Dovevano essere abortiti, ma la forza della vita li ha salvati

Aveva 23 anni Lacey Buchanan, quando i medici le consigliarono di abortire perché il suo bambino aveva una sindrome molto rara e, una volta nato, non sarebbe riuscito a respirare da solo. Lei e il marito, invece, decisero di portare a termine la gravidanza.  Christian è nato e sopravvissuto, molti coloro che hanno indicato Lacey come una donna cattiva per aver scelto di amare il suo bimbo. A starle vicino la comunità della chiesa a cui da sempre appartiene, che ha dato coraggio a Lacey di realizzare un video -cliccatissimo- per mostrare al mondo il valore di suo figlio: «sono felice che Christian stia diventando la faccia e la voce che dimostra che la bellezza è molto di più dell’aspetto esteriore. Quando Christian sarà abbastanza grande, chiedete a lui se è felice che lo abbia lasciato vivere. Il suo sorriso ha così tanto valore che a 14 mesi Christian sta facendo molto di più di quello che molte persone fanno in una vita», ha spiegato Lacey.

Una storia molto simile a quella di Luz Maria, concepita nel 2011 in seguito ad uno stupro ma lasciata venire alla luce dalla madre, nonostante le pressioni da parte di organizzazioni pro-choice e media. Oggi quella bambina è la gioia della sua famiglia e la  testimonianza vivente che dalla violenza può nascere la gioia, e non è giusto rispondere con un altro atto di violenza, come quello dell’aborto.

Anche Kellie Burville, di 27 anni, non ha voluto dare ascolto né ai medici né ai loro pronostici, ma solo alla vita che portava in grembo. «Quando Kellie era al nono mese di gravidanza abbiamo visto che la piccola aveva un’emorragia cerebrale. Il rischio che nascesse handicappata era del 50 per cento. Così abbiamo proposto ai genitori di abortire», sono le parole di un medico del Chelsea Westminster Hospital di Londra. Il medico spiegò anche che se la piccola fosse sopravvissuta, non sarebbe stata in grado né di camminare né di parlare, incapace di nutrirsi: «ma l’idea dell’aborto non mi ha sfiorato nemmeno per un secondo», ha raccontato Kellie. La piccola è nata solo con poche piastrine nel sangue, ma è bastata una trasfusione per regolarizzarla. E’ stata battezzata:  «Ora fa tutto quello che ti aspetti da una bimba sana. Lei è il mio miracolo», ha detto Kellie, mentre il papà spiegava la meraviglia di «vederla fare tutte le cose che i medici dicevano che non sarebbe mai stata in grado di compiere».

Una nascita difficile anche quella di Kenna Claire Moore, nata nel gennaio scorso a sole 25 settimane, con un peso di 270 grammi. Anche in questo caso i medici hanno consigliato l’aborto alla madre, che soffriva di ipertensione gestazionale indotta dalla gravidanza. Ma uccidere sua figlia non era una cosa che la interessava, anche se aveva il 60 per cento di probabilità di vedere sua figlia sopravvivere. Pochi giorni fa Nicki e Sam, i genitori di Kenna, hanno portato a casa la piccola che sembra stare in condizioni migliori. «Spero che Kenna possa ispirare altre persone che si trovano ad attraversare momenti così duri» ha spiegato la madre.

Davide Galati Luca Pavani

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26 commenti a Dovevano essere abortiti, ma la forza della vita li ha salvati

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  1. Enrico da Bergamo ha detto

    Aborto a 9 mesi?Probabilmente sarebbe già stata in grado di respirare spontaneamente.

  2. Klaus ha detto

    Quattro belle storie che fanno bene al cuore. Quattro volte grazie!

  3. Francesco B. ha detto

    Mi fanno accapponare la pelle i commenti del video. Ma sì uccidiamo tutti i bimbi malati con malattie strane e incurabili. Invece di creare centri d’aiuto, invece di promuovere carità e pietà uccidiamo tutti coloro la cui vita non rispetta certi parametri. Nel prossimo governo creeremo il Ministero per la Valutazione della Dignità e della Soppressione delle Vite Altrui. Uccidiamo pure tutti coloro che vivono sotto la soglia della povertà, tutti coloro che soffrono di depressione, di malattie incurabili, perché no? Sopprimiamo tutti coloro la cui vita non fa altro che rallentare il progresso evolutivo verso la creazione dell’uomo perfetto…aspetta mi hanno già preceduto in Germania negli anni 30-40. Ateismo fondamentalista = Nazifascicomunismo.

