Marco Politi verso il crepuscolo: 9 vaticanisti lo smentiscono

Il “Fatto Quotidiano” non riesce ad andare oltre alle 70 mila copie (“Tuttosport” ne ha 90 mila, per intenderci). Per avere visibilità, dunque, Padellaro è costretto a dare spazio a coloro che hanno posizioni radicali e  estremiste, come il vati-laicista Marco Politi. Egli, si sa, ha per papa Ratzinger una precisa ossessione: in un recente articolo, “Ratzinger verso il crepuscolo” lo ha ad esempio definito: «esitante», «astratto», «privo di risposte concrete», un «regno in stagnazione», afferma che «il peso della Santa Sede sulla scena mondiale è calato drasticamente e nel mondo dei media internazionali l’attenzione riservata al papato si è rarefatta», e tante altre valutazioni personali.

Ha scritto anche un libro su questo, “Crisi di un papato”, la cui tesi centrale è stata però smontata pochi mesi fa proprio durante la presentazione pubblica. Certo, si è preoccupato di invitare il suo amico Vito Mancuso, che ovviamente gli ha dato corda, negando anche esplicitamente il peccato originale durante il suo intervento. Poi però la parola è passata a persone serie, come la professoressa Anna Foa, ebrea e docente di Storia moderna presso “La Sapienza” di Roma, che ha pubblicamente corretto le fantasie di Politi circa una presunta crisi tra il mondo ebraico e l’attuale pontificato. Ha spiegato che i rapporti sono ottimi, che il primo pensiero di Ratzinger come Papa è andato proprio agli ebrei, che la visita del Pontefice ad Auschwitz è stata -al contrario di quanto racconta Politi- un «momento alto del rapporto con l’ebraismo, ed estremamente emozionante». La storica ha anche ricordato che accogliendo i lefebvriani, il Pontefice ha comunque chiaramente condannato il negazionismo della Shoah, inoltre, molto importante è stato il superamento del ruolo degli ebrei nel deicidio contenuto nel suo libro “Gesù di Nazareth”, accolto con grande approvazione dal mondo ebraico. Ha chiuso il suo intervento criticando ancora Politi per non aver fatto emergere «l’apprezzabile ed estremamente interessante processo del teologo Ratzinger di approfondimento del rapporto tra ebraismo e cristianesimo […], un passo senz’altro positivo».

In sala c’era anche il prof. Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano, esperto filologo, il quale ha parlato delle inattendibili fonti usate da Politi, per il 90% voci anonime e per il 10% suoi stessi articoli. Ha citato anche vari esempi in cui l’autore ha raccontato degli eventi facendone presente soltanto una parte, pur di dimostrare la veridicità della sua tesi. Infatti, oltre alla crisi con il mondo ebraico (confutata dalla prof.ssa Foa) ha anche inventato una crisi con il mondo islamico, rifacendosi all’equivoco nato nel discorso di Ratisbona. Ha però evitato di ricordare la lettera inviata a Benedetto XVI da diversi intellettuali islamici, i quali hanno pienamente compreso e apprezzato il discorso, come ha anche censurato il fatto che il Pontefice nel 2010 sia stato invitato nella Moschea blu a Istanbul, luogo simbolo per il mondo musulmano. Tutto il libro è costruito in questo modo.

Inoltre, in occasione della recente celebrazione per i sette anni di pontificato di papa Ratzinger, sono stati intervistati da Zenit.it diversi giornalisti di quotidiani internazionali. La vaticanista dell’Ansa, Giovanna Chirri, spiega: «Questo Papa è un teologo che è diventato un riformatore ma non ha mai perso di vista il suo scopo: quello di annunciare Cristo al mondo. Si è trovato con un sacco di grane, basti pensare sulla pedofilia e la riforma finanziaria ma è sempre intervenuto con decisione. Non sono mancate fughe di notizie e su questo è intervenuto in quello che poteva intervenire». Juan Lara, dell’agenzia spagnola EFE: «Un fatto significativo è venuto a galla durante il suo pontificato: i casi degli abusi sessuali, la pedofilia. Il Papa ha affrontato il caso, mettendosi anche molta gente contro ma non se ne è curato pur di fare pulizia, e questo è significativo. E’ stato uno scandalo che lui ha affrontato in prima linea»Elisabetta Piqué, del quotidiano argentino La Nación: «Quando è salito al soglio pontificio c’era questa immagine mediatica del “rottweiller”, dell’inquisitore. Invece ha dimostrato di essere un Papa con una personalità molto amabile e allo stesso tempo un intellettuale ma molto umile. Ogni volta che si è verificato un errore nella comunicazione lui lo ha sempre riconosciuto»Alessando Speciale, corrispondente vaticano di UCA News, Religion news service: «Benedetto XVI si è trovato davanti a una sfida, a una crisi, non su ciò che lui avrebbe immaginato di costruire il suo pontificato. Parlo della pedofilia e gli abusi sessuali e lui, davanti a questa crisi, ha saputo dare un tono di risposta all’altezza delle circostanze, cosa che forse molti uomini all’interno della Chiesa non avrebbero saputo dare».

