Le fantasie di Krauss sull’universo emerso dal nulla

Lawrence Krauss 
 
di Flavio Grandin*
studente di fisica teorica

 
da Il pensiero assiomatico, 30/09/13
 

L’autore di questo articolo è Luke Barnes, cosmologo. Barnes analizza le idee espresse dal collega Lawrence Krauss nel suo ultimo libro A Universe from Nothing: Why There is Something Rather than Nothing. Krauss che, ricordiamo, è anche autore di pubblicazioni molto prestigiose come La fisica di Star Trek (il che dovrebbe far riflettere sullo stato di sogno e di fervida fantasia da cui nascono le sue elucubrazioni), sostiene che «abbiamo scoperto che tutte le evidenze suggeriscono un universo che può plausibilmente essere emerso dal nulla. In questo senso […] la scienza rende possibile non credere in Dio.» I suoi argomenti possono essere così riassunti:

1) Gli elementi fondamentali dell’universo sono, in base a quello che oggi conosciamo, materia ed energia, spazio e tempo, e sono governati dalle leggi della natura.
2) Le particelle di materia corrispondono a determinate configurazioni di campi quantistici. Esiste una configurazione senza particelle, il vuoto. Uno stato senza particelle può evolvere in uno stato con particelle. Quindi la materia può apparire dall’assenza di materia.
3) L’universo potrebbe avere energia totale pari a zero.
4) Esistono teorie che suggeriscono che spazio e tempo non sono fondamentali, ma emergono da stati senza spazio e tempo.
5) Le leggi della natura possono essere stocastiche e casuali, nel qual caso possono non esistere, in definitiva, leggi della natura.
6) Siccome possiamo immaginare che l’universo venga da uno stato senza materia, senza particelle, senza spazio, senza tempo e senza leggi, qualcosa può venire dal nulla.

Una persona di buon cuore dovrebbe lasciar perdere senza dar nessun peso a simili affermazioni ma oggi concedetemi di infierire un pò. D’altra parte uno può anche credere ai vulcaniani, nessun problema, ma se si vuol dare un aspetto di scientificità a queste idee c’è da preoccuparsi, anche per il successo che ottengono dentro e fuori della comunità scientifica. Non discuto della competenza tecnica e professionale del signor Krauss, ma la comprensione che ha della scienza in senso più generale è alquanto imbarazzante.

Non ho nulla da aggiungere alla descrizione che ne dà Barnes: «Cos’è la scienza? Ecco cosa cerco di fare nel lavoro di tutti i giorni. La fisica usa un metodo piuttosto peculiare per studiare l’universo. Traduciamo fatti fisici misurati circa l’universo in fatti matematici nell’ambito di un modello dell’universo. Una grande quantità di dati vengono racchiusi sinteticamente in poche equazioni. Avendo fatto il salto nello spazio della matematica, cerchiamo fatti matematici che corrispondono a misurazioni che non sono ancora state fatte, in altre parole predizioni». Quindi, vediamo come la scienza parli di come si relazionino e interagiscano determinati elementi fondamentali che rispecchiano le osservazioni del mondo reale. Andare oltre a degli elementi fondamentali non ha senso in quanto, come minimo, a quel livello non c’è più nulla di scientifico da dire.

Ma analizziamo punto per punto il ragionamento di Krauss.
1. Gli elementi fondamentali dell’universo sono, in base a quello che oggi conosciamo, materia ed energia, spazio e tempo, e sono governati dalle leggi della natura.
Questo è il primo e ultimo punto su cui non c’è nulla da obbiettare. Esistono degli enti fondamentali e questi obbediscono a delle leggi, il senso dell’intera scienza!

2. Le particelle di materia corrispondono a determinate configurazioni di campi quantistici. Esiste una configurazione senza particelle, il vuoto. Uno stato senza particelle può evolvere in uno stato con particelle. Quindi la materia può apparire dall’assenza di materia.
Nulla di formalmente sbagliato se non che si comincia ad intravedere il modo con cui si vuole distorcere a proprio piacimento la realtà: una particella può emergere dal vuoto quantistico, non dal nulla. I campi sono sempre lì e, se producono una particella, è perché hanno interagito in un certo modo. Ed è proprio il loro agire all’interno di un ordine, di un Logos, che esiste al di là dello stato materiale che manifestano. Questo Logos deve esistere, non può essere nulla.

3. L’universo potrebbe avere energia totale pari a zero.
Sì, però considerando che i numeri reali sono un insieme denso la probabilità che l’energia sia pari a zero è nulla. In ogni caso, seriamente, dare un valore all’energia – non a differenze di energia – è qualcosa di molto delicato in fisica anche perché dipende secondo quale paradigma si compie l’assegnazione. Si riferisce al modo in cui si assegna l’energia nella teoria del mare di Dirac (con energie negative per le antiparticelle) o secondo la teoria quantistica dei campi?

