Nuovi studi: divorzio triplica il rischio di ictus, matrimonio allontana la povertà

Uno studio pubblicato sul Journal of Stroke dimostra che gli uomini adulti che hanno sperimentato il divorzio dei genitori prima di aver compiuto 18 anni, presentano tre volte più probabilità di subire un ictus rispetto agli uomini i cui genitori sono rimasti assieme. 

«Avevamo previsto che l’associazione tra l’esperienza infantile del divorzio dei genitori e ictus avrebbe comportato conseguenze rischiose per la salute o un minor stato socioeconomico» ha spiegato una delle autrici della ricerca, Angela Dalton. «Tuttavia, abbiamo fatto dei controlli statistici per la maggior parte dei fattori di rischio noti per l’ictus, tra cui l’età, la razza, reddito e istruzione, comportamenti di salute degli adulti (fumo, esercizio fisico, obesità, e alcool). Ma anche dopo queste regolazioni, il divorzio dei genitori era ancora associato con un triplice rischio di ictus tra i maschi»«E’ possibile che l’esposizione allo stress del divorzio dei genitori possa avere implicazioni biologiche che cambiano il modo in cui questi ragazzi reagiscono allo stress per il resto della loro vita», ha spiegato un altro ricercatore, Fuller-Thomson.

Rispetto alle donne questa indagine non ha segnalato modificazioni. Tuttavia esiste un ampio corpus di ricerche che mostra conseguenze fortemente negative anche per il genere femminile. Contemporaneamente uno studio realizzato dall’Heritage Foundation ha rivelato che crescere con genitori sposati aumenta notevolmente (82%) le prospettive di sfuggire alla povertà per i bambini. Gli autori hanno affermato: «Il matrimonio è di grande beneficio per i bambini, gli adulti e la società, ha bisogno di essere incoraggiato e rafforzato». Il Dailymail ha però fatto notare che negli Stati Uniti Legislatori negli Stati Uniti i legislatori sembrano più impegnati «a promuovere il matrimonio gay, invece di puntellare il tradizionale matrimonio eterosessuale a favore dei bambini».

Queste evidenze scientifiche vanno a dimostrare quanto dice il Catechismo della Chiesa Cattolica (riferito ovviamente ai matrimoni religiosi)  che ritiene il divorzio un atto immorale (dunque nemico della verità) poiché introduce anche disordine «nella cellula familiare e nella società. Tale disordine genera gravi danni: per il coniuge, che si trova abbandonato; per i figli, traumatizzati dalla separazione dei genitori, e sovente contesi tra questi; per il suo effetto contagioso, che lo rende una vera piaga sociale». Ovviamente nessuna responsabilità può essere attribuita al coniuge che sia «vittima innocente del divorzio pronunciato dalla legge civile», cioè clui che «si è sinceramente sforzato di rimanere fedele al sacramento del Matrimonio e si vede ingiustamente abbandonato».

 

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46 commenti a Nuovi studi: divorzio triplica il rischio di ictus, matrimonio allontana la povertà

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  1. Luigi Pavone ha detto

    Non sarebbe il divorzio a causare quelle brutte cose, ma la separazione. Il divorzio fornisce un quadro giuridico che garantisce i diritti di tutti i soggetti coinvolti nella separazione, compresi i figli. Immagino che i rischi di ictus per i figli di genitori separati illegalmente sarebbero maggiori di quelli dei figli di genitori separati legalmente.

    • Panthom ha detto in risposta a Luigi Pavone

      Probabilmente senza divorzio i genitori non sarebbero tentati di lasciarsi al minimo litigio, basta tirarsi su le maniche e risolvere i problemi che sembrano insormontabili. Il divorzio ha annullato l’interesse a pensare i rapporti in modo duraturo, anch’essi sono diventati precari. E le conseguenze le portano i figli.

      • Luigi Pavone ha detto in risposta a Panthom

        Il divorzio NON “ha annullato l’interesse a pensare i rapporti in modo duratoro”, ma ne ha fatto una scelta personale (morale o magari religiosa), ha annullato quell’interesse come obbligazione di Stato. Se esistono troppi divorzi, questo vuol dire che lo stato di salute della nostra moralità non è splendido, e dovrebbe interrogare proprio quelle istituzioni che si propongono fini eticamente edificanti, come per esempio le religioni, e qui in Italia in primis la chiesa cattolica.

