Fort Bragg: i militari non vogliono Richard Dawkins, annullato festival ateo

E’ stato annullato il “The Rock Beyond Belief”, evento culturale e musicale previsto per il 2 aprile nel Fort Bragg, l’importante installazione dell’esercito degli Stati Uniti nella Carolina del Nord, che ha una popolazione di 29.183 abitanti.

L’evento -si legge su Fox10tv, era organizzato dalla Freedom From Religion Foundation, la più grande parrocchia di atei americani. Si sarebbe esibito il cantante Roy Zimmerman e il clou sarebbe stato raggiunto con la partecipazione -dell’unico, solo e onnipresente- Richard Dawkins. Peccato che i militari non siano però intenzionati a finanziare questa manifestazione. Ma la cosa che ha mandato su tutte le furie la parrocchia atea, è che solo pochi mesi fa, proprio nel Fort Brant, si era svolto il “Rock the Fort festival“, organizzato dalla Billy Graham Evangelistic Association, durante il quale era stata suonata della musica frammentata a letture del Vangelo. E i militari avevano aderito con entusiasmo, investendo ben $ 52.000. Oltre il danno, la beffa quindi. La Freedom From Religion Foundation ha sbraitato: «rifiutando di annullare l’evento cristiano evangelico, la base militare ha creato un precedente, ora chiediamo che ci sia la stessa attenzione anche ad un evento non religioso». Gli atei hanno cercato di persuadere la base militare sostenendo che la loro non è solo una contro-manifestazione, ma sarebbe «una giornata di svago e divertimento per una parte degli Stati Uniti». Ma non c’è stato nulla da fare, i militari non parteciperanno e Richard Dawkins dovrà organizzarsi il suo weekend da pensionato in un altro modo.

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16 commenti a Fort Bragg: i militari non vogliono Richard Dawkins, annullato festival ateo

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  1. Aldo Basile ha detto

    interessante anche il suo amichetto!

  2. razio+ ha detto

    ma quest’uomo quanto è ridicolo??

  3. Phantom ha detto

    Ma è possibile che esista solo Dawkins???? Non c’è qualche altro intellettuale da poter invitare? Se mi pagassero profumatamente andrei io a parlare bene dell’ateismo!

    • Francesco B. ha detto in risposta a Phantom

      Dipende, quanti libri hai venduto? 🙂

      • Phantom ha detto in risposta a Francesco B.

        Effettivamente… 🙂 cmq il fatto che ci siano così pochi intellettuali disposti a parlare di ateismo è dimostrato proprio dal fatto che i libri di Dawkins sono molto venduti. Essendoci poca offerta, tutti convogliano su questa. Cosa ne dici di questa riflessione?

        • Francesco B. ha detto in risposta a Phantom

          Può essere un’interpretazione. Secondo me conta molto anche il taglio che lo scrittore dà, appena il libro diventa un attimo serio, la gente non lo compra più. Diciamo che magari Dawkins è bravo a scrivere anche se non dice nulla, per questo vende di più.

  4. fabrizio ha detto

    Cambierebbe poco. L’ateismo di Dawkins è l’ateismo classico scientista e positivista. Non solo lui ha fallito, è l’ateismo che crolla.

  5. Davide ha detto

    Certo che dire a dei militari, che magari hanno anche visto morire al loro fianco qualche amico “Stai tranquillo e’ morto, non c’e’ speranza che tu possa reincontrarlo un giorno, dopo non c’e’ piu’ niente” riempie il cuore di gioia e speranza a tutta la base.

    • Mirabella ha detto in risposta a Davide

      Infatti è interessante che lo chiamino un “momento di svago”. L’uomo ateo può solo svagarsi dalla vita, dalla realtà perché appena la affronta seriamente dovrebbe suicidarsi.

      • Fabrizio Muntzer ha detto in risposta a Mirabella

        Ma non e’ vero!
        Non credere nella trascendenza non vuol dire non dare senso alla propria vita, anzi essendo questo senso immanente la vita acquisisce un’importanza ed una dignita’ ancora superiore.

        • Luca Pavani ha detto in risposta a Fabrizio Muntzer

          Si certo. Allora è per questo che lo scrivete sugli autobus? “Siamo tanti e siamo tutti contenti”. Il fatto è che se uno dà senso alla sua vita lo si vede. E infatti tutti quelli che si convertono, ognuno per mille storie diverse, hanno in comune il trovare un senso adeguato (e sottolineo adeguato) alla vita. Non si conoscono casi opposti. Ma vorrei che mi rispondessi tu, per la tua esperienza. Cosa dà senso adeguato alla tua vita, tua di Fabrizio intendo? Perché ti svegli al mattino e dici: “che bello la mia vita ha senso!”. Attenzione: tutti danno senso alla vita. Per un animalista il senso della sua vita è salvare i gattini dagli alberi. Si sta parlando di senso adeguato. Ma, attendo la tua risposta.

          • Fabrizio ha detto in risposta a Luca Pavani

            Ti rispondo, ma per farlo meglio fammi solo capire quale sarebbe il senso adeguato che darebbe alla vita la conversione.