4. Esistono teorie che suggeriscono che spazio e tempo non sono fondamentali, ma emergono da stati senza spazio e tempo.
Qui non si capisce perché spostare il problema dallo spaziotempo agli stati cambi qualcosa. Uno stato non è nulla.

5. Le leggi della natura possono essere stocastiche e casuali, nel qual caso possono non esistere, in definitiva, leggi della natura.
Questa è veramente la mia preferita. Si cominciava a temere che non ci fosse posto per Dio in questo sistema, e invece no! Dio esiste, ed è la statistica. Ma specialmente esistono le fluttuazioni statistiche di cose che non esistono, le leggi della natura: spettacolare! Sempre che queste fluttuazioni non siano governate da leggi più generali come giustamente suggerisce Barnes.

6. Siccome possiamo immaginare che l’universo venga da uno stato senza materia, senza particelle, senza spazio, senza tempo e senza leggi, qualcosa può venire dal nulla.
Ecco che il pensiero si chiude e mi pare anche di scorgere un ghigno di soddisfazione, d’altra parte Krauss ha appena intravisto i segreti dell’universo, come non capirlo… L’errore è sempre il solito: le particelle vengono da stati senza particelle, non dal nulla. Lo spazio ed il tempo vengono forse da uno stato senza di essi, non dal nulla. Il nulla non può tramutarsi in qualcosa anche solo per il fatto che se la transizione avvenisse, dovrebbe avvenire nel tempo. Ma il tempo non è nulla. L’unico nulla immaginabile è un nulla eterno che evidentemente, dato che siamo quì, non esiste adesso, non esisteva prima e non esisterà mai. Giusto per ribaltare una citazione di R. Dawkins possiamo dire che molti scienziati oggi si stupirebbero di quante cose potrebbe insegnare loro Aristotele.

Quello che sconcerta è che in tutto questo ad essere negata è la scienza in quanto indagine di enti esistenti regolati da leggi esistenti. La struttura stessa della scienza impedisce di andare oltre ai postulati fondamentali poiché al di fuori di essi non c’è nulla da dire. La costruzione assiomatica degli enti e delle leggi può essere modificata, migliorata e ampliata, non rimossa. Per questo Barnes scrive: «La visione scientifica del mondo può accordarsi bene con una visione teistica del mondo. E questa è esattamente la visione nella quale la scienza è nata, esattamente la credenza degli autori della rivoluzione scientifica».

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81 commenti a Le fantasie di Krauss sull’universo emerso dal nulla

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  1. lorenzo ha detto

    Basta far passare per buona l’affermazione che il vuoto ed il nulla sono la stessa cosa e, come in un gioco di prestigio, l’uiverso è fatto.

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a lorenzo

      Non basterebbe ancora, lorenzo, a questi giocatori delle 4 carte, perche’ gli servirebbe cmq presupporre le equazioni della MQ, cioe’ sempre un “logos” all’origine di tutto!
      Puah.

      • andrea g ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Nulla di strano, prof. Masiero, nella falsificazione da bari di questi
        personaggi, dato che il voler far fuori DIO è basato sulla malafede;
        siamo nel campo proprio del demonio che, come dice il Signore,
        “non rimane fermo nella verità, perché in lui non c’è verità.
        Quando dice il falso, parla del suo perché è bugiardo e padre della
        menzogna”.
        Gv VIII,44

  2. Alèudin ha detto

    bè se intendiamo Dio come pura gratuità (Grazia) potrebbe essere definito come non-esistente in quanto impegnato in una perenne estasi uscita da sè, quindi cercandolo con i metodi scientifici non lo trovi ma vivendo con amore sì.

    Ottime le confutazioni dell’articolo.

  3. Zuckenberg ha detto

    Sono d’accordo con il fatto che questo scienziato si può definire un fanta-scienziato , ma ne esistono comunque tantissimi altri di scienziati che cercano una risposta , grazie all’avanzare della tecnologia e il progredire della scienza stessa appunto , invece per voi la ricerca non è mai iniziata .Ho l’impressione che per voi Dio esista certamente ,cosa che da quanto ho capito volete giustificare con la ragione ma la fede non si spiega con la ragione o con la scienza . Potete veramente provarmi che Dio abbia creato l’universo ? Che esista da sempre ? O al contrario degli scienziati voi non vi fate domande su queste cose e credete e basta ?
    Sono curioso .