    • StefanoPediatra ha detto in risposta a Francesco B.

      Ma l’avete notato il sorriso dolcissimo di questa giovanissima mamma? Anche quando descrive i momenti difficili è un viso sereno che sempre, sempre tradisce un amore grande!

      Che piccola, meravigliosa, grandissima donna! Spero abbia accanto a se un piccolo, grande, altrettanto meraviglioso uomo accanto a sè.

  4. Andrea ha detto

    Ma è possibile che l’ideologia dell’eliminazione della sofferenza a tutti i costi porti ad effetti non sempre dissimili dall’eugenetica e dal nazismo?

    Comunque sono felicissimo di fronte a casi del genere, una Vita sempre tale rimane anche se non in condizioni ottimali al 100%. Ma certa gente ha presente un certo Stephen Hawking? Stando a quanto dicono starebbe soffrendo, dunque secondo il loro ragionamento… Eppure resta uno dei più grandi Fisici del Mondo! Sia d’esempio!

  5. Alèudin ha detto

    ho una parente che ha subito violenza e nonostante questo ha tenuto il piccolo, poi ha trovato un uomo, si sono sposati e hannoa vuto altri 2 figli.

    Inutile dire che il bambino (ora adulto, tra l’altro a conoscenza del fatto) frutto della violenza al pari degli altri due è un uomo felice, perchè amato.

    Questa donna ha combattuto il male con il bene e ha vinto.

    • Sophie ha detto in risposta a Alèudin

      Ne ho sentite un pò di queste storie diciamo “non facili”… Un mio amico frate ha una sorella che è stata violentata dall’ex. Questo è avvenuto prima della chiamata dal Signore. Le disse di tenerlo e lei che all’inzio era molto titubante, poi si convinse. Ora questo bimbo (bellissimo perchè l’ho visto in una foto) sa tutta la verità e la madre lo sta crescendo con tutto l’amore di questo mondo. E ovviamente nessuno gli fa pesare il fatto di essere nato con uno stupro.
      Mi capitò di sentire qualcosa di simile da una mia amica, violentata anche lei dall’ex. Ma lei però decise di abortire. Una ragazza problematica da sempre al di là del fattaccio. Sniffava coca, fumava canne, si calava le paste, si ubriacava, faceva pure i mix quindi non vi dico le risse che scatenava. Cambiava non si sa quanti ragazzi, tradiva il compagno, rubava… una vita completamente senza regole. Proprio un macello. Lei a distanza di tanti anni ormai, ancora si faceva il conto su quanti anni avrebbe potuto avere suo figlio e ci piangeva per il rimorso. Le proposi di andare da una psicologa con la quale mi misi d’accordo per farla pagare di meno proponendole pure di accompagnarla proprio io per non farla sentire a disagio,all’epoca non ero credente altrimenti le avrei proposto un prete che la ascoltasse gratuitamente, lo avrei trovato facilmente perchè dalle mia parti sono molto in gamba. Lei però trovò tutte le scuse per non andarci ed è rimasta così…

  6. Antonio ha detto

    Io continuo a non capire la logica dell’aborto. Il bambino ha un malattia rara con la quale rischierebbe di morire. La soluzione: lo aiutiamo a sopravvivere? No, lo uccidiamo noi prima! Che senso ha? A questo punto a che serve trovare cure?

  7. StefanoPediatra ha detto

    Faccio il medico pediatra da abbastanza anni per essermi dovuto confrontare nella mia vita professionale con la sofferenza e la morte tante volte. Ma posso assicurarvi che in tutto questo tempo, nei tanti anni della mia attività di ricerca, cura e follow up di tanti bambini malati sono incappato molte, anzi moltissime volte, in bellissime storie di vita, di coraggio e di forza.

    Al contrario di quanto taluni vogliono farci credere (e ce lo urlano sguaiatamente e con arroganza nel tentativo di sovrastare col loro baccano quel silenzio se ascoltassimo il quale non potremmo non sentire la veritá) la vita è di gran lunga più forte della morte.