            • Luca Pavani ha detto in risposta a Fabrizio

              Cioè fammi capire, hai bisogno di un aiutino? Attenzione: non vale Wikipedia o sito della filosofia italiana eh? Una risposta con le tue parole, secca secca. Poi ne discutiamo e io risponderò per me, ovviamente.

              • Fabrizio ha detto in risposta a Luca Pavani

                Mi sembra fosse Aristotele che divideva le discipline in teoretiche pratiche e poietiche; e la divisione vale ancora oggi, pensa alla ricerca fondamentale e a quella applicata.
                Ora a quale si dà maggiore dignità? Rispondo a quella fondamentale, perché il suo scopo non è un’applicazione futura, ma la conoscenza in sé. Se per motivi esterni (mutamento del mercato, nuove tecnologie che rendono obsoleta quella oggetto dell’indagine etc…) viene meno l’applicazione pratica, be’ la ricerca si ferma, essendo venuto meno il suo scopo. Questo non avverrà mai per la ricerca fondamentale (salvo noie burocratiche) perché il suo scopo è la ricerca stessa. Allo stesso modo se si pensa che il senso della vita sia un’altra vita, la Comunione con Dio nel Regno dei Cieli, che non può attuarsi ora, ma che si attuerà un giorno, e per sempre; è normale pensare che un ateo, per cui viene meno questa prospettiva, la vita non possa avere altro senso che salvare i gattini sugli alberi. A ben guardare, però questo è un approccio che svilisce la vita, perché questa acquisisce significato in funzione del “Mondo che verrà”; e se arrivasse oggi l’Apocalisse, tutti sceglierebbero di andare nel Regno, nessuno direbbe: “Ok andate avanti, domani timbro ancora il cartellino, ci tengo davvero, ci vediamo più in là”.
                Per me il senso della vita è nella vita stessa, è l’inquietudine della domenica sera, della sera del dì di festa, è il primo Sole del mattino, è uno sguardo, un sorriso, un gesto, un ricordo, un’emozione, è il cuore che batte all’impazzata, la paura, il sollievo, ma è qui e ora, senza condizionamenti di ciò che è stato, senza aspettative su ciò che sarà; in ogni attimo si richiude l’eternità; in ogni attimo non desidero altro che vivere quell’attimo che è ora, che non è stato mai e che non sarà mai più.

                • corrado lagazzi ha detto in risposta a Fabrizio

                  A Fabrizio. “Il significato della vita non sta nella ricerca del cibo, delle bevande e dei divertimenti, ma nella lode di Dio, ed in un servizio autentico all’Umanità” (Gandhi ).Ed in effetti, se il tempo (come dicono certi astrofisici )non esiste VERAMENTE, se la MORTE PERSONALE ed UNIVERSALE sarà la FINE ASSOLUTA DI TUTTO , noi ….siamo già ora in un enorme cimitero cosmico; la fine tua, la mia, di tua madre, dell’amico + caro, di Beethoven, di Dante, Michelangelo,Madre Teresa di Calcutta, Martin L.King, Bonhoeffer,Papa Giovanni e Giovanni Paolo,ma anche di Buddha,Maometto, LaoTze,Mosè, Confucio,… e persino di Cristo sarà stata e sarà solo IL NULLA !!!! Ma allora qui e ora , se CI SARA’, c’è GIA’ IL NULLA: e a nulla serve nè servirà mai il mio soffrire, il Tuo, quello di 6 milioni di Ebrei fatti fuori da Hitler.Ed esser buoni o cattivi, in fondo, è la stessa cosa : chi ci giudicherà? Non certo la mia coscienza, rivoltabile come un guanto,ad ogni refolo di vento…Ma Godel, nel suo celebre teorema, dimostrò che UN SISTEMA FINITO (e tali noi tutti siamo) NON PUO’ AVER SPIEGAZIONE ASSOLUTA ED ESAUSTIVA IN SE STESSO: DEVE GIOCOFORZA AVER UN REFERENTE ESTERNO, CHE LO GIUSTIFICHI E SPIEGHI.– E termino con Tagore(poeta indiano,premio Nobel ): “Se lasciare questo mondo è reale come amarlo, ci dev’essere UN SENSO in questo incontrarsi e separarsi della Vita; se quest’Amore fosse ingannato alla fine, allora il cancro di simile inganno roderebbe tutte le cose, e le stelle avvizzirebbero, e diverrebbero nere ! ” (= cioè : se non c’è senso nella morte, NON C’E’ SENSO NEPPURE NELLA VITA ! ; ma noi sappiamo ESPERIENZALMENTEche l’Amore, la Bontà, la Fedeltà, la Purezza di cuore, la Misericordia, la Temperanza, la Sapienza NON SONO ILLUSIONI NE’ “SOVRA-STRUTTURE” IDEATE DALL’UOMO “PER NON SCANNARCI A VICENDA”, MA ONTOLOGICAMENTE REALISSIME !!!
                  Caro Fabrizio, Ti auguro ilDono dello Spirito Santo.
                  “E’ solo loSpirito che giudica dello spirito “(S.Paolo ). Con la SOLA limitatissima ragione umana (Ti ricordi Bennato ?), non può, l’uomo così malato (questa è la tragica, ma reale Verità )MAI saltarci veramente fuori.
                  Ma l’umiltà e la Ricerca a 360° lo può salvare.
                  Senza ALCUNA PRECLUSIONE, NE’PRECONCETTO.
                  PERCHE’ ANCHE L’ATEISMO E’ UNA FEDE : MA SU QUALI PROVE ?