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Zuckenberg

      L’accontento subito, Zuckenberg.
      1. La scienza sperimentale moderna, proprio per il limite che da Galileo si e’ data nel suo metodo, non potra’ mai dire nulla ne’ su Dio (a cominciare dalla Sua esistenza o inesistenza), ne’ sull’origine dell’Universo (da non confondere con la descrizione dei suoi eventuali istanti iniziali).
      2. Non esiste solo la scienza sperimentale come strumento di ricerca della verita’. Ci sono anche la filosofia, la matematica, la logica e la metafisica, per esempio. Ebbene, io ritengo che la metafisica dimostri l’esistenza di Dio, come e’ stato illustrato anche qualche giorno fa nel sito al link http://www.uccronline.it/2013/10/06/le-prove-ontologiche-di-tommaso-sono-ancora-valide/ Fin qui, la fede non c’entra, basta la ragione.
      3. Poi, certo, per il cristianesimo, serve la “fede”, a cominciare dalla fiducia sulla storicita’ dei Vangeli che, secondo me, e’ molto minore di quella che si richiede per credere alle imprese di Cesare o di Napoleone. Basta essere alla sincera ricerca della verita’.

      • Zuckenberg ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Quindi puoi dimostrarmi l’esistenza di Dio ?

        • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Zuckenberg

          Le ho dato il link, dove ne puo’ trovare 5, metafisiche.

          • Zuckenberg ha detto in risposta a Giorgio Masiero

            Senti Giorgio ,visto e considerato che sono abbastanza limitato (e questo dovrebbe far intendere il resto…) me la sai dare tu una risposta quà che diciamo spieghi o sintetizzi qualcosa di cio che sai ?

            • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Zuckenberg

              Ma Lei davvero pensa, Zuckenberg, che un problema metafisico immenso come quello dell’esistenza di Dio, possa essere affrontato in pochi semplici concetti? Perché non mi chiede di spiegarLe in poche parole, che so?, la RG?
              Sì studi il link e poi, se ha domande, ne riparliamo.

              • Alessandro ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                La fisica mi affascina e la seguo anche se, non avendo sufficiente competenza matematica per comprenderla in pieno, riesco solo ad intuirne le conclusioni attraverso la sua “prosa” che però sconta anche essa un linguaggio tecnico che non domino….mi perdonerete quindi qualche imprecisione terminologica e (forse) qualche ingenuità nella domanda che sto per fare (per amore di dibattito e per mia curiosità personale delle opinioni altrui su questi temi). Cito dall’articolo: “L’unico nulla immaginabile è un nulla eterno che evidentemente, dato che siamo quì, non esiste adesso, non esisteva prima e non esisterà mai”. Ne ricavo che “ciò che è” (mi par di capire dall’articolo: spazio, tempo, materia, energia, particelle, campi, Logos ecc.) è sempre stato e sempre sarà. Questo non rende superfluo il conetto di Dio?

                • bluePhlavio ha detto in risposta a Alessandro

                  Ottima osservazione. Vi sono due possibilità: 1) l’universo ha un inizio o 2) l’universo esiste da sempre. Credo che si possa speculare in fisica su entrambi i paradigmi. Quando si immagina la creazione ingenuamente si pensa ad un prima ed un dopo, ma il tempo comincia con la creazione. Quando si pensa all’universo infinito il tempo non ha invece inizio. Ma il punto è che esiste qualcosa invece del nulla. Punto. Questo dovrebbe sconvolgere! Che il tempo sia una dimensione compatta o no, che differenza fà? Quì l’umana ragione si contorce e non ne viene a capo. La scienza parte infatti dal presupposto che esistono degli enti fondamentali che obbediscono a delle leggi fondamentali. Questo è il campo di ricerca (immenso) della scienza. Ma si parte dall’assunzione ovvia che qualcosa c’è. Il nulla credo sia un bug della nostra mente perchè non è immaginabile. Un nulla che cambia in qualcosa non è un nulla. Bisogna pensare all’universo in blocco, qualcosa di simile alla visione quadrimensionale della relatività: esiste un blocco spaziotemporale che noi esploriamo muovendoci nel tempo, ma la sua esistenza è qualcosa che non stà nel tempo!

                  Quindi non volevo dire che ciò che è, è sempre stato; anzi sì, lo volevo dire, ma stando all’interno del tempo, che può essere compatto o no. Posso dire che i campi quantistici ci son sempre stati e dire che l’universo ha un inizio, perchè non ha senso un prima dell’inizio; che ci siano sempre stati vuol solo dire che all’interno del tempo ci son sempre stati. Se poi è il tempo che ha avuto un inizio, beh questo non cambia nulla.

