Prosegue con successo la ricerca con le staminali adulte

Dal mondo della ricerca giungono nuove e confortanti notizie sulle potenzialità delle cellule staminali adulte per la cura delle malattie. I ricercatori dell’Istituto di neurobiologia ricostruttiva dell’Università’ tedesca di Bonn guidati dal Dr. Oliver Brüstle hanno messo a punto una nuova ‘ricetta’ per trasformare le cellule della pelle in neuroni con un’efficienza senza precedenti.

Già nel 2006  Shinya Yamanaka, scienziato giapponese, era riuscito a riprogrammare le cellule della pelle per la prima volta ottenendo le cosiddette cellule staminali pluripotenti indotte (cellule iPS). Nel 2010, Marius Wernig, con  il suo team è stato in grado di eseguire la trasformazione diretta di cellule della pelle in neuroni indotti (IN). Nonostante una ricerca molto attiva, tuttavia i risultati ottenuti non avevano finora garantito un cospicuo successo in ambito medico poiché solo una piccola percentuale delle cellule della pelle sono state trasformate nelle cellule nervose desiderate. Il risultato finale di questo studio però è stato strabiliante: le colture cellulari ottenute contenevano più dell’80% di neuroni umani. Secondo la ricercatrice quindi «in un futuro non troppo lontano queste cellule potrebbero essere utilizzate per rigenerare i tessuti danneggiati o distrutti da una grave patologia».

La “medicina rigenerativa” con le staminali non embrionali viene portata avanti anche al Policlinico di Milano, dove è stato avviato uno studio con le staminali del midollo osseo per verificare se potranno combattere anche il Parkinson. Sempre con le cellule del midollo osseo, si sta portando avanti una nuova tipologia di cura contro i tumori al cervello grazie alla collaborazione fra i ricercatori dell‘Istituto scientifico Romagnolo per lo Studio e la cura dei Tumori e il laboratorio di terapia molecolare neuronale del Massachusetts General Hospital. Secondo uno dei responsabili, il dr. Sturiale, cellule staminali adulte estratte dal midollo osseo del paziente oppure dal cordone ombelicale e dal tessuto adiposo possono essere un’arma devastante contro le cellule tumorali residue di gliomi asportati chirurgicamente, responsabili della rinascita del fenomeno tumorale nel paziente.

Le prove che le cellule staminali adulte ingenierizzate stanno venendo utilizzate in campo medico con maggiore efficacia di quelle estratte da embrioni umani. La portata di queste scoperte era già stata auspicata come eticamente plausibile, ancorché  non realizzata, in un documento pubblicato il 25 agosto 2000 dalla Pontificia Accademia per la Vita (“Dichiarazione sulla produzione e sull’uso scientifico e terapeutico delle cellule staminali embrionali umane). Andandolo a rileggere, infatti, si giunge ad un punto del testo nel quale si affermava che la «possibilità di utilizzare cellule staminali adulte per raggiungere le stesse finalità che si intenderebbe ottenere con le cellule staminali embrionali – anche se si richiedono molti ulteriori passi prima di vederne risultati chiari e definitivi – indica questa come la via più ragionevole e umana da percorrere per un corretto e valido progresso in questo nuovo campo che si apre alla ricerca e a promettenti applicazioni terapeutiche».

Una via che oggi appare ben tracciata, anche grazie ai finanziamenti che la Chiesa stessa si preoccupa di destinare alla ricerca nel settore delle staminali adulte. A tal proposito segnaliamo l’articolo apparso sull’Osservatore Romano del 22 marzo 2012 nel quale si parla del conferimento da parte dell’Arcidiocesi di Sidney, a due ricercatori, di un sussidio pari a centomila dollari per finanziare un progetto di ricerca sull’uso medico delle cellule staminali adulte.

Salvatore Di Majo e Marzio Morganti

 

4 commenti a Prosegue con successo la ricerca con le staminali adulte

  • lorenzo ha detto:

    Credo che l’articolo sull’embrione:
    https://www.uccronline.it/2012/04/26/lembriologia-levoluzione-e-levidenza-del-progetto/
    metta in luce i problemi derivanti dall’uso delle cellule staminali embrionali.

    • lorenzo ha detto:

      Invece di mettere il pollice verso, cerca, portando a supporto notizie reali od semplici opinioni, di dire perché sei favore all’uso delle cellule staminali embrionali: è più costruttivo e razionale.

  • Marco Comandè ha detto:

    Io ricordo l’ironia, o sarcasmo se si preferisce, di uno scienziato: quando uscì un rapporto sull’efficace impiego di staminali adulte rispetto a quelle embrionali, non ricordo in quale settore, disse questo scienziato che “L’Avvenire” omise un’informazione supplettiva, cioè che sapevamo di questa efficacia solo perchè la sperimentazione era stata avviata pure con le staminali embrionali! Altrimenti l’efficacia sarebbe stata solo supposta e non verificata!
    Dico questo non per contraddire chi considera l’embrione come vita, ma perchè un dibattito serio sulla maternità dovrebbe tenere in considerazione anche elementi che vengono invece censurati dalla propaganda: se un individuo con problemi di salute necessita di una cura e questa può venire solo da cellule staminali embrionali, allora il modo migliore per risolvere il conflitto tra vita morente e vita nascente è il NEGOZIATO, in cui si evidenziano i limiti al diritto di entrambi gli individui. Ecco la bella propaganda sui principi non negoziabili, l’anticamera della dittatura.

    • Paolo Viti ha detto:

      Dubito fortemente che sia andata così, la ricerca sulle staminali adulte nasce proprio dopo aver constatato l’inefficacia delle embrionali (la loro difficoltà di essere utilizzate) e per tentare di risolvere i conflitti etici.
      Oggi non esiste quel “solo”, non esiste il poter salvare “solo” con le embrionali perché ormai quasi tutto può essere sostituito con le adulte. Non a caso stanno chiudendo diversi centri di ricerca.
      In ogni caso, non si guarisce una vita umana uccidendone un’altra. La vita non è alla mercé di nessuno nonostante la dittatura che proponi. Guarda caso l’aborto è stato introdotto sotto il nazismo per la prima volta, seguito a ruota dall’Unione Sovietica…ah, la dittatura.