I giri loschi dei Radicali e le firme sulle “delibere laiche” senza autenticazione

Quanti milanesi vogliono davvero l’eutanasia? Quanti le stanze del buco? Quanti la legalizzazione della droga leggera (per poi passare alla pesante)? Quanti l’eliminazione dell’obiezione di coscienza? Quanti vorrebbero i locali/quartieri a luci rosse in ogni comune?

Ben pochi, avranno risposto i membri del Partito Radicale, promotori ufficiali di queste “prelibatezze” offerte dalla cultura laica. Forse è per questo che -come dimostrano due filmati- durante le raccolte firme per la città di Milano a supporto delle loro ossessioni non si vede traccia di autenticatori, ma solo di militanti che invocano la laicizzazione dello Stato. Senza nessun pubblico ufficiale – per esempio un consigliere comunale – le sottoscrizioni ovviamente non sono valide, e Marco Cappato lo sa bene dato che a lungo ha contestato le firme irregolari a supporto dell’ultima candidatura dell’attuale governatore lombardo.

In entrambi i video, secondo l’inchiesta di “Libero”, non c’è traccia di un autenticatore, nemmeno dello stesso Cappato che essendo l’unico consigliere comunale radicale avrebbe potuto autenticare le firme (dato l’evidente conflitto di interessi la sua presenza sarebbe comunque risultata indifferente ai fini pratici). Nella registrazione si sente chiaramente l’autore del filmato chiedere perché non ci sia nessuno ad autenticare. La risposta: «Cappato è andato un attimo in bagno», guarda un po’ che coincidenza! Peccato che quest’attimo è diventato lunghissimo, tanto che sono arrivati due poliziotti e perfino la Digos. Il leader radicale si è presentato un quarto d’ora dopo. Sarebbe interessante fare l’esperimento di quante firme false si riescono a mettere in 900 secondi.

Ombre sui traffici loschi dei seguaci di Bonino & Pannella emergono anche dal recente “caso Florito”, l’ex capogruppo del PDL indagato per peculato. Si è infatti scoperto che Lidia Nobili, eletta nella lista Polverini e ora vice presidente commissione sanità alla Regione Lazio, ha presentato fatture da 160 mila euro per la società “Lallaria srl”, il cui amministratore unico è il militante radicale Paolo Campanelli, ex candidato sindaco nella provincia di Rieti. Il motivo di questo finanziamento è contenuto in una ricostruzione de “Il Fatto Quotidiano” (e de “Il Corriere”), dalla quale emerge la solita ipocrisia dei radicali: schierarsi pubblicamente contro le partitocrazie e poi contemporaneamente ricevere soldi per allearsi con un partito o con l’altro.

Non sappiamo se è per questi giri loschi o per i continui insulti verso il Quirinale che il presidente Napolitano ha pensato bene di ricevere una delegazione di esperti per trovare una soluzione al sovraffollamento delle carceri sbattendo fuori dalla porta la militante radicale Rita Bernardini che tanto ha sbraitato per questo problema. Probabilmente anche il Capo dello Stato ha capito, come rivelato dall’ex tesoriere dei radicali Danilo Quinto, che «il metodo radicale non ha nulla da spartire con la libertà e con la verità. Quel metodo non distingue tra mezzi e fini. A quel metodo, fondato sull’interesse, importano solo gli obiettivi da conseguire». Ai radicali interessa solo «coltivare nicchie di consenso elettorale. I loro proclami sulle carceri, ha spiegato l’ex amico e impiegato di Pannella, servono soltanto «per formare un bacino elettorale consistente e prezioso alla bisogna».

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9 commenti a I giri loschi dei Radicali e le firme sulle “delibere laiche” senza autenticazione

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  1. Andrea ha detto

    Ma che schifo, facevano firme false, prendevano soldi sia dal PD che dal PDL e si sono fatti bacchettare pure dagli ultralibertari e laicisti del fatto?!?

    Veramente una vicenda squallida, anzi, forse a questo punto “squallida” è un complimento!

  2. Gabry ha detto

    Ogni azione dei radicali ha sempre un doppio fine. Ho smesso di credere ai sermoni di Staderini, Cappato e Maurizio Turco da qualche anno ormai.

