Elezioni Brasile: la “cattolica” Rousseff vince e sigla il no all’aborto
- Ultimissime
- 03 Nov 2010
Cattolico non è chi dice di esserlo, ma chi si comporta e vive coerentemente da cattolico. Per questo manteniamo le virgolette nel titolo. Vedremo se la Rousseff manterrà fede alle sue dichiarazioni pubbliche (ad esempio del 14/05/10 riprese da Folha.com) e non si farà tentare e ricattare dalle lobby abortiste e omosessuali. E’ lei infatti la vincitrice delle elezioni brasiliane. Dilma Rousseff è uscita trionfante dopo una campagna elettorale molto accesa, in cui si è parlato tantissimo di bioetica e sopratutto di aborto. Il suo avverario è stato il leader del centrodestra José Serra, che l’ha accusata di aver in precedenza di essersi dimostrata favorevole alla depenalizzazione dell’aborto. Così la Rousseff ha dovuto ricordare a tutti il suo cattolicesimo e ha messo nero su bianco la sua promessa di non presentare nessuna legge che legalizzi l’aborto o il matrimonio tra omosessuali: «Se sarò eletta presidente della Repubblica – si è impegnata per iscritto davanti ai cristiani di tutto il Brasile – non prenderò iniziative per modificare l’attuale legislazione che vieta l’aborto e protegge la famiglia». Ma Serra l’ha subito accusata di puro opportunismo. Che si tratti di scelta opportunistica -commente Avvenire– «oppure di legittima difesa nei confronti di chi, in piena campagna elettorale, ha ripescato vecchie dichiarazioni della Rousseff per metterla in imbarazzo, il documento siglato dalla candidata del centrosinistra rappresenta comunque il segno di una grande novità: mai in una campagna elettorale per la presidenza del Brasile, i temi etici hanno avuto tanto peso. Una conferma è venuta dal discorso che il Papa ha pronunciato giovedì, in cui ha richiamato l’importanza di sostenere e votare i politici che difendono la vita».
Serra, da devoto cattolico, si è fatto riprendere mentre baciava l’effigie di Benedetto XVI, mentre Lula ha commentato che il Pontefice ha solo confermato una posizione che la Chiesa «afferma da duemila anni».
Paulo Mora, politologo presso l’Università di Porto Alegre, ha invece spiegato che «le denunce di corruzione e le polemiche sull’aborto e sul matrimonio gay hanno avuto un peso determinante. I temi etici hanno tolto voti a Dilma in favore della terza classificata, l’ambientalista Marina Silva che, con il suo profilo di evangelica convinta, ha attratto il voto delle persone più attente alle questioni valoriali».
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