    Si tende più spesso a parlare di morte, di aborto, delle sofferenze ad esso legate, che non della vita e delle bellissime storie di tutte le persone che non sono state “annullate” prima di nascere. Mentre è di questo che dovremmo parlare noi cristiani cattolici: di vita.

    Come tempo fa ho scritto in un altro commento, io posso parlare per esperienza diretta dal momento che mia mamma ha scelto, parecchi anni fa, di non farsi curare per una grave e letale malattia per permettermi di nascere. Oggi io sono in vita felicissimo di esserlo e lo è anche mia mamma che nel frattempo mi ha dato anche dei fratelli. E la malattia di mia madre? Un miracolo? Un errore diagnostico? Non saprei dire. Anzi no: comunque un miracolo c’è stato e quel miracolo è stato l’amore di mia mamma nei confronti di quella piccola vita che stava sviluppandosi in lei (che poi sarei io), un amore più grande per quello verso la sua vita stessa.

    Ma potrei raccontarvi, per averle vissute direttamente, tante altre storie di questo tipo. Di mamme e di papà coraggiosi che hanno portato a termine gravidanze, consapevolmente, anche in situazioni davvero difficili. Potrei raccontarvi (e chissà, magari un giorno lo farò in un libro, è un’idea che mi frulla in testa da tanto tempo) di tanti bambini che pur essendo nati con qualche problema, talvolta anche serio, ora sono delle persone felici, più forti e determinate rispetto a molte altre persone che sono entrate nella vita molto più facilmente.

    Una storia su tutte. Quella di Linda, che qualche tempo fa vi ho raccontato. Sopravvissuta alla tentazione della mamma (indotta da alcuni medici) di abortire, oggi ha 14 mesi. La diagnosi di Sindrome di VACTERL è stata confermata. Rispetto al momento in cui vi ho raccontato per la prima volta la sua storia, Linda nel frattempo ha subito un intervento chirurgico per la correzione della malformazione del braccino ed un altro ne dovrà effettuare in futuro per la correzione definitiva. Ora si alimenta autonomamente senza più sondino naso gastrico. Cresce, cammina (l’ho vista in ambulatorio il mese scorso), gioca con gli altri bimbi del suo asilo nido ed è una bimba evidentemente felice così come lo sono i suoi genitori.

    Niccolò Paganini e Sergei Rachmaninov probabilmente erano affetti dalla Sindrome di Marfan, una rara malattia genetica, lo sapevate? Alcuni studiosi sostengono che Mozart fosse affetto dalla rara Sindrome di Tourette e probabilmente Chopin soffriva di una rara forma di epilessia genetica, l’epilessia del lobo temporale, che gli provocava delle allucinazioni e di una gravissima malattia genetica, la Fibrosi Cistica che ne ha minato progressivamente il fisico fino a condurlo ad una morte prematura. Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa, grande pittore impressionista, era sicuramente affetto da picnodisostosi, una gravissima malattia genetica da accumulo lisosomiale che colpisce lo scheletro. L’elenco dei personaggi famosi del mondo dell’arte e non solo (anche Abram Lincoln era probabilmente affetto, ad esempio, dalla Sindrome di Marfan) che soffrivano di malattie genetiche è lungo.

    Ora, immaginiamo per un attimo che ai tempi in cui sono nati i personaggi di cui sopra esistesse la possibilità di diagnosticare in utero le gravi malattie di cui alla nascita si sono poi dimostrati portatori. E supponiamo che l’aborto fosse già legale nei Paesi in cui le madri di queste persone vivevano… Ebbene, riuscite a pensare a quanto meno ricca sarebbe la storia dell’arte, la storia della musica, la storia? Riuscite a pensare cosa avrebbe perso l’umanità se questi personaggi fossero stati abortiti?

    Sono state tutte persone felici, nonostante la loro malattia? Non lo so. Forse sì, forse no, forse hanno avuto alti e bassi come tutti noi, forse più di qualcuno di noi. Ma quanto sarebbe più povera l’umanità oggi se le loro vite fossero state “cancellate”.