        • Roberto crociera ha detto in risposta a Luigi Pavone

          Vola in aria alta sopra le nostre teste la frittata che atterra nella sua padella completamente rivoltata, in tutta onestà BRAVO quasi ai livelli dei litigi con una donna.

          La chiesa che era avversa al divorzio ora è diventata colpevole dei troppi divorzi. Clap clap.

          • Luigi Pavone ha detto in risposta a Roberto crociera

            Non metto in dubbio che la frittata sia stata rivoltata, ma adesso è nella sua giusta posizione, a me pare.

            • Roberto crociera ha detto in risposta a Luigi Pavone

              No, la frittata è per terra.
              Lo stato abbatte gli argini e si da la colpa alla chiesa se il fiume esonda . . . E la pioggia che alza il livello del fiume è la superficialità dovuta alla secolarizzazione

          • Salvatore ha detto in risposta a Roberto crociera

            Luigi ci ha abituato a questi giochi. Sull’aborto dice che la legge non autorizza la soppressione dell’essere umano ma semplicemente l’interruzione di gravidanza. Credo che sia un modo di fare che gli permette di dire qualsiasi cosa, in un modo o nell’altro se la cava comunque o almeno si illude di cavarsela.

        • Panthom ha detto in risposta a Luigi Pavone

          Il divorzio ha indotto a pensare i rapporti in modo precario: “proviamo a vedere poi tanto c’è il divorzio”. Il divorzio ha indotto l’abbassamento del nostro valore morale, come l’eutanasia abbasserebbe il livello del valore del rispetto della vita. La Chiesa cattolica non è una religione, piuttosto è l’uomo che si è indebolito a tal punto da non riuscire più a seguire la difficile strada della verità. Errori sicuramente anche nella Chiesa, ma certamente è l’uomo che ha abbandonato Cristo e i risultati purtroppo si vedono. Basta osservare il livello di individualismo che pervade i nostri rapporti, la precarietà di essi e il senso di perenne isolamento degli abitanti delle società laicizzate…un esempio sono i paesi del Nord Europa.

          • Francesco ha detto in risposta a Panthom

            Pensi davvero che il divorzio abbia indotto una precarietà nei rapporti privati,e non che essi potessero essere precari già di suo? Il commento di Corrado Luciani che è stato esposto più in basso risponde egregiamente al nocciolo della questione, ovvero che il divorzio può essere la soluzione ad una situazione diventata estremamente stressante e troppo controproducente sia per i coniugi che per i figli (rabbrividisco al pensiero di trovarmi in una famiglia in cui siano sempre presenti litigi e violenza fisica). Io penso semmai che il divorzio abbia portato a prendere il matrimonio troppo alla leggera, ormai ci si sposa troppo giovani con dei tizi che neanche si conoscono per bene. E poi siamo stufi di tirare in ballo sempre l’eutanasia (per me non abbassa il valore della vita, anzi la eleva: non la riduce ad un semplice meccanismo di funzionamento di organi vitali) e la società secolarizzata (l’Europa è stata una società cristiana per una decina di secoli e non mi sembra che fosse una situazione idilliaca) citando ovviamente i soliti paesi del nord Europa (Da che pulpito, voglio vedere dove si trova il miglior tenore di vita).

            • Panthom ha detto in risposta a Francesco

              Esattamente..basta vedere la solidità delle famiglie prima dell’introduzione di tale legge. I litigi e la violenza fisica sono segni d’immaturità delle persone, peccati d’orgoglio. Non si risolvono certo con il divorzio, anzi si moltiplicano…oltretutto sapendo che “tanto si può divorziare” uno è anche più indotto a comportarsi in questo modo. Se il divorzio non avesse introdotto l’idea delle relazioni precarie ci si penserebbe molto di più prima di sposarsi.

              Lascio da parte il delirio sull’eutanasia che valorizzerebbe la vita e l’elogio della società secolarizzata. Dopo i vari tentativi di ateismo di stato (mai esistita una società più secolarizzata che nel ‘900!!) mi vergognerei a parlarne ancora, in rispetto perlomeno di tutti coloro massacrati e torturati perché credenti.