                  Non sò se mi spiego perchè questo è un concetto delicato filosofico e fisico contemporaneamente.

                  • Matteo ha detto in risposta a bluePhlavio

                    Vi sono due possibilità

                    In pratica abbiamo aggiunto una terza: L’universo ha un inizio, ma fin dall’inizio è stato creato come “esistente da sempre”.

                • beppina ha detto in risposta a Alessandro

                  Provo a dir la mia… sperando di dire meno banalità possibili.
                  L’uomo é limitato per natura; é limitato nel suo spazio e nel suo tempo, é limitato nei suoi sentimenti, é limitato nei suoi ragionamenti, é limitato nella conoscenza (di se e di tutto quello che “percepisce” attorno a se). La stessa sua mente, potentissimo strumento di speculazione, é limitata. L’uomo non sarebbe da considerare “limitato” se avesse la capacità di raggiungere l’infinito su tutte le caratterizzazioni limitate che l’infinito contesto gli presenta. E se per assurdo ci fosse questa capacità (possedere appieno lo spazio-tempo ovvero tutte le dimensioni possibili del creato, avere una mente in grado di capire il tutto, ecc…) l’uomo stesso coinciderebbe con l’infinito ed in quanto infinito ci sarebbe l’autogiustificazione e l’acquisizione della ragione del tutto. Possiamo concludere che l’infinito stesso, nei vari ed infiniti modi di “evidenziarsi”, non é altro che dio stesso secondo la comune percezione; in altre parole si potrebbe dire che dio é il complemento all’infinito (rimanendo quindi infinito) di tutte le specificità dell’uomo e soprattutto della sua limitatezza.
                  Sulla base di queste considerazioni il fatto che “ciò che é é sempre stato e sempre sarà” non comporta il fatto di rendere superfluo il concetto di dio in quanto il prendere atto di una ipotesi di lavoro non comprovata risulta alla fine sempre una limitatezza e non l’acquisizione del tutto ovvero dell’infinito stesso.
                  Nell’ambito di questo discorso ci sarebbe da introdurre la fede per l'”Infinito” fatto uomo e quindi l'”Infinito” riassunto nel Mistero della comparsa di Gesù sulla terra; ma questo é altra cosa (me lo conceda…. molto ma molto più seria).

        • Frodo Baggins ha detto in risposta a Zuckenberg

          Gliene do io una: legga qui! ( ontologico = relativo all’essere, cioè esistenza )
          http://www.maat.it/livello2/Godel-02.html
          ATTENZIONE: SI TRATTA DI UN MATEMATICO: IL GRANDE GÖDEL!!!

          Namarie!

    • bluePhlavio ha detto in risposta a Zuckenberg

      Ottima domanda, cercherò di farle capire come la vedo e cosa intendevo nell’articolo. Penso che la scienza non possa essere imbarcata in imprese come cercare l’esistenza di Dio, anche se si viene condiderati oppositori del progresso scientifico per questa idea. Io sono apertissimo a qualunque nuova idea arrivi dalla scienza per illuminare la nostra comprensione dell’universo ma bisogna cintemporaneamente capire cosa la scienza sia.

      La scienza, in breve, è un discorso sulla natura. E i discorsi hanno un soggetto e un verbo. Anche un discorso sui discorsi ha un soggetto e un verbo. Anche questo mio discorso ha un soggetto e un verbo. La scienza avrà sempre un soggetto (gli elementi fondamentali) e un verbo (le leggi che obbidiscono). La domanda se si possa spiegare l’esistenza di questi può spostare il problema, non risolverlo.

      Personalmente credo però che tanto la scienza quanto la filosofia indichino che dobbiamo essere umili e riconoscere ciò che è più grande di noi e questo è già un piccolo passo verso Dio. No? Cosa ne pensa invece lei?

    • Sophie ha detto in risposta a Zuckenberg

      “Ho l’impressione che per voi Dio esista certamente”

      Ovvio! Se non ne fossimo certi saremmo cristiani relativisti nonchè i tiepidi che Dio nell’Apocalisse ha promesso di vomitare dalla sua bocca.

  4. Nadia ha detto

    Di questo libercolo di Krauss Uccr aveva gia’ parlato nell’occasione del 70 compleanno di Hawking:
    http://www.uccronline.it/2012/02/04/contrordine-prof-hawking-luniverso-ha-avuto-un-inizio-ma-non-sappiamo-come/
    In ogni caso, bene, repetita iuvant!

