Barrie Schwortz, il fotografo ebreo convertito dalla Sindone
- Ultimissime
- 28 Apr 2012
In Ultimissima 18/05/10 raccontavamo della conversione del famoso documentarista e regista, David Rolfe, dopo aver studiato la Sindone di Torino: «Ateo convinto e consapevole dell’esistenza di numerose reliquie false, ho prodotto il mio primo documentario sull’argomento, “The Silent Witness”, (Il testimone silenzioso) nel 1977, deciso di scoprire e mostrare come e da chi era stata contraffatta la Sindone. Non potevo pensare che ci fosse un’altra spiegazione […]. Il mio documentario, lungi dal rivelare la contraffazione, è divenuto un argomento affascinante per la probabile autenticità della Sindone […]. Noterete da come mi esprimo che nel corso della produzione sono divenuto credente e cristiano», ha raccontato.
Un’altra conversione molto simile è accaduta al fotografo ebreo Barrie Schwortz, responsabile della fotografia per il “Shroud of Turin Research Project” (STURP), il team che ha condotto il primo approfondito esame scientifico della Sindone nel 1978. Attualmente svolge un ruolo importante nella ricerca sulla Sindone e nella sua spiegazione e divulgazione. E’ editore e fondatore del sito Shroud of Turin Website (www.shroud.com). Schwortz è apparso in programmi e documentari di tutto il mondo, tra cui The History Channel, Discovery Channel, Learning Channel, National Geographic Channel, CNN, BBC, Fox News, Channel 1 Russia, le sue fotografie sono apparse in centinaia di libri e pubblicazioni tra cui National Geographic, Time Magazine e Newsweek. In una recente intervista, svolta presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum dove ha tenuto delle lezioni nell’ambito del corso per il Diploma di specializzazione in Studi Sindonici, ha raccontato come lo studio della Sindone lo abbia condotto a conoscere Dio e a essere un uomo di fede.
Ha iniziato parlando della Sindone: «All’inizio del mio lavoro, ero molto scettico sulla sua autenticità. Non provavo nessuna emozione particolare nei confronti di Gesù perché sono stato cresciuto come un Ebreo ortodosso. L’unica cosa che sapevo di Gesù era che anche lui era un ebreo, e questo era tutto. Esaminando la Sindone, ho capito subito che non era dipinta». Dopo 18 anni di studi, la convinzione completa è arrivata quando «il chimico del sangue Allen Adler, un altro ebreo che faceva parte del gruppo di studio, mi ha spiegato perché il sangue è rimasto rosso sulla Sindone. Il sangue vecchio doveva essere nero o marrone, mentre il sangue sulla Sindone è di un colore rosso-cremisi. Mi sembrava inspiegabile, invece era l’ultimo pezzo del puzzle. Dopo quasi 20 anni di indagini è stato uno shock per me scoprire che quel pezzo di stoffa era il telo autentico in cui era stato avvolto il corpo di Gesù. Le conclusioni a cui ero arrivato si basavano esclusivamente sull’osservazione scientifica».
Non ha dubbi Schwortz: «una volta giunto alla conclusione scientifica che il telo fosse autentico, sono arrivato a capirne anche il significato. Si tratta del documento forense della Passione, e per i cristiani di tutto il mondo è la reliquia più importante, perché documenta con precisione tutto ciò che viene detto nei Vangeli di ciò che è stato fatto a Gesù. Penso che ci siano abbastanza prove per dimostrare che quello è il telo che ha avvolto il corpo di Gesù». La verità su Gesù è compito della fede, lui specifica che «dal punto di vista scientifico quel telo ha avvolto il corpo dell’uomo di cui si parla nei Vangeli».