  3. M. Turco ha detto

    Ecco dove finiscono i soldi dell’ 8 x 1000. Parassiti.

    • Panthom ha detto in risposta a M. Turco

      Finiscono ai radicali?? Mmm…che tesi azzardata…non dirlo a Corrado Augias che ci scrive sopra un libro!

    • Leon ha detto in risposta a M. Turco

      Giusto.Hai ragione,la c…quotidiana la hai detta,ora puoi tornare al circo dell’UAAR,a prendertela con i clericali e vaneggiare su un qualche complotto ecclesiastico globale.

    • francesco ha detto in risposta a M. Turco

      I parassiti sono animali che si attaccano ad un altro corpo e vivono del corpo che li “ospita”. Come fai a dire che i cattolici sono i parassiti quando sono proprio i cattolici che ospitano le vostre idee in Italia?

  4. Mariasole ha detto

    All’Università di Bari è obbligatorio studiare sul libro di Vendola

    24 settembre, 2012

    Altro che libri di testo faziosi o insegnanti di parte. Nella vendoliana Puglia è stato superato persino il concetto stesso di lavaggio del cervello sui banchi di scuole e università. Nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari, infatti, tra i libri da acquistare e studiare obbligatoriamente per passare l’esame di Sociologia del Diritto è stato inserito un testo che nasce da un progetto finanziato dall’assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia. Ossia, dalla giunta Vendola.
    Non solo, lo stesso governatore di Puglia si è occupato personalmente di scrivere e firmare la prefazione del testo medesimo. A denunciarlo è Azione Universitaria, che in un comunicato stampa definisce il testo in questione un vero e proprio “manifesto politico dei diritti targato Nicola Vendola”.
    Insomma, propaganda politica, evidentemente da quest’anno obbligatoria per gli studenti di Giurisprudenza dell’Università di Bari.
    Una nuova frontiera della “gioiosa macchina da guerra” alla disperata ricerca di consensi, dopo le finte manifestazioni di “Se non ora quando?” e Popolo Viola e i tentativi di far cadere giunte regionali di centro-destra democraticamente elette (prima Cota in Piemonte, ora Polverini nel Lazio). Si riprova con l’istruzione: finita l’era Gelmini e i bambini mandati in piazza, arrivano i libri finanziati e curati dai governatori di Regione.
    Andrea Volpi, presidente nazionale di Azione Universitaria, nel comunicato stampa diramato agli organi d’informazione e pubblicato solo dalla Gazzetta del Mezzogiorno ha dichiarato:

    “Eravamo abituati ai libri di testo faziosi e di parte in cui vengono estromesse, a discrezione dei docenti, parti fondamentali della storia d’Italia, ma che il libro scaturito da un progetto personale di un leader politico diventi oggetto, obbligatorio, di studio da parte degli studenti è davvero sconcertante”

    Il comunicato continua così

    “Gli argomenti trattati altro non sono che le tesi vendolianè relative ai diritti delle comunità gay, comprese le adozioni, tesi anticlericali che mettono in discussione l’idea di famiglia sancita dalla Costituzione. Persino la presentazione del volume da parte della casa editrice ne certifica la parzialità e la connotazione politica.”

    Scontata la protesta di Azione Universitaria

    “I rappresentanti di Azione Universitaria eletti nel consiglio di facoltà dell’Ateneo di Bari hanno segnalato agli organi accademici il disagio degli studenti nell’essere costretti a studiare e farsi interrogare su un testo politico e poco condivisibile e lo stesso faranno i rappresenti di Azione Universitaria al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari presentando un’interrogazione al Ministro Profumo per chiedere di bandire dagli Atenei un testo politico che rappresenta uno degli strumenti che Vendola sta utilizzando per promuovere le proprie tesi e che non ha nessuna velleità formativa bensì propagandistica.”
    http://www.qelsi.it/2012/alluniversita-di-bari-e-obbligatorio-studiare-sul-libro-di-vendola/

    • Luca S. ha detto in risposta a Mariasole

      Fallito il comunismo, sono rimasti con un vuoto enorme da riempire e si sono buttati nel settore “distribuzione di diritti”.

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