  5. Giuseppe ha detto

    L’autore dell’articolo, che probabilmente non ha letto i lavori scientifici “veri” di Krauss, che certamente non si riducono a “La Fisica di Star Trek”, dovrebbe pensare a laurearsi prima…

    • bluePhlavio ha detto in risposta a Giuseppe

      Salve, si ha ragione. Anche tutti i seguaci di Dawkins, Krauss e simili che cominciano a straparlare della scienza dal primo anno di università.

      • bluePhlavio ha detto in risposta a bluePhlavio

        Ah e visto che si preoccupa della mia laurea, ha qualche obiezione tecnica da fare ai miei argomenti?

        • Giuseppe ha detto in risposta a bluePhlavio

          Certamente. Nel libro di Krauss, che probabilmente non ha letto, si dice esplicitamente che per nulla si intende il vuoto quantistico, cosa che dicono i cosmologi da quando iniziarono ad occuparsi di cosmologia quantistica negli anni ottanta. E’ ridicolo che migliaia di anni dopo Parmenide, si stia a discutere ancora del nulla inteso come non essere. L’essere è, il non essere non è. Fine. Non c’è bisogno di studiare la formulazione lagrangiana delle teorie di campo per afferrare una cosa che la metafisica ha risolto da tempo immemore. A proposito, La Fisica di Star Trek” è davvero un libro gradevole, oltre ad essere uno dei migliori testi divulgativi che siano stati scritti. In bocca al lupo per i suoi studi…

          • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Giuseppe

            Non sono d’accordo con Lei, Giuseppe, che il problema metafisico per eccellenza sia stato risolto fin da Parmenide, con la conseguenza che grandi filosofi come Leibniz o Heidegger sarebbero “ridicoli”. Lei avra’ le Sue ragioni per essere parmenideo, ma prenda atto che a me (e a tanti altri, molto piu’ intelligenti e profondi di me) la famosa frase di Parmenide appare solo una tautologia, un giochetto di parole, che nemmeno sfiora il problema.
            Cmq, sulla necessita’ di un primo motore immobile anche in fisica, interverro’ in dettaglio nel prossimo articolo, sul quale sono certo raccogliero’ i Suoi commenti, che non sono mai banali.

          • beppina ha detto in risposta a Giuseppe

            Leggo da wiki che “il vuoto (quantistico) è pensato come un equilibrio dinamico di particelle di materia e di antimateria in continuo annichilimento”. Sarebbe questo il “nulla” corrispondente al “vuoto quantistico”?

          • Zuckenberg ha detto in risposta a Giuseppe

            Quindi stai dicendo che il vuoto quantistico è sempre esistito .

          • bluePhlavio ha detto in risposta a Giuseppe

            Sì lo so cosa dice Krauss circa vuoto e nulla, e lì infatti ha ragione perchè parla di cose strettamente scientifiche (ci mancherebbe che un riconosciuto scienziato non abbia capito il suo campo!). Però mi risulta anche che si sia lanciato in un polemica del tipo: “Non mi interessa cosa intendono i filosofi per nulla. Per me conta il nulla reale.” Il problema, secondo il mio modesto parere di quasi laureato in fisica teorica, è che sebbene queste persone abbiano lì davanti il punto del discorso e lo vedano sotto i loro stessi occhi preferiscono lasciarsi andare e non soffermarsi sul serio. E anche lei mi sembra che al punto ci sia arrivato quando cita parmenide. Però perchè le và bene un libro che si intitola “L’universo dal nulla”?

            • beppina ha detto in risposta a bluePhlavio

              Insomma, se o ben capito, il “nulla” del dr. Lawrence Krauss é un “nulla” categorizzato dall’ambiente scientifico e che solo in tale ambito dovrebbe trovare ragione per essere oggetto di speculazione (“nulla” privo di significatività universale). Mi pare che questo confermi le conclusioni dell’articolista…

            • Giuseppe ha detto in risposta a bluePhlavio

              Per come la vedo io, è un problema di scelte editoriali, perché lo stesso problema si verificò in occasione della pubblicazione del libro di Lederman sul bosone di Higgs…

              • bluePhlavio ha detto in risposta a Giuseppe

                Si infatti mi sembra che abbia confessato la scelta del titolo per ragioni editoriali. Il fatto è che i Dawkins e i Krauss usano questi argomenti in favore dell’ateismo e lo fanno in modo aggressivo e senza sapere pressochè nulla in materia religiosa, questo è un fatto. Si possono formulare argomenti più seri in favore dell’ateismo, perchè queste sciocchezze?

                Oggi la scienza è diventata talmente un’autorità che senza usarla non si può più dire nulla di credibile, e questo è veramente assurdo!

