Il 60% delle suore possiede una laurea prima di entrare in convento
- Ultimissime
- 13 Ott 2011
Suore ed istruzione scolastica. Uno studio sull’alto numero di suore con laurea smentisce l’idea che la scelta del convento sia una scelta secondaria per chi non è riuscito ad ottenere una buona formazione scolastica o abbia difficoltà nel lavoro.
Se qualcuno ancora pensa all’ingresso in conventi femminili come a una scelta di ripiego per donne che non riescono a realizzarsi nel matrimonio o con una buona professione, verrà smentito (se mai ciò è stato vero) da un sondaggio realizzato dal “Center for Applied Research in the Apostolate” (CARA), con sede nell’Università di Georgetown.
Il sondaggio basato su 52 diversi ordini monastici femminili, ha rilevato che le ragazze che prendono i voti hanno per il 60% almeno il bachelor’s degree (paragonabile alla laurea breve), contro il 35% delle donne americane in genere; e il 25% ha la laurea, un master o la specializzazione, rispetto al 9% delle donne.
Vediamo quindi, tra coloro che scelgono di prendere il velo, una proporzione di donne con titolo di studio circa doppia rispetto alla popolazione femminile generale.
In Ultimissima 30/8/11 informavamo che durante l’ultimo meeting annuale dell’American Sociological Association è stato presentato uno studio secondo cui i bianchi americani non laureati hanno due volte più probabilità di non frequentare più la Chiesa rispetto a coloro che sono in possesso di un diploma di scuola superiore.
Linda Gridelli
53 commenti a Il 60% delle suore possiede una laurea prima di entrare in convento
Si, ma saranno sicuramente lauree nelle materie umanistiche od in discipline inutili come psicologia o pedagogia, signora Gridelli!
Beh, di che ti lamenti… del resto non sono mica razionaliste!
Mimmo, ma tu stai perennemente appiccicato al computer continuando a fare refresh per poter lasciare per primo il tuo intelligente commento?
Comunque, anche se non è in ingegneria o in economia, una laurea è sempre indice di una certa cultura. Una suora che conosco è laureata in Lingue ed insegna ai bambini del convento del Sacro Cuore. Ti pare una professione inutile?
non date da mangiare ai troll fumati…
Einstein sosteneva che solo due cose sono infinite, l’universo e l’imbecillità umana, precisando però che mentre del primo non poteva dirsi certo riguardo la seconda non aveva dubbi. Ed aveva ragione! I suoi commenti ne sono una conferma inequivocabile.
Le conosci tutte? Se ti dicessi che ci sono anche laureate in economia o medicina?
L’unica cosa inutile è il tuo commento…
Dott.Ing. Mimmo, le uniche discipline importanti sono quelle umanistiche? Ci potrebbe illustrare come è arrivato a tale conclusione? Possedere un dottorato in una disciplina umanistica implica essere ignoranti o poco istruiti? Lei immagino sia un ingegnere vero? Oppure un ricercatore scientifico! Mi da conferma Dott.Mimmo? Oppure sei solo un grandissimo ignorante qualsiasi che spara sentenze a casaccio, completamente senza senso?
Non vorrei attribuire a Mimmo commenti non suoi (nel caso mi scuso in anticipo per l’errore) ma mi pare di ricordare che fu proprio lui a definire in un’altra discussione la Medicina una scienza d’infima categoria.
Comunque, per inciso, conosco una suora clarissa di clausura che prima di entrare in convento (vocazione tardiva) era ricercatrice di ruolo al politecnico di Milano. 🙂
@Mimmo: di inutili ci sono sole le cavolate che dici.
Oh Mimmo tu che sei saggio e guardi dall’alto noialtri privi del ben dell’intelletto, dicci, orsù, quali sono le materie UTILI??
Povero Mimmo, invece di impegnarti a sprecare tempo insieme ai tuoi amici al bar o in qualche grottesca protesta di piazza battente bandiera rossa,prova a studiare o lavorare chissà magari ti salvi. Non volermene.