          • Matyt ha detto in risposta a Panthom

            E’ un problema di filosofia di approccio al matrimonio, ok.
            Ora, come la Chiesa sta agendo per ricondurre l’umanità verso relazioni meno “liquide”, per citare Baumann?

            Iniziando crociate contro il divorzio? Non è scopare lo sporco sotto il tappeto?

            • Panthom ha detto in risposta a Matyt

              Per chi non va in Chiesa è difficile capire e giudicare su cosa stia facendo la chiesa, non credi? La Chiesa aiuta i fidanzati a creare unioni stabili e durature, sostiene le coppie in difficoltà, suggella gli anniversari di matrimonio incoraggiando a proseguire nella fedeltà e nel superamento dei vari problemi…

              Penso che faresti bene a vergognarti per insultare chi fa del bene alla società, nascondendoti dietro l’anonimato per la vergogna e la consapevolezza della tua completa inutilità sociale in confronto.

      • Titti ha detto in risposta a Panthom

        Io da piccola ricordo i litigi dei miei, litigi infiniti, dove si vedeva l’indiferenza alle critiche dell’uno, e l’esasperazione impotente dell’altra, e a volte, mi ricordo, quasi sognavo che i miei si separassero…pur amandoli entrambi, mi sembrava che l’aria in casa fosse sempre avvelenata e ci avvelenava anche a noi. Và bene cercare di desistere dall’esternare che non si và più d’accordo e per “amore dei figli” restare uniti, ma fingere, fingere è un altro paio di maniche!

        • Panthom ha detto in risposta a Titti

          Questa è proprio la mentalità fallimentare introdotta dal divorzio. Le persone litigano e allora devono dividersi, la scappatoia stupida che ci ha resto tutti soggetti individualisti e profondamente soli.

          Vi farebbe bene conoscere coppie sposate e felici, capaci di prendere in mano il loro rapporto in caso di divergenze e risolvere i problemi da uomini. So bene che nella società laicizzata e gli ambienti che frequentate sono una rarità ma ripeto, vi farebbe bene.

      • Gattaca ha detto in risposta a Panthom

        “Probabilmente senza divorzio i genitori non sarebbero tentati di lasciarsi al minimo litigio, basta tirarsi su le maniche e risolvere i problemi che sembrano insormontabili.”

        Dovreste smetterla con questa superficialità devastante.
        Se i miei genitori avessero divorziato invece di insistere nella loro insensata relazione, con l’intento di non creare un piccolo ‘scandalo’ in questo paesello di provincialotti perbene, avrei avuto una vita migliore.

        Invece da quando ho memoria ricordo solo litigi, tensione e tanta paura.
        Avete presente cosa possa significare provare una costante paura per l’incolumità fisica della propria madre? Seguirla quando cambia stanza per controllarla? La paura che possa succedere qualcosa di veramente grave da un momento all’altro? Ed essere così piccoli (fisciamente intendo) e spaventati da sentirsi completamente inutili? Chiedersi (stupidamente ma lo capisci da adulto) perchè i genitori degli altri sembrano così ‘a posto’ e felici?
        Ora è tutto superato, ma solo perchè sono adulto e perchè mio padre invecchiando si è rammollito. Bell’affare.

        Con questi articoli appiattite la realtà in una maniera spaventosa.

        • Leonardo83 ha detto in risposta a Gattaca

          A sentire i devoti del divorzio, tutti i padri sono ubriaconi e maneschi e le madri tutte isteriche e depresse. Di storie come queste ne ho sentite spuntare a migliaia ogni volta che si critica il divorzio, poi però quando si parla dei frutti della secolarizzazione le stesse famiglie diventano ambienti accoglienti, adatti ad educare alla ragione laica e al metodo scientifico con passione e con neutralità sessuale.

          Lasciate perdere, avete già rovinato la società e i rapporti familiari, ora ritiratevi e guardatevi i risultati.

  2. Corrado Luciani ha detto

    Credo che un ambiente familiare sereno giovi molto alla salute dei figli, ma anche dei genitori. Il divorzio presuppone un disaccordo tra la coppia e questo non giova certo ai figli. Tuttavia se il divorzio non fosse lecito e la coppia non andasse d’accordo i figli potrebbero avere conseguenze peggiori. Ossia dobbiamo responsabilmente cercare un amore duraturo, ma non dobbiamo imporre leggi che impediscano il divorzio. Riguardo la povertà delle coppie non sposate sono indotto a pensare che la causa sia a monte, ovvero non ci si sposa perché non si ha abbastanza soldi, dato che la nostra cultura materialista ci impone di fare le cose in grande (viaggio di nozze, cerimonie, fotografo, abiti, casa ben arredata, etc..).

