UAAR, la chiesa atea si definisce “associazione religiosa”
- Fede e Laicismo
- 25 Apr 2010
L’associazione atea UAAR si definisce un’associazione religiosa nel Ricorso al Capo dello Stato, spiegando che l’ateismo non è separabile dalla religione e chiedendo per sé l’8×1000, la costruzione di luoghi di culto e l’insegnamento nelle scuole.
Perché l’UAAR (“Unione Atei Agnostici Razionalisti”) è così infervorata contro l’assegnazione dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica?
Semplice, è da anni che vorrebbe essere riconosciuta come associazione religiosa pur di partecipare come associazione al meccanismo di ripartizione.
Da una parte combatte le confessioni religiose e dall’altra si dichiara tale, pur di ottenere qualche soldino dallo Stato. Una bella ipocrisia, tra l’altro adeguatamente nascosta ai propri iscritti.
L’UAAR scrive: “Siamo un’associazione religiosa”
Nel Ricorso straordinario al Capo dello Stato del 30/5/1996, documento ben nascosto all’interno del loro sito web, si legge che «l’UAAR ha presentato più volte l’istanza di iniziare le trattative con lo Stato per addivenire ad intesa ai sensi dell’art. 8 Cost», ottenendo sempre un diniego.
La lamentela dell’associazione atea italiana continua perché le è stata negata sia la definizione di “confessione religiosa” che di “associazione religiosa”.
Ecco cosa scrive infatti l’UAAR:
«E’ stato disconosciuta la qualificazione non solo di confessione religiosa, ma anche quella di associazione religiosa: ma un’unione di atei non è né una società sportiva né un partito politico né può essere qualcosa di diverso da una associazione con fine di religione. La qualità oggettiva di associazione religiosa di ogni gruppo di ateismo militante è rafforzata dall’autointerpretazione effettuata dai soci all’interno della loro libertà di associazione: e l’UAAR, come si è detto, si interpreta come religione».
L’UAAR si interpreta come associazione religiosa, che bella scoperta.
Ma non è finita, ecco cos’altro si trova nel documento presentato dall’UAAR allo Stato italiano:
«Come sarebbe arbitrario separare la disciplina di una confessione religiosa da quella di un’altra, cosi è arbitrario scindere l’ateismo dalla religione proprio nel momento normativo. Ateismo e religione sono fazioni opposte che si contendono la medesima porzione di coscienza. Oltre a questo, l’ateismo non potrebbe nemmeno essere distinto dalla religione per un altro motivo: infatti la soglia di distinzione tra religione e non religione è mobile e dipende dalla definizione adottata»
L’ateismo è inseparabile dalla religione. Come non essere più d’accordo con l’UAAR.
L’UAAR vorrebbe anche che si riconoscesse da tale intesa con lo Stato il«soddisfacimento del bisogno religioso dell’ateo», il quale -occhi ben attenti!!- «si manifesta nella critica alle religioni», anche se ha pure «delle manifestazioni positive».
L’insulto continuo verso la chiesa e i suoi esponenti sarebbe quindi per l’ateo membro dell’UAAR un “necessario bisogno religioso” che lo Stato dovrebbe riconoscere.
L’UAAR vuole l’8×1000 e insegnare dottrina nelle scuole
L’associazione religiosa UAAR vorrebbe ottenere gli stessi vantaggi delle altre confessioni religiose, «non soltanto morali, ma anche concreti», ad esempio l’8×1000, il gettito IRPEF, la deducibilità delle erogazione liberali dei fedeli, l’accesso al servizio radiotelevisivo pubblico e riserva di frequenze e «l’insegnamento dottrinale su richiesta nelle scuole pubbliche».
Negare questi vantaggi, scrive l’UAAR nel ricorso, sarebbe «discriminatorio nei confronti degli atei».
Ecco quindi che l’associazione atea razionalista scopre le carte e chiede di ricevere anch’essa il tanto “aspirato” 8×1000, insegnare la dottrina atea nelle scuole (magari “l’ateismo scientifico” come nell’URSS), avere programmi di proselitismo in televisione e costruire luoghi di culto nelle città.
La richiesta dunque si fa esplicita e formale: «L’UAAR, in quanto confessione religiosa ai sensi dell’art. 8 c. III Cost., risulta titolare di tale interesse, e l’atto che lo lede non può in conseguenza considerarsi atto politico».
I casi sono due.
Se l’UAAR scrive il vero, allora sta mentendo ai suoi adepti, l’ateismo è una religione e le associazioni atee sono confessioni religiose facendo crollare tutte le critiche finora rivolte al mondo religioso.
Se l’UAAR scrive il falso, allora è disposta a barattare e svilire l’ateismo per accaparrarsi denaro dallo Stato (a partire dal tanto odiato 8×1000), facendo crollare ogni rimasuglio di autorevolezza e negando definitivamente che si tratti di un’associazione seria.
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