                • Giuseppe ha detto in risposta a bluePhlavio

                  Infatti, come ho scritto precedentemente, la scienza non andrebbe utilizzata come grimaldello per avvalorare talune ipotesi metafisiche piuttosto che altre. Per quanto mi riguarda, si può credere o non credere, e l’essere uno scienziato non è una discriminate in un senso o nell’altro. Weinberg è praticamente un antiteista, Cabibbo era un sincero credente, ed entrambi hanno scritto pagine importantissime della fisica.

                  • beppina ha detto in risposta a Giuseppe

                    Concordo appieno col suo pensiero. Con una piccola precisazione da “precisina” (me la conceda…): Cabibbo in qualche modo ha “subito”, a causa del suo credo, la prevaricazione culturale (anche etica?) spocchiosa di certi “circoli” scientifici chiusi (vedi comitato di assegnazione nobel, ad esempio).

                    • Giuseppe ha detto in risposta a beppina

                      Non credo. Semplicemente la questione del Nobel è (anche) una questione politica, e la “sfortuna” di Cabibbo non è stata quella di essere cattolico, ma italiano. Pensi ad esempio a Giuseppe Occhialini, che di premi nobel avrebbe dovuto prenderne non uno, ma due…

                    • Ottavio ha detto in risposta a beppina

                      Il Nobel è certamente politico, lo si è capito dopo la sua assegnazione a Dario Fo (leggete come reagì Oriana Fallaci!!).

                    • beppina ha detto in risposta a beppina

                      Non credo. Semplicemente la questione del Nobel è (anche) una questione politica, e la “sfortuna” di Cabibbo non è stata quella di essere cattolico, ma italiano. Pensi ad esempio a Giuseppe Occhialini, che di premi nobel avrebbe dovuto prenderne non uno, ma due…

                      Rimango della mia idea. Penso che la sua considerazione sulla “nazionalità” comunque ha una certa significatività (seppur secondaria). Del resto chi vivrà vedrà… tra i fisici più citati nella letteratura tecnica di settore ci sono vari studiosi italiani (fonte Wikipedia); ciò ovviamente non é sufficiente a prevedere un “raccolto” di nobel nei prossimi lustri ma la presenza é sicuramente condizioni sufficiente, ancorchè necessaria, per ben sperare.

                    • Max ha detto in risposta a beppina

                      Non sappiamo le ragioni per non aver assegnato il Nobel – che invece fu dato ai colleghi con cui aveva lavorato. Puo’ darsi che siano state politiche, come menzionava Giuseppe, puo’ darsi che siano state dovute al fatto che era presidente della Pontificia Accademia delle Scienze. In ogni caso, non avergli conferito il Nobel fu un errore.

                      Un ricordo personale. Ebbi la fortuna di avere Nicola Cabibbo come uno dei professori durante il dottorato di ricerca. Ne ho una bellissima memoria. Non solo per la grande intelligenza, ma anche per la grande umanita’ che aveva.

            • lorenzo ha detto in risposta a bluePhlavio

              Non lasciarti ingannare: come si può chiamare “nulla” una regione che ha un’esistenza misurabile in quanto parte del vuoto quanto-meccanico?
              Come può la parola “nulla” essere usata per definire qualcosa che esiste?

          • lorenzo ha detto in risposta a Giuseppe

            Mo dispiace per te, ma il nulla non è il vuoto: il nulla non esiste, il vuoto si.

      • Giuseppe ha detto in risposta a bluePhlavio

        Non saprei, il primo anno di università me lo sono lasciato alle spalle da tanto tempo…

    • DSaeba ha detto in risposta a Giuseppe

      Quello che uno scienziato scrive sulla PROPRIA materia conta relativamente quando incappa in proposizioni filosofiche. E’ lo stesso problema che ha Dawkins, che sfrutta la propria fama di biologo e professore ad Oxford per far passare alcuni concetti etici e di filosofia formale che farebbero accapponare la pelle ad uno studente del primo anno di filosofia.

      Ho visto a lungo i video dei dibattiti tra Craig e Krauss: l’impressione che ho avuto di questo studioso è pessima, dato che rientra nel solito ambito di ateo aggressivo. Insomma, niente di nuovo sotto il sole, infatti Craig l’ha asfaltato (se non si fosse fidato del materiale che gli avevano inviato, comunque, sarebbe stato meglio).

      • Giuseppe ha detto in risposta a DSaeba

        Su questo sono parzialmente d’accordo con lei, nel senso che non si dovrebbe usare la scienza per avvalorare posizioni metafisiche e viceversa. Guardi, sarò sincero, per me l’ateismo militante è una perdita di tempo, e lo dico da non credente.

