Sigmund Freud? «Un bravo scrittore», gli psicologi lo ridimensionano
- Ultimissime
- 10 Gen 2012
Non si è mai capito perché Sigmund Freud sia stato così eccessivamente valorizzato in ambito scientifico. Addirittura alcuni sono arrivati a paragonarlo a Charles Darwin, ma in realtà, nonostante ambisse profondamente al premio Nobel per la medicina, esso gli venne sempre negato perché il suo lavoro era considerato privo di “prove scientifiche”.
Fu invece candidato, nel 1936, al premio Nobel per la letteratura. Secondo lo psichiatra Alessandro Meluzzi, docente di Genetica del Comportamento Umano e di Salute Mentale presso l’Università di Torino e direttore scientifico della scuola superiore di umanizzazione della medicina per la Regione Piemonte, è un paradosso assai corretto: «Freud narratore rappresenta un caposaldo della storia della letteratura più che che della storia della medicina […]. Mentre la psicanalisi da parte dell’analisi e delle psicoterapie oggi giorno è un metodo sicuramente datato e poco applicato, sono infatti ormai pochi i pazienti che vengono curati da una psicanalisi classica, Freud rimane invece un grande contributo alla storia della cultura, del pensiero e dell’intelligenza umana».
Molti polemisti anticristiani citano spesso le tesi anti-religiose di Freud, ma occorre ricordare anche che egli considerava l’omosessualità come un arresto dello sviluppo psicosessuale. Citava le stimolazioni durante il primo periodo della vita (forte legame con la madre, mancanza di un’effettiva figura paterna, inibizione dello sviluppo maschile da parte dei genitori, regressione alla fase narcisistica dello sviluppo, competizione perdente con fratelli e sorelle…) a sostegno della genesi dell’attrazione omosessuale. Nelle femmine parlava di invidia del pene in associazione a conflitti edipici non risolti. Nei “Tre saggi sulla teoria sessuale”, ritenne che fosse lecito sottoporre una persona omosessuale ad un trattamento psicoanalitico solo se il suo atteggiamento fosse egodistonico, ovvero fonte di sofferenza.
Il filosofo Michel Onfray ha recentemente accusato Freud di essere vicino a fascimo e nazismo, mentre non sono pochi i suoi colleghi di oggi che stroncano quasi tutto quello che affermò. In particolare, Anthony Storr, psichiatra di Oxford, lo definisce così: «Faceva collezione di statuette, odiava la musica e aveva una superstizione per i numeri […]. Sebbene Freud fosse molto saldamente attaccato alla propria identità ebraica, la sua pratica religiosa vera e propria era praticamente nulla. Ecco perché credo che in qualche modo egli non capì mai il significato della religione». Montague Barker, psichiatra e direttore medico dello Heath House Priory Hispital di Brisol ha descritto la stanza di Freud con centinaia di statuine: «quando entro e le vedo, tutte meticolosamente disposte in fila, bé, allora come psichiatra tutto quello che posso dire è che in quest’uomo c’era una straordinaria nota ossessiva».
Fraser Watts, psicologo a Cambridge, ha spiegato che «Freud usava le sue idee e il suo quadro concettuale psicoanalitico per dare una vernice razionale da quello che credo fosse un ateismo viscerale derivante dalle sue esperienze personali». Tuttavia ammise che «la concezione psicoanalitica poteva essere usata per sviluppare un approccio alla religione completamente diverso dal suo». Malcom Jeeves, psciologo della St. Andrew’s University, ha analizzato il pensiero di Freud sulla religione (valore alla dipendenza dal padre terreno unita a volontà di indipendenza, risoluzione in un padre immaginario), affermando che potrebbe benissimo essere capovolto: «si scopre che Freud aveva una bambinaia cattolica che non gli piaceva affatto e una pessima relazione con suo padre». Ed è diventato ateo. Così, «sebbene sia divertente pensare a questo tipo di teorie, in realtà bisogna prendere tutto il problema molto più seriamente e chiedersi quali siano i dati di fatto rilevanti. Stando a quel che vedo, Freud non prese in considerazione la maggior parte di essi» (tratto da R. Stannard, “La scienza e i miracoli”, TEA 2006, pag. 108-114).
La redazione
47 commenti a Sigmund Freud? «Un bravo scrittore», gli psicologi lo ridimensionano
Tanto mi hanno da sempre affascinato Antropologia e Sociologia quanto ho sempre visto con sospetto la psicanalisi. Ricondurre tutto alla sfera sessuale mi sa un po’ da maniaci o da iper-repressi (anche se poi pure l’iper-represso alla fin fine spesso si rivela maniaco…).
