componenti fisiche sono comunque sia destinate all’altro sesso e non al proprio, dato che non esiste un sesso omosessuale ma solo uomini e donne) ne comprende una intrinsecamente generativa (ovverosia, che in condizioni normali sia possibile per i coniugi generare la vita autonomamente), direi che quello omosessuale non può essere neppure qualificato come tale. Le mie inutili ed indimostrate questioni antropologiche sono, invece, fondamentali e perfettamente dimostrate: dimostrami come a) l’istituto del matrimonio non derivi, antropologicamente e semanticamente, dall’atto di procreazione b) come, nonostante in certe regioni el mondo sia praticata la poligamia o l’incesto, questo non avvenga mai tra persone dello stesso sesso. Vorresti forse giustificare anche la poligamia o l’incesto matrimoniale, dato che avvengono comunque sia presso certe zone dle mondo? Insisto, non voglio parlare della desolante situazione politica attuale in favore della famiglia ma dell’istituto stesso del matrimonio, che si tenta di minare cercando non solo di farlo sparire (anche con il divorzio, ad esempio) ma anche di farlo sostituire da altre forme di unione insensate. Questo tralasciando la questione dei figli, altrimenti non se ne esce più. Il “matrimonio” omosessuale è erroneo ed iniquo poiché a) non tiene conto della realtà antropologica e morale del matrimonio b) non tiene conto di eventuali figli adottivi, i quali necessitano comunque sia di un padre e di una madre c) ancora riduce il matrimonio ad un capriccio e non ad un istituto della legge naturale, per cui sarà sempre più facile scadere in nuove e sempre meno dignitose forme d’unione. E’ più chiaro così? D’altronde, come già diceva Seneca, la legge ha valore educativo, non soltanto normativo, pertanto la legge che non è più proibente ma permettente non può che portare allo scompiglio sociale. Inoltre, i cristiani debbono tendere a Dio in tutto, anche nella vita matrimoniale e non supportare cose contrapposte ad essa, o forme d’unione (come dice il Papa) radicalmente diverse.

                    • EquesmFidus ha detto in risposta a Antonio72

                      Ed ho pure sbagliato a scrivere il mio nome, ovvia! Ma difronte a certi interventi, dove si fa finta di non capire cosa dico e cosa propone, nel concreto, e perché lo propone il Magistero capita di inalberarsi.

                    • Antonio72 ha detto in risposta a Antonio72

                      a) Basta leggere la Costituzione italiana, non mi pare che sia prescritto il controllo della fertilità per la coppia che voglia unirsi in matrimonio, e viceversa ci sono coppie di fatto eterosessuali (non sposate) con figli. Anzi ricordo che la legislazione ha recentemente imposto la totale equiparazione tra figli naturali e figli legittimi.
                      b) Non ho capito. Cos’è che non avviene mai, l’incesto tra persone dello stesso sesso? I fatti sono che nell’Europa con cultura europea (e non in paesi di dubbia democraticità o nei regimi islamici) le unioni omosessuali sono legalizzate, anche se nella maggior parte dei casi non equiparate al matrimonio, ad eccezione appunto dell’Italia e forse di altri due o tre Paesi.
                      c) Il matrimonio civile non è altro che un contratto (da cui è possibile recedere) e la realtà purtroppo ci dice che talvolta chi stipula questo contratto lo fa per capriccio. Se la gente è di natura capricciosa non è mutando le clausole del contratto che si possano ottenere miglioramenti nel carattere, o addirittura impedendo altri contratti che non c’entrano nulla.
                      Se Seneca avesse visto (con gli occhi dell’uomo moderno) quali enormi e tragiche conseguenze abbiano prodotto gli Stati etici nel Novecento (per es. l’URSS) o le aberrazioni di certe teocrazie, credo che avrebbe cambiato idea. La legge scritta non può sostituirsi alla vita reale delle persone, ma deve limitarsi a regolamentarla al fine di assicurare a tutti la dignità e la libertà di condurre la propria vita nel rispetto della dignità e della libertà altrui (semplice ma fondamentale regoletta democratica). In ogni caso quando lo Stato voglia sbirciare nelle camere da letto è l’inizio della fine di libertà, uguaglianza e legalità. Ne sono un classico esempio, e paradossalmente in quanto si rovescia il discorso sugli omosessuali, i ricorsi bocciati dalla Corte Europea delle coppie omosessuali che pretendevano di contrarre matrimonio in paesi che non lo prevedono. La Corte è stata chiara: i costumi e la cultura diffusi in una popolazione omogenea (quella Europea, ovvero in Stati sovrani) e quindi accettati da persone in carne ed ossa, non possono essere cancellati con un tratto di penna arbitrariamente dal legislatore sovrannazionale, anche qualora si sospetti una violazione palese di un diritto fondamentale, come appunto il matrimonio omosessuale (a meno che appunto ciò non sia già riconosciuto da tutti). E mi risulta che di questo principio se ne avvantaggi in Europa, anche se oggi forse un po’ meno di ieri, anche la stessa Chiesa cattolica.
                      Sarebbe bello che lo capissero anche certi burocrati della BCE, ma pare che con la moneta si suoni tutt’altra musica. E purtroppo non lo capisce nemmeno il Parlamento italiano in quanto mi risulta che la stragrande maggioranza del popolo sovrano italiano è favorevole alle legalizzazione delle unioni omosessuali (molto meno alle adozioni). La cultura generale ha già quindi voltato pagina, ora tocca al Legislatore italiano, il quale purtroppo è spesso affetto da ritardo cronico o dalla sindrome da orecchio di mercante (e non mi riferisco in particolare a questa tematica).