Salvatore Izzo, vaticanista dell’agenzia AGI: «Benedetto XVI sta acquisendo una figura paterna che prima non aveva.  Sta facendo un grande sforzo per avvicinare tutti alla Chiesa, non solo i tradizionalisti ma anche altri movimenti più innovatori. Potrebbe sembrare il contrario ma è proprio così»Andres Beltramo, vaticanista dell’agenzia messicana Notimex: «Credo che lui sia cambiato ma anche la percezione che la gente ha su di lui è cambiata. Iniziando dal fatto che lui è andato in diversi Paesi e ciò ha accelerato questo cambio di percezione. Nell’ultimo viaggio apostolico, ad esempio, all’inizio non lo conoscevano […] quando lo hanno conosciuto personalmente c’è stato un cambio di atteggiamento. Qui i mezzi di comunicazione hanno parlato di lui, forse lo hanno anche criticato o riflettuto sull’entusiasmo popolare, ma è un fatto temporaneo. Invece attecchisce quando le persone lo hanno potuto vedere e quindi rimangono con una percezione diversa da quanto raccontano i mezzi di comunicazione». Per la grande attenzione del mondo economico e imprenditoriale italiano per il pensiero di Benedetto XVI, Armando Massarenti, responsabile del supplemento culturale Il Sole 24ore-Domenica, ha curato un libro sponsorizzato dal suo quotidiano e da quello della Santa Sede per divulgare maggiormente il pensiero del Pontefice.  Bernhard Müller-Hülsebusch, vaticanista di “Der Spiegel”, ha pubblicato un libro su Benedetto XVI scrivendo: «Il Papa è un’autorità, ma non è autoritario, è conservatore, ma aperto al dialogo, un brillante […] un pontefice, la cui performance come pastore della Chiesa universale sta diventando sempre più evidente negli ultimi tempi».

Filippo di Giacomo, vaticanista de “L’Unità” ha scritto: «come dimostrato in questi sette anni, Benedetto XVI è straordinariamente capace di trasformare ogni “contraddizione” in domanda. E proprio ciò che progressivamente sta caratterizzando il papato Ratzingeriano come manifestazione straordinaria del cattolicesimo, quello uscito dal Concilio Vaticano II […]. Con Benedetto XVI, sette anni sono stati sufficienti per cancellare quella cupa profezia sulla dissoluzione della Chiesa, di cui la Spagna zapateriana, sarebbe stata l’antesignana. Se Dio gli darà vita e salute, riuscirà anche a liberare la Chiesa dal pessimismo dei chierici: sarà difficile, ma Ratzinger promette bene». Con tanti saluti al tramonto di Marco Politi.

 

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20 commenti a Marco Politi verso il crepuscolo: 9 vaticanisti lo smentiscono

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  1. Kosmo ha detto

    “sedicente teologo Vito Mancuso”

    Solo un appunto.
    Mancuso è un teologo, non sedicente.
    Sedicente cattolico SI, ma non sedicente teologo.
    Si può studiare teologia ed essere atei (come Mancuso).

    • lorenzo ha detto in risposta a Kosmo

      Si può essere sacerdoti della Chiesa Cattolica, come lo è don Vito Mancuso, è combattere pervicacemente il Magistero.

      • Kosmo ha detto in risposta a lorenzo

        Questo riguarda ALTRI preti come Don Gallo & C.
        Vito Mancuso, se non sbaglio, è “spretato”.

        • lorenzo ha detto in risposta a Kosmo

          Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n° 1583 scrive: “Un soggetto validamente ordinato può, certo, per gravi motivi, essere dispensato dagli obblighi e dalle funzioni connessi all’ordinazione o gli può essere fatto divieto di esercitarli, [Cf ⇒ Codice di Diritto Canonico, 290-293; ⇒ 1336, 1, 3. 5; ⇒ 1338, 2] ma non può più ridiventare laico in senso stretto, poiché il carattere impresso dall’ordinazione rimane per sempre. La vocazione e la missione ricevute nel giorno della sua ordinazione, lo segnano in modo permanente.