Questo perchè stranamente si dà per scontato che la psicologia sia psicanalisi ,come ho detto nell’altro post esso è solo un metodo
Infatti la psicologia era nata ben prima di Freud.
Onfray, che ha sostituito Hitchens nel quartetto dei quattro galeotti del New Atheism, se ne è prese di santa ragione per aver criticato Freud. Questi miti sacri del laicismo NON possono essere criticati, altrimenti il rogo è lì ad aspettare. Avete mai provato a criticare Darwin davanti ad un neodarwinista? Beh non fatelo, se ha più di 50 anni lo mandate in arresto cardiaco.
Ah perché tu ci hai provato?Folle!!! 🙂
“Stanotte ho sognato un elefante che mi cag*va in faccia, Freud direbbe che ho paura del pene, ma secondo me ho solo sognato un elefante mi cag*va in faccia”
Charles Bukowsky
🙂
Ha detto così (Bukowsky)?
Si, più o meno quello è il livello degli psicanalisti.
si ha detto qualcosa del genere, comunque Bukowsky non è uno psicanalista ma un alcolista che ogni tanto scriveva, secondo me molto bene.
uno dei migliori scrittori americani insieme a kerouac e fante secondo me!
Non sapevo che l’avesse detto. La aggiungerò alla mia racoclta di citazioni 😀
Grazie per le risposte.
fantastica!
Gli scrittori ridimensionano Sigmund Freud: «Era un brav’uomo».
I bravi uomini ridimensionano Sigmund Freud: «Era».
Bravo mica tanto…
Leggi “Vita quotidiana in casa Freud” di Detlef Berthelsen
Beh dai, qualcosa gli va riconosciuto su. Cosa dice il libro?
C’è chi considera tutta la psichiatria una letteratura e tutti i psichiatri bravi scrittori.
Il filosofo Rorty, partendo da una frase di Nietzsche che il filosofo scrive soltanto le sue memorie, considerava Aristotele e Platone bravi scrittori.
Partendo da un’altra famosa frase di Nietzsche, che l’uomo detta leggi scientifiche a una natura senza leggi, tra i scientisti c’è chi sostiene che tutta la scienza è una letteratura e che i scienziati sono bravi scrittori.
Volio dire che oggi va di moda di fare bravi scrittore tutti, compreso Gesù, ammirato da non credenti come un bardo che raccontava favole molto belle.
Cito dal articolo:
Fraser Watts, psicologo a Cambridge … Tuttavia ammise che «la concezione psicoanalitica poteva essere usata per sviluppare un approccio alla religione completamente diverso dal suo».
Il psicologo credente ebreo Viktor Frankl ed l’antropologo cattolico Renè Girard hanno usato la concezione psicoanalitica per sviluppare una visione religiosa della cultura. Grazia a Dio c’i sono ancora persone che sano vedere con occhi puri le impurità del mondo.
Quindi? E’ una moda dare del “bravo scrittore”? Arriva al dunque per favore…
Per non essere ripetitivo qui puoi trovare i miei commenti di pochi giorni fa riguardo al Freud.
https://www.uccronline.it/2012/01/08/la-fede-e-il-benessere-psicofisico-correlazioni-e-distinzioni-dalleffetto-placebo/
Quando una cosa è di moda non c’è nessun “dunque”, segui il corrente come le pecore. Anni fa era psicoanalisi era di moda, perfino le ricette della cucina erano raccomandate dal suo metodo. Adesso va di moda di denigrare raccontando barzellette tipo Bukowsky. Cosi va il mondo: il genio prima è glorificato, poi denigrato ed infine rivalutato con i suoi pregi e difetti. Pazienza, la bufera passera.
Qualunque cosa dicono i giornalisti e i docenti universitari, Freud è indiscutibilmente uno dei geni maggiori della modernità, considerando il suo impatto sulla cultura, al di la dei gustibus letterari dei “bravi scrittori” di oggigiorno. E’ indubbio la sua influenza negativa nel rivoluzione sessuale, dall’atra parte a lui dobbiamo essere gratto che ha messo il dito nella piaga: uomo è ossessionato dal sesso, il problema del politico e del religioso è collegato strettamente con il problema sessuale. La critica che era ossessionata la società austriaca (e anche lui come parte della società) del suo tempo è una balla, bastano 5 minuti davanti TV per svalutarla. E’ più che vero che lui e i suoi seguaci hanno peggiorato la situazione, ma non c’è scampo, nessun salvezza e sanità mentale senza risolvere il problema sessuale, collegato strettamente con il problema del crimine.