                    • EqusFidus ha detto in risposta a Antonio72

                      Vuoi leggere la Costituzione italiana (assisa quasi a nuovo Vangelo e non a fallibile e modificabile legge umana)? D’accordo, l’articolo 29 dice: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
                      Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.”. In sostanza, la Costituzione stessa, parlando di “società naturale”, accetta quale unico matrimonio possibile l’unico matrimonio assecondante la natura umana, ovverosia quello eterosessuale (e poi ci sarebbe molto altro da dire, dato che, come si può vedere, comunque sia la Costituzione riconosce alle coppie di fatto e simili minori diritti e doveri rispetto a quelle sposate.).
                      Ora hai tirato fuori una nuova scusa: la “cultura europea”. La “cultura blasfema”, sarebbe meglio chiamarla! Perché l’Europa non l’hanno fatta le banche o gli atei, l’hanno fatta i cristiani che poi sono stati usurpati. Ma cos’è questa “cultura”, che emerge solo per imporre e propagandare cose inique quali aborto, divorzio, eutanasia e nuove forme di unione? Essa è una cosa da aborrire nel modo più totale, che l’uomo di buon senso (non solo cattolico) rifugge poiché contraria a tutta la legge naturale. Inoltre, tu menti: in Europa le unioni omosessuali non sono affatto regolarizzate come dici tu, dal momento che a) in Italia (e non solo) si fa di tutto per far sembrare che l’Unione Europea sia totalmente imperniata su questa faccenda, quando non è così b) in molti Paesi in realtà c’è una legge patrimoniale (non matrimoniale imperniata sui gay) aperta a tutti, di cui possono usufrire anche gli omosessuali, che è cosa ben diversa di un istituto del matrimonio. Basti vedere la Germania, che giusto qualche mese fa ha bocciato il “matrimonio” omosessuale, o la Francia, in cui si discute e si lotta contro questa legge iniqua.
                      Infine, il tuo ragionamento ha una falla logica immane, dal momento che nella tua analisi storica non tieni conto del valore della propaganda e del lavaggio del cervello mass mediatico. Pare che, se la maggioranza delle persone vuole qualcosa, allora quella cosa sia automaticamente giusta. Chiama questa cosa col suo nome e non con altri: relativismo e dittatura della maggioranza. Ma non sempre ciò che viene propagandato come giusto automaticamente lo è, anzi se si perde di vista il riferimento alla legge naturale e ad una morale rettamente intesa non lo è praticamente mai. Basti vedere la Germania nazista, in cui era giusto (per il 90% della popolazione) mettere a morte gli Ebrei e combattere per conquistare il mondo per il Fuhrer. Erano forse desideri leciti o giusti? No, ma per la tua logica erano accettabili. Così, anche quella cultura che tu chiami europea (io la chiamo inciviltà europea, basti vedere l’enorme crisi economica, religiosa e sociale che l’attraversa) propaganda cose illecite ed ingiuste. Nessuno vuole sbirciare nella camera da letto di nessuno, anzi, solo che non si chieda di equiparare coppie omosessuali (o peggio) al matrimonio eterosessuale, tanto meno perché lo chiede la maggioranza (che poi lo sia realmente è da verificare).

