L’astrofisico Sandage: «un Universo privo di Creatore non è credibile»

sandage universoBiografia e citazioni del celebre astrofisico Allan Sandage. Uno degli scienziati credenti moderni più importanti, ecco il suo pensiero sul tema scienza e fede.

 

Uno dei più importanti astrofisici del XX secolo è morto poche settimane fa. Si tratta di Allan Sandage, assistente di Edwin Hubble, di cui ne proseguì il lavoro. Da devoto cristiano, ha spesso accettato di parlare sul rapporto tra scienza e fede.

Sandage ha determinato l’età degli ammassi globulari e ha contribuito alla calibrazione delle candele standard (per misurare distanza delle galassie più lontane). Si è dedicato particolarmente al calcolo dell’eta dell’universo ed è stato il primo a riconoscere l’esistenza di quasar privi di intensa emissione radio. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti in ambito scientifico, come la Eddington Medal della Royal Astronomical e la National Medal of Science, il maggiore riconoscimento scientifico negli Stati Uniti.

Ecco alcuni estratti del suo pensiero, tratti da Solo lo stupore conosce: l’avventura nella ricerca scientifica, BUR 2003.

 

“La Bibbia non è un libro di scienza e la scienza non risponde alla Bibbia”.

«La Bibbia non è certo un libro di scienza: uno non la studia per trovarci le intensità e le lunghezze d’onda delle linee di Balmer per l’idrogeno, né la scienza ha a che fare con le proprietà ultime spirituali del mondo, che sono anch’esse reali. La scienza può rispondere solo a un tipo fissato di domande, che concernono il “cosa”, il “dove” e il “come”. Con il suo metodo, potente quanto esso sia, non risponde (e in verità non può) al “perché“. Perché gli elettroni hanno tutti la stessa carica e massa? Perché c’è qualcosa invece che niente? Perché così tanti processi sono così profondamente interconnessi? Io credo che ci sia una chiara responsabilità per la Chiesa di capire e di credere nei risultati straordinari e nelle pretese della scienza: il suo successo è semplicemente troppo evidente e visibile per essere ignorato. E’ altre sì incombente per gli scienziati di capire che la scienza è incapace, a causa delle limitazioni del suo metodo, di spiegare e capire ogni cosa della realtà».

 

“La casualità promossa dagli atei è un inganno”.

«Gli scienziati che sono contenti di vivere come riduzionisti materialisti non ammetteranno mai un mistero nelle cose che vedono, sempre rinviando di volta in volta, aspettando una spiegazione riduzionista per ciò che è ancora ignoto. Ma portare questo credo riduzionista al livello più profondo (e indefinito sempre rimarrà), quando “la scienza conoscerà ogni cosa”, è esso stesso un atto di fede, che nega che ci possa essere qualcosa di sconosciuto alla scienza, almeno per principio. Ma le cose dello spirito non sono cose della scienza. Se Dio non esistesse, la scienza dovrebbe inventare il concetto che spieghi ciò che sta scoprendo al suo nocciolo. Suona ancora vero il detto di Abelardo del XII secolo: “La verità non può essere contraria alla verità. Le scoperte della ragione devono accordarsi con le verità della Scrittura, altrimenti il Dio che ci ha date entrambe ci ha ingannati, con l’una o con l’altra”. Se non c’è Dio, niente ha senso. La casualità, promossa dagli atei, è basata su un inganno, che segue già dalle loro premesse iniziali, che esse vogliono fare su se stessi».

 

“La cosmologia astronomica moderna è vicina alla teologia naturale medioevale”.

«La scoperta dell’espansione dell’universo con le sue conseguenze riguardanti la possibilità che astronomi abbiano identificato l’evento della creazione, mette veramente la cosmologia astronomicavicino al tipo di teologia naturale medievale che ha cercato di trovare Dio identificando la causa prima. Gli astronomi possono aver trovato il primo effetto, ma non quindi, necessariamente, la causa prima cercata da Anselmo e Tommaso. Nessuna scoperta astronomica ci dice perché l’evento è successo. Ma la natura di Dio non deve essere trovata dentro ciascuna parte di queste scoperte della scienza».

 

“Più si studia e più è inconcepibile un Universo privo di creatore”.

«Il mondo è troppo complesso in tutte le sue parti e interconnessioni per essere dovuto solamente al caso. Sono personalmente convinto che l’eistenza della vita con tutto il suo ordine in ognuno dei suoi organismi è semplicemente messa insieme troppo bene. Ciò diventa più stupefacente ogni anno, via via che i risultati scientifici diventano più dettagliati. Ogni parte di un corpo vivente dipende da tutte le altre parti (del corpo) per poter funzionare. Come fa ogni parte a saperlo? Come ogni parte si differenzia al concepimento? Più si studia la biochimica, più diventa incredibile senza che ci sia una qualche sorta di principio organizzatore –un architetto per chi crede. A causa di ciò, molti scienziati sono portati alla fede dal loro lavoro. Lo scienziato, detto con Anselmo, può «credere per capire» quello che vede, piuttosto che «capire per credere».

 

Le frasi sono prese dalle pagine 336-338 del libro citato e si possono trovare nel nostro dossier dedicato alle citazioni sulla fede dei più importanti scienziati della storia.

La redazione

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