    • Titti ha detto in risposta a Corrado Luciani

      Certo che se l’unione matrimoniale deve passare attraverso la comodità economica, a posto siamo!

    • Xlove ha detto in risposta a Corrado Luciani

      Molto semplice Luciano capire dove stia la verità. Basta guardare la salute psico-fisica dei figli prima che venisse introdotto il divorzio e paragonarla con i bamboccioni di oggi, dipendenti da psico-farmaci e cocaina. E’ fin troppo facile capire quale frattura educativa si sia introdotta nella società, la debolezza dei figli di oggi -cresciuti con genitori divorziati, madre single o coppie omosessuali- sarà sempre lì a ricordarlo.

  3. edoardo ha detto

    La famiglia, almeno in Italia, è l’UNICO, e lo ripeto a caratteri cubitali: UNICO, ammortizzatore sociale serio di questa nazione.
    Per il resto….aspetta e spera, o campa cavallo.
    E non mi riferisco solo a genitori viventi, pensate ai beni lasciati in eredità in un mondo in cui la perdita del lavoro e la precarietà dello stesso mordono sempre di più il tessuto sociale.
    E non venitemi a dire che “anche i figli dei divorziati ereditano e bla-bla..”, perchè io da marito sposato faccio sacrifici e spendo soldi in beni che andranno in eredità, e lo faccio anche in quell’ottica; se fossi “libero”, single, senza dover rendere conto a nessuno, appena ho due soldi potrei mangiarmeli in donne e cocaina e vacanze e i figli che ho messo al mondo uno da questa quando si è rotto il profilattico e un altro da quell’altra che non ha dimenticato di prendere la pillola proprio quella sera…chi se ne frega di loro? Io mi diverto nella mia unica vita in cui sono padrone di me stesso, e i marmocchi si impicchino.
    Non so se ho reso l’idea.
    Adesso ripeto perchè sia ben chiaro e stampato nel cervello:
    La famiglia è l’UNICO ammortizzatore sociale serio oggi in Italia.
    Ripetere cento volte, così entra meglio in zucca.

  4. "Lorenzo" ha detto

    Da figlio di divorziati dico che Pavone spara delle stupidaggini che chiamarle tali è un eufemismo. Da figlio mi ricordo che la mia più grande speranza era che i miei genitori tornassero a volersi bene e non che divorziassero. Il divorzio è una macigno enorme sulla legittima speranza di ogni bambino che mamma e papa facciano pace. E’ una sconfitta delle capacità dell’ uomo di riconciliarsi. Come se due stati non avessero altra via che farsi la guerra per risolvere i loro conflitti. Tanto varrebbe abolire la diplomazia.

  5. Sandro Di Marco ha detto

    Scusate, vorrei chiedervi, se il divorzio “triplica il rischio di ictus”, immagino che questa statistica valga anche per i matrimoni annullati dai tribunali ecclesiastici, giusto ?? Qual’è esattamente la differenza tra un matrimonio annullato (1/5 dei matrimoni sciolti oggi) ed un divorzio? Come mai gli annullamenti hanno subito una impennata incredibile? Se il matrimonio è “indissolubile” come mai la Chiesa ha dato il suo beneplacito allo scioglimento del matrimonio di Carolina di Monaco ? Cos’è, è tutta una questione di soldi e status ? Se il divorzio è un “atto immorale” perch è non lo è l’annullamento ?? grazie.

    • Francesco ha detto in risposta a Sandro Di Marco

      Capirai, adesso diranno che che i matrimoni “annullati” dalla Chiesa devono essere in pratica “non consumati”. Da capire poi cosa voglia dire non consumato… spero che non vadano a controllare di persona se i coniugi hanno fatto sesso o no. In realtà l’annullamento dalla Sacra Ruota è solo un modo, per chi ha i soldi e lo status, di sbrigare il divorzio in modo veloce e con il beneplacito della religione.