        • DSaeba ha detto in risposta a Giuseppe

          Da credente non ho i titoli per dire se sia utile oppure no, però vorrei che i filosofi non credenti fossero tutti come Oppy, che espone le basi razionali della propria filosofia senza aggressività, senza magliette strafottenti e senza voler fare il “preacher”.

          • Giuseppe ha detto in risposta a DSaeba

            Nemmeno a me, che certamente non sono estraneo alla polemica, piace l’aggressività. Non è un caso ad esempio che stia alla larga dal sito dell’UAAR.

    • Meister Eckhart ha detto in risposta a Giuseppe

      Con tutto il rispetto, vorrei farle notare con su questo sito – per quello che ho potuto constatare da quando lo frequento – ci si confronta sulla base della validità delle proprie argomentazioni, non per titoli accademici.
      E questo è uno dei motivi per cui lo frequento.

  6. Giacomot ha detto

    Hai capito il simpatico Krauss !

  7. Max ha detto

    Krauss e’ una persona molto intelligente, sicuramente un fisico molto piu’ bravo di quanto il sottoscritto lo potra’ mai diventare. Pero’ per quello che ho capito – lessi a suo tempo qualche reviews del libro di cui si parla sopra – ho l’impressione che dovrebbe stare piu’ attento al linguaggio che usa. E’ vero, se non ricordo male, che nella sua opera dice che non intende il “vuoto” come “non essere”. Pur tuttavia, quello che ha scritto si e’ prestato ad essere usato come il solito pseudoargomento anti-teista elaborato da uno scienziato. Tanto e’ vero che la prefazione al libro, negli Stati Uniti, e’ stata scritta da R. Dawkins ed il contenuto e’ quello che ci si puo’ aspettare. Secondo Dawkins, l’importanza del lavoro di Krauss e’ paragonabile a quella de “L’origine delle specie” di Darwin. Ma per favore.

    Forse un po’ piu’ di epistemologia avrebbe aiutato Krauss a ricordarsi che la Fisica non si occupa, per definizione, di questioni metafisiche. Perche’ “c’e’ qualcosa invece del nulla assoluto (ed il vuoto quantistico e’ tutt’altro che nulla)” non e’ una domanda di Fisica e quello che per definizione non puo’ essere misurato non appartiene al campo delle Scienze Naturali.

    David Albert, che e’ un fisico delle particelle ed ha anche un training in filosofia, ha scritto questa review su il New York Times. Egli mette in guardia dagli errori che si possono fare prendendo “troppo alla lettera” il lavoro del suo collega:

    http://www.nytimes.com/2012/03/25/books/review/a-universe-from-nothing-by-lawrence-m-krauss.html?_r=3&

  8. borg ha detto

    sappiamo tutti che nessuno, scienziati comporesi, dara’ le famose risposte alle grandi domande. la mia impressione da non credente è che occorra permettere a tutti di seguire il proprio credo. senza invasioni di campo. questo significa ad esempio , accettare che ci siano posti dove il papa non e’ gradito, come è successo alla sapienza. non voglio fare polemica, mi sembra solo un esempio esplicativo di cio’ che intendo dire.

    • Giacomot ha detto in risposta a borg

      Ci sono posti dove il Papa non è gradito ? Non ne ero al corrente , puoi parlarmene ancora di questo fatto ?

      • borg ha detto in risposta a Giacomot

        la tua domanda non ha senso.

        • Giacomot ha detto in risposta a borg

          Non ha senso ? Ahahah questa è bella .
          In Italia , paese laico , non mi aspetterei mai posti dove il Papa non è gradito e ‘accolto’ in modi del genere . A meno che tu non sappia cosa significa laicità ,che non è quello strano concetto che stanno divulgando in Francia . Se ci sono posti ,in uno stato laico , che non gradiscono in un certo modo il Papa a me sembra molto strano , e non normale .

          • borg ha detto in risposta a Giacomot

            perche’? il papa ha le sue legittime opinioni ma non è detto che tutti debbano condividerle. che c’è di strano?

            • Eli Vance ha detto in risposta a borg

              Fin qui nulla, ma lo strano incomincia quando qualcuno non permette di esprimerle come è successo in quell’università.

            • Emanuele ha detto in risposta a borg

              …beh, prima andrebbe ascoltato, se alla Sapienza non lo hanno neppure fatto parlare, questa non è laicità, ma arroganza.

              Io sono cattolico, ma mai mi verrebbe in mente di far zittire il Dalai Lama, Odifreddi o Rodotà… prima ascolto, poi casomai intervengo e esprimo il mio dissenso

            • Giacomot ha detto in risposta a borg

              Non ho potuto risponderti prima .
              Ma per te è normale trattare male una persona religiosa ?