                    • Antonio72 ha detto in risposta a Antonio72

                      Fino al 1981 in Italia era in vigore, oltre ovviamente alla Costituzione che riconosceva la famiglia come nucleo fondante della società, anche una legge sul delitto d’onore, una sorta di licenza d’uccidere le donne, sorelle, mogli e compagne che riconosceva di fatto una sudditanza ontologica della donna rispetto all’uomo e che era inquadrata nella cornice culturale dell’epoca, la stessa che assegnava alla famiglia tradizionale quell’unicità valoriale non assegnata ad altri nuclei familiari (anche perchè non ne esistevano).
                      Quella legge fu abolita in quanto cambiò il vento culturale (si può definire anche progresso culturale) come per esempio la stessa Chiesa giustamente oggi si spende per contrastare la pena di morte nel mondo quando fino a due secoli fa la applicava sistematicamente (altro progresso culturale).
                      Che significa tutto ciò? Che neanche la Costituzione è un dogma intoccabile e che quindi oggi è possibile ampliare la sfera dei diritti a soggetti che prima non ne godevano affatto, in quanto la società odierna non è più quella degli anni Cinquanta. Ed anche questo secondo me si chiama progresso culturale. L’alternativa è che sia data licenza ad un apparato statale o altro similare di decidere arbitrariamente quale direzione debba imboccare la cultura di popoli, talvolta eterogenei tra loro. Come nel mio esempio avrebbe potuto fare la Corte di Strasburgo accettando i ricorsi delle coppie omosessuali e quindi di fatto imponendo, ripeto arbitrariamente, una determinata scelta culturale. E questo atteggiamento connota una concezione autarchica del progresso umano e dunque, così almeno ci racconta la storia, un regresso culturale.

                    • EquesFidus ha detto in risposta a Antonio72

                      Continui a fare confusione: il fatto che vi sia un cambiamento cutlurale non è necessariamente positivo, anzi. Quello sul delitto d’onore sicuramente sì, dato che è in contrasto con la Scrittura e con la legge morale naturale, la pena di morte pure (anche se, giustamente, la Chiesa cattolica ritiene che, in assenza di adeguate strutture contenitive o per legittima difesa, possa essere una triste necessità) ma non il “matrimonio” omosessuale. Senza contare, inoltre, che il matrimonio è stato ricosciuto non essere un diritto in sé, bensì uno staus scoiale portante diritti e doveri, pertanto non esiste un “diritto al matrimonio”, e discuterne in tal senso è fuorviante. Inoltre, il matrimonio (nel senso vero ed antropologico del termine) non ha affatto bisogno di leggi per sussistere: basti pensare, ad esempio, come sino alla revisione del Concordato il matrimonio in chiesa non fosse riconosciuto dallo Stato italiano, eppure ciò non cambiava l’importanza dell’atto matrimoniale, o che avvenisse tra persone di sesso diverso o che fosse più praticato di quelle civile, formalmente riconosciuto dallo Stato. Se poi vuoi insistere ritenendo che sia diritto anche ciò che diritto non è (al pari di inesistenti diritti all’aborto, all’eutanasia ed al divorzio) fai pure, ma questa operazione non può che essere spinta dall’ondata di sentimentalismo (per cui tutto è un diritto/capriccio, anche avere figli) e non può portare a buoni frutti.

                    • EquesFidus ha detto in risposta a Antonio72

                      Infine, per quanto mi riguarda l’idea stessa dell’esistenza di una cultura europea, laicista ed estirpata dal cristianesimo, non può che farmi sorridere, dato che l’invadente UE in realtà è di natura principalmente economica e spesso si intromette nella sovranità nazionale senza averne alcun diritto.