      • Salvatore ha detto in risposta a Francesco

        La Sacra Rota prende atto che il sacramento non c’è mai stato per vari motivi. Il sesso non c’entra nulla, ma si verifica che i due partner non sono stati sinceri l’uno nei confronti dell’altro prima di sposarsi ad esempio, per cui il “si” all’altare è stato condizionato da una falsa realtà.

    • Giorgio P. ha detto in risposta a Sandro Di Marco

      L’annullamento (più precisamente: “dichiarazione di nullità”) del matrimonio è solo una certificazione del fatto che il matrimonio non è mai stato valido.

      Nel Catechismo sono descritti una serie di elementi necessari affinché il matrimonio sia valido; se, dopo un’accurata indagine, si scopre che manca uno di essi, il matrimonio viene dichiarato nullo “ab origine” e con effetti retroattivi. Tale matrimonio non è mai esistito, e se ne prende atto: è un servizio fatto alla verità.

      Riferimenti del CCC: 1601-1666, 1680-1690, 2331-2400.

      L’impennata nelle dichiarazioni di nullità di cui Lei parla è un fenomeno molto triste: negli ultimi tempi accade spesso che i testimoni vengano pagati da una delle parti per testimoniare l’assenza di un elemento necessario alla validità.

      Per esempio, so per certo di persone che hanno testimoniato la presenza di costrizioni esterne per indurre al matrimonio. Purtroppo i giudici non possiedono l’onniscienza, e quindi gli tocca ratificare la cosa.

      • Sandro Di Marco ha detto in risposta a Giorgio P.

        Cioe’, secondo te i tribunali eccleasiastici vengono presi in giro dai falsi testimoni ?? Per 1/5 dei divorzi ???? Ma siamo seri ? e’ chiaro che e’ una BUFFONATA ! Se il matrimonio religioso e’ indissolubile piantiamola con questa ipocrisia. Capisco dei casi, rarissimi, in cui la sposa (o lo sposo) vengono costretti…ma, per dirne una, Carolina di Monaco scelse di sposare quell’imbecille di Junot, cosa c’entra l’annullamento ? E’ una buffonata, ed i cattolici dovrebbero avere il coraggio di esprimere le loro critiche nei confronti della Chiesa (cosa che purtroppo proprio non siete capaci di fare).

        • Leonardo83 ha detto in risposta a Sandro Di Marco

          Il tribunale ecclesiastico semplicemente riconosce che il sacramento del matrimonio non è valido perché sono venuti a mancare dei criteri per renderlo tale. Non si annulla il sacramento ma si riconosce che non c’è mai stato. I motivi sono diversi, ad esempio chi tace al partner la sua sterilità ecc…non conosco il caso di Carolina di Monaco ma bisogna andare a leggere le carte e i documenti…sbraitare come fai tu (da ottima checca isterica, oltretutto) serve a ben poco.

  6. Carlo ha detto

    L’articolo dice tutto e il contrario di tutto (complimenti ai cattolici nel saper girare la frittata come vogliono).
    L’ambiente familiare è quello che va ad influire sui figli. Poniamo di avere un clima familiare infernale, dove i genitori litigano sempre e dove la tensione è sempre alle stelle. Anche se i due non divorziassero, i figli avrebbero altissima probabilità di essere colpiti da infarto.

    Ergo non è il divorzio in se a provocare quanto detto nell’articolo, ma il clima familiare teso.

    • GiuliaM ha detto in risposta a Carlo

      Ma perchè dai vostri ragionamenti traspare sempre che il matrimonio è il peggior male possibile? Sembra che ogni famiglia unita in questo vincolo debba avere per forza litigi, clima di tensione ecc., così come che ogni donna sposata (chissà perchè le conviventi no…) venga picchiata dal marito!
      E’ inutile che lo neghi, oggi si è persa la voglia di costruire e si preferisce cambiare partner alla minima difficoltà, invece di rimboccarsi le maniche… le situazioni da te citate sono comunque casi estremi che vanno trattati come meritano. O forse hai scandagliato tutte le famiglie d’Italia e puoi con certezza affermare che le cose stanno come dici te?