Freud ha anche un altro merito poco conosciuto: diversamente dai sui simile Darwin e Marx era censurato nell’impero comunista. Qualsiasi cosa puoi dire contro i comunisti, ma non puoi negare mai che i loro censori avevano un fiuto ammirabile per scoprire dove stava nascosto il pericolo.
Che visione triste che hai del mondo. Non penserai mica di essere emancipato dalle mode? Altrimenti ti potrei dire che lo dici solo perché oggi va di moda dirsi emancipati 😉
Bè bisogna vedere se uno è SOLO un bravo scrittore o è ANCHE un bravo scrittore.
Tanto per dirne una, Blaise Pascal, uno dei più grandi scienziati e filosofi di tutti i tempi è unanimamente considerato il fondatore del francese letterario moderno, uno scrittore sopraffino.
Ora il punto è che Freud non era neanche un bravo scrittore, la sua prosa era spesso prolissa e l’argomentare ripetitivo. Di scienza poi non c’è veramente nulla, si tratta semplicemente della necessità per la nuova idolatria scientista di fornirsi di un versante ‘personalistico’ che potesse alleviare il disagio dell’uomo chiamando la ‘voglia di infinito’ nevrosi.
Ora il tentativo è fallito miseramente come dimostra l’aumento del disagio mentale dei nostri giorni, per cui (almeno questo è il mio punto di vista) si cerca di ovviare con altre pseudoscienze come il ciarpame genetico o sedicente neuroscientifico (mappe di risonanza magnetica funzionale che svelerebbero le nostre convinzioni più profonde ecc…). Il tentativo è ancora più abborracciato di quello di Freud ma gode di un battage mediatico molto maggiore e sfrutta abilmente il prestigio della scienza (quella vera).
Tornando alla scrittura, solo chi crede fermamente in quello che dice e ha qualche realtà da svelare (come appunto Pascal, ma anche Florenskij, Dante, Fermi (le sue lezioni di fisica sono letterariamente perfette) ..) ha anche l’arte dello scrivere, l’arte (quella vera) non è un bel vestito che può anche coprire un cadavere e farcelo sembrare vivo, l’arte è qualcosa che ci mostra sprazzi di Vero.
Verissimo. La nomination al Nobel l’ha ricevuta però, no? Va beh che lo hanno dato pure a Dario Fò…tuttavia…
@Alessandro Giuliani
Tanto per dirne anche io una: Dostoevskij, un genio infinitamente più grande di Blaise Pascal (considerato la popolarità sulle masse dei lettori a livello mondiale ed impatto sull’elites intellettuali mondiali, compressi bravi scrittori premio Nobel), non scriveva bene il russo.
sostenere che “Dostoevskij fosse un genio infinitamente più grande di Blaise Pascal ” mi sembra decisamente azzardato, forse in ambiti diversi.
a forse ti riferivi in termini di popolarità…
@Alèudin
Mi riferivo in termini di popolarità, ma ancor di più in un altro termine, illustrato perfettamente dall’esempio del bravo scrittore Mose (quello dei 10 Comandamenti) che balbettava quando parlava.
Genio rispetto a cosa? Non credi che:
1) sia soggettivo
2) non siano paragonabili
Premesso che amo Dostoevskij alla follia e che ho tutti i suoi libri, Pascal è stata una mente molto più poliedrica di Dostoevskij.
Appunto qui consiste la sua grandezza che è una persona amato fino a follia da un moltitudine di persone semplici e di elites culturale di tutto il mondo. Ancora non ho trovato nessuno che dichiara lo stesso per Pascal.
Infatti il Nobel della letteratura è spesso un disastro, chi legge ancora Grazia Deledda ? Chi che non sia un feroce anticristiano trova bella la prosa di Saramago ? Perchè non hanno dato il Nobel alla O’Connor o a Chandler ?
Insomma dai, capisco che de gustibus non est desputandum ma tutta quest’arte non ce la vedo in Freud…
Ah, la mitica Deledda! Boh, e chi è?
Eugenio Corti doveva vincere il Nobel, Eugenio Corti!