    Storie come quelle raccontate nell’articolo, storie di persone comuni, non personaggi famosi, sono bellissime storie di vita e di amore. Tante altre se ne possono trovare perché per fortuna la vita e l’amore sono molto più forti della morte, anche se fanno, colpevolmente, molto meno rumore. Pensate alla storia di Simona Atzori, la bella e brava pittrice e ballerina nata senza braccia (in rete trovate tantissimo su di lei) che tra l’altro ha scritto un libro (che vi consiglio caldamente di leggere) intitolato “Cosa ti manca per essere felice” e di cui Candido Cannavò, il nota giornalista sportivo, nel suo libro “E li chiamano disabili“ (leggete anche questo libro e vi assicuro che poi sarete felici di averlo fatto) ha scritto: “Le sue braccia sono rimaste in cielo ma nessuno ha fatto tragedie”.

    Ecco, io credo che raccontare la vita, raccontare l’amore, valga molto più di tanti racconti di morte e di tante immagini cruente. Non voglio dire che non possa servire anche mostrare gli orrori dell’aborto, in alcune situazioni, ma davvero credo che sia molto più utile mostrare la forza della vita e cosa può determinare l’amore di una mamma e di un papà nei confronti della vita. BRAVA REDAZIONE UCCR! E scusatemi per il commento come al solito troppo lungo! 🙂

  8. StefanoPediatra ha detto

    Per la Redazione: mi sembra che sia il 3° che il 4° link rimandino entrambi alla stessa storia, quella di Kenna.

  9. franca ha detto

    Nel ’93 ero in attesa del mio terzo figlio. Alla ventesima settimana, dopo alcuni esami di routine, mi dissero che, “nella migliore delle ipotesi il bimbo sarebbe stato Down” (sospetta trisomia 18 o 21) e che “non aveva senso portare a termine la gravidanza”. Tutto questo è documentato con relative firme dei medici nella mia cartella clinica. Poiché, mio marito ed io, riteniamo che la VITA sia un DONO e sia SACRA, abbiamo rifiutato tale “soluzione”. Oggi, Andrea, ha 19 anni è un ragazzo sveglio, intelligente, pieno di interessi e di impegni, pronto ad iscriversi all’Università dopo aver conseguito la maturità classica.

    • StefanoPediatra ha detto in risposta a franca

      Grazie piccola, meravigliosa, grandissima mamma e grazie al tuo piccolo, meraviglioso, grandissimo compagno di vita e d’amore. 🙂

      • franca ha detto in risposta a StefanoPediatra

        Grazie Stefano. La stessa fede e consapevolezza del valore della vita ci ha sostenuti nell’affrontare la malattia (sarcoma di Ewing) del nostro primogenito Davide che a 23 anni è stato “accolto nelle tenere braccia di Dio per sempre” (così abbiamo scritto sulla sua lapide). Pensa se avessi abortito allora, oggi per me sarebbe impossibile vivere….perchè la morte di un figlio è uno strappo al cuore quasi fisico ed indescrivibile…è Maria la Consolatrice, lei che come Madre ci ha preceduta…
        Ora basta tristezza, anch’io aspetto il tuo libro!

    • Fulton Sheen ha detto in risposta a franca

      Anche questa è una bellissima storia, e ti ringrazio di averla condivisa. Voglio aggiungere però che anche se non aveste ottenuto questo miracolo, bisogna far capire a quei dottori che anche se il bambino fosse nato down non ci sarebbe stato alcun bisogno di abortirlo.

      • franca ha detto in risposta a Fulton Sheen

        Si hai ragione. Non volevo farla troppo lunga, ma ai medici, che statistiche alla mano, affermavano che una trisomia 18 era incompatibile con la vita,che avrei avuto un parto prematuro, che non sarebbe stato possibile gestire un bimbo così a casa ecc.. abbiamo risposto che avremmo accettato gli eventi ed ipotizzato anche la possibilità di donare gli organi, ma non avrei MAI deciso di sopprimerlo io. Sono di Torino ed abbiamo pensato di chiedere eventualmente aiuto al Cottolengo…noi non pensiamo che sia un miracolo ma il delirio di onnipotenza di una certa medicina che si arroga il diritto di definire chi può vivere e chi no, chi è degno e chi no: ero alla terza gravidanza, 35 anni: ero proprio un caso da studiare (mi chiedevano se “l’avevamo cercato”…). Abbiamo un grande rispetto per la medicina (nostro figlio desidera diventare proprio medico) è stato un periodo di sofferenza e la nostra fede è stata messa alla prova. Andrea è nato il 25 giugno 1993….(giorno del 12° anniversario di Medjugorje!!!)Scusate forse ho scritto troppo.

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