    • beppina ha detto in risposta a borg

      …la mia impressione da non credente è che occorra permettere a tutti di seguire il proprio credo…

      Bellissima considerazione.

      …senza invasioni di campo. questo significa ad esempio , accettare che ci siano posti dove il papa non e’ gradito, come è successo alla sapienza…

      Ma secondo lei é possibile instaurare una società dove a tutti dovrebbe essere permesso di seguire il proprio credo ma nel contempo in un luogo pubblico qualche spocchioso accademico può lavorare per imporre delle “enclave” culturali chiuse pregiudizialmente al confronto? Non voglio far polemica ma mi sembra un strano modo (avvalorare la creazione di compartimenti stagni per evitare invasioni di campo?) di interpretare una società aperta ed amica, presupposto fondamentale per permettere ad ognuno di vivere il proprio credo.

      • andrea g ha detto in risposta a beppina

        Hai centrato il punto: devono dar l’impressione di essere ‘democratici’,
        e dunque di ‘permettere’ , bontà loro, di credere in DIO: ma nelle
        catacombe, affinchè il loro complesso di superiorità possa
        manifestarsi apertamente.
        Che poi la loro autoconvinzione di superiorità sia ridicola è,
        naturalmente, un altro discorso.
        Lucifero, creatura, si erge contro DIO in un delirio di onnipotenza
        e arroganza: siamo sempre lì.

        • beppina ha detto in risposta a andrea g

          …ma nelle catacombe, affinchè il loro complesso di superiorità possa
          manifestarsi apertamente…

          Bella questa 🙂 .

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a borg

      Il papa era stato invitato alla Sapienza dal rettore, non si era autoinvitato. questo x la precisione, borg.
      secondo, accanto ai chiassosi che non lo gradivano, c’erano molti altri che l’avrebbero volentieri incontrato. in fondo, anche x i non credenti si trattava di un filosofo e teologo fine con cui sarebbe stato utile confrontarsi (v. l’incontro all’universita’ di Regensburg, dove i laici hanno mostrato altro comportamento).
      terzo, ma non ultimo, l’universita’ non dovrebbe essere x definizione un luogo di laico, tollerante, civile confronto? che cosa succederebbe se in ogni ateneo ci fosse il veto a parlare verso chiunque ogniqualvolta una minoranza intollerante dichiarasse il suo “sgradimento”?

      • Giacomot ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Appunto , sti ‘laici’ si dicono tanto liberali , ma alla fine non sanno neanche che significa essere laici . Liberale interpretazione …

        • andrea g ha detto in risposta a Giacomot

          Non è che si “fingono liberali”, lo sono proprio: è la sostanza
          del liberalismo.
          La vergogna successa alla Sapienza esprime l’odio intrinseco
          al/del liberalismo; se non altro, è servito a far cadere la maschera.

          • Giacomot ha detto in risposta a andrea g

            In effetti .
            Non riesco proprio a vedere dov’è il bene in questo liberalismo !
            Spero ci sia qualche spiraglio …

      • Giuseppe ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Anche secondo me la questione del Papa alla Sapienza fu affrontata in maniera isterica…

      • Alessandro ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Anche io da non credente non ho mai capito la polemica fatta per il Papa alla Sapienza (così come quella dei crocifissi nelle scuole). Credo che queste polemiche siano frutto di una distorta idea della laicità dello Stato che è tutt’altra cosa. Comunque riprendendo quello che si diceva sopra anche io mi sono trovato meglio a discutere di tanti temi in questo sito rispetto a quello dell’UAAR. Ed anzi approfitto della presenza di Beppina nel dibattito per dirle che non mi sono dimenticato della nostra discussione aperta sul tema dell’eutanasia, che spero prima o poi di avere il tempo di riprendere

      • borg ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        ho detto:”accettare che ci siano posti dove il papa non è gradito”. cio’ non equivale a dire chi aveva ragione in quell’occasione. ora non mi sembra il caso di riprendere quel discorso ma io credo che li’ l’elemento nuovo è stato proprio constatare che si puo’ criticare la figura del pontefice. questo sfortunatamente è stato lo scandalo che ha suscitato tanto clamore. assurdo.

    • lorenzo ha detto in risposta a borg

      Quindi la tua impressione, da non credente, è che bisogna accettare la discriminazione religiosa?

  9. Alessandro ha detto

    Si concordo con andreag tentare di impedire l’espressione della propria opinione ad una persona in un luogo pubblico (se poi si tratta di una università che dovrebbe essere il tempio della libertà) a causa della sua religione non ha nulla di liberale anzi è proprio il contrario del pensiero liberale

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