L’aborto indotto aumenta il rischio di isterectomia e sanguinamento vaginale

Non solo l’aborto è la soppressione di una vita umana innocente, ma è anche profondamente nocivo per la salute della donna. Lo dimostrano infiniti studi, come quelli concentrati sulla cosiddetta Sindrome Post Abortion, il più importante di tutti pubblicato proprio recentemente.

Verso fine dicembre 2011 è stato dimostrato sulla rivista “Acta et Obstetricia Gynecologica Scandinavica” un legame tra un aborto indotto precedentemente e l’aumento del rischio di isterectomia post-partum. Il tasso di rischio aumenta in caso di presenza di placenta previa, anch’essa dovuta in gran parte a causa di un precedente aborto, come dimostrano questi studi.

Sempre nel mese scorso, la rivista “Contraception” ha pubblicato uno studio basato su 4.931 donne che hanno abortito con la RU486 (ovvero con lo steroide mifepristone).  Queste sono state messe a confronto con 4.925 donne senza una storia di aborto indotto e 4.800 donne con un precedente aborto chirurgico e le hanno seguite durante la gravidanza e il parto. Le donne con un precedente aborto farmacologico (RU486) avevano un più alto rischio di sanguinamento vaginale rispetto a coloro che non avevano mai abortito. Il rischio era tuttavia simile a coloro che avevano un precedente aborto chirurgico. 

La scienza continua a dimostrare che interrompere una gravidanza significa uccidere un essere umano e aggravare la propria salute psico-fisica.

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15 commenti a L’aborto indotto aumenta il rischio di isterectomia e sanguinamento vaginale

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  1. Ivanom ha detto

    Scusate, faccio una domanda diciamo un po’ off-topic:

    Se invece l’aborto, ahimè, è spontaneo, si possono presentare gli stessi rischi di un aborto forzato come quelli descritti?

    • Laura ha detto in risposta a Ivanom

      Gli studi sono infiniti, quello che traspare dalle metanalisi -cioè la sintesi di tutti gli studi pubblicati in materia- sostiene che portare a termine la gravidanza è l’unica condizione con un basso livello di rischio per la salute della donna. L’aborto spontaneo causa dei danni, ancora di più l’aborto indotto.

  2. Luigi Pavone ha detto

    Ho letto un po’ tutto (link compresi). Penso che non ci siano dubbi sul fatto che sin dal concepimento si possa parlare (sia filosoficamente che scientificamente) di vita umana. Comunque, ha indubbiamente senso porsi la questione della equivalenza tra ciò che è vita umana e ciò che è persona, dal momento che i due concetti sono distinti. Personalmente penso che se non siamo in grado di indicare criteri certi per distinguere ciò che è persona da ciò che pur essendo vita umana non è o non è ancora persona, in assenza di tali criteri dovremmo assumere (anche da un punto di vista giuridico!!!) che è persona qualunque forma di vita umana individuale il cui sviluppo naturale perviene a ciò che unanimemente chiamiamo persona. Questo però significa chiamare, senza ipocrisie, omicidio l’aborto e omicida colui che direttamente o indirettamente lo pratichi.

    Comunque c’è una differenza direi quasi ontologica tra ciò che assumiamo essere persona in quanto indiscutibilmente vita umana e ciò che evidentemente chiamiamo persona. Qual è questa differenza? Non è una differenza epistemica (nel secondo caso ci sarebbe un grado di evidenza maggiore), è per l’appunto una differenza quasi-ontologica (mi si passi questa espressione). Ciascuno di noi, nella sua vita lavorativa, familiare, affettiva, etc., biologica, dipende dal lavoro altrui, dalla benevolenza altrui etc.; nessuno di noi però dipende dal corpo altrui in una maniera paragonabile a quella in cui il feto dipende dal corpo della madre. Questo è un dato di fatto che le leggi non possono non contemplare. E ha delle conseguenze importanti.