Quoto.
due episodi poco conosciuti della vita di Freud:
una donna aveva portato a Freud un quadro per farglielo interpretare, lui aveva dato un’interpretazione sessuale oscena (come era sua abitudine). questa donna era la sorella di Wittgenstein, un famoso filosofo che divenne da allora suo nemico
quando i nazisti conquistarono Vienna, gli dissero che, essendo ebreo, conveniva fuggire. lui disse: i nazisti non li temo, il mio nemico è la chiesa cattolica
Un fatto molto conosciuto che pochi non conoscono: il famoso filosofo Wittgenstein era un omosessuale.
Adesso racconto io un episodio completamente sconosciuto della vita di Freud: un giorno freddo di dicembre, Freud, salendo in un autobus di linea calpesto il piede di una vecchia signora ebrea, convertita da poco in cattolica. Il fatto più terribile è che non ha chiesto scusa. Pensa che mostro.
Entrambe le tue storie senza fonti, oltre che senza senso. Molto più credibile l’episodio di gabriele comunque.
Chi ha bisogno di fonti per sapere che Wittgenstein era omosessuale, molto probabilmente avrà difficoltà di capire ironia palese nella mia seconda storia, creata appositamente per imitare specularmente quelli che portano aneddoti banali. In questo modo non si può risparmiare nessuna personalità della cultura, anche i santi hanno detto qualche stupidaggine nella loro vita. Per calpestare il piede di qualcuno in autobus no, perche a quei tempi non esistevano le macchine.
Leggi bene articolo della redazione che informa intorno la opinione di Freud per i omosessuali, allora capirai perché Wittgenstein odiava Freud.
Fonti?
Qui trovi che Wittgenstein era omosessuale, misogino, simpatizzante comunista e tutto il resto.
http://archiviostorico.corriere.it/2005/maggio/13/Wittgenstein_conservatore_intollerante_che_odiava_co_9_050513002.shtml
Bene, se lo avessi citato prima avremmo capito che “la sua professoressa di russo” lo ricorda come omosessuale. C’è una bella differenza rispetto alla verità taroccata che hai voluto sostenere tu, non credi? I suoi biografi cosa dicono? Niente immagino. Vero?
Invece di stare notte e giorno al rette per sviluppare la immaginazione, corri nella biblioteca vicina e prendi una biografia di lui.
Fatto. Non ho trovato nulla, solo l’opinione della sua professoressa di russo. Dunque ritengo per ora non sufficientemente verificata il tuo tentativo di spacciare per verità un vago ricordo di una vaga professoressa contenuto in un vago articolo di un vago quotidiano italiano.
Dubito che mi dici la verità.
Qui hai un film
http://www.apav.it/mat/tempolibero/cinemaematematica/personaggi/wittgestein.pdf
Qui una biografia
http://www.hoepli.it/libro/wittgenstein/9788845246692.asp
Contento? O vuoi che vado io in biblioteca e ti cito con il numero di pagine.
http://www.apav.it/mat/tempolibero/cinemaematematica/personaggi/wittgestein.pdf Unico difetto del film è forse quello di avere evidenziato in modo troppo esplicito la presunta omosessualità di Wittgenstein, realtà di cui non si hanno prove incontrovertibili
Dunque hai spacciato per verità quello che verità non è. Chissà per tutto il resto che dici…
Altro?
Ho anche un link di un video dove Wittgenstein fa sesso dal vivo, ma non posso portarla in un forum religioso.
Immagino che te lo guardi ogni notte eh? Comunque rimane il fatto che hai spacciato qualcosa come verità e invece si è scoperto che non lo è affatto. Brutto perdere la fiducia degli altri eh?
Mi limito a rifarmi alle parole del caro Travaglio: http://www.youtube.com/watch?v=sH8EZ-Hav_Q&feature=fvwrel
Simpatico, ma non capisco cosa c’entri con Freud.
Piuttosto che Travaglio comunque mi affiderei ai ricercatori del John Jay College (principale istituzione accademica degli Stati Uniti in materia di criminologia), secondo cui i sacerdoti condannati sono lo 0,33% di quelli attivi in quegli anni.
http://www.bishop-accountability.org/reports/2004_02_27_JohnJay/index.html
Bisogna anche dire che il 90% di loro era omosessuale: http://www.corriere.it/esteri/11_maggio_19/dipasqua-preti-pedofilia-woodstock_31a26338-8213-11e0-817d-481efd73d610.shtml e tutto è causato dalla rivoluzione anticlericale del ’68.
Concludendo: Freud ha ragione o no?