E tu? Ti ritieni un essere umano inutile o utilissimo come un neutrino?
Non scherziamo: la vocazione a farsi preti, frati, monaci, suore, ecc… non può mai essere una seconda scelta, una scelta di ripiego, a cui uno approda “per esclusione”.
La scelta vocazionale (quale che sia: matrimoniale o religiosa) deve essere sempre una “prima scelta”, scelta per convinzione, non per ripiego.
Cioè: non è detto che se uno/una non trova moglie/marito allora significa automaticamente che il Signore gli/le sta chiedendo di consacrarsi. Forse è che non ha ancora incontrato la persona giusta.
Così come esistono ragazzi/ragazze fidanzati/e che iniziano a sentire la vocazione religiosa proprio durante il fidanzamento.
Anche perché se uno va in seminario/convento senza vocazione ma per il solo motivo che non ha trovato l'”anima gemella”, ebbene colui/colei vivrà una vita di tremenda frustrazione.
Però io mi chiedo, e lo chiedo anche a qualcuno (es. prete) ben informato su queste cose: se uno/a (buona persona fedele e caritatevole quanto vogliamo) muore senza essersi né spostato/a né fatto prete/monaco/frate/suora, questo fatto al momento di presentarsi al Creatore avrà delle conseguenze? Perché il matrimonio così come l’ordine sacerdotale sono sacramenti… e quindi il non prendere alcuno di questi due sacramenti è una cosa tollerabile? Una risposta me lo sono data: il Beato Alberto Marvelli (che quindi è in Paradiso) nè si sposò nè si fece prete… però è pur vero che al momento della morte aveva (soli) 28 anni…
Però io mi chiedo, e lo chiedo anche a qualcuno (es. prete) ben informato su queste cose: se uno/a (buona persona fedele e caritatevole quanto vogliamo) muore senza essersi né spostato/a né fatto prete/monaco/frate/suora, questo fatto al momento di presentarsi al Creatore avrà delle conseguenze?
Ma scusa… ma che razze di domande fai?
E i bambini allora?
Ma io intendo gente adulta…
Daniele
Ti risponde direttamente l’Apostolo: “Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere.” (1 Cor 7, 8).
Non sono un sacerdote però il cammino dell’uomo è sempre sotto lo sguardo amorevole di Dio, che sa tutto anche quello che noi vorremmo non sapere di noi stessi. Un conto è rifiutare la vocazione o tradire la vocazione un altro è non avere ancora le idee chiare.
scusami ma anche a me sembra una domanda sciocca, ognuno ha la sua vita, il suo percorso, non è obbligatorio sposarsi o farsi prete.
Ma non giudichiamo le domande…le domande sono quelle che uno ha, ed è giusto che le ponga senza sentirsi dire “Questa è una buona domanda, questa no”…pensiamo invece a rispondere in modo non sciocco. Ad esempio nella tua risposta tralasci completamente il concetto di vocazione (al sacerdozio o al matrimonio) e di compito, che ti consiglio di approfondire.
è vero, chiedo scusa, non volevo offendere.
Per quanto riguarda il concetto di vocazione o di compito il fatto di porsi “la domanda” è ottimo di per se, implica una indagine interiore, un cammino che non si sà dove porterà, non vedo comunque obblighi di sorta, se non quello appunto di compromettersi in una ricerca di senso.
Una cosa sono i sacramenti che da la Chiesa e un’altra è la giustizia divina.. è ovvio che conta di più in “cosa hai fatto” che il “quanti sacramenti hai ricevuto” 🙂 e poi la fondazione di alcuni sacramenti è discussa (vd Protestanti) e nn deriva per bocca diretta di Gesù… ma sono accettabili in quanto marcano alcune tappe fondamentali della vita (es: matrimonio o sacerdozio?).