    Quali sono queste conseguenze? Se riteniamo che lo Stato non debba esercitare nessuna forma di possesso o di diritto sui nostri corpi, allora non c’è modo giuridicamente accettabile per difendere la vita del feto contro la volontà di una donna che non vuole portare avanti la sua gravidanza. Infatti, quali sarebbero queste vie? Si dirà: vietiamo l’aborto! Questo divieto però non potrebbe avere limitazioni spaziali di qualche tipo. Cioè, non ha senso dire: l’aborto è vietato nelle strutture ospedaliere pubbliche, esattamente come non ha senso dire che l’omicidio è vietato nelle palestre o nei bar. Vietare l’aborto significherebbe vietarlo in tutte le sedi e in tutti i luoghi possibili e immaginabili. Ma questo divieto non solo alimenterà la sacca degli aborti così detti clandestini (non ci sono studi purtroppo, che io sappia, sulla salute fisica e psicologica delle donne che vi ricorrono), ma comporta anche che lo Stato sia in grado di giustificare questa sua condotta, e io non conosco altro modo se non quello di arrogarsi, più o meno implicitamente, diritti sul corpo dei propri cittadini.

    • Norberto ha detto in risposta a Luigi Pavone

      Luigi i tuoi dubbi sono perché forse non hai mai aperto un libro di embriologia. In questa pagina sono state inserite alcune citazioni dei libri di maggior utilizzo nelle accademie, spero che saranno utili a chiarirti i dubbi: https://www.uccronline.it/2010/04/22/la-scienza-dimostra-che-embrione-e-feto-sono-persone-umane/ Inoltre trovi una spiegazione filosofica.

      Dal punto di vista scientifico non ci sono dubbi che il momento del concepimento è l’atto di comparsa di un nuovo essere umano.
      Dal punto di vista filosofico, non esistendo esseri umani che non siano persone, è logico affermare che l’embrione è una persona e quindi ha tutti i diritti rispettivi, sopratutto quello alla vita.

      Le conseguenze sono effettivamente complicate. Si è sbagliato all’inizio a legalizzarlo e ora siamo travolti dal piano inclinato e non si può tornare indietro. Tuttavia restrizione dopo restrizione si tornerà a prevederlo per casi limite, come sta avvenendo in alcuni Stati americani. Se Obama crolla ci sarà la rivoluzione in tutti gli Stati. Oggi l’America è a maggioranza pro-life, il 90% dei medici e ginecologi (anche italiani) sono obiettori di coscienza.

      • Laura ha detto in risposta a Norberto

        La pagina è anche segnalata all’interno dell’articolo. Basterebbe leggere e andare a tutti i link proposti.

      • Norberto ha detto in risposta a Norberto

        @Luigi, mi scuso per il “perché forse non hai mai aperto un libro di embriologia”. Ho riletto la frase e sembra arrogante, ma non volevo esserlo e non volevo assolutamente darti dell’ignorante. Spero tu non l’abbia interpretata in questo modo. Era un modo come un altro per dirti che secondo me la tua posizione merita un approfondimento direttamente sui libri di testo.

    • Antonio72 ha detto in risposta a Luigi Pavone

      Sei sicuro che sia il feto a dipendere dal corpo della madre e non viceversa? Riverifica. In quanto a considerare l’aborto un omicidio hai perfettamente ragione: l’aborto è un omicidio!
      La questione è che la definizione di corpo in una donna ingravidata non è più idonea, proprio perchè i corpi in realtà sono due.
      E poi cadi in evidente contraddizione con la tua premessa: se l’aborto è da considerarsi un omicidio, perchè allora lo Stato dovrebbe punire l’infanticidio della madre caduta in pesante crisi depressiva post-parto, o anche solo per futili motivi? E ci sono casi in cui un corpo umano è tenuto in vita, e quindi dipende al 100%, da una macchina. Significa allora che quella persona è da considerarsi meno persona perchè dipende da un macchinario?
      Mi pare che ti sei impegolato in una rete intricata senza via d’uscita.

  3. Alessandro M. ha detto

    Vedo che è specificato aborto indotto. Caro Andrea, ora la tua legittima critica non è più valida 😉

    • Andrea ha detto in risposta a Alessandro M.

      Fiero di essere stato inconscio promotore di un post più circostanziato 😉

      • Alessandro M. ha detto in risposta a Andrea

        Dici che pensava a te l’articolista? Secondo me però è una coincidenza…in fondo ogni settimana viene pubblicato un articolo sull’aborto volontario di questo tipo, le ricerche sono davvero continue (x fortuna)

  4. gabriele ha detto

    http://www.uaar.it/news/2012/01/05/roma-cimitero-bambini-mai-nati-approvazione-vicesindaco/
    intanto l’uaar si oppone anche al cimitero dei bambini mai nati
    e osano ancora dire che l’aborto è per la salute delle donne

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