          • Kosmo ha detto in risposta a lorenzo

            http://www.cdbchieri.it/rassegna_stampa_2010/mancuso.htm

            “Non ho mai pensato ad iscrivermi a questi movimenti dei preti sposati perché non mi sento un prete, è questo il punto”

            • lorenzo ha detto in risposta a Kosmo

              Innanzitutto grazie per il link.
              Poi, non è importante quello che pensa Mancuso, ma quello che al riguardo afferma il Magistero: mentre infatti il matrimonio è finché morte non vi separi, il sacerdozio è in eterno.

              • Kosmo ha detto in risposta a lorenzo

                Uno che non si sente prete, non credo corrisponda all’espressione “soggetto validamente ordinato”.
                E’ quel “validamente” che ti frega. 😉

                Se si ordina uno addormentato o uno in stato di incoscienza, o ancora uno costretto, non penso sia da considerare “validato”.

                • DSaeba ha detto in risposta a Kosmo

                  Già, ma il fatto che non sia stato validamente ordinato è un oggetto che deve essere il Mancuso stesso a dimostrare.

                  Non esiste l’aggettivo “spretato” o “ex-prete”. Esiste solo “sacerdote per sempre”, che faccia Messa o no.

                  • Kosmo ha detto in risposta a DSaeba

                    Se fossi in qualcuno con il potere di fare qualcosa, metterei più distanza possibile tra la Chiesa e Mancuso.
                    Mantenere al proprio interno un personaggio di tal fatta è il peggior autogoal che si possa fare.

                  • Hugo ha detto in risposta a DSaeba

                    Concordo pienamente. E’ come chi dice: “Io non mi sento battezzato”. Non esiste uno sbattezzato e non esiste uno spretato, i sacramenti valgono per sempre.

                • Francesco ha detto in risposta a Kosmo

                  Prima di essere ordinato diacono e poi sacerdote ha trascorso qualche anno in seminario, oltre ad aver studiato teologia: non sapeva quello che stava facendo? In tutti quegli anni non ci ha pensato che sarebbe divenuto un chierico? Misteri mancusiani…

    • Pino ha detto in risposta a Kosmo

      Mancuso non è un teologo, un teologo deve essere credente e Mancuso non è. Al massino è un filosofo delle religioni.

    • Emmanuel ha detto in risposta a Kosmo

      No, ti sbagli…
      Si può essere uno studioso del cristianesimo senza essere credente, ma non teologo. Il teologo deve essere credente, non può essere ateo.

  2. Giovanni Pastormerlo ha detto

    Ma politi è cattolico almeno?

  3. Michele Silvi ha detto

    Mmm, m’è sparito un post.

  4. Controinformato ha detto

    smentito anche da L’unità…
    macché crepuscolo, Politi non è mai sorto!!!

  5. Leo ha detto

    Non c’è che dire, Benedetto XVI è scomodo per tutti i pensatori alla Politi, che vorrebbero una Chiesa “piegata” alla logica del mondo. Il fatto è che persone come Politi (ma anche Eco, che critica il Papa sul piano della filosofia) sono perdenti da questo punto di vista. E’ proprio la “ragione” che dà ragione al Papa, perdonate il gioco di parole. Benedetto XVI non sarà uno che “buca lo schermo”, come il suo grande predecessore, ma a me buca il cuore e l’intelletto il sentirlo e il leggerlo. Non solo come cattolico, come persona che si sente nella Chiesa e dalla Chiesa accolto, ma sopratutto come uomo. Non sono certo io la persona più indicata per fare l’apologia di questo immenso Pontefice, ma anche immenso uomo del nostro tempo. Mi limito solo a dire che se si adotta il metro della retta ragione, non si può non essere d’accordo con il Pontefice, con il Suo Magistero. Insomma, questo Papa è il Papa giusto al momento giusto. E poi, tutto sommato, non è tanto nei media (come dice Politi), quanto nei cuori, che la Fede e la Ragione devono penetrare. E per questo c’è bisogno di persone, di testimoni (come il Pontefice è) veraci di Cristo. Non tanto o non solo di spazi mediatici. Quando le folle cominciavano a circondarlo, Gesù preferiva ritirarsi a pregare, in montagna, in isolamento. Con Amicizia!!

    • lorenzo ha detto in risposta a Leo

      Gli atei, gli agnostici e gli anticristiani in genere, dovrebbero leggere i Vangeli e rassegnarsi: la crocifissione non è la fine della storia, ma un semplice passaggio per la Resurrezione.

  6. lorenz ha detto

    Sorprendente Filippo di Giacomo: con il discorso sulla possibilità di “liberare la Chiesa dal pessimismo dei chierici” secondo me ha colto nel segno, sia perchè è un problema reale e grave, sia perchè il Santo Padre Benedetto XVI sta facendo molto per questo!

    • lorenzo ha detto in risposta a lorenz

      Il Papa è un chierico.
      Forse sarebbe più corretto dire: … dal pessimismo di taluni che, pur essendo chierici…

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