      • Francesco ha detto in risposta a GiuliaM

        http://www.edscuola.it/archivio/handicap/2930110.htm

        Non mi sembrano proprio casi estremi. Comunque, nessuno ha mai detto che la famiglia è il peggior male, anzi. Se uno trova la propria felicità in famiglia ha tutto il diritto di averla. Ma se una famiglia è rovinata, e ripeto rovinata, come nei casi che ti ho riportato, l’unica cosa da fare è lasciare il proprio marito/moglie (a volte neanche quello basta, ecco perché hanno creato il reato di stalking). E comunque una convivente può sempre lasciare il suo fidanzato senza problemi, quindi il paragone non esiste proprio.

        • Salvatore ha detto in risposta a Francesco

          Il discorso è se sono matrimoni civili o religiosi. Il fallimento dei matrimoni civili lo stai dimostrando tu con i tuoi commenti.

          Per quanto riguarda i matrimoni religiosi, essendoci un sacramento alla base il matrimonio è indissolubile ed è di questo che si parla. Pensare che Dio non possa raddrizzare anche le inevitabili linee storte è sciocco, migliaia di coppie sono rinate andando all’origine del loro stare assieme, prendendo coscienza di non essere solo loro due a tirare le fila del rapporto. Il divorzio ha rovinato anche le famiglie cattoliche, inserendo in loro il dubbio della solitudine e dell’incapacità a risolvere i problemi.

      • Sandro Di Marco ha detto in risposta a GiuliaM

        Giulia, io non so di chi parli quando dici “i vostri” dati, personalmente penso che il matrimonio sia una cosa bellissima. Cio’ detto, quando un matrimonio non funziona, non funziona, c’e’ poco da fare. E’ una cosa triste ma meglio separarsi che restare insieme ed avvelenarsi il resto della vita (e quelle dei figli). Non ho nemmeno nessun problema col fatto che la chiesa stabilisca che il matrimonio e’ “per sempre”. Trovo pero’ assolutamente ipocrita che si dica questo e poi si finisca con l’annullare 1/5 dei matrimoni (soprattutto quelli di nobili e ricconi che si sposano seguendo un vezzo). Questo, da cristiano, lo trovo assolutamente non accettabile, e non capisco questo atteggiamento acritico dei lettori di questo sito.

        • GiuliaM ha detto in risposta a Sandro Di Marco

          Da cristiano, spero che aver scritto “chiesa” minuscolo sia un tuo lapsus… in caso di violenza e rancore, è sicuramente opportuno separare i coniugi; ma oggi le famiglie vanno a scatafascio per molto meno, è inutile negarlo…

        • Salvatore ha detto in risposta a Sandro Di Marco

          Matrimonio significa “matris munia”, ovvero viene citata la “madre” e questo esclude automaticamente le coppie omosessuali. Non capisco come tu lo possa ritenere “bellissimo” senza passare per omofobo.

          Un matrimonio non funziona, ma se c’è il Sacramento alla base allora non è nelle mani dell’uomo e tutto è possibile a Dio. Se parli di matrimoni civili sono cavoli vostri.

  7. Carlo ha detto

    Altra balla è che il matrimonio allontana la povertà. E’ sotto gli occhi di tutti e le statistiche ce lo confermano, che all’aumentare del numero dei figli il rischio povertà aumenta.
    D’altronde è quello che sta succedendo nel mondo. 7 miliardi di persone che pretendono uno stile di vita come quello ex-occidentale. Le risorse non sono sufficienti per tutti… e ce ne stiamo accorgendo molto bene.
    Notizia degli ultimi gioni (che dovrebbe stare su tutti i giornali, dal primo all’ultimo) è che la Cina ha iniziato a comprare petrolio dalla Russia pagandolo in Yuan. Notizia “devastante” per chi mastica qualcosa di economia.
    Prevedo una guerra a breve contro l’Iran, con coinvolgimento diretto di Usa Europa, Cina e Russia. Questa volta saranno usate armi nucleari, e i 4 gatti che rimarranno non avranno tempo x pensare al divorzio!!

    • GiuliaM ha detto in risposta a Carlo

      Il matrimonio allontana la povertà (per i FIGLI, come scritto nell’articolo) eccome! Pensi che i figli siano meglio mantenuti da una madre single o da una coppia sposata?

    • Leonardo83 ha detto in risposta a Carlo

      Altra balla? Ma se gli atei furiosi mettono in dubbio il responso della scienza, verso quale dio si inginocchieranno ora? Oltre al dio denaro, ovviamente. Grazie per l’eventuale risposta, Carlo.