                  Tanti auguri di Bene

                  Corrado Lagazzi

                • Luca Pavani ha detto in risposta a Fabrizio

                  Ringrazio Fabrizio per la risposta, molto interessante. Rispondo anch’io, sommando il mio punto di vista a quello di Corrado, di cui riprendo questa frase della sua bella risposta: «a nulla serve nè servirà mai il mio soffrire». Il punto credo sia questo. Noto due errori nel tuo punto di vista.
                  1) dici che «il suo scopo è la ricerca stessa […] il senso della vita è nella vita stessa». Credo che questa frase si basi su un errore concettuale. Innanzitutto scindi il significato di una cosa dal suo scopo. Eppure non esiste nulla nella realtà che vede il suo significato nell’esserci e non nel suo scopo. Il significato di un libro qual’è? Essere letto? No, ma seguendo il tuo ragionamento è solo l’esserci. Quello di un albero? Idem. Il senso della sofferenza? E’ quello di esserci nel mondo. Il senso della vita di un bambino condannato a vita ad una macchina? Il senso sarebbe solo quello di essere nato. Si capisce che è facile concludere che il senso della vita allora non esiste. Lo scopo della vita non può essere l’esistere stesso perché non è affatto sufficente, il vivere non dà significato al vivere altrimenti nessuno cercherebbe altro.
                  2)Nella fine della tua risposta, identifichi il senso della vita non più nell’essere stesso ma in ciò che avviene in questa vita (e intravedo una contraddizione da quanto hai detto poco sopra). Quindi il senso della vita sarebbe: «l’inquietudine della domenica sera, della sera del dì di festa, è il primo Sole del mattino, è uno sguardo, un sorriso, un gesto, un ricordo…». Il significato della vita per te dunque è legato alla condizione che queste cose si avverino. E’ decisamente effimero e saltuario un significato del genere. Inoltre non può essere il significato della vita di tutti ma solo di una parte di uomini. Ma la cosa che non convince è il fatto che uno sguardo o un sorriso in che modo possono rispondere alla vastità del desiderio umano (cito anch’io Leopardi)? Come può “l’inquietudine della sera” placare la tensione universale dell’uomo a brandire un briciolo di felicità e di giustizia dalla vita? Non è sufficente, cioè non è un significato adeguato alla richiesta dell’uomo. L’uomo cerca sempre altro e infatti dopo un sorriso ricevuto ne vuole un altro, e dopo un abbraccio vuole l’amore e poi l’amore non basta più e cerca un altro amore ecc.. questo è proprio per l’incapacità di bastare all’uomo, di essere significato adeguato al desiderio umano.
                  3) La terza cosa che voglio sottolineare è quanto dici: «il senso della vita sia un’altra vita [..] è un approccio che svilisce la vita, perché questa acquisisce significato in funzione del “Mondo che verrà». In linea teorica è un’osservazione fondata. La prima cosa però da osservare è la capacità di penetrazione nella società dei cristiani. Per un occhio libero da pregiudizi, è impossibile non vedere il contributo dato da uomini cristiani alla vita. Dagli ospedali (croce) alle università, dall’educazione nelle scuole alle migliaia e migliaia di missioni in giro per il mondo. I primi esploratori erano tutti cattolici e cristiani, tantissime nazioni mondiali sono fondate da cristiani. Pensiamo al motto benedettino “ora et labora” (prega e lavora) ecc.. I cristiani non vivono affatto una vita col pensiero nell’altra. Io stesso, ho 26 anni, non mi trovo mai a pensare alla vita del Regno. E di certo non credo per “paura della morte”. Sono sano come un pesce, giovane e forte. Perché dovrei pensare all’aldilà? In realtà la natura del cristianesimo è un Dio che non ha disdegnato farsi carne, farsi uomo. Non esiste un’altra religione che valorizza così tanto questa vita, la carnalità della vita e dei rapporti. Non c’è nulla che ributta nella realtà della conversione cristiana. Lo vedo quotidianamente. Perché? Perché è solo approfondendo il rapporto con la realtà, fino nelle sue fibre più profonde, che è possibile l’incontro con il Risorto. Nessun’altra vita, se verrà sono contento, ma solo il “qui e ora” che dici tu (Hic et nunc). Perché “Qui ed ora”? Perché Cristo è un fatto accaduto, che c’è adesso. Conoscere Gesù vuol dire partecipare ad un fatto, altrimenti non è conoscenza. Vuol dire essere coinvolti da una Presenza, essere fedeli alla compagnia alla quale siamo stati consegnati.

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