                    • Antonio72 ha detto in risposta a Antonio72

                      Il matrimonio è ovviamente un diritto costituzionale, in particolare familiare, e regolamentato dalla legislazione. Ora si deve capire semmai quale status familiare debba assegnarsi alle coppie omosessuali o anche alle convivenze eterosessuali more uxorio anche ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione che tutela i diritti del’uomo sia come individuo sia come appartenente a formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. Ed in mancanza di una legislazione mirata, per esempio per le convivenze more uxorio, è la giurisprudenza costituzionale a fare testo. E nel caso degli omosessuali vi è il rischio (che è già realtà) di una frammentazione normativa tra i diversi enti locali, anche se non si arriva mai ad equiparare le unioni civili omosessuali all’istituzione matrimoniale. Infatti come già detto la legalizzazione del matrimonio omosessuale avviene in pochissimi Stati sovrani europei, mentre la regolamentazione delle unioni civili è un fatto nei più grandi e avanzati paesi europei controntabili con l’Italia (anche se non si sa ancora per quanto tempo).

                    • EquesFidus ha detto in risposta a Antonio72

                      Ma il matrimonio non è un diritto, come è stato stabilito dalla Corte Europea, pertanto può non essere concesso senza vilare alcunché. Al più si può discutere di una legge patrimoniale, ma non di una matrimoniale. Cosa devono avere le coppie di fatto? Nulla: questo trucchetto, che mira ad avere tutti i vantaggi del matrimonio senza doveri, è un’altra legge iniqua. Tra l’altro lo dichiara la Costituzione stessa, che il matrimonio eterosessuale deve essere considerato privilegiato rispetto ad altre forme di unione, che siano i “matrimoni” gay o le “coppie di fatto” (ovverosia i conviventi).

                    • Kosmo ha detto in risposta a Antonio72

                      “Fino al 1981 in Italia era in vigore, oltre ovviamente alla Costituzione che riconosceva la famiglia come nucleo fondante della società, anche una legge sul delitto d’onore, una sorta di licenza d’uccidere le donne, sorelle, mogli e compagne che riconosceva di fatto una sudditanza ontologica della donna rispetto all’uomo”

                      E dal ’78 in Italia è in vigore una legge che da alla donna (e solo ad essa) la licenza di uccidere il proprio figlio, anche per capriccio personale (basta dichiarare di essere depresse o che si rischiano fantomatici “danni psicologici”) che sancisce una sudditanza ontologica del figlio rispetto alla madre.
                      E’ questa la tua tanto osannata “civiltà delle popolazioni nordeuropee”. Tientela.

                    • Antonio72 ha detto in risposta a Antonio72

                      E’ proprio la Corte Costituzionale che sollecita da tempo il Parlamento a legiferare in tema di unioni civili per non essere costretta ad intervenire caso per caso per via giudiziaria. Non è che il vuoto legislativo possa imporre dei rigidi modelli alla diversificazione delle relazioni sociali e civili, semmai dovrebbe fare il contrario, ovvero regolamentarli.
                      Ed infatti per quanto riguarda i matrimoni omosessuali, come già detto, la Corte Europea non interviene nelle decisioni dei singoli Stati sovrani europei proprio per questa ragione, ovvero perchè la cultura particolare di un popolo sovrano che decide per l’esclusività del matrimonio eterosessuale, non può essere cancellata con un tratto di penna per via autarchica, almeno fintato che nel territorio eterogeneo europeo non sia acquisito uno standard culturale omogeneo in questo senso. Insomma la Corte Europea attende e consiglia le decisioni degli Stati sovrani, come la Corte Costituzionale attende le decisioni del Parlamento, il quale è di fatto bloccato (e sappiamo da chi) dal legiferare alcunchè, così da costringere agli straordinari la stessa Corte per via giudiziaria.
                      Ma la regolamentazione delle unioni civili, come già detto (ma li leggete i miei commenti prima di replicare?), non c’entra nulla col riconoscimento del matrimonio omosessuale. Da questo punto di vista l’Europa è invece omogenea, ad eccezione degli arretrati paesi dell’est e dell’Italia.

