Furono le suore a cominciare l’emancipazione femminile

Furono le suore i battistrada dell’emancipazione femminile in Italia. Avvenne nell’Ottocento proprio a causa della politica laicista risorgimentale.

Questo il contenuto di un articolo apparso su Il Giornale, in cui si spiega che ad un certo punto le suore dovettero intestarsi e gestire un patrimonio (cosa che alle donne laiche italiane fu concessa solo nel 1919) e a viaggiare continuamente per dirigere le varie case. La separazione tra Chiesa e Stato portò le suore a mantenersi con un lavoro, quindi a studiare da infermiere, da maestre. Molte si laurearono a Genova, l’unica università che accettasse donne. E queste religiose furono le prime a creare scuole superiori per donne, licei femminili.

«Le suore furono fra le prime donne a prepararsi con studi professionali», scrive Lucetta Scaraffia, docente di storia contemporanea all’Università La Sapienza, nel saggio “I cattolici che hanno fatto l’Italia” (Lindau 2011). «Anche le prime scuole per infermiere sono state istituite da suore per altre suore. Le suore si trovavano a dirigere orfanotrofi, scuole, ospedali, e quindi a viaggiare spesso, conducendo una vita molto più emancipata e impegnativa di quella offerta alle donne laiche loro contemporanee. Per tutto il XIX secolo le fondatrici delle congregazioni religiose hanno amministrato patrimoni ingenti, in forte anticipo sul mondo laico».

Questa emancipazione femminile «si è imposta a causa dell’espropriazione dei beni ecclesiastici, un provvedimento che, secondo molti, avrebbe distrutto la Chiesa, ma che in realtà ha aperto alle donne nuove possibilità di realizzazione». Continua la storica: «Per una donna di bassa condizione entrare in una congregazione significava un vero e proprio investimento culturale e sociale», cosa negata nel mondo laico.

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10 commenti a Furono le suore a cominciare l’emancipazione femminile

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  1. Ingrid ha detto

    Ecco che anche il famminismo moderno tradisce le sue origini…!

  2. Antonio ha detto

    Io pensavo che ad aprire la strada all’emancipazione femminile italiana fossero state Maria Montessori e la mia conterranea Franca Viola; ma evidentemente mi sbagliavo. W le suore!

  3. Tiziano ha detto

    Come sempre è accaduto in italia….tutto l’attacco verso la chiesa è pura invidia

  4. Enrica ha detto

    Ho sempre stimato la Scaraffia! Una vera femminista, altro che le sciocche donnicciole che vagano nei salotti di oggi a promuovere l’aborto come diritto umano.

  5. Antonio ha detto

    Non vorrei apparire come uno che va a trovare il pelo nell’uovo, ma non posso fare a meno di farvi notare che nell’articolo sopra riportato c’è una imprecisione, laddove si scrive che l’Università di Genova era l’unica ad accettare donne. A me risulta che alla fine dell’800 e nei primi anni del ‘900 all’Università di Torino ci fosse già la presenza di alcune donne (oggetto di scherno da parti dei maschi), tra le quali c’era anche il futuro Premio Nobel Rita Levi Montalcini (se la cosa vi interessa, domani è il suo 102esimo compleanno).

  6. max ha detto

    “La separazione tra Chiesa e Stato portò le suore a mantenersi con un lavoro”.
    A me risulta che ciò che portò le suore a mantenersi con un lavoro fu il fatto che non ricevevano una lira dalla Chiesa, al contrario invece dei sacerdoti.

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