Qualcuno mi disse una volta che il matrimonio era inutile in quanto Gesù nn parlò mai di matrimonio e nn disse mai che era giusto sposarsi… e che poi nemmeno lui si sposò: Vero Gesù nn fonda il matrimonio… ma nn dimentichiamoci che uno dei primi miracoli Gesù lo fece proprio ad una festa di nozze 🙂 e nn mi risulta che Gesù si sia scagliato con veemenza contro gli sposi perchè lui nn era d’accordo.
Anzi, “l’uomo non separi ciò che Dio ha unito”!
Chi era quel dotto esegeta?
Gesù non parla di matrimonio?!
(Mt 5, 31-32) Ripudio della moglie
(Mt 19, 1-12) Il divorzio
(Mc 1,1-12) Il matrimonio
Questa è la risposta dei discepoli a quanto detto da Gesù sul matrimonio e sul divorzio.
“Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi” (Mt 19, 10)
Ti ricorda niente? E’ proprio l’atteggiamento moderno nei confronti dell’istituzione matrimoniale.
D’altra parte vogliamo citare i vari Copernico, Lemaitre, Spallanzani, Mendel, Agostino Gemelli, Mercalli, Faà di Bruno, Stoppani, Franz Liszt, Galvani, Vivaldi, Petrarca ecc…? Tantissimi celebri uomini di cultura, di scienza, di sapere umano erano sacerdoti o monaci.
Oggi la vicepresidente della Compagnia San Paolo è una suora: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/economia/articolo/lstp/251452/ e http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/04/25/Cultura%20e%20Tempo%20Libero/10_A.shtml
In effetti noi cattolici dovremmo difendere di più le suore perchè troppo spesso aleggia su internet ma anche nella vita reale questo pregiudizio (oppure dogma?) che esse siano st*de oppure che si rifugino in convento o nelle congregazioni per fuggire dai dispiaceri della vita o perchè nn trovano il ragazzo ! O.o
E poi gira anche in Iternet che esse siano oggetto di misoginia da parte dei preti o dei vescovi!!! che siano trattate male o in inferiorità e senza alcuna considerazione rispetto agli uomini! O.o questo perchè la cultura dominantae pensa ancora che il cristianesimo sia misogino.
Pensiamoci bene però… il cristianesimo misogino una bufala perchè il racconto evangelico della Resurrezione (l’evento più grande che Gesù ha manifestato e a cui dobbiamo la nostra fede) si basa sulla testimonianza di ben 3 donne! una donna a quel tempo nn erano mai creduta e neppure poteva testimoniare in tribunale, neanche se a favore del marito! figurarsi 3 donne! eppure vennero credute subito dagli apostoli 🙂
a dire il vero gli apostoli non credettero subito alle donne ma si fiondarono al sepolcro per vedere di persona.
La rivoluzione però sta nel fatto che Gesù affidò a delle donne la notizia della Resurrezione.
E’ da ricordare inoltre che la Chiesa Cattolica è l’unica ad annoverare tra i loro Santi principali, addirittura Dottoresse della Chiesa donne, S. Teresa D’Avila, Santa Caterina da Siena e via dicendo.
Secondo me se nn avessero creduto nn si sarebbero fiondati.. comunque il risultato nn cambia 🙂 Ovviamente il merito è di Gesù senza dubbio e della sua sapienza nell’affidare a delle donne la testimonianza 🙂
concordo
però un po’ a Pietro gli puzzava la cosa secondo me 😉
ci sperava ardentemente, questo si.
ok la smetto, ciao.
In realtà proprio nei Vangeli si legge chiaramente che tra i discepoli di Gesù vi erano anche delle donne (Lc 8,1-3) Le donne alla sequela di Gesù.
Ma di quelle di donne si dice:
“C’erano delle donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni”.
Come si può ben vedere queste donne per essere ammesse alla sequela di Gesù e dei Dodici, dovevano prima aver fatto una sorta di purificazione dell’anima.
Inoltre si capisce che queste donne non erano affatte povere donne, anzi probabilmente appartenevano all’alta borghesia se non all’aristocrazia.