  4. Fbaio ha detto

    Pur difendendo il papa a spada tratta, devo dire che di granchi ultimamente ne prende molti… E qui l’accostamento è inopportuno pur capendo, ma non condividendo, le sue posizioni.
    Comunque inviterei Alberto Santoni ad un bel confronto con Melloni per vedere chi non ha capito nulla.
    E poi basta con sta menata della legge naturale! Cos’è un dogma?

    • EquesFidus ha detto in risposta a Fbaio

      E questa sarebbe una difesa a spada tratta? A me sembra più un colpo di pugnale.
      La legge naturale non è formalmente un dogma, tuttavia viene richiamata anche nell’enciclica Humanae Vitae (vincolante in tema di fede e di morale, essendo stata pronunciata ex cathedra) ed è anche, per esempio, il motivo per cui un non credente o l’adepto di un’altra religione può salvarsi, poiché presuppone che Iddio abbia iscritto nel cuore d’ogni uomo la Sua legge e la tensione a fare la Sua volontà. Che l’uomo poi la rifiuti e non sempre (anzi, raramente) tenda a Lui è un altro discorso.

  5. Daphnos ha detto

    Un saluto a tutti e un caloroso augurio di buon 2013 a tutti i curatori e agli ospiti del sito.

    Colgo l’occasione della pubblicazione di questo articolo per segnalarvi un pezzo scritto dal prof. Giorgio Israel, verso il quale la stima che nutro è condivisa da molti utenti di UCCR.

    http://gisrael.blogspot.it/2012/12/si-puo-dire-no-ai-matrimoni-gay-senza.html

    Israel riporta le (interessantissime) opinioni di un rabbino francese, Gilles Bernheim, sul dibattito seguito alla proposta di legge sul matrimonio omosessuale in Francia, e infine trascrive le proprie. Segue ovviamente una lunga discussione nei commenti, tra chi è d’accordo e chi no: vi invito caldamente, benché ve ne siano di modesti, a leggere tutti gli interventi, in particolare quelli dell’utente “Dr Manilo Converti”. Costui, dopo aver cominciato ad esternare le solite offese e i cavalli di battaglia dei suoi confratelli e aver reso il pubblico partecipe di un neologismo coniato ad hoc per insultare i dissidenti e che mi sembrava di non aver mai sentito, ovvero “ETEROSESSISTA” (in quanto a originalità hanno pochi rivali), ha cominciato a protestare perché il prof. cancellava i suoi messaggi più fervidi. E’ uscito allora con il seguente commento, che vorrei riportare per intero:

    “Dr. Manlio Converti ha detto…

    Mentre sul numero dei mariti e delle mogli il mondo occidentale, che pure aveva i ginecei e le concubine, ha optato per i divorzi, rendendo pari la gara alla regolare contrattazione degli amanti, senza considerare ogni altra forma, comunque onnipresente di ricerca ossessiva di sesso, perché il presente e non la futura genia interessa il priapo italico e la sua genia; un coacervo di mitologie omofobe si sommano per negare un’uguaglianza che da appunto diritti ai nostri figli, il nostro futuro materiale, oltre che quello figurato di tutti i futuri omosessuali della Terra, questi figli gay e questi figli di lesbiche e gay che sono assolutamente uguali a quelli etero anche nel metodo se adottati, se generati o se artificialmente concepiti, tranne che non possono essere figli di due padri o di due madri sposate.

    Mitologie omofobe, dicevo, derivate da San Paolo di Tarso, sinceramente, ed approdati tra arabi colonizzati ed israeliti esodati sia all’epoca sua sia in salsa Vittoriana, che diede vita al codice Prussiano da cui nacque il nazismo, mentre i miti platonici, i sacerdoti della dea Madre, “l’Adama” progenitore androgina ed ermafrodita della Torah, il poeta Sufi di Konya, le sante senza seni, San Giovanni prima, San Sebastiano dopo, perfino gli ammiragli cinesi, i vizir islamici o gli imperatori onnipotenti hanno sempre praticato la liberalità e la normalità delle relazioni duali tra omosessuali.