  8. Carlo ha detto

    Facciamo 2 conti…

    1 madre single che guadagna 1200 Euro al mese e deve mantenere 1 figlia.

    1 padre di famiglia che guadagna 1500 euro al mese e deve mantenere 4 figli.

    a voi i conti

    • GiuliaM ha detto in risposta a Carlo

      Potremmo anche fare i conti inversi: 1 coppia sposata (con i genitori che portano entrambi reddito, prima non l’ho specificato) che deve mantenere 3 figli e una madre single che deve mantenere gli stessi 3 figli. Con questi conti non si va proprio da nessuna parte…

    • Azaria ha detto in risposta a Carlo

      Bello il confronto Carlo: Madre single una sola figlia (e poi mi devi spiegare perché hai specificato che sia femmina) coppia sposata 4 figli… statisticamente un paragone che non fa una piega.

    • giovanni ha detto in risposta a Carlo

      Per favore, fai i conti come si deve, Carlo.
      Con un’esperienza pluriennale sul campo (avvocato matrimonialista) ho maturato la certezza che separazioni e divorzi impoveriscono non poco la società.
      Economicamente innanzitutto, ma non solo.
      Il reddito di un nucleo familiare (anche con tutte le certezze affettive e sociali che su di esso si fondano) è costituito di ben più della mera somma dei redditi del singolo coniuge. Senza tenere conto del sostanziale raddoppio di spese per utenze, affitto, condominio, oltre al mantenimento di coniuge e figli, affidato ad un assegno che, per eccesso o per difetto, non sarà mai adeguato alle effettive esigenze dei beneficiari.
      Chi si rivolge a me spesso mi chiede delle soluzioni ma, e questa è la premessa che faccio ad ogni cliente, il diritto mette semplicemente delle “pezze” a degli strappi che soltanto il buon senso e la maturità possono sanare.

  9. Giulia ha detto

    Domanda: restare invece con un marito magari violento, che ti picchia, ti maltratta ti umilia e anche davanti ai figli? Ah già al massimo so fa la fine di Melania Rea, di Barbara Cicioni (massacrata di botte e soffocata all’8º mese di gravidanza dal marito) e di tante altre… Ma così so va in Paradiso mentre il divorzio è peccato (menomale che per ora non lo è lasciare fidanzati violenti e/o pericolosi, se no l’inferno sarebbe pieno da scoppiare)!
    Capisco la difesa della famiglia (anche se personalmente ritengo sbagliate le modalità, né si può costringere una coppia a stare insieme per forza quando hanno ormai deciso di lasciarsi) ma vorrei farvi notare che – fonte ISTAT – la maggior parte delle violenze contro le donne avviene proprio in casa, ad opera di mariti, fidanzati, padri ecc. La cronaca poi ci racconta con cadenza quasi quotidiana di donne che “osano” lasciare mariti e/o fidanzati e vengono uccise perché “lui non si rassegnava a perderla” o “lui l’amava ancora” – come a dire: lei lo ha mollato, dopotutto, era chiaro che lui sarebbe tornato alla carica… – spesso nella generale indifferenza e dopo mille campanelli di allarme.
    Perché di questo non parlate mai? Ammazzare la moglie o l’ex fidanzata non è forse al di là non dico dei principi cristiani ma del semplice definirsi essere umano? E parliamo di delitti avvenuti in contesto familiare… Quante donne avrebbero preferito essere ancora vive e poter divorziare o lasciare un partner violento – ma qualcuno ha “deciso” per loro? Penso che Melania Rea, Barbara Cicioni e tante altre avrebbero preferito divorziare che non farsi ammazzare dall’uomo che amavano.

    • GiuliaM ha detto in risposta a Giulia

      Come ho scritto sopra, sembra che con questi discorsi ogni famiglia sia piena di violenza e soprusi; purtroppo la cronaca di oggi parla esclusivamente di situazioni tragiche, mentre ignora, perchè “non fa notizia”, altri tipi di situazioni sicuramente più tranquille.
      Giulia, ma lo sapevi che la Chiesa, con molto buonsenso, ammette la separazione dei coniugi in caso di grave incompatibilità e situazioni degenerate?

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