Lo studio della Sindone non lo ha solo convinto dell’autenticità, ma lo ha anche cambiato, evidentemente, anche a livello personale: «All’inizio dell’indagine, sapevo di Dio, ma non era molto importante nella mia vita. Non avevo pensato a Dio, da quando avevo 13 anni […]. Non ero molto religioso, era quasi un obbligo per la mia famiglia. Da allora mi sono allontanato dalla fede, dalla religione e da Dio, fino a quando non ho raggiunto i 50 anni. Quando nel 1995 sono arrivato alla conclusione che la Sindone era autentica, ho costruito il sito shroud.com. Ho iniziato a raccogliere il materiale e l’ho messo a disposizione del pubblico. Ho iniziato a parlare pubblicamente della Sindone intorno al 1996». Questo dualismo non poteva però continuare: «Quando la gente ha iniziato a chiedermi se ero un credente, non trovavo la risposta. A quel punto mi sono interrogato ed ho capito che Dio che mi stava aspettando. Ero davvero sorpreso di vedere che dentro di me c’era la fede in Dio. Fino a 50 anni avevo praticamente ignorato la fede ed improvvisamente mi sono trovato faccia a faccia con Dio nel mio cuore. In sostanza posso dire che la Sindone, è stato il catalizzatore che mi ha riportato a Dio». Ha concluso divertito: «Quanti sono gli ebrei che possono dire che la Sindone di Torino li ha portati alla fede in Dio?».
11 commenti a Barrie Schwortz, il fotografo ebreo convertito dalla Sindone
Non è la prima storia di questo tipo che sento. Ma di questi simpatici e modestissimi scienziati atei, che entrano nella stanza della Sindone dicendo “datemi mezz’ora e vi dimostro che è una patacca” e dopo mezz’ora escono dalla stanza “cattolici apostolici romani” quanti ce ne sono?
Veramente, stando all’articolo, questa “mezz’ora” è durata vent’anni…
Beh, di sicuro nessuno di loro si chiama Garlaschelli 🙂
E infatti Garlaschelli la Sindone l’ha vista solo in foto…
Che uomo ridicolo che è Garlaschelli, mamma mia. E pensare che è il direttore scientifico del Cicap!! Provate a pensare gli altri come sono messi!
Non parlamo male del povero Garlaschelli.
In fondo nel cercare di riprodurre la Sindone (senza riuscirci)
ha solo dato una uletriore prova dell’autenticita’ della stessa.
Mi fa piacere, da accanito frequentatore del bellissimo sito di Schwortz, certamente il più completo che esista sulla Sacra Sindone.
Anche se dirlo non è politicamente corretto, la conversione di un giudeo penso sia molto gradita al Signore! Piacerebbe essere sicuri che sia diventato cattolico…
Una volta anche Odifreddi si era espresso sulla sindone. Per lui era un falso perché è troppo fedele al racconto evangelico. Come dire che una banconota è falsa perché assomiglia troppo ad una vera.
Certo che tra Pierpippo e Garlaschello è una dura lotta, eh 🙂
Butto già dalla torre Garlaschelli però perché va dato atto a Odifreddi di aver respinto come inattendibile la sindone creata da Garlaschelli.
premesso che l’impronta lasciata sul telo possa essere stata di un uomo, restano sempre alcuni punti oscuri che la scienza non può chiarire .
innanzitutto la datazione effettuata con il carbonio 14 che attesta una data di qualche secolo successiva all’età di Gesù e anche se fosse della stessa epoca,a quel tempo la crocefissione purtroppo era assai frequente.
Ma anche se fosse quella di Gesù , non vedo come possa far cambiare credenza ad un uomo saggio, ovvero se uno è un cristiano credente ,dovrebbe rimanere tale indipendentemente dal fatto che il telo sia quello autentico o meno ( infatti la chiesa saggiamente mantiene prudentemente le distanze) , e non vedo come si possa cambiare una visione del mondo semplicemente perchè sia stato trovato un lenzuolo che ha avvolto un corpo .
D’altra parte che gesù sia stato crocefisso lo negano solo i seguaci di una religione che non è quella ebraica