Le donne ricompaiono all’agonia e morte di Gesù (Mc 15, 33-41), in cui si dice che “alcune donne stavano ad osservare di lontano”. Anche alla sepoltura le donne (Maria di Magdala e Maria madre di Joses) si limitavano ad osservare.
Nell’apparizione si fa riferimento a Maria di Magdala, ma sempre con la solita puntualizzazione “dalla quale aveva cacciato sette demoni”.
In definitiva è innegabile che le donne nei Vangeli hanno un ruolo tutto sommato di secondo piano, e sempre in funzione degli uomini (li sostengono materialmente, li piangono, ecc..). Tuttavia è anacronistico voler paragonare l’indipendenza e la parità delle donne di oggi, con la condizione della donna di 2000 anni fa.
Anzi come già risposto ad altri, Gesù proibì il ripudio della donna (Mt 19, 1-12) allora ammesso dalla legge ebraica. La cosa suscitò subito la costernazione dei suoi discepoli che risposero quasi sconsolati: “Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi”. (Mt 19, 10).
Non è questo un riconoscimento di una parità, seppur parziale, tra l’uomo e la donna? Oggi questo diritto appare scontato, ma a quei tempi deve aver provocato una sorta di terremoto culturale. L’anacronismo è l’errore prevalente che si riscontra nelle critiche degli atei-materialisti.
La rivoluzione però sta nel fatto che Gesù affidò a delle donne la notizia della Resurrezione.
Si, ma … perche’ si diffondesse piu’ in fretta la notizia… 😉
Scusate, ma non ho resistito… 😀
@Piero: in quel caso fu un “pettegolezzo” buono…
http://www.flickr.com/photos/linda_gridelli/
Mimmo, la mia laurea è in Scienze Biologiche, ma questo non importa. Tanto più vedi il Creato da vicino, tanto più ti puoi avvicinare a Dio perché ne vedi le meraviglie, tanto più ti ci puoi allontanare perché vedi le similitudine tra l’uomo e l’animale. Il livello culturale della persona non conta, conta il suo cuore.
Mi piacerebbe avere la tua amicizia, Mimmo, scrivimi! CIAO!
Caral Linda,
non perderci troppo tempo con Mimmo.
Se cerchi un po’ troverai delle cose talmente assurde da credere che siano scritte da qualche burlone… Tuttavia c’e’ qui chi lo conosce di persona, putroppo e dice che non scherza. E’ quello che qui viene normalmente devinito “invasateo”.
Impiega meglio il tuo tempo. (ah naturalmente, il mio e’solo un consiglio).
OK, visto che lo conoscete bene…
@PIERO: Dal vivo Mimmo non è una persona cattiva, anzi, ma è fissato contro le religioni e ciò lo porta anche a dire e fare delle incredibili idiozie.
non ho mai detto che e’ una persona “cattiva”, ma che e’ un “invasateo” nel significato pieno del termine, al punto da dire incredibili sciocchezze (e non uso altre parole che potrebbero descrivere molto meglio le sue parole per rispetto ai presenti) pur di dare addosso ai cattolici.
Sono completamente d’accordo, Piero!
Già, purtroppo è vero che queste sono le sue “opinioni” anche nella vita!
Mi scusi, ma non resisto dal farle una domanda: è la stessa autrice di “La di vino commedia”? E’ un libro abbastanza simpatico.
Comunque le devo fare i complimenti, sia per la laurea in SB (io non ce l’avrei fatta) sia per l’ottimo articolo, sia per i suoi quadri.
Sì, Falena Verde, l’ho scritta io la Di Vino Commedia; mi fu commissionata da una vitivinicola piemontese. Grazie dei complimenti e ciao!
Grazie a lei della risposta! Salve!
Le vorrei chiedere una cosa, Linda: ci sono molti credenti nelle facoltà scientifiche od è vero come dicono i laicisti che sono quasi tutti atei?