    Ecco la contrapposizione catto.giudaico.islamico.fascista, omofoba e razzista, legate a filo doppio anche oggi nel Mondo, in quei Paesi che ci condannano perfino alla morte sulla base di queste norme, che erano le nostre imposte alle colonie, soprattutto inglesi !!

    A Napoli perfino la camorra del seicento aveva accolto il Matrimonio Masculino tra le regole sociali dei vicoli popolani.

    Suvvia lei ora è nonno… e nella sua stirpe nasceranno persone che lei vuole discriminare!
    Tra i due è lei che non vede al futuro !!
    12/20/2012 07:50:00 p.”

    Dicevo che questo commento mi ha colpito, non tanto per il fervore dell’autore, e neanche solo per l’assurdità di gran parte dei contenuti. Io ritengo che, a prescindere dalle legittime diversità di vedute che si possono avere sulla questione del matrimonio omosessuale, qui siamo di fronte a qualcosa di molto più pericoloso. Questo militante, dal mio punto di vista, sta tentando un’operazione molto più ambiziosa: per legittimare le sue pretese, sta cercando di RISCRIVERE la storia del mondo secondo le categorie che lui desidera. Esattamente come fecero, nel secolo scorso, gli storici marxisti quando riuscirono ad imporre le loro tesi in buona parte dei libri scolastici e della storiografia in generale, proponendo la lotta di classe per il potere come l’unico motore perpetuo della storia del mondo. Secondo me, le allucinanti ricostruzioni su San Paolo progenitore del nazismo o sulla pena di morte per i gay nei paesi islamici, secondo lui dovuta ad un’esportazione dell’omofobia britannica di età vittoriana (!!!), non sono preoccupanti quanto il tentativo di asserire che tutta la storia dell’uomo si può riassumere in una categoria di persone che al potere ha cercato di imporre a tutti l’eterosessualità per scopi non precisati (probabilmente per soggiogare le masse, in un rigurgito di marxismo per principianti?), mentre in segreto la praticava; mentre ora la diffusione dell’omosessualità, anche nelle generazioni future, può costituire una sorta di liberazione dall’oppressione millenaria…

    Disegnerò uno scenario avventato, ma non mi stupirei se qualcuno proponesse simili ricostruzioni tra qualche anno anche nelle aule scolastiche; ma in fondo, se negli asili le storie per bambini raccontano di due coccodrilli maschi che adottano un uovo, nelle scuole di grado maggiore si dovrà pur rinforzare la dose, no?

    • Alberto Dellepiane ha detto in risposta a Daphnos

      Tornando ai commenti di Antonio72 che non capisce come l’aborto e le altre cose possano avere a che fare con la pace nel mondo, volevo solo ricordare Madre Teresa di Calcutta che aveva anticipato con la semplicità e la chiarezza che le erano proprie, il concetto qui espresso dal Papa. A un giornalista che le chiese cosa c’entrasse l’aborto con la pace, lei rispose: L’aborto distrugge la pace, se una madre può uccidere il proprio bambino, cosa impedisce a me di uccidere lei, o a lei uccidere me?

    • Alberto Dellepiane ha detto in risposta a Daphnos

      Questo dott. Giorgio Convertì dovrebbe solo ringraziare di aver avuto un padre e una madre, sennò col cavolo che sarebbe qui a scrivere fesserie. A proposito, vi segnalo un bellissimo articolo di Galli della Loggia sul Corriere del 30/12 che ha suscitato un sacco di polemiche e che richiama proprio il doc di Barnheim.

    • EquesFidus ha detto in risposta a Daphnos

      Ma è chiaro che sarà così, è ovvio! Quando infatti l’ideologia desidera conquistare il potere, per prima cosa deve riscrivere la storia, di modo tale che tutto sembri confermare ed avvalorare la propria tesi. La fecero già gli Illuministi nel ‘700 questa operazione, figurarsi se non la riproporranno i loro pronipoti. Piuttosto, fratelli, siamo saldi e resistiamo diffondendo la Verità contro queste menzogne e la preghiera, poiché sono le uniche armi che possono combatterla efficacemente.

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