Gentile Riccardo,
tempo fa lessi una statistica su un settimanale che risponde proprio alla tua domanda. La percentuale di studenti delle facoltà scientifiche che crede in Dio segue questo ordine decrescente: medicina>biologia>chimica>fisica.
I valori però non me li ricordo bene; diciamo 80% per medicina e 20% per fisica, circa.
Ciao!
Linda
Mi ricorda un pensiero del grande Pascal: “E’ pericoloso mostrare troppo all’uomo quanto egli sia uguale alle bestie, senza mostrargli la sua grandezza. E’ anche pericoloso fargli troppo vedere la sua grandezza senza la sua bassezza. E’ anora più pericoloso lasciare che ignori l’una e l’altra. Ma è utilissimo prospettargli l’una e l’altra. Non bisogna che l’uomo creda di essere uguale alle bestie né agli angeli, né che ignori l’una cosa e l’altra, ma che conosca l’una e l’altra” (Pensieri 418).
Ed ancora: “Se egli si esalta, io lo abbasso; se si abbassa, io lo esalto; e lo contraddico sempre, finché egli comprenda che è un mostro incomprensibile.” (Pensieri 420).
E’ tutta in questa oscillazione ontologica la differenza tra la visione dell’uomo atea-materialista e quella del credente. Così nell’ateo la grandezza del pensiero umano (inteso come coscienza onnicomprensiva) si avvilisce a puro epifenomeno (Dennett), oppure si riduce alla “ciliegina sulla torta” (quindi tutto sommato inutile) di Boncinelli. O peggio si paragona ad una “qualità emergente” di un mezzo meccanico come lo sciacquone, o una serie di lattine di birra (Hofstadter Anelli dell’io), oppure si considera il corpo umano una sorta di contenitore inutile atto solo a proteggere e diffondere il DNA (il gene egoista di Dawkins).
Questa visione mortificante dell’uomo raggiunge il suo apice nel paradigma di Turing, nel quale si presume che un giorno la coscienza umana e quella di un calcolatore diventeranno indistinguibili.
Questa visione materialista è quindi coerente con il commento di Mimmo che avvilisce le cosiddette materie umaniste a livello di pure fantasticherie. Ma secondo me saranno proprio le scienze naturali (in particolare le neuroscienze e le scienze cognitive) che porteranno inevitabilmente ad un cambio di paradigma scientifico. In parte è già avvenuto in meccanica quantistica con l’osservazione dei costituenti elementari della materia e le varie interpretazioni più o meno metafisiche. La razionalità portata ai suoi estremi contraddice se stessa. Ed anche questo è coerente con il pensiero di Pascal: se Dio esiste allora costringerà l’uomo ad abbassarsi qualora si innalzi troppo e ad elevarsi qualora si abbassi troppo.
Concordo con te Antonio: anch’io penso che gli sviluppi delle ricerche nel campo delle neuroscienze e delle scienze cognitive metteranno in evidenza i limiti delle concezioni dello scientismo. Con il tempo si rendera’ evidente che il tentativo di ridurre la complessita’ della natura umana alla sola dimensione materiale rappresenta un delirio di onnipotenza interpretativa.
Esiste una tendenza a uno straordinario livello di qualità intellettuale nelle nuove vocazioni adulte.
Io conosco due seminaristi di 3o anni con laurea e dottorato di ricerca (in architettura e ingegneria) e lavoro di presso una grande multinazionale, che hanno lasciato il posto di lavoro, soldi e carriera, e sono entrati in seminario.
Conosco molti giovani sacerdoti alle prese con nuove lauree e dottorati di ricerca.
Fra qualche anno quello che la Chiesa può aver perduto in quantità ritornerà moltiplicato cento per il lavoro di questi nuovi preti per i quali abbiamo tutti il dovere di pregare.
Grazie per aver condiviso!
spammare tanto per poter reclamizzare il proprio sito commerciale non e’ che sia molto simpatico eh!